Semantische Suche

Wechseln zu: Navigation, Suche
 ÜbersetzungüberprüfungBeschreibungstext
Ad00341 05 012a/itaMiscellanea LXXlll. Tom. VI. No. 10.
OGGETTI MICROSCOPICI.
Cria altra volta in queft' opera, Tom. IL dall' altro egualmente difianti. Affai diverfi Nro. 98. abbiamo offervato e paragonato le al contrario fi inoltrano i pizzi di Brabante.' opere della natura con quelle dell' arte Quefti o fi cuciono coli' aco, o fi lavorano* lotto il microscopio, il che ci ha convinto a piombini. Di una fola libbra di lino che le prime fono infinitamente più per- nelle Fiandre fi lavorano l'ino per 7000 fio-. fette delle feconde. Lo vediamo ancora qui rini di pizzi, e non fi può vedere in quefto: paragonando due teffiture, le più artificiofe genere cofa più perfetta e più regolare; ma che poffano trovarfi, cioè la tela di ragno, offervati fotto il microscopio tutto apparisce, ed un pezzetto di pizzi di Brabante. Là diverfamente. Il pizzo il più fino fembra più gran regolarità fi trova ne' detagli della una teffitura irregolare dir groffe corde • inprima Fig.. 1. dove tanto i fili dritti quanto viluppate confufamente e feinza verun' ori traverfi fono di una Xteffa groffezza e uno dine.
Ad00341 05 013a/itaInsetti XLVIII. Tom. VI. No. 11.
FARFALLE ESOTICHE.
Fig. 1. L'Argo indiano.
Ylie^° nel papiglione che fi trova nelle Indie Orientali, è qui ef
Fig. iato nella Tua grandezza naturale. Il fondo delle lue ali è di un bruno quafi nero, e disegnato con macchie gialle. Le ale pofteriori fono ornate di due begli occhj neri e cerulei.
Fig. 2. Il Podalirio verde dell' Indie Occidentali.
Quefto papiglione efotico, della fpecie di quei che fi chiaman porta coda, fi trova in Suriname nell' America: quanto alla
Fig. ura fomiglia al Podalirio noftro, ma nel colore, cornpofto di ftriscie verdi e nere, è diverfo da esso.
Fig. 3. La farfalla a fiamma Americana. (Pap. Eq. H. Ricini.)
Le sue ale posteriori, tinte di un color roffo chiaro, le danno un' afpetto lieto. Le ale anteriori portano cìafcheduna due macchie gialle.
Fig. 4. L'ala rancia di Suriname.
Quefta farfalla come l'antecedente fi diftingue per le fue ale lunghe e ftiette e pel f uo corpo lungo e lottile. Il colore delle fue ale è graziofamente variato di rancio, giallo, e bruno.
Ad00341 05 014a/itaMiscellanea LXXIV. Tom. VI. No. 12.
MANIERA COME I NEGRI AMERICANI SCORTICANO IL SERPENTE INDOVINO.
JL^al No. 85. del Tomo III. di queft' opera poi attaccò il laccio d'una fune intorno al già conofciamo il Serpente Indovino come collo dell' animale, e cofì lo fece tirar fu uno degli animali i più fpaventevoli, che ad un' albero da due altri negri. Poi egli arriva alla lunghezza di 30 o 40 piedi. Quefto fui ferpente stesso fi arrampicò, ascefe, gli ferpente fi truova anche in America in Su- fpaccò il ventre e poi lo fcorticò. Una riname, e gli abitanti lo chiamano Aboma. quantità di graffo, che ferve per rimedio a L'Inglefe Stedman che per più anni ftava contufioni, ne fu raccolta; i negri si acin fervigio degli Olandefi in Suriname, in- conciarono la carne e la mangiarono con fieme col fuo fchiavo nero David uccife un grande appetito, tal ferpente con più colpi di fucile. David enn.
Ad00341 05 015a/itaMiscellanea LXXV. Tom. VI. No. 13.
RACCOLTA DELLA COCCINIGLIA.
wuefto infetto, che fi trova nell' America Meridionale fui Fico d'india (Cactus opuntia.) già abbiamo incontrato nel Tom. IL no. 31. di que ft' opera. Per il fuo bel color purpureo effo è divenuto un' oggetto importante del commercio; e nel Meffico la Cocciniglia vien coltivata in piantagioni di fichi d'India unicamente a quefto fcopo deftinate. Qui fi vede una tal piantagione, in cui le piante (a) fono diftribuite a fila, ed i coltivatori (e) occupati a rimescolar la terra intorno ad effe. I piccioli animaletti sen particular cura fi mettono fopra quefte piante. Dopo alcuni mefi, quando fono arrivati alla lor grandezza naturale, ne vengon levati per mezzo di pennelli di pelo di capviaolo, (b) e raccolti. Poi, tolta ad effi la vita fopra lamine infocate (f) fi ripongono in vafi; (g,h) o m effi in eaneftri fi uccidono con acqua feottente, e poi fi distendono fopra ftoje (i) per asciugarli. L'ultima maniera di ucciderli è la migliore. La cocciniglia fi raccoglie nelle piantagioni tre volte l'anno, dal mefe di Décembre fino al Maggio.
Ad00341 05 016a/itaMiscellanea LXXVl. Tom. VI. No. 14.
LA NEVE COLLE SUE CRISTALLISAZIONI.
Offerviamo qui la neve. — La noftra atmo- Talvolta quando, all'aere tranquillo, la sfera è Tempre piena di vapori umidi. Quando neve cade in piccioli fiocchi, abbiamo occaquefti al freddo dell' inverno fi addenfano e fione di offervare le fue forme varie e tuttafi criftallizzano, effi formano una massa bian- via regolari, le quali quafi tutte fi riducono ca e folla, la quale più greve dell' aria, cade all' efagono. La presente tavola moftra digiù in terra, e la copre di una vefte bianca, verfe variazioni di tal criftallifazione di neve Queft' è la neve, che rifchiara i giorni trifti confiderabilmente aggrandite fono il microdeli' inverno, e difende la femenza dal ri- fcopio. Le Fig. g. 1. 2. 3. furono oll'ervate gore del freddo. Sperfe volte ne' paefi mon- nella Stiria; nelle Fig. g. 4. 5. 6. 8- 9. vediatagnofi fuccede, che un globetto di neve fi mo altre, che furono offervate da un naturadiftacca dalla cima degli ahi monti, e roto- lìfta nella Svizzera; e la Fig.. 7. fi offervò in landò in giù rapidamente cresce e forma una Breslavia. La grandezza naturale dei cril'talli mafia enorme, che chiama!! lavina di neve, di neve fi trova indicata folto fei de' fudetti e diftrugge non folamente cafe, ma villaggi numeri, interi che reftano fepolti lotto di effa.
Ad00341 05 017a/itaMiscellanea LXXVIl. Tom. VI. No. 15.
FINESTRE GELATE.
Quando nell' inverno ad un certo grado del freddo (chiamato grado del ghiaccio) l'acqua vien privata di una parte del suo calorico, essa si gela, e vien ridotta in un corpo solido ed elastico, che ghiaccio si dice. Nascon prima nell’acqua alcuni strali di ghiaccio, che sotto diversi angoli congiungendosi, a poco a poco ne fanno un corpo solido, come succede nella cristallisazione de' sali. Questa massa d'acqua condensata è d'una tal sodezza, che una volta per ischerzo ne su sabbricato un palazzo di ghiaccio, come in appresso vedremo.
Coli anche nell' inverno i vapori delle camere calde si condenfano su i cristalli delle finestre, e quivi gelando forman vario e diverse figure. La loro varietà probabilmente nasce dalla qualità de' vapori. Qui vediamo rappresentate alcune finestre gelate.
Fig. 1 e 2. surono osservate dal Sig. Hacquet nell' inverno freddissimo del 1788 e 1789; le finestre gelate inoltravano figure che persettamente rassomigliavano i Zoofiti.
Fig. 3 e 4. somiglianti al sogliame delle piante, surono osservate e copiate nel palazzo ducale di Belvedere presso Weimar nell' famoso inverno del 1740.
Ad00341 05 018a/itaMiscellanea LXXVIII. Tom. VI. No. 16.
COSTUMI DEGL' INDIANI.
CJuefta Tavola e le tre feguenti ci moftreranno alcuni coftumi ed ulanze degli Indiani abitanti la parte di mezzo dell' Afia meridionale.
Fig. 1. Un Panelarume o sia religioso mendicante.
GÌ' Indiani fono un popolo innocente, femplice, bonario, ma fuperltiziofiffiino. Di quefta fua dispofizione abuTa una quantità innumerevole d'impoftori religiofi, i quali come frati mendicanti della religione Bramanica, o della Muhamedana, girano per tutto il paefe qual magi od indovini, e cercano d'ingannare il volgo credulo, che li tiene per Santi. A quefta genia furbesca appartengono anche i Pandarumi, che ftranamente veftiti girano il paefe facendo da indovini.
Fig. 2. Un Fachiro.
I Faci iri fon frati mendicanti muhamedani, che nelle Mofchee fanno le funzioni religiofe, vanno a Mecca qual pellegrini, e girano il paefe per ingannare i creduli lor fra felli.
Fig. 3. Uno scriba Indiano.
GÌ' Indiani, come popolo mezzo colto, efercitano anche l'arte dello fcrivere. Scrivono fopra foglie di Palma, da effi chiamate Oli as, per mezzo d'uno ftelo puntuto, come qui fi vede ef
Fig. 4. Un carro per portare gl' Idoli.
GÌ' Indiani della religione Bramanica adorano nelle loro Pagode, o l'iaTempj, certi Idoli. Quefti Idoli fpei'fo fi portano in proceflione a piedi o fopra un carro (tra natu e ri te decorato, qual nella Fig.. presente rappreientato fi vede.
Fig. 5. Carro da viaggio.
L'unica forta di carri di cui gl' Indiani fi fervono per viaggiate, e che da effi fi chiamano Echeri, è un legno aperto, tirato da due bovi fopra un carro a due ruote. Non vi può ftare dentro che un' uomo folo, ed i buoi fi guidano per mezzo di una corda che loro paffa per le narici.
Ad00341 05 019a/itaMiscellanea LXXIX. Tom. VI. No. 17.
PENITENTI DELL' INDIA ORIENTALE.
