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Ad00341 05 032a/itaMiscellanea XC. Tom. VI. No. 36.
USANZE ED ABIGLIAMENTI DELLA COCHIN-CINA.
La Cochin-Cina è uno de'paefi più rimar- all' immagine. Ün Sacerdote in velie lun^a chevoli dell' Afia orientale; effa fu feoperta gialla vi dice delle preghiere, da' Portughefi nel fecolo XVI. e riguardo ai cofiumi ed al veftire ha molta Wglianza
Fig. 2. Gruppo di Cochin-Cinesi.
colla confinante Cina. Gli abitanti della Cochin-Cina fono di un carattere dolce e bonario, iorniglianti a' Cinefi, ma più l'empiici nel loro vivere e veLi Cochin-Cinefi confettano la religione ftire. Le donne portano un foprabito di del Dio Buddha o Fo, e Tono idolatri. Elfi bombace, e Tutto di elio de' calzoni larghi, J'ogliono facriheare a' loro idoli le primizie e ne'giorni di fefia ne.mettono più paji uno delle mandre e de' frutti. Un tale fagriiizio fopra l'altro. Gli uomini portan camisciuole portato al Dio Fo fi vede rapprefentato qui e calzoni larghi e vanno co' piedi nudi. lancila Fig.. I. L'Idolo di forma goffa e gonfia, torno alla tetta portano ravvolti panni bianchi fculto di legno, fiede in una caiTa con fpor- a guifa di turbante, od anche cappelli contra telli ingraticolati fopra un' albero di fico d'In- il fole di forma di\erfa. I loldati che fi vedia. Agricoltori del paeie vi hanno pofto una dono a man rieüra fono armati di feudi e fei« fcala di canna di Banibo, ed oJurono del rifu mitarre.
Ad00341 05 033a/itaQuadrupedi. LXXV. Tom. VI. No 31.
ANIMALI RARI DELLA NUOVA OLANDA.
Fig. Il Canguru frisciato. (Kangurus fasciatus. PERON.)
Canguru fono, come fi fa, una forta d'animali rimarchevole, la di cui fpecie più grande (ved. Tom. I. tav. 93. di quell'opera) fu fcoperta dal celebre Cook nel 1770 fulla Nuova Olanda. L'ultimo viaggio di fcoperte fatto da' Francefi, e defcritto dal Sig. Per on, ci ha fatto conoscere una nuova fpecie del Canguru più piccola, il graziofo Canguru ftrisciato. Quello fi trova in gran copia full' ifola di Berniere preffo la cofta occidentale della Nuova Olanda. Effo ha la pelle piena di iirisce roffe e brune, è molto timido, fi nasconde con gran preftezza fono ai dumi fpinofi, ed ha la carne molto faporita. Se quefto Canguru fi domalTe, potrebbe facilmente tenerli in cala come animale domeftico.
Fig. 2. Il Wombat. (Didelphis Wombat. SHAW.)
11 tJ'ombat ha la grandezza di un cane- trillo, ed appartiene egualmente a quella forta d'animali, che nascono in una fpecie di boiTa 0 di lacco, che la madre porta. Quefto animale nel fuo alpetto fomigliante ad uà' orfacchio, vive di erba; coi piedi d'avanti fi fa nella terra una cava, nella quale fta durame il giorno, e la notte n'efce per cercare il fuo pascolo. Anche quefto animale fu fcoperto, poco fa, fulla terra di van Diemen, ifola grande the forma la punta meridionale della Nuova Olanda.
Ad00341 05 034a/itaMiscellanea XCI. Tom. VI. No. 32.
LE TERRE DI VAN DIEMEN.
Tra rale ifole delle terre Auftrali che formano pò fottili. Il loro cibo confitte fpecialmente la quinta parte del noftro globo, la Nuova in radici e conchilie di mare. Vel folito Olanda è la più confiderabile, perchè la venno nudi, ma alcuni di elfi portano intor» fua grandezza è quafi ugnale a quella dell' no alle fpalle la pelle del Canguru, unico Europa. La punta più merid ionale di effa, quadrupede di quefti paefi. L'ultimo viagla quale fecondo le ultime offervazioni forma giatore Europeo che vifitò quelle terre, ilSig. una ifula particolare, fu copèrta nel 1642 Perori, trovò alcune veftigia che effi onoradair Olandefe Abele Tasm an, il quale la no i loro morti. Sulla piccola iTola S. Machiamò la terra di van Diemen in onore del ria (Fig.. x.) tra alberi di Cafuar egli vide pieGovernatore di Batavia di quel tempo. Gli cole capanne fatte di corteccie d'alberi. Ed abitanti di queft' ifola; Fig.. 2.) fono felvagj, e efaminando l'interno di effe, vi trovò fotto fi trovano ancora full' infimo grado della col- un tumulo di zolle verdi, delle cenere ed ottura. Qui alcuni di effi fi vedono radunati fa d'uomini; d'onde fi vede, che quefti uointorno ad un fuoco. Hanno una fifonomia mini abbrucciano i loro morti e ne onorano baffa, un colore tra nero e bruno, fono di fta- la memoria per mezzo di tali capanni di feortura lunga ben fi* male parte inferiori in za d'alberi. proporzione della tefta e del bufto fono trop
Ad00341 05 035a/itaPiante. CVII. Tom VI. No. 33.
IL PINO-CEDRO DEL MONTE LIBANON.
il Pino Cedro muri« p., falegnami ad ebenifti. Il Pina. Cedro nasca üeolarmeme di effe piaulal" ". gMrfini, lui monte Libano nella Siria, nelle più alte nei parchi.
Ad00341 05 036a/itaMiscellanea XCII. Tom. VI. No. 34.
CURIOSITÀ SOTTERRANEE IN EGITTO.
Fig. 1. Le Catacombe di Alessandria.
il- cina- * cadaveri ftàtfàtta riporti in nicchie •j • bislunghe, tagliate in lila una accanto all' altra. vJli antichi Egizi, la di cui arc'iitetmra è tanto fingerne e e urlo fa . per confervarei
Fig. 2. Camere sotteranee presso le piramidi di Ghize.
SOUerailOO pi'CSSO loro morti, fabbricarono certi appartamenti 1 , fotterranei, che fi chismarono Catacombe. Quefte Catacombe confiftóno in parecchie Speffe volte le camere fepolcrali Mgl iattanze tagliate nella pietra viva, e per effe fi te nella pietra viva furono ornate di varj entra nelle cave fepolcrali. Qui fi vedono caratteri jeroglifici, come qui fi vedono raprapprefeiitate quelle di Aleffandiia. L'entra- prefentate. Nelle Catacombe però non relata di efTe forma un buco fuetto, per cui ap- mente fi confervarono i cadaveri imbalfamapena fi può pal'fare, e per effo fi arriva in ti, o fiano le Mumie degli uomini, n\\ andiveife camere molt.o rovinate. Una di effe Cora quelli de'facri animali, e fpecialmendi forma rotonda, e colia fofitta a volta, te dell' Ibis, fpecie d'ucello, che fu loinè ornata con pilaftri, e full' entrata d'un al- inamente da»li lìgizj venerato. I corpi im* tra fi vede un frontone. Il tutto è taglia- halfamati di quelli uccelli furono confervati to nella pietra viva, ma intonacato con cai- in vali d'una fot ina lunga.
Ad00341 05 037a/itaMiscellanea XCIII. Tom. VI. No 35.
IL NILOMETRO NELL' ISOLA DI RAUDA PRESSO CAIRO.