V li Abitanti AtAV HîpdHS, o fia gl' Indiani. nelle loro idee [iipre r f li z i o f e f o n m o l t o m e l i- T1 U na c a m b, a n. f o n. o u n a f e trt a,, p a r t i c. o..lare nati all' eccello. Tra l'altre ftvavaganze e(Ti d,.i p" e n i•te" i m, 1 q u a. l.i p e r u n, o r g o g, l.io fratiacredono di renderli grati agli Dei col tor- t.ic o a l l e t t a n o u n a t o t a l e. i n f e n ii b. ilita conilo montar fé stesso, e che con1 q u e f t o m e z z o q u a l u, n q u e d o l o r e. U n o d i e T f i q. ui fi vtde pr o l l a n o C a n c e l l a r e l a c o l p a d e ' l o r o rp e c c a t i. p o r t a r e m. i u l l a m a n o u n b a c. ino pieno di E q1u e ft i p re n i te n t i d a l v o l g so f o n o f u m a t i f f u o c o, . c h e g,. li a, b, b r u c ia. la m a n o, "l e n z a c, he Santi. Alcuni di effi fi vedono raprpr r e f e n - d, i.a u n m e n o m o l e g n o d, i. 'd o, l o ' r e. U tnt a (tuoja taxi in q^u e f t a T a v o l a. . i n t r e c c i a t a,. d i. f.p i n e, c, h e p o r t a. t o l t o. i,l b,rac
Fig. 1. II penitente sull' altalena.
Fig. 2. Un Dacambari.
Fig. 3. Un penitente che gira voltolone.
in fu per mezzo di uncini di ferro attacca- Quefto fanatico pellegrino fi voltolò per tigli nella carne delle fue fpalle; in quefta un tratto di trenta leghe di Germania, fenza fituazione egli recita diverfe orazioni, ed alzarli mai, e coli rotolando cantava inni alla fine ftrappa una ghirlanda di fiori, di in lode degli Dei. Ed eliendo uomo ricco cui il popolo radunato a quefto fpettacolo- due fchiavi gli andarono avanti per
("pianar raccoglie con avidità ogni foglia, e la guarda le ftrade rimovendovi ogni impedimento, e come cofa facra. Per porgergli » neceffarj cibi.
Ad00341 05 020a/itaMiscellanea LXXX. Tom. VI. No. 18.
GIOCOLATORI INDIANI.
vJT Indiani in tutti i movimenti del corpo hanno una grandiffima agilità e deftrezza; e perciò fi diftinguouo particolarmente come equilibrifti e ballerini di corda, facendo delle cose maravigliale in quefto genere. La tavola preferite' ce ne moftra diverte prove.
Fig. 1. Giocolatori Indiani nella Fortezza di Giorgio.
Qui Tulla piazza della l'addetta Fortezza a Madras di veni giocolatori Indiani fi Vedono inoltrare agli Inglefi la Icro arte. Dalla mano manca una giocoiatrice fi è rampicata in fulla cima di una canna di Bambus, d'una alte?za di 30 piedi, e non folamente oi fi mantiene in equilibrio, ma anthe fi muove infieme colla canna al Tuono d'una mufica. Gli altri cinque giocolatori fanno altri giuochi di maniera diveda. Dalla man dritta due donne Indinne ballano fulla corda, ed incontrandoli fi paffano divelle volte; una di effe fuor.a uno Jtromento: e l'altra tiene nelle mani due vali pieni d'acqua.
Fig. 2. Un Ammmansatore di serpi.
Un Ciarlatano Indiano fa ballare al iuono del Tuo i'troinento una ferpente a cannocchiali ammanzata. Lo fuomento fuo è fatto di una zucca vuota e d'una cannuccia di Bambus. Ed ecco che anche quefti animali non fono infenfibili per la mufica!
Fig. 3. Giuoco di forza con un toro.
Un giocolatola giace fupino fulla terra. Primo fi pone fui corpo un legno formato a guifa d'un bicchiere e fu quefto legno monta poco a poco il fuo toro a ciò addentato con tutti e 'quattro è piedi. Il giocolatore poi gli presenta un fecondo legno, ed il toro fi monta, mentre quello lo fpinge fui legno primo; e nello ftefl'o modo lo fa anche con un terzo legno, fui quale alla fine il toro refta e fi mantiene in eauilibrio. fj'/)
Ad00341 05 021a/itaMiscellanea LXXXI. Tom. VI. No. 19.
MOSCHEE E PAGODI IN INDOSTAN.
J tempi di quegl' Indiani che confeffano la lati della fabbrica f rsono le torri alte e Religione di Brama, chiamanfi Pngodi, e lottili, chiamate Mina' cti, dalla cima delle quei de' Mufulmani quivi ftabilitifi, fi nomi- quali i facendoti convocono il popolo alla nano Mojchee ovvero Mefchite. Di ambedue preghiera. A man manca vedefi il fepolcro qui fi vede una rapprefentazione. d'un Nabob.
Fig. 1. La gran Moschea vicino a Arcot.
Fig. 2. La Pagode di Vira Malli.
Trovali elTa nel reame di Tanfcur ed è Ella è fituata nella vicinanza della cittX fituata fopra un'efta rupe. In quefti tempj, d'Arcot, ed è fabbricata di pietre mafficce. compatti di torri piramidali, di logge e di Dalla parte del Ponente è aperta ed ornata portici, fi cuftodiscono gl'Idoli del lor culto di un portico foftenuto da pilaftri. L'interno etnico. Ai Bramini, o fia facerdoti di Brama dove il facerdote dice le fue orazioni e legge foli, che abitano ne' veltiboli, egli è perii Koran, libro facro de'Mufulmani, è co- meffo di entrar nel Santuario, dove, fecondo perto di tappeti; e prima d'entrarvi ognuno la loro credenza i mifterj della Divinità fi devefi levar le fcarpe o le pianelle. Da' due rivelano
Ad00341 05 022a/itaMiscellanea LXXXII. Tom. VI. No. 20.
LE COMETE.
L. e Comete fono fenomeni che di rado fi fio fplendore precede il capo della cometa inoltrano al cielo Itellato; e perciò dagli uo- effofuole chiamarfi la barba, e quando lo mini fuperftiziofi furono riguardati come fé- fegne fi chiama Za coda della Co irle t'a. Di gni di cattivo augurio, e [ciuccamente da «tifi quefi' ultima fpecie ne vediamo rappréfentate fi credette, che ne nasceffero guerra, malat- due nelle Fig.. 2 e 3. La Cometa di V\%. 3 tie ed altre fciagure. Le Comete ricevono il fu diligentemente oiTervata nel Febbraio e lor lume dal Sole, ma non girano intorno ad Marzo del 1661 a Danzig dall' aftronomo Ileelio con moto regolare come fanno i pianeti, vello. 11 d'i 3 di Fehbrajo (A) il capo di el'fa ma con moto ellittico, il quale talvolta le av- fi moftrò di una luce gialla, e roffeagiante vicina molto al Sole, e poi le allontana da nel centro. La coda lunga vicino il capo era effo per grandiffime diftanze, come fi vede fitta e fonile, e poco a poco allargandoli via nella Fig.. 1, la quale ci moftra una parte dell' più fi diradò. Il dì 6 di Fehbrajo (B) VHejeorbita d'una Cometa. Quefti corpi celefti con- Ho offervò nel capo di effa diverte macchie fiftono di un capo lucente di Fig. ura ronda, da e la coda comparve più debole, più piccola ' eui e« ce uno fplendore trasparente. Se que- ed alla fine più pizzuta.
Ad00341 05 023a/itaMiscellanea LXXXIII. Tom. VI. No. 21.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
VAiefto animale domeftico ed all' uomo fi utile inerita di effer meglio conosciuto. Del cavallo in generale, e del cavallo falvatico già abbiam riportato la
Fig. ura nel Tomo II. di queft' opera. Nella tavola presente, e nelle cinque feguenti fi vedano rapprefentate le razze del cavallo le più fumate, e fono effe: il cavallo Frifone, il cavallo d'OIfiein, il cavallo Daneje, V Inglefe, il France fé, Napolitano, Sp
Fig. liuolo, Unglierefe, Polacco, Moscovita, Turco, Arabo e Barbero.
Fig. 1. Il cavallo Frisone.
Il cavallo Frifone e di corporatura grande e rob ulta, ha la tefta un poco groffa, il collo forte, dorfo e groppa larghi, e la coda bafra. Le coscie fon forti, tonde, e coperte di pelo lungo. Pel folito i cavalli dOlftein hanno, la lefta di montone; nella parte d'avanti per lo più fon ben fatti; ma in quella di dietro fon piutofto deboli. Le loro unghie fon troppo grandi e troppo pefanti. Ambedue quefte razze fervono meglio alla vettura, che alla cavalcatura. Il clima umido, e l'erbe tjoppo acquofe, che loro fervono di nudrimento, fon cagione delle frequenti malattie a cui fono efpofte. Fi£. 2. Il cavallo Danefe. Ha la tefta groffa, il collo forte, il petto largo, le cosrie lunghe e baffe; la groppa in paragone del petto e troppo ft ret ta, ma ciò nonoftante quefta razza è forte e durevole, e negli ultimi tempi mediante la cura di alcuni uomini intendenti è ftata di mollo perfezionata. I cavalli bianchi tanto ftimati fono di origine Danefe, e forfè le razze del re fono l'unico luogo dove, fi ancora propagano. Si diftinguono col loro pelo bianco e lucente. Intorno agli ochj, come rulla bocca, fulla froge, nelle foci e fülle parti genitali fono di color di carne fparfo con punti neri. Hanno la barba folta, le unghie gialle, la tefta un poco groffa, la fronte larga un poco incurvata; gli occhj fon grandi e di color turchino. La parte d'avanti è molto alta, le gambe fono ben formate e ben piantate. Pel refto fon di una coftruzione forse e quadrata, ed hanno la groppa bella e'tonda. Un tiro di cavalli bianchi è con amen te la cola la più pompofa che in quefto genere fi polla vedere.
Ad00341 05 024a/itaMiscellanea LXXXIV. Tom. VI. No. 22.
IL CAVALLO COLLE DIVERSE RAZZE DI ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Inglese.
Il cavallo Tnglefe chiamato di razza, e d'origine Araba o Barbaresca, e perciò famiglia molto a' cavalli di quefta fpecie, tranne la fuagrandezza maggiore. Halateftabella, ed asciutta; il collo ben formato; il dorfo del collo è magro ed alto; le fpalle fonili, la fchiena dritta e la coda ben attaccata alla bella groppa. Quefta razza ferve unicamente per i corfi, e poi nell' età avanzata, dopo efferfi refi famofi come corfieri, fi adoprano al propagar la razza. Sono elfi di una Telocità ftraordinaria; corrono pel folilo due miglia inglefi in 4 minuti, e quattro miglia in 8 ° 9 minuti. Ma già fin dall' età di due anni fi addeflrano al corfo, nell' inverno una volta il giorno, e due volte ne' giorni della fiate; ed anche il loro nudrimento, e tutta la maniera di governarli e diretta a quefto feopo, cioè di renderli corfieri eccellenti. 11 cavallo comune d'Inghilterra è totalmente diverfo di quello fopra deferitto: Ila effo la tefta groffa, carnuta, il collo tozzo, la groppa appiattata, ed i piedi goffi Ton coperti con un pelo lungo. La maggior parte di queßi cavalli nafee in Yorkfliire, e ferve pe' lavori delie campagne, e pel ferviziw della cavalleria.
Fig. 2. Il cavallo Francese.
Oltre le razze nobili di cavalli, tra i quali quei del Limolino e della Normandia fi dininguono come più atti alla cavalcatura, in alcune parti della Francia fi trovano cavalli da lavoro ordinarj di una razza particolare, e rimarcabili per la loro deformità. La tefta loro fomiglia a quella d'un porco, le orecchia, molto tra lor discorri, pendono in giù; hanno il collo tozzo e gToffo, coperto con crin fetolofo, la groppa piatta, e le piedi goffi fin fopra '1 ginocchio, coperti con pelo lungo. Lfli fono però forti e durevoli per la fatica e fi contentati.)
di giunchi, foglie di canna, ed altre forte di erbe groffolaue.
Ad00341 05 025a/itaMiscellanea. LXXXV. Tom. VI. No. 23.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE Dl ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Napolitano.
A cavalli di quefta razza hanno il collo e r dorfo di elio carnuti, ed una tefta di montone; le loro gambe fono alte e le unghie ftrette. La groppa loro è limile a quella de' muli. Effi fon di un temperamento cattivo ed oftinato, e meglio fi ulano per la vettura che per la cavalcatura. I migliori nafcono in Calabria e nella Puglia, nelle Terre di Lavoro, di Otranto e di Bari.
Fig. 2. Il cavallo Spagnuolo.
È d'un 'aspetto nobile e fuperbo, ha occhj briilanti e fpira coraggio e fuoco, « nello stesso tempo è facile di domare e di addeftrare. La fua tefta fuole effere un poco graffa ma non di rado anche fi trovano con tefta di montone;' le orecchia fono un poco lunghette, ma ben rneffe, la 1> fina e le ganaTce ftrette. Il collo ò fòrte', ben formato, e riccamente crinito. Hanno elfi il petto largo, il corpo robufto, i reni baffi, e la groppa longa e tonda. Le cofcie fono ben formate, nerborute e di pel cofto. Il colore è pel (olito di caftagno nero, e di rado fi trovano co' piedi bianchi. Il cavallo fpagnuolo è il migliori maneggio e per la guerra. I più ricercati (of quei dell' Andalufia fuperiore, ma anche dalie montagne di Cordova provengono cavalli piccoli bensì, ma forti, durevoli ed inftancabili alla fatica. fina e le ganaTce ftrette. Il collo ò fòrte', ben formato, e riccamente crinito. Hanno elfi il petto largo, il corpo robufto, i reni baffi, e la groppa longa e tonda. Le cofcie fono ben formate, nerborute e di pel cofto. Il colore è pel (olito di caftagno nero, e di rado fi trovano co' piedi bianchi. Il cavallo fpagnuolo è il migliori maneggio e per la guerra. I più ricercati (of quei dell' Andalufia fuperiore, ma anche dalie montagne di Cordova provengono cavalli piccoli bensì, ma forti, durevoli ed inftancabili alla fatica.
Ad00341 05 026a/itaPiante CVI. Tom. VI. No. 24.
IL MANGUSTANO.
i-i'albero di Manguftano (Garcinia Man- Levandone la fcorza efterna, che non fi può goftana) R trova nell' Indie orientali e mangiare, vi fi trova una polpa bianca fucneir ilole vicine; fpecialmente a Java cola, divifa in fei fpartimenti, che contene porta un frutto falutifero e di grato fa- gono i femi. Quefta polpa è di un fapor grapore. Effo arriva all' altezza de' noftri mori to, e gl' Indiani la mangiano volentieri come gelfi, ha le foglie lunghe, e i fiori roffi nas- un cibo rinfrefcante e falutifero. Anche cono fulla punta de' rami fuoi. Il frutto nella difTenteria ed in altro malattie epidetondo è della grandezza d'una picciola mela, miche gli medici fogliono ordinare il Manfi di fuori di un colore roffo che dà nel bruno, guftano come fpecifico.
Ad00341 05 027a/itaInsetti XLIX. Tom. VI. No. 25.
DIVERSE SPECIE DI GRILLI NOSTRALI.
Fig. 1. 2. 3. Il Grillo domestico. (Gryllus domesticus.)
Ouol vivere quefi' infetto in vicinanza degli uomini, nelle lor cafe, e fpecialmente nei forni e nelle fabbriche della birra, dove ha i fuoi nafcondigli nelle feffure delle mura, e vi fi rende noto collo Crepito the fa nafcere fregando infieme le fne ali inferiori. Si nudrisce di farina, di grano e di lardo. La femmina depone le fue uova di color bianchiccio nella terra, e da effe dopo dicci o dodici giorni nafcono i grilletti piccinini, che da principio fono ferii.' ali; ma dopo aver mutata direrfe volte la pelle, le alette appariscono. (Fig.. 2.) In grandezza naturale fi vede rapprefentato nelle fi^g. 1. e 3. Le ale inferiori fono più grandi delle fuperiorr, fpiceano motto in fuori, e terminano in una punta cornea.
Fig. 4. 5. Il Grillo campestre. (Gryllus campestris.)
Sta fotto terra ne' campi e nelle felve. Si diftingue da) primo pel fuo colore ofeuro, e pei la fua Fig. ura goffa. Vive di piccoli infetti e di radici. Fa colle fue ale quel fufurro /tridente che le fere della fiate fi fente frequentemente rifuonare pe' campi.
Fig. 6. 7. Il Grillotalpa. (Gryllus gryIlotalpa.)
Il grillotalpa rapprefentato qui nella Fig.. 6. come ninfa, e nella Fig.. 7. nel fuo fiato perfetto, èia fpecie,. la più grande de' "rilli della Germania, e fa molto danno. Con i fuoi piedi anteriori, che fomigliano i piedi dell« talpa effo fi fa ftrada fotto la fuperficie della terra e mangiano le teneri radici delle piante. Le ale fuperiori fon piccole e"di qualità cornea, le inferiori, delle quali però di rado fi ferva Jono grandi, larghi,. e dj ttffitura lottile.
Ad00341 05 028a/itaMiscellanea LXXXVI. Tom. VI. No. 26.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Ungherese.
X cavalli di quefta razza fono d'una mediocre grandezza; hanno la tefta un poco gì e le narici ftrette. Sono di corporatura lunga, ma hanno le coscie hen formate. Son buoni e durevoli pel maneggio, e con poco nutrimento capaci di fopportare gran fatiche.
Fig. 2. Il cavallo Polacco.
T.a maggior parte di quefti cavalli nascono in quelle provincie della Polonia che presentemente appartengono alla Ruffia ed all' An firn. In generale fon piutlofto piccoli cìie grandi. Eccetto le ganasce un poco grotte la loro tefta è ben formata. Per la maggior narte hanno il collo cervino, la Pc? l ' fchiena forte e diritta, le coscie corti e robufte, la gròppa ben fatta ma pi/zittella; la coda ben' attaccata portano inarcata; le lor coscie fon fattili, poco pelofe ma tobufte. Le unghie fogliono effere un poco ftrette, il che loro vi fa nafcere fpeffo una malattia, fpecialmente quando fono: mal governati. Sono cavalli eccellenti, fé mediante un maneggio buono e convenevole il lor carattere falvatico e paurofo fi è refo docile e manfueto. I / I
Ad00341 05 029a/itaMiscellanea LXXXVII. Tom. VI. No. 27.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Turco.
Fig. 2. Il cavallo Russo.
-L» un imito di razza Araba, Perfiana e Tartara, e perciò ir, nache qualità e famigliarne H cavallo nativ0 deIla ^ proviene aquefte. E forte, leggiero, n,ce e di buo- fpecialmente dalla Iluffia grande. La fa, nalena, fopporta grandi fatiche fenza danno ftatura non è bella, e di mediocre grandezzadelia falute, e può arriva« ad una età confi- la tefta è un poco gvoffa e carnuta, la fronte derab.le; d. affi ß fuol dire, che muojono p,ana, Ischio flemmatico; il collo corto. lenza invecchi, perchè l'età fteffa non li groffo; il petto largo, la groppa forte; le toghe mente delle lor buone qualità. I ferri gambe coperte di pelo lungo e folto, l'urighie, oi quali i Turchi ferrano iloro cavalli, fon piuttofto piatte che elevate; la coda e il crine di una forma particolare e confifrono in una lunghi. È di carattere dolce, pieghevole e lama di quefto metallo, che davanti ed a' docile; e fpecialmente per la vettura è ecceldue lati ha la flgura dell' unghia, e dietro lente e durevole, ì, che in pochiffimo tempo poco a poco fcema e finisce in una punta ot- è capace di fare viaggi di cemo e p]ù ".^ tufa. In mezzo quefta lama è forata, e i bu- ed è affano inienhbile per le mutazioni del chi per li chiodi fon piutofto tondi che qua- tempo. drati.