Lgli è cofa nota, che le piogge tropiche Dell' autunno fanno gonfiare il Nilo, fiume grande dell'Egizia, fi ftraordinariamente, che traboccando eccede le fue fponde, ed inonda per qualche tempo tutta la valle del Nilo. Ma per quelle terre arenofe quefta inondazione è un vero beneficio, poiché ritornando a poco a poco il fiume tra le fue fponde, per tutta la pianura inondata effo lascia una terra graffa limacciofa, per la quale fola la valle del Nilo fi rende fi fertile. Ma acciocché nell] inondazione annua l'acqua del Nilo arrivi dappertutto, gli Egizj hanno attraverfato di canali tutto quel paefe. E per offeivare efattamente l'altezza di ciascheduna inondazione, in diverfi luoghi fi fono eretti de' pilaftri'per mifurare l'acqua, o finno Nilometri. Il principale di elfi ò il qui rapprefentato full' ifola di Ilauda preffo Cairo. In una torre ritonda fi è fatta una cisterna, il fondo della quale è di uguale altezza al fondo o fia letto del Nilo. Da un lato vi è un apertura per la quale l'acqua può entrare. Nel mezzo di el'fa forge unpilaftro ottangolare di marmo, fui quale fi vede indicata la inifura dell'altezza a cui l'acqua durante l'inondazione arriva. Sino dal primo del Luglio un guardiano offerva ogni giorno l'inalzamento dell' acqua ed un bandilore l'annuncia con viva voce per la città.
Ad00341 05 038a/itaQuadrupedi LXXVI. Tom. VI. No. 36.
LA SCIMIA-LEONINA.
Tra le tante produzioni della natura a noi Quefta fcimia fi trova Mie pianure deifin ora incognite, che il celebre viaggiato- le falde orientale delle Cordilleras nell'Arciere Aleffandro d'Humbold riportò dall' Ame- rica meridionale, e fpecialmente sulle rive rica meridionale, fi t-ova anche una fcimia fertili dei fiumi Putumago e Coqueta; ma piccola ma belliffima, lunga folamente fette anche quivi fi conta tra gli animali rari, e od otto oncie, e per la fua fomiglianza col Sign. d'Humbold durante il fuo foggiorno re degli Quadrupedi chiamata scimia leoni- in quelle parti non ne vide che due folazia. La fua giubba e la lunga corporatura mente. Erano tenute in una gabbia , ed • fomigliano in piccolo quelle del leone; ma erano molto vivaci ed allegre; ma irritate il vifo e i piedi ci moftrano fubito il fci- fi videro per collera drizzare la giubba. Di miotto pacifico ; il fuo vifo e mezzo nero quelli animali graziofi finora non ïi è mai mezzo bianco; il refto della Fig. ura e di co- veduto alcuno in Europa, lore giallo e olivaftro.
Ad00341 05 039a/itaPiante. CVIII. Tom. VI. No. 37.
GEASTRI DELLA GERMANIA.
Vuefti funghi, abitatori delle felve di Germani, graziofamente formati, nella loro maturità fono fimili alla vescia di lupo ofia bovifta, fungo più comune e più noto, per cagione del loro pericarpio membranaceo e globolofo, e del feme polverofo in effo contenuto ed attacato a peli fottiliffimj. Nello stesso tempo però da ella fi diftinguono per la bocca più regolare e ben formata del lor pericarpio, da cui il feme maturo esce in forma di polvere, e per la groffezza dell' invoglio fuo efterno, che a guifa di raggi fi apre e forma ad effo una bafe ftellata. Nascono quefti funghi fotterra, e quando fi aprono ne vengono fuori. crepature fono di color bruno.
Fig. 1 e 2. Il Geastro coronato.(Geastrum coronatum.)
Quefta fpecie di Geaftro fi truova egualmente in un fuolo argillaceo, che in un fuolo arenofo.
Fig. 3 e 4. Il Geastro fosco. (Geastrum rufescens.)
In quefta fpecie l'invoglio ilellato è di color fosco, liscio, e non folo largamente fi itende , ma anche in varie guife fi ripiega e porta in alto il pericarpio fuo globolofo. La fuperficie l'uà egualmente crepa. (Tig. 4.) Nasce volentieri ne' pineti.
Fig. 5. Il Geastro igrometrico. (Geastrum hygrometricum.)
L'invoglio ftellato di quefto geaftro ha Tempre più di cinque raggi, le quali largamente fi ftendono, ma fenza ripiegarli verfo l'infù. La parte efteriore, ofia di fotto di queft' invoglio e di color bruno-feuro e granellata come il fagrino ; le parti conveffe de' granelli fon bianchi. (Fig. 2) La parte interna dell' invoglio è bianca, ma prefto fi fa piena di crepature, e quefte Il colore di elfo è tra il giallo ed il bruno. L'invoglio ftellato di molti ; fi Rende fenza ripiegarfi; ma ha elfo la qualità rimarchevole di chiuderli con gran forza ogni qualvoho fi difecca, e di riaprirfi e ftenderfi di nuovo, quando ritorna umido. Da quefto variare fecondo il fuo fiato ora umido, ora fecco ha ricevuto il fuo lopianBome. Ama Ipecialmente un fuolo arenofo.
Ad00341 05 040a/itaInsetti. L. Tom. VI. No. 38.
FALENE DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Falena bombice del falcio. (Phalaena bombyx salicis.)
1] bruco di quefta falena (a) vive fopra i falci ed i pioppi, e in certi anni efTa fi trova in ■una copia lì prodigiofa, che intere piantagioni ne fono divallate. Sciami interi di falene candide (d) allora fi vedono fvolazzare intorno. Il bruco fila il fuo bozzolo tra le foglia del falcio (e) e fi trasforma in una crilalide di color bruno (b.j
Fig. 2. Falena bombice vinula. (Phalaena bombyx vinula.)
cofi vien chiamata a cagione della pellicia moibida della quale il fuo corpo goffo è coperto. Le lue ale anteriori fono dipinte con linee ondeggianti di color bigio e rofficcio. 11 bruco (A) n'è verde, ed è di una Fig. ura particolare, fembra feoperto di una armatura di fcaglie, e la parte deretana finisce in una coda biforcuta. Ella fila il fuo bozzolo tra fcheggie di legno (C), e forma una crifalide bruna (B.)
Fig. 3. La sfinge stellata. (Sphinx stellatarum.)
E un infetto molto noto, che nel crepuscolo della fera con grande volubilità fvolazza ne' giardini da un fiore all' altro. È qui rapprefentato come le due falene in grandezza naturale. Il bruco verde-giallo (a) fi trova fopra divelle piante.
Ad00341 05 041a/itaMiscellanea. XCIV. Tom. VI. No. 39.
LA COLONNA DI POMPEO.
Una mezz' ora dittante dalle Mura della il piedeft.illo, i quali fecondo le ulteriori ofcittà iYAleffandria in Egitto fi vede la co- Tervazioni de' Francefi, che la milurarono, lonna rimarchevole di granito roffo , qui rap- formano infieme una altezza di 38 piedi paripresentata, la più alta che finora fi conosce; gini e 6 once. La colonna ò alto un poco più e perciò gli Arabi la chiamarono la Colonna di 63 piedi, ed ha g piedi 4 once di dhimeAelle Colonna. Nei tempi antichi probabil- tea. 11 capitello d'ordine corintio e ornati mente effa era accompagnata d'altre colonne, di fogliame liscio. Molti forefticri vi fono e con effe apparteneva ad un edificio ma- faliti l'opra per minu-are la colonna, e nel g*i!ßco. ]~33 otto Inglffi in fulla cima di effa bebbcro una terrina di punscio. Non fi fa perQuefta Colonna di granito confitte di tre thè quetta colonna porti il nome di Pompeo. pezzi: il capitello, il futto della colonna, ed non eifendo fiata eretta in memoria di effo.