Ad00341 05 030a/itaMiscellanea LXXXVIII. Tom. VI. No. 28.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
Fig. 1. Il Cavallo Arabo.
e co^ ^avvezzano ad una maniera di vivere, la quale inficine colle altre loro prerogative V^ueßo cavallo, fumato il più nobile e '} più \\ rende si preferibili a tutte le fatiche della perfetto tra tutti, è di mediocre grandezza; caccja e della guerra; e quefta riputazione la fua altezza comunemente fuole eflere un conservano fino da' tempi più rimoti, poco minore della fua lunghezza. La parte la più car.«eriAica di elfo è la tefta. Il pro-
Fig. 2. Il cavallo Bararesco,
b filo della fronte è diruto e piano; le orecchie " 7 fono un poco grandi sì, ma ben meffe; ha gli che anche chiamnfi Barbero, è di mediocre occhj belli e grandi, di cui risplende un dolce grandezza; ha una tefta di montone, e it fuoco, ed il nafo diritto colle narici larghe, collo lottile coperto di un crine corto; le 11 collo ben formato ha vicino al fuo dorfo fpalle di elfo fono magre e diritte} ha una un piccolo incavo, e alla groppa diritta eie- bella fchiena, i lombi corti e robufti, la gantemente tondeggiata la coda è ben attac- groppa un poco lunghetta e la coda vi è attacata. Le coscie fono fonili, mai muscoli e cata un poco alto; le coscie fono forti, ma di tendini forti danno loro una energia panico- forma lunga, e le unghie fimili a quelle del lare; le unghie lunghette di color nericcio cavallo Arabo. Quefti cavalli fono di una fono di una confluenza foìidiLlnia. È leg- grande leggierezza e velocità; in principio giero, ma di buona durata, e capace di fop- fogliono camminare lentamente, ma attiaportare lenza danno i ftrapazzi di una lunga zandoli un poco effi moftrano prefto quanto e faticofa marcia. 1 Fig. li degli Arabi gii le fon forti e vigorofi. Dopo i cavalli di Tunifi fogliono cavalcare, quando fono ancoTa polle- quelli di Marocco e di Feian fono i più ftidri; iorno e notte folto la fella, mati.
Ad00341 05 031a/itaMiscellanea LXXXIX. Tom. VI. No. 29.
IL PALAZZO DI GHIACCIO SULLA NEVA A PIETROBURGO.
N'el No. 15 dei quinterno CHI. della pre- fopra, die nel momento gelò; e coli fu fabfente opera già fu data a conofcere la natura bricato il palazzo di ghiaccio, rapprefentato del ghiaccio, e vi fu detto, che ur.a volta ne nella Fig.. 1., lungo piedi 52S, largo incirca era ftato fabbricato un piccolo palazzo, del 16, ed alto 20 piedi. Tutti gli ornamenti di quale eccovi qui rapprefentata la Fig. ura. Effo elfo, e le ftatue ftelTe vi erano egualmente di fi fece neu' inverno rigido del 1740 in Piatro- ghiaccio. All' ingreffo pofavano due Delburgo, fotto il regno dell' Imperadrice Anna, fini (Fig.. 2.) che nella notte verfavano dalla Già nel mele di Novembre 1739 fu fatto il gola rivi di nafta ardente. Vicino ad effi ftaprimo tentativo fulla Neva gelata, ma il ghi- vano cannoni e mortai (Fig.. 3 e 4.) formati di accio del fiume non effehdo capace di foppor- ghiaccio, che fpararouo piccoli porzioni di tare un pefo fi grande, comincia a piegarfi. polvere. Neil' interno del palazzo fi videro Ma poco dopo ne fu fatta un altra prova tra la diverfe camere fornite di tavole, fedie, orofortezza dell' Ammiragliato e il palazzo dell' logi ed altri mobili tutti lavorati di ghiaccio. inverno, che riusciva perfettamente. I pezzi — Coli quefto ftrano edificio fi conferve- per di ghiaccio tagliati in forma quadrata furono più meli fino alla fine del Marzo 1740, dov* uni;: e coftTurti per mezzo d'acqua verfatavi poco a poco il tempo più dolce lo di.Ir-die.
Ad00341 05 032a/itaMiscellanea XC. Tom. VI. No. 36.
USANZE ED ABIGLIAMENTI DELLA COCHIN-CINA.
La Cochin-Cina è uno de'paefi più rimar- all' immagine. Ün Sacerdote in velie lun^a chevoli dell' Afia orientale; effa fu feoperta gialla vi dice delle preghiere, da' Portughefi nel fecolo XVI. e riguardo ai cofiumi ed al veftire ha molta Wglianza
Fig. 2. Gruppo di Cochin-Cinesi.
colla confinante Cina. Gli abitanti della Cochin-Cina fono di un carattere dolce e bonario, iorniglianti a' Cinefi, ma più l'empiici nel loro vivere e veLi Cochin-Cinefi confettano la religione ftire. Le donne portano un foprabito di del Dio Buddha o Fo, e Tono idolatri. Elfi bombace, e Tutto di elio de' calzoni larghi, J'ogliono facriheare a' loro idoli le primizie e ne'giorni di fefia ne.mettono più paji uno delle mandre e de' frutti. Un tale fagriiizio fopra l'altro. Gli uomini portan camisciuole portato al Dio Fo fi vede rapprefentato qui e calzoni larghi e vanno co' piedi nudi. lancila Fig.. I. L'Idolo di forma goffa e gonfia, torno alla tetta portano ravvolti panni bianchi fculto di legno, fiede in una caiTa con fpor- a guifa di turbante, od anche cappelli contra telli ingraticolati fopra un' albero di fico d'In- il fole di forma di\erfa. I loldati che fi vedia. Agricoltori del paeie vi hanno pofto una dono a man rieüra fono armati di feudi e fei« fcala di canna di Banibo, ed oJurono del rifu mitarre.
Ad00341 05 033a/itaQuadrupedi. LXXV. Tom. VI. No 31.
ANIMALI RARI DELLA NUOVA OLANDA.
Fig. Il Canguru frisciato. (Kangurus fasciatus. PERON.)
Canguru fono, come fi fa, una forta d'animali rimarchevole, la di cui fpecie più grande (ved. Tom. I. tav. 93. di quell'opera) fu fcoperta dal celebre Cook nel 1770 fulla Nuova Olanda. L'ultimo viaggio di fcoperte fatto da' Francefi, e defcritto dal Sig. Per on, ci ha fatto conoscere una nuova fpecie del Canguru più piccola, il graziofo Canguru ftrisciato. Quello fi trova in gran copia full' ifola di Berniere preffo la cofta occidentale della Nuova Olanda. Effo ha la pelle piena di iirisce roffe e brune, è molto timido, fi nasconde con gran preftezza fono ai dumi fpinofi, ed ha la carne molto faporita. Se quefto Canguru fi domalTe, potrebbe facilmente tenerli in cala come animale domeftico.
Fig. 2. Il Wombat. (Didelphis Wombat. SHAW.)
11 tJ'ombat ha la grandezza di un cane- trillo, ed appartiene egualmente a quella forta d'animali, che nascono in una fpecie di boiTa 0 di lacco, che la madre porta. Quefto animale nel fuo alpetto fomigliante ad uà' orfacchio, vive di erba; coi piedi d'avanti fi fa nella terra una cava, nella quale fta durame il giorno, e la notte n'efce per cercare il fuo pascolo. Anche quefto animale fu fcoperto, poco fa, fulla terra di van Diemen, ifola grande the forma la punta meridionale della Nuova Olanda.
Ad00341 05 034a/itaMiscellanea XCI. Tom. VI. No. 32.
LE TERRE DI VAN DIEMEN.
Tra rale ifole delle terre Auftrali che formano pò fottili. Il loro cibo confitte fpecialmente la quinta parte del noftro globo, la Nuova in radici e conchilie di mare. Vel folito Olanda è la più confiderabile, perchè la venno nudi, ma alcuni di elfi portano intor» fua grandezza è quafi ugnale a quella dell' no alle fpalle la pelle del Canguru, unico Europa. La punta più merid ionale di effa, quadrupede di quefti paefi. L'ultimo viagla quale fecondo le ultime offervazioni forma giatore Europeo che vifitò quelle terre, ilSig. una ifula particolare, fu copèrta nel 1642 Perori, trovò alcune veftigia che effi onoradair Olandefe Abele Tasm an, il quale la no i loro morti. Sulla piccola iTola S. Machiamò la terra di van Diemen in onore del ria (Fig.. x.) tra alberi di Cafuar egli vide pieGovernatore di Batavia di quel tempo. Gli cole capanne fatte di corteccie d'alberi. Ed abitanti di queft' ifola; Fig.. 2.) fono felvagj, e efaminando l'interno di effe, vi trovò fotto fi trovano ancora full' infimo grado della col- un tumulo di zolle verdi, delle cenere ed ottura. Qui alcuni di effi fi vedono radunati fa d'uomini; d'onde fi vede, che quefti uointorno ad un fuoco. Hanno una fifonomia mini abbrucciano i loro morti e ne onorano baffa, un colore tra nero e bruno, fono di fta- la memoria per mezzo di tali capanni di feortura lunga ben fi* male parte inferiori in za d'alberi. proporzione della tefta e del bufto fono trop
Ad00341 05 035a/itaPiante. CVII. Tom VI. No. 33.
IL PINO-CEDRO DEL MONTE LIBANON.
il Pino Cedro muri« p., falegnami ad ebenifti. Il Pina. Cedro nasca üeolarmeme di effe piaulal" ". gMrfini, lui monte Libano nella Siria, nelle più alte nei parchi.
Ad00341 05 036a/itaMiscellanea XCII. Tom. VI. No. 34.
CURIOSITÀ SOTTERRANEE IN EGITTO.
Fig. 1. Le Catacombe di Alessandria.
il- cina- * cadaveri ftàtfàtta riporti in nicchie •j • bislunghe, tagliate in lila una accanto all' altra. vJli antichi Egizi, la di cui arc'iitetmra è tanto fingerne e e urlo fa . per confervarei
Fig. 2. Camere sotteranee presso le piramidi di Ghize.
SOUerailOO pi'CSSO loro morti, fabbricarono certi appartamenti 1 , fotterranei, che fi chismarono Catacombe. Quefte Catacombe confiftóno in parecchie Speffe volte le camere fepolcrali Mgl iattanze tagliate nella pietra viva, e per effe fi te nella pietra viva furono ornate di varj entra nelle cave fepolcrali. Qui fi vedono caratteri jeroglifici, come qui fi vedono raprapprefeiitate quelle di Aleffandiia. L'entra- prefentate. Nelle Catacombe però non relata di efTe forma un buco fuetto, per cui ap- mente fi confervarono i cadaveri imbalfamapena fi può pal'fare, e per effo fi arriva in ti, o fiano le Mumie degli uomini, n\\ andiveife camere molt.o rovinate. Una di effe Cora quelli de'facri animali, e fpecialmendi forma rotonda, e colia fofitta a volta, te dell' Ibis, fpecie d'ucello, che fu loinè ornata con pilaftri, e full' entrata d'un al- inamente da»li lìgizj venerato. I corpi im* tra fi vede un frontone. Il tutto è taglia- halfamati di quelli uccelli furono confervati to nella pietra viva, ma intonacato con cai- in vali d'una fot ina lunga.
Ad00341 05 037a/itaMiscellanea XCIII. Tom. VI. No 35.
IL NILOMETRO NELL' ISOLA DI RAUDA PRESSO CAIRO.
Lgli è cofa nota, che le piogge tropiche Dell' autunno fanno gonfiare il Nilo, fiume grande dell'Egizia, fi ftraordinariamente, che traboccando eccede le fue fponde, ed inonda per qualche tempo tutta la valle del Nilo. Ma per quelle terre arenofe quefta inondazione è un vero beneficio, poiché ritornando a poco a poco il fiume tra le fue fponde, per tutta la pianura inondata effo lascia una terra graffa limacciofa, per la quale fola la valle del Nilo fi rende fi fertile. Ma acciocché nell] inondazione annua l'acqua del Nilo arrivi dappertutto, gli Egizj hanno attraverfato di canali tutto quel paefe. E per offeivare efattamente l'altezza di ciascheduna inondazione, in diverfi luoghi fi fono eretti de' pilaftri'per mifurare l'acqua, o finno Nilometri. Il principale di elfi ò il qui rapprefentato full' ifola di Ilauda preffo Cairo. In una torre ritonda fi è fatta una cisterna, il fondo della quale è di uguale altezza al fondo o fia letto del Nilo. Da un lato vi è un apertura per la quale l'acqua può entrare. Nel mezzo di el'fa forge unpilaftro ottangolare di marmo, fui quale fi vede indicata la inifura dell'altezza a cui l'acqua durante l'inondazione arriva. Sino dal primo del Luglio un guardiano offerva ogni giorno l'inalzamento dell' acqua ed un bandilore l'annuncia con viva voce per la città.
Ad00341 05 038a/itaQuadrupedi LXXVI. Tom. VI. No. 36.
LA SCIMIA-LEONINA.
Tra le tante produzioni della natura a noi Quefta fcimia fi trova Mie pianure deifin ora incognite, che il celebre viaggiato- le falde orientale delle Cordilleras nell'Arciere Aleffandro d'Humbold riportò dall' Ame- rica meridionale, e fpecialmente sulle rive rica meridionale, fi t-ova anche una fcimia fertili dei fiumi Putumago e Coqueta; ma piccola ma belliffima, lunga folamente fette anche quivi fi conta tra gli animali rari, e od otto oncie, e per la fua fomiglianza col Sign. d'Humbold durante il fuo foggiorno re degli Quadrupedi chiamata scimia leoni- in quelle parti non ne vide che due folazia. La fua giubba e la lunga corporatura mente. Erano tenute in una gabbia , ed • fomigliano in piccolo quelle del leone; ma erano molto vivaci ed allegre; ma irritate il vifo e i piedi ci moftrano fubito il fci- fi videro per collera drizzare la giubba. Di miotto pacifico ; il fuo vifo e mezzo nero quelli animali graziofi finora non ïi è mai mezzo bianco; il refto della Fig. ura e di co- veduto alcuno in Europa, lore giallo e olivaftro.
Ad00341 05 039a/itaPiante. CVIII. Tom. VI. No. 37.
GEASTRI DELLA GERMANIA.
Vuefti funghi, abitatori delle felve di Germani, graziofamente formati, nella loro maturità fono fimili alla vescia di lupo ofia bovifta, fungo più comune e più noto, per cagione del loro pericarpio membranaceo e globolofo, e del feme polverofo in effo contenuto ed attacato a peli fottiliffimj. Nello stesso tempo però da ella fi diftinguono per la bocca più regolare e ben formata del lor pericarpio, da cui il feme maturo esce in forma di polvere, e per la groffezza dell' invoglio fuo efterno, che a guifa di raggi fi apre e forma ad effo una bafe ftellata. Nascono quefti funghi fotterra, e quando fi aprono ne vengono fuori. crepature fono di color bruno.
Fig. 1 e 2. Il Geastro coronato.(Geastrum coronatum.)
Quefta fpecie di Geaftro fi truova egualmente in un fuolo argillaceo, che in un fuolo arenofo.
Fig. 3 e 4. Il Geastro fosco. (Geastrum rufescens.)
In quefta fpecie l'invoglio ilellato è di color fosco, liscio, e non folo largamente fi itende , ma anche in varie guife fi ripiega e porta in alto il pericarpio fuo globolofo. La fuperficie l'uà egualmente crepa. (Tig. 4.) Nasce volentieri ne' pineti.
Fig. 5. Il Geastro igrometrico. (Geastrum hygrometricum.)
L'invoglio ftellato di quefto geaftro ha Tempre più di cinque raggi, le quali largamente fi ftendono, ma fenza ripiegarli verfo l'infù. La parte efteriore, ofia di fotto di queft' invoglio e di color bruno-feuro e granellata come il fagrino ; le parti conveffe de' granelli fon bianchi. (Fig. 2) La parte interna dell' invoglio è bianca, ma prefto fi fa piena di crepature, e quefte Il colore di elfo è tra il giallo ed il bruno. L'invoglio ftellato di molti ; fi Rende fenza ripiegarfi; ma ha elfo la qualità rimarchevole di chiuderli con gran forza ogni qualvoho fi difecca, e di riaprirfi e ftenderfi di nuovo, quando ritorna umido. Da quefto variare fecondo il fuo fiato ora umido, ora fecco ha ricevuto il fuo lopianBome. Ama Ipecialmente un fuolo arenofo.
Ad00341 05 040a/itaInsetti. L. Tom. VI. No. 38.
FALENE DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Falena bombice del falcio. (Phalaena bombyx salicis.)
1] bruco di quefta falena (a) vive fopra i falci ed i pioppi, e in certi anni efTa fi trova in ■una copia lì prodigiofa, che intere piantagioni ne fono divallate. Sciami interi di falene candide (d) allora fi vedono fvolazzare intorno. Il bruco fila il fuo bozzolo tra le foglia del falcio (e) e fi trasforma in una crilalide di color bruno (b.j
Fig. 2. Falena bombice vinula. (Phalaena bombyx vinula.)
cofi vien chiamata a cagione della pellicia moibida della quale il fuo corpo goffo è coperto. Le lue ale anteriori fono dipinte con linee ondeggianti di color bigio e rofficcio. 11 bruco (A) n'è verde, ed è di una Fig. ura particolare, fembra feoperto di una armatura di fcaglie, e la parte deretana finisce in una coda biforcuta. Ella fila il fuo bozzolo tra fcheggie di legno (C), e forma una crifalide bruna (B.)
Fig. 3. La sfinge stellata. (Sphinx stellatarum.)
E un infetto molto noto, che nel crepuscolo della fera con grande volubilità fvolazza ne' giardini da un fiore all' altro. È qui rapprefentato come le due falene in grandezza naturale. Il bruco verde-giallo (a) fi trova fopra divelle piante.
Ad00341 05 041a/itaMiscellanea. XCIV. Tom. VI. No. 39.
LA COLONNA DI POMPEO.
Una mezz' ora dittante dalle Mura della il piedeft.illo, i quali fecondo le ulteriori ofcittà iYAleffandria in Egitto fi vede la co- Tervazioni de' Francefi, che la milurarono, lonna rimarchevole di granito roffo , qui rap- formano infieme una altezza di 38 piedi paripresentata, la più alta che finora fi conosce; gini e 6 once. La colonna ò alto un poco più e perciò gli Arabi la chiamarono la Colonna di 63 piedi, ed ha g piedi 4 once di dhimeAelle Colonna. Nei tempi antichi probabil- tea. 11 capitello d'ordine corintio e ornati mente effa era accompagnata d'altre colonne, di fogliame liscio. Molti forefticri vi fono e con effe apparteneva ad un edificio ma- faliti l'opra per minu-are la colonna, e nel g*i!ßco. ]~33 otto Inglffi in fulla cima di effa bebbcro una terrina di punscio. Non fi fa perQuefta Colonna di granito confitte di tre thè quetta colonna porti il nome di Pompeo. pezzi: il capitello, il futto della colonna, ed non eifendo fiata eretta in memoria di effo.
Ad00341 05 042a/itaMiscellanea XCV. Tom. VI. No. 40.
I CALMUCCHI.
J Calmucchi fono un popolo di paftori no- e fui primo piano fi vede il principio della madico di razza mongolica. Effi abitano le caravana. A mano manca fi vede eretto un parti medie dell' Aia, e ftanno in parte fepolcro di un Lama o fia facerdote loro, fotto il dominio della Ruffia, in parte fotto Le ricchezze de' Calmucchi confistono ne' quello della Cina. Le fattezze larghe ed loro armenti di cavalli ,- bovi, vacche, e appiattate non rendon grato il loro aspetto ; pecore. La Fig. 2. ci moftra le faccende ma effi fono bunarj, docili e molto ospitali, domeniche de' Calmucchi. Dai due lati Como popolo paftorale effi girano co' loro della gran tenda di feltro le ragazze munarmenti ne' deferti dell' Afia da una paftura gono le cavalle e le vacche. In mezzo una all' altra, e perciò gli uomini e le donne donna concia una pelle, preffo lei fta un fino dalla prima gioventù vanno fempre a radazzo con una lunga pertica a cui è attaccavano, e tutto il lor veftiario è a ciò adat- cato un laccio per mezzo del quale si piiato. Le abitazioni de' Calmucchi fono tende gliano i cavalli falvatici. Sul primo piano di feltro, di forma conica, le quali portano alcuni Calmucchi giuocano agli fcacchi, feco fopra cavalli da fonia. La Fig. r. ci giuoco prediletto di quefto popolo, moftra un campo di una orda di Calmucchi,
Ad00341 05 043a/itaUccelli LXXVII. Tom. VI. No. 41.