Ad00341 05 042a/itaMiscellanea XCV. Tom. VI. No. 40.
I CALMUCCHI.
J Calmucchi fono un popolo di paftori no- e fui primo piano fi vede il principio della madico di razza mongolica. Effi abitano le caravana. A mano manca fi vede eretto un parti medie dell' Aia, e ftanno in parte fepolcro di un Lama o fia facerdote loro, fotto il dominio della Ruffia, in parte fotto Le ricchezze de' Calmucchi confistono ne' quello della Cina. Le fattezze larghe ed loro armenti di cavalli ,- bovi, vacche, e appiattate non rendon grato il loro aspetto ; pecore. La Fig. 2. ci moftra le faccende ma effi fono bunarj, docili e molto ospitali, domeniche de' Calmucchi. Dai due lati Como popolo paftorale effi girano co' loro della gran tenda di feltro le ragazze munarmenti ne' deferti dell' Afia da una paftura gono le cavalle e le vacche. In mezzo una all' altra, e perciò gli uomini e le donne donna concia una pelle, preffo lei fta un fino dalla prima gioventù vanno fempre a radazzo con una lunga pertica a cui è attaccavano, e tutto il lor veftiario è a ciò adat- cato un laccio per mezzo del quale si piiato. Le abitazioni de' Calmucchi fono tende gliano i cavalli falvatici. Sul primo piano di feltro, di forma conica, le quali portano alcuni Calmucchi giuocano agli fcacchi, feco fopra cavalli da fonia. La Fig. r. ci giuoco prediletto di quefto popolo, moftra un campo di una orda di Calmucchi,
Ad00341 05 043a/itaUccelli LXXVII. Tom. VI. No. 41.
IL CASOARO DELL'OLANDA NUOVA.
Il Cafcaro dell' Olanda nuova venne fco- gnernito d'una barbetta bianchiccia. Ajutato peito ne' tempi moderni all' isole dell' Ocea- da ali cortiffime non può volare, ma ha un no meridionale. I Francefi nelle relazioni corfo rapid.ffimo. Esso fi addomeftica maladelie [coperte fatte durante l'ultimo lor viag- gevolmente a motivo della fua fierezza. Si fa gio cene rapprefentano quefto belliïïïmo ri- la fua caccia polla fua carne faporita. Si tratto. Quefto Casoaro differisce molto da mangiano anche le uova. I pargoletti fono Ciuelo che ritrovali nell' Alia, c'abbiamo im- ftrifeiati di bianco e di bruno nel primo mefe parato a conofeere in T. I. No. 3. di quefto li- dell' et à loro; ficcome fi veggono rappreieubro. — 11 Cafoaro dell' Olanda nuova (Ca- tati in Fig. II. davanti alla lor madie. Nel fuarius novae Hollandiae) ha 7 piedi di lung- mefe fequente diventano del tutto bruni. Il hezza, effendo del tutto coperto di lunghe Cafoaro dell' Olanda nuova fi nutnfee di vepiume, fparfe di grigio e di bruno, a forma getabili al pari di quello dell' Afia. di fetola. 11 collo del maschio (Fig. 1)
Ad00341 05 044a/itaPiante CIX. Vol. VI. No. 42.
L'ALBERO CHIAMATO RAMBUSTAN.
Il frutto pelofo che E chiama Kambuftan noccioli l'uno allato all'altro verticalmente (Nephelium echinatum) crefce in Java, Su- convergenti in un centro, circondati da una oeatra e nelle ifole Molucche, fu un albero foftanza alquanto dolce, limile al intrifo, a d'alto fufto, molto ralTomigliante al noftro rinchiufi in una buccia bianchiccia. Il frutcaftagno. Da i fiorì che non apparifcono che to chiamato Ramhufian matura all'istesso some verdi bocciuole, fi fviluppa il frutto del- tempo colla Manguftana, ch'abbiamo veduta la grollezza d'nna noce, e interamente co- efFig. iata (Tav. 24.) e a cagione della fua perto di peli. Quefto coprimento efteriore e proprietà riufrescativa è con gufto mangiato al principio verde, poi diventa aranciato ca- nelle Indie. xiço, Quando fi apre, fi trovano (a) cinque
Ad00341 05 045a/itaAmfibj XXIV. Tom. VI. No. 43.
LA FOCA A TROMBA.
L'a Foca, che appartiene al genere stesso de' ta Foca a tromba (Phoca proboscidea) lulle mammiferi, abita per lo più l'Oceano, e di- fpiaggie dell' Olanda nuova, fpezialmente Ainguefi alTai fvantajjgiofamente al fuo corpo alV i/ola de' Rè. Quella fpecie, onde qui fi brutto e difforme. Effa nuota con grandiffima vede il ritratto, giugne all' altezza di 25 a 30 deftrezza e viene talvolta preffo alla riva. , Si piedi. La parte fuperiore della bocca di queft' ciba di pefci, d'animali acquatici e di piante animale difforme fi prolunga in una fpecie di marine. — Non é ancora guari di tempo paf- tromba, da cui ha ritratto il fuo nome. I>i fato che i viaggiatori francefi ne scoperfero lontano fene veggono alcune in pofitura di>nna fpezie d'una finifurata grandezza chiama- ritta, delle quali fi là la caccia.
Ad00341 05 046a/itaInsetti LI. Vol. VI. No. 44.
BELLE FARFALLE NOTTURNE DI GERMANIA.
Fig. 1. La Dama. (Phalaena bombyx matronula.)
J. u e f t a b e l la F a ' e n a n a f c e d a im i f*pi.lo bruco, che trovafi Tulle parecchie piante. La ft e ff a farfalla tiene lo ale faperiori brune di terra d'o:".;:ra colle punzecchiature gialle. L'ale inferiori gialle fono piene di macchie nere. 11 groffo corpo è roffo di fcarlatto con nerefafcie traverfàli.
Fig. 2. La Falena di var; colori. (Phalaena bombyx versicolor.)
Quèfta Falena in Germania è una delle più rare, fegnalandofi per l'ale faperiori bgeiadramente ombreggiate di bianco, giallo e bruno.
Fig. 3. Il fuco vagabondo. (Sphinx fuciformis.)
Quefn S2nge ra.Tomiglia a prima al noftro fuco comune, donde eziandio viene il fuo nome. Nafce da un gran bruco verde, e fvolazza ronzando al chiaro giorno intorno ai fiori.
Fig. 4. La Diana.
Una bella Falena, parimente non 'poco rara, le di cui ale faperiori fono marezzate di verde, bianco e nero.
Fig. 5. La Vedova. (Phalaena bombyx Hebe.)
Le bianche ali fupertori fono adori per le fafcie nere tr.ivcrl'ali, con un fregio aranciofo.. L'ale inferiori rofffl iì fcarlatto : 1 i n ; ft 1 a no a quefta farfalla di not'.e una ye
Ad00341 05 047a/itaMiscellanea. XCVI. Vol VI. No. 45.
MACHINA DA VOLARE DEL SIGN. DEGEN.