IL CASOARO DELL'OLANDA NUOVA.
Il Cafcaro dell' Olanda nuova venne fco- gnernito d'una barbetta bianchiccia. Ajutato peito ne' tempi moderni all' isole dell' Ocea- da ali cortiffime non può volare, ma ha un no meridionale. I Francefi nelle relazioni corfo rapid.ffimo. Esso fi addomeftica maladelie [coperte fatte durante l'ultimo lor viag- gevolmente a motivo della fua fierezza. Si fa gio cene rapprefentano quefto belliïïïmo ri- la fua caccia polla fua carne faporita. Si tratto. Quefto Casoaro differisce molto da mangiano anche le uova. I pargoletti fono Ciuelo che ritrovali nell' Alia, c'abbiamo im- ftrifeiati di bianco e di bruno nel primo mefe parato a conofeere in T. I. No. 3. di quefto li- dell' et à loro; ficcome fi veggono rappreieubro. — 11 Cafoaro dell' Olanda nuova (Ca- tati in Fig. II. davanti alla lor madie. Nel fuarius novae Hollandiae) ha 7 piedi di lung- mefe fequente diventano del tutto bruni. Il hezza, effendo del tutto coperto di lunghe Cafoaro dell' Olanda nuova fi nutnfee di vepiume, fparfe di grigio e di bruno, a forma getabili al pari di quello dell' Afia. di fetola. 11 collo del maschio (Fig. 1)
Ad00341 05 044a/itaPiante CIX. Vol. VI. No. 42.
L'ALBERO CHIAMATO RAMBUSTAN.
Il frutto pelofo che E chiama Kambuftan noccioli l'uno allato all'altro verticalmente (Nephelium echinatum) crefce in Java, Su- convergenti in un centro, circondati da una oeatra e nelle ifole Molucche, fu un albero foftanza alquanto dolce, limile al intrifo, a d'alto fufto, molto ralTomigliante al noftro rinchiufi in una buccia bianchiccia. Il frutcaftagno. Da i fiorì che non apparifcono che to chiamato Ramhufian matura all'istesso some verdi bocciuole, fi fviluppa il frutto del- tempo colla Manguftana, ch'abbiamo veduta la grollezza d'nna noce, e interamente co- efFig. iata (Tav. 24.) e a cagione della fua perto di peli. Quefto coprimento efteriore e proprietà riufrescativa è con gufto mangiato al principio verde, poi diventa aranciato ca- nelle Indie. xiço, Quando fi apre, fi trovano (a) cinque
Ad00341 05 045a/itaAmfibj XXIV. Tom. VI. No. 43.
LA FOCA A TROMBA.
L'a Foca, che appartiene al genere stesso de' ta Foca a tromba (Phoca proboscidea) lulle mammiferi, abita per lo più l'Oceano, e di- fpiaggie dell' Olanda nuova, fpezialmente Ainguefi alTai fvantajjgiofamente al fuo corpo alV i/ola de' Rè. Quella fpecie, onde qui fi brutto e difforme. Effa nuota con grandiffima vede il ritratto, giugne all' altezza di 25 a 30 deftrezza e viene talvolta preffo alla riva. , Si piedi. La parte fuperiore della bocca di queft' ciba di pefci, d'animali acquatici e di piante animale difforme fi prolunga in una fpecie di marine. — Non é ancora guari di tempo paf- tromba, da cui ha ritratto il fuo nome. I>i fato che i viaggiatori francefi ne scoperfero lontano fene veggono alcune in pofitura di>nna fpezie d'una finifurata grandezza chiama- ritta, delle quali fi là la caccia.
Ad00341 05 046a/itaInsetti LI. Vol. VI. No. 44.
BELLE FARFALLE NOTTURNE DI GERMANIA.
Fig. 1. La Dama. (Phalaena bombyx matronula.)
J. u e f t a b e l la F a ' e n a n a f c e d a im i f*pi.lo bruco, che trovafi Tulle parecchie piante. La ft e ff a farfalla tiene lo ale faperiori brune di terra d'o:".;:ra colle punzecchiature gialle. L'ale inferiori gialle fono piene di macchie nere. 11 groffo corpo è roffo di fcarlatto con nerefafcie traverfàli.
Fig. 2. La Falena di var; colori. (Phalaena bombyx versicolor.)
Quèfta Falena in Germania è una delle più rare, fegnalandofi per l'ale faperiori bgeiadramente ombreggiate di bianco, giallo e bruno.
Fig. 3. Il fuco vagabondo. (Sphinx fuciformis.)
Quefn S2nge ra.Tomiglia a prima al noftro fuco comune, donde eziandio viene il fuo nome. Nafce da un gran bruco verde, e fvolazza ronzando al chiaro giorno intorno ai fiori.
Fig. 4. La Diana.
Una bella Falena, parimente non 'poco rara, le di cui ale faperiori fono marezzate di verde, bianco e nero.
Fig. 5. La Vedova. (Phalaena bombyx Hebe.)
Le bianche ali fupertori fono adori per le fafcie nere tr.ivcrl'ali, con un fregio aranciofo.. L'ale inferiori rofffl iì fcarlatto : 1 i n ; ft 1 a no a quefta farfalla di not'.e una ye
Ad00341 05 047a/itaMiscellanea. XCVI. Vol VI. No. 45.
MACHINA DA VOLARE DEL SIGN. DEGEN.
L'uomo, autore di tante invenzioni, già lante fià dritto fralle ali, accoppiato alla fpefle volte entrava in penfiero d'imitare machina con più giunchi, (au) Le mani (bb) il volo degli uccelli psr mezzo d'ali aiti- muovono la pertica ftorta, onde viene profìciofe, per alzarli, in tal maniera, negli dotto l'equilibrio del battimento delle ali fpazi fmifurati dell' aria. Non è ancora all'in giù ed in fu. li primo tentativo ne molto tempo pafTato, che'l Sign. Degen, Fenne fatto dal Sign. Degen nella primaveoriuolaro di Vienna, riuscì nel tentativo ra cìel igr>3 nella cavallerizza di Vienna, d'alzarli nell' aria per via d'ali artificiali, dove giunte all' altezza di 54 piedi per Ecco rapprefentato l'artifta con inficme la mezzo d'un contrapeso attaccato ad una corfua machina nella Fig. ura I. Egli apprettava della. (>.') Per replicare i Tuoi tentativi allo due ali a forma di cuore (onde Fig.. II. ci feoperto, il Sign. Degen congiunfe colld maid vedere il diffopra) comporte di carta ver- china una palletta a vento, volando in tal tacciata, la cui fuperficie contiene 116 guisa a più volte nell' aria, i 12 e 15 di Nopiedi quadrati, aveudo IO piedi di lung- vembre del 1303 nel l'ratere di Vienna con hezza. Pei motiro celi' elatticiù l'artifta grandi fama ammirazione degli spettatoti e vergò il tutto di ftrifeie ti gì '-ino tornandoli fano e falvo. Coìi Fatti tent •ate ade' fili di téta. I laro no all' artifia 10,000 fioriui. —
Ad00341 05 048a/itaMiscell. Obbj. XCVII. Vol VI. No. 46.
RIMARCHEVOLI MONTAGNE.
Il Picco di Teneriffa.
Fra le Isole Canarie, situate nell' Oceano Atlantico verso ponente da l'Africa settentrionale, distinguesi l'isola di Teneriffa per il monte suo alto ed acuto ó Pico de Teyde. Egli è 12,420 piedi elevato sopra la superficie del mare; eccolo qui effigiato dalla parte di mare o dal golfo di Santa Cruz. La Città di Santa Cruz si presenta agli occhi nostri sulla ripa di mare.
Il Picco è situato verso la parte meridionale dell' Isola. La Cima di lui è nuda, dove si mostra un gran cratere vulcanico circondato da più di 70 piccoli sulli differenti strati di lava. La lava copre la punta del Picco, le parti più basse effendo coperte di pietre pomici. Questo Volcano sopra Teneriffa non è ancora spento, ma quasi continuamente s’alzano da lui dei vapori sulfurci. L'ultima grande eruzione d'una violenza straordinaria avenne nell'anno 1707.
Siccome presso che tutte le navi, che vanno alle Indie Orientale, approdano alla Isola di Teneriffa; il Picco or ora descritto da noi è affai conosciuto ed è stato montato da molti viaggiatori di Europa.
Ad00341 05 049a/itaMisc. XCVIII. Tom. VI. No. 47.
OPERA COCHINCHINESA.
Cochinchintfi falle fpiaggie orientali dell' Alia fi dilettano di fpettacoli, di mufica e di ballo. I loro comici, che per divertimento talvolta fi fanno venire nelle cafe, rapprefentano delle dramme ifioriche, delle opere e de' balli accompagnati da una mufica ftrepitante, da trombette, timpani e caftagnette. L'ambafciadore infletè, Lord Macartney, dimorandoli nella Cochinchina nel 1792, duiante la fua ambafciada, vidde la rapprefentazione feguente. Neil' interiore d' un'edificio venne elpofta alla viltà un'opera feria con de' cori da una truppa di comici. Gli ftromenti fuddetti eccitarono uno ftrepito grandifGmo durante la prima rapprefentazione teatrale. Di poi feguì un' intermezzo il quale leggiadramente fu condotto a fine da tre giovani ragazze. Ciò fi fece in onore della prima attrice, la quale vi flette affifa a man manca veftita da regina vecchia. Le tre ragazze fecero un dialogo facile e chiaro, interrotto da ariette allegre. La loro voce era tagliente, ma cantarono affai bene fecondo la milura. Il tutto, ch'era compofro di mufica e di brillo, formava in un medefirno tempo e l'opera e'1 balletto. Un vecchio, veftito da buffone, avvicinava!! di tempo in tempo alle ragazze, facendo per buona pezs.a mille buffar nerie. Durante queft' intermezzo P udiva una mufica più dolce, e finalmente ridonarono gli ftiomenti ftrepitofi. In fegno d'applaufo gli fpettatori numerofiflimi gettavano di tempo in tempo delle monete di rame agli attori.
Ad00341 05 050a/itaMisc. XCIX. Tom. VI. No. 48.
ARCO TRIONFALE DELL'IMPERADORE CONSTANTINO IN ROMA.
A Romani antichi, per eternare i eefti rie' tico che foftengono delle ftatue rapprefenloro eroi, in onor de' vittori edificarono tanti de' Dati. La maggior parie de^li orcon fomma pompa degli archi trionfali namen'.i e delle Fig. ure di queft' arco è tratadorni delle più belle opere di fcoltura. H ta da monumenti più antichi dell' imperapiù intero degli archi trionfali che «'incon- dore Trajano, avendo relazione alla vittotrano in Roma moderna fi è l'arco qui di. ria da lui riportata lovra i Dati. Al difpinto, il qual è fituato tra'l Monte Celio fopra dell' arcata di mezzo ritrovali un' ife' 1 Monte Palatino nella prima rione di emione latina, onde queft' arco viene confàRoma. Elio venne cofiruito in onore dell, grato all' imperadore Con/tantino. — La imperadore Con/tantino il Grande, il qual parte inferiore, effendo a poco a poco caduvinfe Maffenzio nel 312 dopo la nafeità di ta, il Papa d'adeffo, Pio VII., ne fece cavaCrifto. Queft' arco di marmo ha una porta re tutta la bafe nel 1^05 e fortificarla d'un' grande e dae piccole, effendo adorno di 20 attorniamento (1) contro i guafti del temgran baffìrilievi di lavoro d'intaglio. Su pò. — ciafeuno de' lunghi lati fono pofte quattro Nel fondo vedtG una parte del Colofcolonne dell' ordine corintio di giallo an- feo (2)
Ad00341 05 051a/itaMiscellanea. C. T. VI. No. 49.
IL COLOSSO NEL GIARDINO DEL CASTELLO PRATOLINO PRESSO A FIRENZE.
Il famofo caftello Pratolino con tnOetna tua coloffale del Dio /ipennitto, la quale, il fuo maravigliofo giardino è Innato Ini pen- arrizzut.i, avrebbe 100 pie:!i di altezza. L'una dio del monte Sanarlo, lei leghe italiane di- mano del Dio ripola falla rupe, l'altra limitante dalla città di Firenze. Il Pratolino, già bra premere la tefta d'un moftro marino, dilla appartenente a' Granduclii di Toscana, ma cui bocca rampolla uno zampillano. Tuttala adcffo quali tutto caduto, venne coftruito nel ftatua è compofta di pietre da forno e rico1569 dall' abiliffimo architetto Buontalerui perta di bronzo. Al di dentro effa è cava e lotto' 1 regno di Francesco, Fig. lio di Cosmo ritrovali un leggiadro ftnnzino nella tefia, le de' Medici. L'arte accoppiata alla natura l'in- cui pupille formano le fineftre. Qui-fio Cogegnava a formarne un deliziofiffimo foggior- luffo venne recato a fine affai nobilmente no. Fralle altre cofe l'incontra un luogo at- dall' architetto Giovani da Bologna e da' torniato di folti alberi. Quivi l'inalza la Ita- fuoi allievi.
Ad00341 05 052a/itaMiscellanea CI. Tom. VI. No. 50.
ABITAZIONI DE' BESCIUANI.
1 Befciuani, che abitano l'interiore dell' Africa, fono della fchiatta di Hottentotti, la quale per più rifpetti differifce da effì. Gli Olandefi, da dieci anni incirca, cene recarono notizie più efatte dal Capo di Buona Speranza. Quefta gente mezzocolti?ata s'applica all' agricoltura, alla caccia ed all' econonna di beitiame. I loro villaggi fono comporti di abitazioni ficcome qui fene vedono dipinte. Le capanne fono coftrutte nella maniera feguente. La parte interiore è attorniata d'un muro tondo d'argilla vergato di rami. dentro al quale ritrovali una porta affai ftretta. Qui dimora la propria famiglia. Queft' appartamento interiore è accerchiato d'un corridojo foftenuto da tronchi della Mimofa, dove la notte dormono i fervi e gli fchiavi. Il tetto appuntato all' eftremità e coperto di giunco, ombreggiando parimente il corridojo efteriore, onde il tutto fa belliffima vifta. La biada ferbafi in de' granaj di Fig. ura conica, di cui uno fi vede dipinto allato. Le femmine efercitano l'agricoltura, e gli uomini s'occupano della caccia e dell' allevamento di beftiami. —
Ad00341 05 053a/itaMiscellanea CII. T. VI. Nr. 51.
CAVERNE RIMARCHEVOLI.
La caverna chiamata Schiilerloch in Baviera. IN elle grandi e spaziose caverne delle montagne calcari l'acqua impregnata di particelle di calcina spenta forma delle stalattiti fibrose, onde l'interiore di questa caverna è adorno in varie Fig. ure che la rendono degnissima d'ammirazione. Una così fatta grotta, nominata Sihulerloch, vediamo dissegnata nella tavola presente. Essa ritrovasi nella montagna da calcina appresso al fiume à'Altmiìhl in Baviera, appiè d'un villaggio, di nome Alt Es sing. Benché da prima non si possa senza difficoltà passarne l'entrata, ch'è alla sommità della rupe, pur chi vi s'incamina con assiduità ne gode ben presto della ricompensa nel rimirare la magnifica grotta qui dissegnata. I pilastri s'alzano l'uno sovra l'altro a guisa d'un duomo gotico, sostenuti da colonne di stalattite che pendone dal tetto insino al fondo, formando più aperture, dove all'imaginazione dello spettatore, ingannato dal lume della torcia, Si rappresentano degli altari ed altri ornamenti e sfregi d'una chiesa.
Ad00341 05 054a/itaMiscellanea CIII. T. VI. No. 52.
ARCO TRIONFALE DELL'IMPERADORE SETTIMIO SEVERO.
La tavola nresente ni rappresenta uno di que' monumenti rimarchevoli, che da' Romani antichi vennero inalzati a'ioro eroi vincitori, o per gratitudine o il più delle volte per adulazione. Quest'arco trionfale, consacrato all' Imperadore Settimio Severo, a cagione delle vittorie da lui riportate sovra i Parti, Arabi ed altre nazioni, vedesi ancora oggidì in Roma quasi intero e purificato di fasciume dietro al campidoglio essendo attorniato d'un muro di riparo. (1) Fig.. I. ci fa vedere il lato maggiore con insieme le sue quattro belle colonne e tre porte fatte a volta che nel mezzo sono congiunte insieme mediante due archi. Al dissopra dell' arco maestro si vedono due bellissime Fig. ure della Dea della fama. Sopra i piccoli archi laterali sono rappresentate in bassirilievi le geste dell' imperadore trionfante,, leggendosi sul lato d'innanzi e di dietro l'inscrizione dedicatoria che fa menzione del successore del suddetto imperadore. Le lettere scolpite furono già intarsiate in bronzo dorato che però poscia veniva involato. Il tutto termina in un terrazzo che si ascende nell' interiore per mezzo d'una scala e dove per l'addietro si vidde intagliato in pietra il carro trionfale del vincitore attorniato di soldati. Fig.. II. ci rappresenta una delle parti laterali di quest' arco trionfale che sono prive di ornamenti fuorché le colonne e la cornice. Tutto questo edifizio magnifico è intieramente costrutto di marmo bianco.
Ad00341 05 055a/itaInsetti LII. T. VI. No. 53.
FALENE DI GERMANIA.
Fig. 1. Il Picchio. (Phalaena Bombyx Dominula.)
vJuesta falena merita con ragione il nome di picchio pel suo colore principale foscoverde delle ali d'inanzi. pelle macchie bianche ed aramiosedi diverse Fig. ure 1 he leggiadramente vi contra timo e pelle ali di dietro d'un rosso huilante di cinabro adorne di strisele e punti rieri Fig. 2. La Falena porporina. (Phalaena Bombyx purpurea.)
Questa falena ricercatissima da' dilettanti di farfalle e che non si trova da per tutto viene così chiamata a motivo delle sue ali di dietro d'un rosso ardente adorne di macchie nere assai contrastanti che danno nell' azzurro. Le ali d'inanzi gialliccie sono sparse di varie piccole mattine brune delle quali Tuna ha la forma di S, orde si è dato all' insetio il nome di orso giallo II bruco (b.; appartiene a' l~ru chi orsiii a cagione cFig. 3. La Falena de'tigli. (Phalena Bombyx Bucephala.)
Benché il bruco perfetto (S) dipinto a più colori di questa falena, originaria della Germania, si nudrisca colle foglie di varj alberi tuttavia preferisce le foglie de' tigli. Esso è poco peloso, alla bella prima tutto nero, divenendo a poco a poco più giallo dopo avere cangiato più volte di pelle. L'insetto alato (A) porta il nome di teschio di bue a motivo della sua testa grossa mezzo nascosa sotto il collare peloso,- viene altresì chiamato mezza luna pelle macchie grandi e gialliccie sulle punte delle ali d'inanzi. Il bruco si cangia in crisalide sotto la terra dove costruisce un buco senza addobbarlo d'un bozzolo.
Fig. 4. Il Geometra degli ontani. (Phalaena Geometra alniaria.)
I bruchi (b) della famiglia a cui appartiene questa falena rassomigliano perfettamente a de'ramiceli! d'alberi secchi massimamente quando il bruco sta dritto sulla parte posteriore in istato di risposo. Non avendo alcune zampe se non alle due estremità ed essendone privo nel mezzo del corpo non va strisciandosi inanzi con tutte le parti del corpo ma soltanto per spanne formandone un' annello onde la denominazione di Geometra si deriva. Ama sopra tutto le foglie degli ontani non disprezzando per ciò quelle d'altri alberi. Questa falena piace più pelle ali leggiddramente intagliate di dietro chepella semplicità de' suoi colori. Il bruto subisce le sue nictamo-ddsi sugli alberi dove traile foglie forma un' inviluppo con lunghi fili -'entro al quale, deposta l'ultima sua pelle, comparisce in forma di crisalide verdebiunca.
Ad00341 05 056a/itaMiscellanea CIV. T. V. No. 54.
MONTI RIMARCHEVOLI.