L'uomo, autore di tante invenzioni, già lante fià dritto fralle ali, accoppiato alla fpefle volte entrava in penfiero d'imitare machina con più giunchi, (au) Le mani (bb) il volo degli uccelli psr mezzo d'ali aiti- muovono la pertica ftorta, onde viene profìciofe, per alzarli, in tal maniera, negli dotto l'equilibrio del battimento delle ali fpazi fmifurati dell' aria. Non è ancora all'in giù ed in fu. li primo tentativo ne molto tempo pafTato, che'l Sign. Degen, Fenne fatto dal Sign. Degen nella primaveoriuolaro di Vienna, riuscì nel tentativo ra cìel igr>3 nella cavallerizza di Vienna, d'alzarli nell' aria per via d'ali artificiali, dove giunte all' altezza di 54 piedi per Ecco rapprefentato l'artifta con inficme la mezzo d'un contrapeso attaccato ad una corfua machina nella Fig. ura I. Egli apprettava della. (>.') Per replicare i Tuoi tentativi allo due ali a forma di cuore (onde Fig.. II. ci feoperto, il Sign. Degen congiunfe colld maid vedere il diffopra) comporte di carta ver- china una palletta a vento, volando in tal tacciata, la cui fuperficie contiene 116 guisa a più volte nell' aria, i 12 e 15 di Nopiedi quadrati, aveudo IO piedi di lung- vembre del 1303 nel l'ratere di Vienna con hezza. Pei motiro celi' elatticiù l'artifta grandi fama ammirazione degli spettatoti e vergò il tutto di ftrifeie ti gì '-ino tornandoli fano e falvo. Coìi Fatti tent •ate ade' fili di téta. I laro no all' artifia 10,000 fioriui. —
Ad00341 05 048a/itaMiscell. Obbj. XCVII. Vol VI. No. 46.
RIMARCHEVOLI MONTAGNE.
Il Picco di Teneriffa.
Fra le Isole Canarie, situate nell' Oceano Atlantico verso ponente da l'Africa settentrionale, distinguesi l'isola di Teneriffa per il monte suo alto ed acuto ó Pico de Teyde. Egli è 12,420 piedi elevato sopra la superficie del mare; eccolo qui effigiato dalla parte di mare o dal golfo di Santa Cruz. La Città di Santa Cruz si presenta agli occhi nostri sulla ripa di mare.
Il Picco è situato verso la parte meridionale dell' Isola. La Cima di lui è nuda, dove si mostra un gran cratere vulcanico circondato da più di 70 piccoli sulli differenti strati di lava. La lava copre la punta del Picco, le parti più basse effendo coperte di pietre pomici. Questo Volcano sopra Teneriffa non è ancora spento, ma quasi continuamente s’alzano da lui dei vapori sulfurci. L'ultima grande eruzione d'una violenza straordinaria avenne nell'anno 1707.
Siccome presso che tutte le navi, che vanno alle Indie Orientale, approdano alla Isola di Teneriffa; il Picco or ora descritto da noi è affai conosciuto ed è stato montato da molti viaggiatori di Europa.
Ad00341 05 049a/itaMisc. XCVIII. Tom. VI. No. 47.
OPERA COCHINCHINESA.
Cochinchintfi falle fpiaggie orientali dell' Alia fi dilettano di fpettacoli, di mufica e di ballo. I loro comici, che per divertimento talvolta fi fanno venire nelle cafe, rapprefentano delle dramme ifioriche, delle opere e de' balli accompagnati da una mufica ftrepitante, da trombette, timpani e caftagnette. L'ambafciadore infletè, Lord Macartney, dimorandoli nella Cochinchina nel 1792, duiante la fua ambafciada, vidde la rapprefentazione feguente. Neil' interiore d' un'edificio venne elpofta alla viltà un'opera feria con de' cori da una truppa di comici. Gli ftromenti fuddetti eccitarono uno ftrepito grandifGmo durante la prima rapprefentazione teatrale. Di poi feguì un' intermezzo il quale leggiadramente fu condotto a fine da tre giovani ragazze. Ciò fi fece in onore della prima attrice, la quale vi flette affifa a man manca veftita da regina vecchia. Le tre ragazze fecero un dialogo facile e chiaro, interrotto da ariette allegre. La loro voce era tagliente, ma cantarono affai bene fecondo la milura. Il tutto, ch'era compofro di mufica e di brillo, formava in un medefirno tempo e l'opera e'1 balletto. Un vecchio, veftito da buffone, avvicinava!! di tempo in tempo alle ragazze, facendo per buona pezs.a mille buffar nerie. Durante queft' intermezzo P udiva una mufica più dolce, e finalmente ridonarono gli ftiomenti ftrepitofi. In fegno d'applaufo gli fpettatori numerofiflimi gettavano di tempo in tempo delle monete di rame agli attori.
Ad00341 05 050a/itaMisc. XCIX. Tom. VI. No. 48.
ARCO TRIONFALE DELL'IMPERADORE CONSTANTINO IN ROMA.
A Romani antichi, per eternare i eefti rie' tico che foftengono delle ftatue rapprefenloro eroi, in onor de' vittori edificarono tanti de' Dati. La maggior parie de^li orcon fomma pompa degli archi trionfali namen'.i e delle Fig. ure di queft' arco è tratadorni delle più belle opere di fcoltura. H ta da monumenti più antichi dell' imperapiù intero degli archi trionfali che «'incon- dore Trajano, avendo relazione alla vittotrano in Roma moderna fi è l'arco qui di. ria da lui riportata lovra i Dati. Al difpinto, il qual è fituato tra'l Monte Celio fopra dell' arcata di mezzo ritrovali un' ife' 1 Monte Palatino nella prima rione di emione latina, onde queft' arco viene confàRoma. Elio venne cofiruito in onore dell, grato all' imperadore Con/tantino. — La imperadore Con/tantino il Grande, il qual parte inferiore, effendo a poco a poco caduvinfe Maffenzio nel 312 dopo la nafeità di ta, il Papa d'adeffo, Pio VII., ne fece cavaCrifto. Queft' arco di marmo ha una porta re tutta la bafe nel 1^05 e fortificarla d'un' grande e dae piccole, effendo adorno di 20 attorniamento (1) contro i guafti del temgran baffìrilievi di lavoro d'intaglio. Su pò. — ciafeuno de' lunghi lati fono pofte quattro Nel fondo vedtG una parte del Colofcolonne dell' ordine corintio di giallo an- feo (2)
Ad00341 05 051a/itaMiscellanea. C. T. VI. No. 49.
IL COLOSSO NEL GIARDINO DEL CASTELLO PRATOLINO PRESSO A FIRENZE.
Il famofo caftello Pratolino con tnOetna tua coloffale del Dio /ipennitto, la quale, il fuo maravigliofo giardino è Innato Ini pen- arrizzut.i, avrebbe 100 pie:!i di altezza. L'una dio del monte Sanarlo, lei leghe italiane di- mano del Dio ripola falla rupe, l'altra limitante dalla città di Firenze. Il Pratolino, già bra premere la tefta d'un moftro marino, dilla appartenente a' Granduclii di Toscana, ma cui bocca rampolla uno zampillano. Tuttala adcffo quali tutto caduto, venne coftruito nel ftatua è compofta di pietre da forno e rico1569 dall' abiliffimo architetto Buontalerui perta di bronzo. Al di dentro effa è cava e lotto' 1 regno di Francesco, Fig. lio di Cosmo ritrovali un leggiadro ftnnzino nella tefia, le de' Medici. L'arte accoppiata alla natura l'in- cui pupille formano le fineftre. Qui-fio Cogegnava a formarne un deliziofiffimo foggior- luffo venne recato a fine affai nobilmente no. Fralle altre cofe l'incontra un luogo at- dall' architetto Giovani da Bologna e da' torniato di folti alberi. Quivi l'inalza la Ita- fuoi allievi.
Ad00341 05 052a/itaMiscellanea CI. Tom. VI. No. 50.
ABITAZIONI DE' BESCIUANI.