I. Il monte campaniforme (chiamato in tedesco Gross-Glockner.)
11 monte campaniforme, che vediamo dissegnato nella tavola presente, dee il suo nome alla forma rassomigliante a quella di campane; s'innlza al di sopra della superficie del mare all' altezza di 12,000 piedi essendo il più alto de' monti di Salisburgo situato fra i confini di Tirolo e Carintia. Non si giunse alla di lui sommità se non ne' tempi moderni, il Vescovo di Gurc, Principe di Saint - Reiferscheid, essendo il primo a riuscire in questa impresa, utilissima aliai fisica con; insieme più letterati assai ragguardevoli. A fine di favorire la comodità de' viaggiatori il Vescovo suddetto, degno di somma stima, vi fece costruire più case delle quali la prima e la più grande qui dissegnata chiamasi in Tedesco Salmshöhe. Di qui si ha da caminare appiè passando sovra delle rocche scoscese ricoperte di neve, il che rende il viaggio assai pericoloso. Per arrivare alla cima, che viene divisa in sei punte, si contano sei leghe di strada. Sulla sommità del monte dove appena capono 6—8 uomini ritrovasi una croce di ferro di 12 piedi d'altezza. Qui il cielo sereno offre agli occhi la vista la più bella scorgendosi di lontano le Alpi di Carintia, Stiria e di Tirolo con insieme i fiumi d'Eno e Dravo. La descrizione publicata dal Sgr. il Professore Schuhes in Inspruc è la più bella che si possa leggere intorno a questo viaggio.
II. Il monte nevoso.
Questo monte, che deriva il juo nome dalla neve onde il fastigio e'1 lato settentrionale vedonsi coperti per tutto* l'anno, è situata 11 eli' Austria bassa (/leghe distante da Vienna presfo a' confini di Stiria. Esso, meno alto del precedente, s'alza sopra la superficie del mare all' altezza di 6600 piedi avanzando perciò d'un terzo quella della famosa cima nevosa in Silesia. Il camino conduce il viari, dante per molte leggiadrissime contrade né* si corre punto rischio nel montare lo di lui cima. Di quasi riguarda fin dove si stende la vista i bellissimi contorni di Vienna. L'aria serena ci rappresenta di lontano il porto di Trieste in una trasparenza brillante.
Ad00341 05 057a/itaPiante CX. Tom. VI. No. 55.
CARDI STELLATI DELL'AMERICA MERIDIONALE.
A cardi stellati, che si ritrovano nelle stufe d'Europa, non sono originari se non di paesi più caldi dell' America meridionale e delle isole vicine a' tropici d'America. Tutti sono vegetabili sugosi e carnosi che traggono il lor nutrimento e fertilità piuttosto dall' aria che dalla terra. Per questa cagione essi crescono e vengono inanzi anche ne'luoghi più aridi e sabbiosi de'clirni più caldi. La maggior parte di queste piante è nuda di foglie né composta che di fusti e rami d'una diversa sì ma intiera uniformità nonostante le diverse sorte, la forma de' lor organi, difesi più o meno da pungoli, essendo ora sferica ora cilindrica ed ora angolosa. Con una co*i fatta uniformità de' tronchi e de' rami tanto più contrastano i fiori leggiadramente coloriti e formati che non sbocciano che una sola volta dopo '1 tramontare del sole richiudendosi per sempre dopo alcune ore. Le frutta mangereccie di questa pianta si rassomigliano al fico essendo d'un sapore agrodolce.
Nella tavola presente vediamo dissegnato: '
Il cardo a mellone. (Cactus Melocactus)
Gli organi del tronco sono della grandezza d'una testa d'uomo, avendo la forma di mellone solcata dall'alto di modo che ne sortono molti merletti armati di pungoli per lo più di 14 dita d'altezza. Quando la pianta h nel punto di produrre de fiorì e delle frutta, al dissopra sporta un gambale cilindrico, alto, peloso e guernito di spine donde sortono tutto d'intorno fiori dapprima vermigli, che finalmente diventano d'un rosso di cocciniglia, ciascuno de'quali in capo sta attaccato ad un germoglio donde si sviluppa dipoi il frutto a guisa di mellone carnoso e d'un rosso scuro di cocciniglia in sul. quale il fiore vizzo si sostiene appiccandosi.
Ad00341 05 058a/itaMiscellanea CV. T. VI. No. 56.
I BOSCIUANI.
I Bosciuani, rbitanti dell' Africa meridionale, le cui abitazioni e maniere di vivere già imparammo a conoscere in quaderno CX. di questo tomo, si vedono dissegmti più caratieriuicamente nella tavola presente dietro la loro carnagione e forma. Vediamo qui un giovane n arito con insieme sua giovane moglie. Il marito ha la testa adorna di piume, p'rta orecchini, triangolari ; la sua nudità è coperta d'un mantellino di pelli d'animali e d'un grembiale; al braccio gli pende mi cestello o piuttosto sacchetto tenendo in mani hassagaj ovvero jacoli, armi usatissime di questa gente guerreggiosa e mezzo selvaggia, la quale spesse volte s'impaccia di dissensioni sanguinose co' suoi vicini. — La giovane donna che qui sta assisa e colla quale il marito si trattiene, ha il bassoventre decentemente coperto di grembiali di cuojo che formano una specie di gonnella Molte donne hanno indosso anche mantellini. La femmina qui dissegnata fu;na del tabacco sorbendone il fumo a beli' agio col mezzo d'un corno cavo riempito d'acqua in capo al quale sta incastrata una canna da pipa di legno insieme colla testa. Accanto ad essa vedesi l'asce sua, il taglio de' boschi essendo l'occupazione principale delle donne. In sul suolo si vedono poste alcune stoviglie.
Ad00341 05 059a/itaMiscell. CVI. Tom. VI. No. 57.
COLOSSEO OSSIA ANFITEATRO DELL'IMPERATORE FLAVIO VESPASIANO.
1 ralle rovine le più rimarchevoli e le più magnifiche dell' architettura romana si comprendono anche gli anfiteatri che si ritrovano in Roma più o meno scaduti, donde il più bello e'1 più grande è quello dell' imperadore Flavio Vespasiano che vediamo nella tavola presente. Venne costrutto due anni dopo la distruzione di Gerusalemme e sino a' nostri tempi sen' è conservata una parte grandissima, non il tempo ma gli uomini essendo cagione della di lui mutilazione e rovina. Esso è un' edifizio d'immensa ampiezza donde Fig.. IL ci rappresenta, il lato ottimamente conservato, elto quattro piani, de' quali ciascuno è adorno d'un' ordine di colonne. Quest' anfiteatro, secondo il disegno, (Fig.. I.) ha la forma ovale nel cui centro ritrovasi l'aringo ossia Marena (a) dove uomini avevano da combattere con uomini o con delle fiere, a fine di sollazzarne migliaja di spettatori che si adunavano in quest' edifizio massiccio di pietra. Quest' aringo è attorniato d'una galleria a scalini (Z>) sotto i quali ritrovansi le volte in cui si rinchiudevano le bestie feroci. Quattro entrate maggiori (e) ci guidano all' edifizio ed all' aringo, per quattro altre (e) si giugne ne' piani superiori e per altrettanti nsgl' inferiori.
Ad00341 05 060a/itaPiante CXI. T. VI. No. 58.
IL CARDO A FIORI STELLATI, OSSIA FICO INDICO. (Cactus grandiflorus.)
vJli organi serpeggianti del tronco e deT ed all' entrar di Luglio la sera dopo'I trarami di questa pianta, rimarchevole a cagio- montar del sole richiudendosi tutto vizzo ne del suo fiore pomposo, arrivano all' al- primo dello spuntare del sole. Il dissegno tezza di 3 a 6 piedi avendo al" più due dita ci fa vedere la forma e'1 colore di questo di grossezza. La lor forma è cilindrica od magnifico fiore che sparge da per tutto una un poco attenuata all' estremità, i merletti soavissima fragranza. Esso naturalmente alti, per l'ordinario al numera di sei, es giugne talvolta ad un'altezza maggiore se «endo armati di pungoli giallicci. La so- viene coltivato presso a piante vigorose, itanza interiore è carnosa e sugosa. Molte L'embrione arriva alla maturità frallo spazio di queste pannocchiette spinose ar lati de' dvun' anno producendo un frutto sugoso, a rami producono in primavera de* germogli guisa di pera, d'un sapore agrodolce, armaguarniti di squame e di bianchi mazzetti pe- to tutto d'intorno di squame piccole rosse e losi. Questi germogli formane»' al dissopra scabrose che danno nelP aranciato. Questa un calice parimente squamoso e peloso di pianta ritrovasi nelle stufe essendo per orifuori di 6 dita d'altezza, onde sorte un fiore ginaria dell' America meridionale, di Giapomposo che non sboccia pienamente se maica, e di San Domingo, son una sola volta verso il une di Giugno
Ad00341 05 061a/itaMisceli. CVII. Tom. VI. No. 59.
COSE RIMARCHEVOLI DEGLI HINDUI.
Gli Hindui, abitanti dell' Asia interiore, sono assai famosi pe' loro costumi e per l'antichità della di loro religione, secondo la quale tutti gli altri pareri e sentenze de' differenti paesi, in materia di religione, a poco a poco si conformarono. Il simbolo dell' Essere supremo , che rappresentano senza figura, consiste in un globo. Da esso trassero l'originei tre Dei superiori: Brama, Vischnu e Schiven. — Vischnu é il conservatore, Schiven il distruttore del conservato, a'quali gli Hindui erigono de' tempj o d' pagodi, donde il ritratto vedesi in No. 19 del tomo sesto e nella tavola qui aggiunta. Al dissopra della porta maestra s'innalza una torre in forma di piramide di più compartimenti, de' quali ciascuno è adorno d'una gran finestra illuminata di notte con delle lampade in giorni di festa. Avanti al pagode vedesi un gran vivajo da bagno, gli Hindui bagnandosi tutti i giorni e credendolo un' azione religiosa. Al di là della riva ci si rappresenta un' abitazione aperta sostenuta da colonne, che chiamasi Schultri, la quale serve di ricovero a' peregrini, dove si può pernottare libero d'ogni spesa. Cosi fatti Schultri si ritrovano spesse volte all' Indie orientali. — Il modo il più commodo di viaggiare in questo paese si fa col mezzo del palanchino o della sesto seggetta, la quale, ricoperta d'un panno, viene portata da quattro Hindui mercenarj.