1 Befciuani, che abitano l'interiore dell' Africa, fono della fchiatta di Hottentotti, la quale per più rifpetti differifce da effì. Gli Olandefi, da dieci anni incirca, cene recarono notizie più efatte dal Capo di Buona Speranza. Quefta gente mezzocolti?ata s'applica all' agricoltura, alla caccia ed all' econonna di beitiame. I loro villaggi fono comporti di abitazioni ficcome qui fene vedono dipinte. Le capanne fono coftrutte nella maniera feguente. La parte interiore è attorniata d'un muro tondo d'argilla vergato di rami. dentro al quale ritrovali una porta affai ftretta. Qui dimora la propria famiglia. Queft' appartamento interiore è accerchiato d'un corridojo foftenuto da tronchi della Mimofa, dove la notte dormono i fervi e gli fchiavi. Il tetto appuntato all' eftremità e coperto di giunco, ombreggiando parimente il corridojo efteriore, onde il tutto fa belliffima vifta. La biada ferbafi in de' granaj di Fig. ura conica, di cui uno fi vede dipinto allato. Le femmine efercitano l'agricoltura, e gli uomini s'occupano della caccia e dell' allevamento di beftiami. —
Ad00341 05 053a/itaMiscellanea CII. T. VI. Nr. 51.
CAVERNE RIMARCHEVOLI.
La caverna chiamata Schiilerloch in Baviera. IN elle grandi e spaziose caverne delle montagne calcari l'acqua impregnata di particelle di calcina spenta forma delle stalattiti fibrose, onde l'interiore di questa caverna è adorno in varie Fig. ure che la rendono degnissima d'ammirazione. Una così fatta grotta, nominata Sihulerloch, vediamo dissegnata nella tavola presente. Essa ritrovasi nella montagna da calcina appresso al fiume à'Altmiìhl in Baviera, appiè d'un villaggio, di nome Alt Es sing. Benché da prima non si possa senza difficoltà passarne l'entrata, ch'è alla sommità della rupe, pur chi vi s'incamina con assiduità ne gode ben presto della ricompensa nel rimirare la magnifica grotta qui dissegnata. I pilastri s'alzano l'uno sovra l'altro a guisa d'un duomo gotico, sostenuti da colonne di stalattite che pendone dal tetto insino al fondo, formando più aperture, dove all'imaginazione dello spettatore, ingannato dal lume della torcia, Si rappresentano degli altari ed altri ornamenti e sfregi d'una chiesa.
Ad00341 05 054a/itaMiscellanea CIII. T. VI. No. 52.
ARCO TRIONFALE DELL'IMPERADORE SETTIMIO SEVERO.
La tavola nresente ni rappresenta uno di que' monumenti rimarchevoli, che da' Romani antichi vennero inalzati a'ioro eroi vincitori, o per gratitudine o il più delle volte per adulazione. Quest'arco trionfale, consacrato all' Imperadore Settimio Severo, a cagione delle vittorie da lui riportate sovra i Parti, Arabi ed altre nazioni, vedesi ancora oggidì in Roma quasi intero e purificato di fasciume dietro al campidoglio essendo attorniato d'un muro di riparo. (1) Fig.. I. ci fa vedere il lato maggiore con insieme le sue quattro belle colonne e tre porte fatte a volta che nel mezzo sono congiunte insieme mediante due archi. Al dissopra dell' arco maestro si vedono due bellissime Fig. ure della Dea della fama. Sopra i piccoli archi laterali sono rappresentate in bassirilievi le geste dell' imperadore trionfante,, leggendosi sul lato d'innanzi e di dietro l'inscrizione dedicatoria che fa menzione del successore del suddetto imperadore. Le lettere scolpite furono già intarsiate in bronzo dorato che però poscia veniva involato. Il tutto termina in un terrazzo che si ascende nell' interiore per mezzo d'una scala e dove per l'addietro si vidde intagliato in pietra il carro trionfale del vincitore attorniato di soldati. Fig.. II. ci rappresenta una delle parti laterali di quest' arco trionfale che sono prive di ornamenti fuorché le colonne e la cornice. Tutto questo edifizio magnifico è intieramente costrutto di marmo bianco.
Ad00341 05 055a/itaInsetti LII. T. VI. No. 53.
FALENE DI GERMANIA.
Fig. 1. Il Picchio. (Phalaena Bombyx Dominula.)
vJuesta falena merita con ragione il nome di picchio pel suo colore principale foscoverde delle ali d'inanzi. pelle macchie bianche ed aramiosedi diverse Fig. ure 1 he leggiadramente vi contra timo e pelle ali di dietro d'un rosso huilante di cinabro adorne di strisele e punti rieri Fig. 2. La Falena porporina. (Phalaena Bombyx purpurea.)
Questa falena ricercatissima da' dilettanti di farfalle e che non si trova da per tutto viene così chiamata a motivo delle sue ali di dietro d'un rosso ardente adorne di macchie nere assai contrastanti che danno nell' azzurro. Le ali d'inanzi gialliccie sono sparse di varie piccole mattine brune delle quali Tuna ha la forma di S, orde si è dato all' insetio il nome di orso giallo II bruco (b.; appartiene a' l~ru chi orsiii a cagione cFig. 3. La Falena de'tigli. (Phalena Bombyx Bucephala.)
Benché il bruco perfetto (S) dipinto a più colori di questa falena, originaria della Germania, si nudrisca colle foglie di varj alberi tuttavia preferisce le foglie de' tigli. Esso è poco peloso, alla bella prima tutto nero, divenendo a poco a poco più giallo dopo avere cangiato più volte di pelle. L'insetto alato (A) porta il nome di teschio di bue a motivo della sua testa grossa mezzo nascosa sotto il collare peloso,- viene altresì chiamato mezza luna pelle macchie grandi e gialliccie sulle punte delle ali d'inanzi. Il bruco si cangia in crisalide sotto la terra dove costruisce un buco senza addobbarlo d'un bozzolo.
Fig. 4. Il Geometra degli ontani. (Phalaena Geometra alniaria.)
I bruchi (b) della famiglia a cui appartiene questa falena rassomigliano perfettamente a de'ramiceli! d'alberi secchi massimamente quando il bruco sta dritto sulla parte posteriore in istato di risposo. Non avendo alcune zampe se non alle due estremità ed essendone privo nel mezzo del corpo non va strisciandosi inanzi con tutte le parti del corpo ma soltanto per spanne formandone un' annello onde la denominazione di Geometra si deriva. Ama sopra tutto le foglie degli ontani non disprezzando per ciò quelle d'altri alberi. Questa falena piace più pelle ali leggiddramente intagliate di dietro chepella semplicità de' suoi colori. Il bruto subisce le sue nictamo-ddsi sugli alberi dove traile foglie forma un' inviluppo con lunghi fili -'entro al quale, deposta l'ultima sua pelle, comparisce in forma di crisalide verdebiunca.
Ad00341 05 056a/itaMiscellanea CIV. T. V. No. 54.
MONTI RIMARCHEVOLI.
I. Il monte campaniforme (chiamato in tedesco Gross-Glockner.)
11 monte campaniforme, che vediamo dissegnato nella tavola presente, dee il suo nome alla forma rassomigliante a quella di campane; s'innlza al di sopra della superficie del mare all' altezza di 12,000 piedi essendo il più alto de' monti di Salisburgo situato fra i confini di Tirolo e Carintia. Non si giunse alla di lui sommità se non ne' tempi moderni, il Vescovo di Gurc, Principe di Saint - Reiferscheid, essendo il primo a riuscire in questa impresa, utilissima aliai fisica con; insieme più letterati assai ragguardevoli. A fine di favorire la comodità de' viaggiatori il Vescovo suddetto, degno di somma stima, vi fece costruire più case delle quali la prima e la più grande qui dissegnata chiamasi in Tedesco Salmshöhe. Di qui si ha da caminare appiè passando sovra delle rocche scoscese ricoperte di neve, il che rende il viaggio assai pericoloso. Per arrivare alla cima, che viene divisa in sei punte, si contano sei leghe di strada. Sulla sommità del monte dove appena capono 6—8 uomini ritrovasi una croce di ferro di 12 piedi d'altezza. Qui il cielo sereno offre agli occhi la vista la più bella scorgendosi di lontano le Alpi di Carintia, Stiria e di Tirolo con insieme i fiumi d'Eno e Dravo. La descrizione publicata dal Sgr. il Professore Schuhes in Inspruc è la più bella che si possa leggere intorno a questo viaggio.
II. Il monte nevoso.
Questo monte, che deriva il juo nome dalla neve onde il fastigio e'1 lato settentrionale vedonsi coperti per tutto* l'anno, è situata 11 eli' Austria bassa (/leghe distante da Vienna presfo a' confini di Stiria. Esso, meno alto del precedente, s'alza sopra la superficie del mare all' altezza di 6600 piedi avanzando perciò d'un terzo quella della famosa cima nevosa in Silesia. Il camino conduce il viari, dante per molte leggiadrissime contrade né* si corre punto rischio nel montare lo di lui cima. Di quasi riguarda fin dove si stende la vista i bellissimi contorni di Vienna. L'aria serena ci rappresenta di lontano il porto di Trieste in una trasparenza brillante.
Ad00341 05 057a/itaPiante CX. Tom. VI. No. 55.
CARDI STELLATI DELL'AMERICA MERIDIONALE.
A cardi stellati, che si ritrovano nelle stufe d'Europa, non sono originari se non di paesi più caldi dell' America meridionale e delle isole vicine a' tropici d'America. Tutti sono vegetabili sugosi e carnosi che traggono il lor nutrimento e fertilità piuttosto dall' aria che dalla terra. Per questa cagione essi crescono e vengono inanzi anche ne'luoghi più aridi e sabbiosi de'clirni più caldi. La maggior parte di queste piante è nuda di foglie né composta che di fusti e rami d'una diversa sì ma intiera uniformità nonostante le diverse sorte, la forma de' lor organi, difesi più o meno da pungoli, essendo ora sferica ora cilindrica ed ora angolosa. Con una co*i fatta uniformità de' tronchi e de' rami tanto più contrastano i fiori leggiadramente coloriti e formati che non sbocciano che una sola volta dopo '1 tramontare del sole richiudendosi per sempre dopo alcune ore. Le frutta mangereccie di questa pianta si rassomigliano al fico essendo d'un sapore agrodolce.
Nella tavola presente vediamo dissegnato: '
Il cardo a mellone. (Cactus Melocactus)
Gli organi del tronco sono della grandezza d'una testa d'uomo, avendo la forma di mellone solcata dall'alto di modo che ne sortono molti merletti armati di pungoli per lo più di 14 dita d'altezza. Quando la pianta h nel punto di produrre de fiorì e delle frutta, al dissopra sporta un gambale cilindrico, alto, peloso e guernito di spine donde sortono tutto d'intorno fiori dapprima vermigli, che finalmente diventano d'un rosso di cocciniglia, ciascuno de'quali in capo sta attaccato ad un germoglio donde si sviluppa dipoi il frutto a guisa di mellone carnoso e d'un rosso scuro di cocciniglia in sul. quale il fiore vizzo si sostiene appiccandosi.
Ad00341 05 058a/itaMiscellanea CV. T. VI. No. 56.
I BOSCIUANI.
I Bosciuani, rbitanti dell' Africa meridionale, le cui abitazioni e maniere di vivere già imparammo a conoscere in quaderno CX. di questo tomo, si vedono dissegmti più caratieriuicamente nella tavola presente dietro la loro carnagione e forma. Vediamo qui un giovane n arito con insieme sua giovane moglie. Il marito ha la testa adorna di piume, p'rta orecchini, triangolari ; la sua nudità è coperta d'un mantellino di pelli d'animali e d'un grembiale; al braccio gli pende mi cestello o piuttosto sacchetto tenendo in mani hassagaj ovvero jacoli, armi usatissime di questa gente guerreggiosa e mezzo selvaggia, la quale spesse volte s'impaccia di dissensioni sanguinose co' suoi vicini. — La giovane donna che qui sta assisa e colla quale il marito si trattiene, ha il bassoventre decentemente coperto di grembiali di cuojo che formano una specie di gonnella Molte donne hanno indosso anche mantellini. La femmina qui dissegnata fu;na del tabacco sorbendone il fumo a beli' agio col mezzo d'un corno cavo riempito d'acqua in capo al quale sta incastrata una canna da pipa di legno insieme colla testa. Accanto ad essa vedesi l'asce sua, il taglio de' boschi essendo l'occupazione principale delle donne. In sul suolo si vedono poste alcune stoviglie.
Ad00341 05 059a/itaMiscell. CVI. Tom. VI. No. 57.
COLOSSEO OSSIA ANFITEATRO DELL'IMPERATORE FLAVIO VESPASIANO.
1 ralle rovine le più rimarchevoli e le più magnifiche dell' architettura romana si comprendono anche gli anfiteatri che si ritrovano in Roma più o meno scaduti, donde il più bello e'1 più grande è quello dell' imperadore Flavio Vespasiano che vediamo nella tavola presente. Venne costrutto due anni dopo la distruzione di Gerusalemme e sino a' nostri tempi sen' è conservata una parte grandissima, non il tempo ma gli uomini essendo cagione della di lui mutilazione e rovina. Esso è un' edifizio d'immensa ampiezza donde Fig.. IL ci rappresenta, il lato ottimamente conservato, elto quattro piani, de' quali ciascuno è adorno d'un' ordine di colonne. Quest' anfiteatro, secondo il disegno, (Fig.. I.) ha la forma ovale nel cui centro ritrovasi l'aringo ossia Marena (a) dove uomini avevano da combattere con uomini o con delle fiere, a fine di sollazzarne migliaja di spettatori che si adunavano in quest' edifizio massiccio di pietra. Quest' aringo è attorniato d'una galleria a scalini (Z>) sotto i quali ritrovansi le volte in cui si rinchiudevano le bestie feroci. Quattro entrate maggiori (e) ci guidano all' edifizio ed all' aringo, per quattro altre (e) si giugne ne' piani superiori e per altrettanti nsgl' inferiori.
Ad00341 05 060a/itaPiante CXI. T. VI. No. 58.
IL CARDO A FIORI STELLATI, OSSIA FICO INDICO. (Cactus grandiflorus.)
vJli organi serpeggianti del tronco e deT ed all' entrar di Luglio la sera dopo'I trarami di questa pianta, rimarchevole a cagio- montar del sole richiudendosi tutto vizzo ne del suo fiore pomposo, arrivano all' al- primo dello spuntare del sole. Il dissegno tezza di 3 a 6 piedi avendo al" più due dita ci fa vedere la forma e'1 colore di questo di grossezza. La lor forma è cilindrica od magnifico fiore che sparge da per tutto una un poco attenuata all' estremità, i merletti soavissima fragranza. Esso naturalmente alti, per l'ordinario al numera di sei, es giugne talvolta ad un'altezza maggiore se «endo armati di pungoli giallicci. La so- viene coltivato presso a piante vigorose, itanza interiore è carnosa e sugosa. Molte L'embrione arriva alla maturità frallo spazio di queste pannocchiette spinose ar lati de' dvun' anno producendo un frutto sugoso, a rami producono in primavera de* germogli guisa di pera, d'un sapore agrodolce, armaguarniti di squame e di bianchi mazzetti pe- to tutto d'intorno di squame piccole rosse e losi. Questi germogli formane»' al dissopra scabrose che danno nelP aranciato. Questa un calice parimente squamoso e peloso di pianta ritrovasi nelle stufe essendo per orifuori di 6 dita d'altezza, onde sorte un fiore ginaria dell' America meridionale, di Giapomposo che non sboccia pienamente se maica, e di San Domingo, son una sola volta verso il une di Giugno
Ad00341 05 061a/itaMisceli. CVII. Tom. VI. No. 59.
COSE RIMARCHEVOLI DEGLI HINDUI.
Gli Hindui, abitanti dell' Asia interiore, sono assai famosi pe' loro costumi e per l'antichità della di loro religione, secondo la quale tutti gli altri pareri e sentenze de' differenti paesi, in materia di religione, a poco a poco si conformarono. Il simbolo dell' Essere supremo , che rappresentano senza figura, consiste in un globo. Da esso trassero l'originei tre Dei superiori: Brama, Vischnu e Schiven. — Vischnu é il conservatore, Schiven il distruttore del conservato, a'quali gli Hindui erigono de' tempj o d' pagodi, donde il ritratto vedesi in No. 19 del tomo sesto e nella tavola qui aggiunta. Al dissopra della porta maestra s'innalza una torre in forma di piramide di più compartimenti, de' quali ciascuno è adorno d'una gran finestra illuminata di notte con delle lampade in giorni di festa. Avanti al pagode vedesi un gran vivajo da bagno, gli Hindui bagnandosi tutti i giorni e credendolo un' azione religiosa. Al di là della riva ci si rappresenta un' abitazione aperta sostenuta da colonne, che chiamasi Schultri, la quale serve di ricovero a' peregrini, dove si può pernottare libero d'ogni spesa. Cosi fatti Schultri si ritrovano spesse volte all' Indie orientali. — Il modo il più commodo di viaggiare in questo paese si fa col mezzo del palanchino o della sesto seggetta, la quale, ricoperta d'un panno, viene portata da quattro Hindui mercenarj.
Ad00341 05 062a/itaMiscellanea CVIII. T. VI. No. 60.
DIVERTIMENTI POPOLESCHI DE' RUSSIANI.
La tavola qui aggiunta ci rappresenta due torte de' più favoriti divertimenti popoleschi de' Russiani, vale a dire :
Fig. 1. I monti ghiacciosi
che sono ponti di legno di 18 braccia d'altezza (i) onde l'una parte è difesa da una copertura di legno, che vien adacquata e riempita di ghiacciuoli, in sulla quale i dilettanti, spesse volte numerosissimi, o assisi su piccole slitte o stanti su' ghiaccini, discendono con tanta violenza che vanno sdrucciolando anche in sulla strada di ghiaccio fatta abbasso. Così fitti monti artifìziali di ghiaccio vengono inalzati ogni anno in «S1. Pietroburgo nella settimana del carnavale sulla Neva o presso ad essa, (dirimpetto ci vien veduta l'accademia delle scienze (3) con insieme un' altro palazzo (4)) il popolo concorrendovi sempre in grandissima, folla. Oltre di ciò vi si trovano degli uomini che vendono de' rinfreschi, principalmente una sorta d'idromele, bevanda calda composta di zucchero e di pepe che si prende con latte o senza esso (2) e confortini del paese.
Fig. 2. Dondoli di Russia
di due sorte differenti. L'uno rassomiglia ad. un carosello fuorché la sua forma ò perpendicolare invece d'essere orizzontale. I dilettanti de' dondoli sono assisi in seggiole attaccate ad una asse che si gira col mezzo d'una ruota o soltanto mediante le mani. L'altro è un dondolo da vibrare, (2) per g persone assise, il quale viene vibrato da due uomini stariti. I dondoli di questa fatta vendono costrutti nelle piazze publiche nella settimana di pasqua. Questi, che vediamo qui, sono nella piazza pressa al teatro di pietra in 61 Pietroburgo, dove altre.ù si sono piantato tende dell' acquavite; (3) gli ufficiali di polizia, che vi stanno presenti, avendo l'incarico di prevenire i disordini o di acchetarli e spegnerli col mezzo d'una tromba per gl'incendj che qui si vede.
Ad00341 05 063a/itaAmfibj. XXV. Tom. VI. No. 61.
IL COCCODRILLO DI SAN DOMINGO.
A gli animali scoperti ne' tempi moderni ap- Coccodrilli dell' America, cioè il Caimano partiene il Coccodrillo di San Domingo, di e'1 Coccodrillo di San Domingo. Questo difcui Ledere, Generale francese, ci diede no- ferisce dal Caimano nella grandezza ed in tizie più esatte, mandandone due esemplari altre qualità rassomigliandosi più al gran Coca' fisici della Francia. Per lo passato si ere- codrillo del Nilo, laonde da prima si credeva deva che nell' America non s'incontrasse se che ambedue fossero d'una medesima spezie; non una sola spezie del Coccodrillo, cioè il ma ricerche più esatte assai sufficientemente Caimano, il cui ritratto abbiamo veduto in cen' hanno dimostrato la differenza. Tom. IV. No. 14 di questo libro ; ma questo, "che vediamo dissegnato nella tavola presente Fig.. II. ci fa vedere il teschio d'un Coce che venne scoperto in San Domingo, ci codrillo del Nilo, a gola spalancata, a fine di rappresenta una nuova spezie del tutto diffe- scorgere più distintamente i denti micidiali rente, di modo che finora conosciamo due di que to animale spaventevole.
Ad00341 05 064a/itaPiante. CXII. Tom. VI. No. 62.
IL CARDO STELLATO A MAMMELLA.
Abbiamo già imparato a conoscere molte II cardo stellato sboccia in tempo di bellissime spezie del cardo stellato che sono state, portando grani seminali che giugriono originarie dell' America meri3ionale. Nella alla maturità la primavera susseguente. Esso tavola presente ne vediamo dissegnato il car- è nativo dell' isole dell' America meridionale do stellato a mammella (Cactus mammillaris) dove cresce nelle fessure delle rupi; ma, in grandez7a naturale. Sulla superficie si là da gran tempo in qua, ritrovasi anche ne' vedere un' infinità d'emisferi oblonghi e di giardini botanici dell' Europa, dove bisogna fiori giallicci. Il frutto rosso, in forma di conservarlo nelle stufe. Viene propagato per pera, ha di dentro una carne gialligna che mezzo di grani seminali ovvero mediante la serve di nutrimento agi'Indiani pel suo sa- parte superiore tagliala della pianta, pore dolcigno.
Ad00341 05 065a/itaMiscell. CIX. Tom. VI. No. 63.
PEZZO D'UN DENTE CANINO SCAVATO D'UN' ELEFANTE.
JNon è ancora guari di tempo passato che'1 di profondità, non solamente nella Germania Sgr. Lavalette, uomo assai scienziato e pa- ma quasi in tutte le parti dell'Europa e dell' drone d'una tenuta nella Francia, facen lo Asia, e che abitarono questo globo terrestre rassettare una fonte del suo giardino, scoper- prima dell' esistenza degli uomini. La cognise, a 5 piedi di profondità, il canto superiore zione dell' anatomia paragonante ci ha dimod'un dente canino d'un' elefante, di 2 piedi strato evidentemente che questi scheletri scad'altezzà, attorniato di tufo, di cui l'una vati non appartengono ne agli elefanti dell' parte vediamo dissegnata nella tavola presente. Africa né a quegli dell' Asia, che sono le sole L'avorio n'era buonissimo e del tutto intiero spezie, finora esistenti, di questo animale, fuorché l'estremità della crosta. Al contrario tutte queste ossa derivano dagli elefanti delV antichità, di cui finora non si Alle cose le più memorabili della storia sono scorto più indizi, antica del nostro globo terrestre appartiene La spiegazione ulteriore di questa matebensì la scoperta di scheletri e di denti d'eie- ria interessante ritrovasi nel contentano del fanti che vengono disotterrati, a pochi piedi numero presente.
Ad00341 05 066a/itaMiscell. CX. Tom. VI. No. 64.
CAVERNA D'ANTI-PAROS.
Onesta caverna rimarchevole ritrovasi in Anti-Paros, piccola isola di poco conto nell' Arcipelago della Grecia. Questa grotta, sconosciuta ne' tempi antichi, non venne «coperta che nel 1673 dal Sgr. di Nointel, ambasciadore francese in Costantinopoli, il quale, con grandissimo seguito, vi passò ì giorni del Natale.
Fig. 1. Entrata della caverna.
L'entrata superiore della caverna forma una rupe a volta, dove a man manca pende in giù un' apertura, alla quale il viaggiatore giugne col calarsi per mezzo d'una fune avvolta d'intorno al pilastro naturale. Bisogna servirsi di torchj accesi a cagione dell' oscurità.
Fig. 2. Vista interiore della caverna.
I viandanti, dopo essere discesi dall' alto nel primo baratro, giugnono su più pendici le quali in parte sono assai perigliose a motivo de' profondi precipizj situati a man destra. Fa mestiere che i viaggiatori, col mezzo di funi, più volte discendano rasente a rupi altissime per potere godere della ricompensa del loro coraggio e de' perigli da loro provati, rappresentandosi agli occhi la vista la più magnifica. Alla fine si ghigne alla grotta dissegnata in
Fig.. II., dove si scorge assai manifestamente, tutta la caverna essere formata di stallattiti. I pilastri di stallattite penzolano dall' alto in giù e »'alzano dal fondo all' in su. Un' ammasso grandissimo di stallattiti forma nel mezzo un poggio. Quivi il Sgr. di Nointel fece di.e la messa, la festa del Natale del 1673, onde questo luogo, da quel tempo in qua viene chiamato Altare.
Ad00341 05 067a/itaMiscell. CXI. Tom. VI. No. 65.
RAPPRESENTAZIONE A MICROSCOPIO DELLA STRUTTURA DELLA MIDOLLA DE' CARDI.
In qual grandezza, degnissima d'ammira- grande apertura per tutto '1 fusto, la quale zione, non ci si fa vedere ìa sapienza del s'accresce coli' andare del tempo, risirignencreatore anche nella più picciola pianta, se dosila midollaa poco apocoper via del diseccala riguardierno col mezzo del microscopio! mento. I.a midolla cellulare, a guisa d'anLa semplice intersezione traversale (A.) d'un nello, abbraccia il fusto, il quale, intersecardo nostrale, (carduus acanthoides) aggran- cato, ci rappresenta molte aperture più o dito, offre la composizione artificiale della meno glandi che servono alla circolazione sua struttura (B). La midolla interiore è de' succhi. Al di fnoti vediamo i (teli agcornposta d'un tessuto sottile di cellule esa- granditi del picciuolo che pendono in giù, çone, pelle quali i succhi nv.tiitivi s'alzono a guisa di fiocchi, servendo al nutrimento e si distribuiscono. Dal centro sorte tina della pianta coli' assorbire gli umori esteriori,
Ad00341 05 068a/itaMiscell. CXII. Tom. VI. No. 66.
COLONNA DJ TRAJANO IN ROMA.
A monumenti i più belli dell' antica archi- della colonna è adorno delle più eccellenti tettura romana appartiene questa colonna opere di scoltura in bassorilievo che accerpomposa che ritrovasi ancora oggidì in Roma, chiano il tutto a chiocciola. Esse si riferi. L'Imperadore Adriano la fece innalzare in scono alle geste dell' Imperadore Trajano, onore del suo gran predecessore, dell' Impe- massimamente alla vittoria riportata sovra i radore Trajano, sulla magnifica piazza del Dacj; tutto ciò è spiegato in più di 2500 Fig. amercato ossia Foro da esso edificata. Questa re intiere e mezze. Altre volte su questa cocolonna, costrutta dal celebre architetto lonna fu posta la statua di bronzo di TraApollodoro, ha 118 piedi d'altezza senza il jano, la quale poscia venne distrutta. Pella piedestallo (alto 17 piedi) essendo composta qual cosa il Papa Sisto V. nel 1589 ivi sopra di 34 gran pèzzi di marmo. È cava al di fece innalzare la statua colossale dell' Apodentro; jß5 scalini di marmo conducono stolo Pietro che visi trova finora, siccome alla lastra superiore del capitello della co- vediamo dissennato il tutto nella tavola prelonna, dove si gode d'una bellissima prospet- sente. *. tiva sovra una parte di Roma. L'esteriore
Ad00341 05 069a/itaPiante. CXIII. Tom. VI. No. 67.
FOGLIE PIETRIFICATE DEL TEMPO PRIMITIVO.
IN ella vicinanza del castello Rauche-sau- non che a quelle che sono originarie di quelle ve, presso al borgo Chaumerac, nel dipar- regioni. Pella qual cosa queste foglie pietritimento de l'Ardeche nella Francia, fra ficate e racchiuse negli strati di pietre sono pietre sfaldate, nello scavare e spezzare prodotte da piante, le quali, da molti secoli degli strati di pietre, s'incontra un'infinità in qua, crebbero in quella contrada, durante di foglie abbronzate e mezzo pietrificate, le la formazione di queglj strati di pietre, ma quali, esaminate più attentamente, rare voi- che non si trovano oggidì né in quella rete e per lo più non si trovano punto confor- gione né altrove, in paesi più lontani d'altri mi alle foglie delle piante verdeggianti che climi, fra piante lussoreggianti. nascono oggidì generalmente in sulla terra,
Ad00341 05 070a/itaMiscellanea CXIV. Tom VI. No. 68.
SCÈNE DELL'AFRICA.
1. giovani nostri lettori già spesse volte har.no certe regole, riportandone la vìncita chi pri■'--., \ ser.tito parlare degl' infelici negri dell' Afri- ma accompagna tutte le pallottole. Si dice che ca, i quali vengono digradati sino all' mfe- questo giuoco sia più difficile di quello di dariore grado della coltura dal pregiudizio de- ma usitato fra di noi; le giovani négresse gli Europei che li trattano da schiavi anzi meditando esercitandosi in questo giuoco sida bestie. Con tutto ciò quegli uomini neri no dalla più tenera infanzia, disprezzati sono forniti di maggiori talenti e Nel fondo vediamo una prnova della decapacità, siccome vediamo nella tavola qui strezza di corpo de' negri, cioè la maniera di aggiunta. Nel proscenio, sotto un'ananasso, cui essi si servono per portare-giù infiaschi è assisa una giovane negressa, che sta medi- ■ il succo delle palme ottenuto per via d'incicando sovra un giuoco, chiamato Uri, di sioni. Il negro, attorcigliando la palma e se the esse assai si dilettana. Questo giuoco, medesimo con corteccie d'alberi e strascinanconsiste in una cassetta spartita in più ri- do innanzi que' cerchj sopra i rampolli dell' postiglj che vengono rimpiazzati a vicenda albero, s'arrampica all' in su ed in giù coli' con 21 pallottole da due giuocatrici secondo appoggiare i piedi.
Ad00341 05 071a/itaMiscellanea CXV. Tom. VI. No. 69.
VISTA D'UNA PARTE DELLA CITTÀ DI BATAVIA.
Alle possessioni le più rimarchevoli degli quali comprendono Europei, Gjaponesi naOlandesi nelle Indie appartiene l'isola di Java tivi, Chinesi e Schiavi. In favore della mercon insieme la città di Batavia, capitale di catura le belle e larghe strade sono attraverquelle vastissime e ricchissime possessioni, sate di Canali, i cui viali d'alberi ombreggiaQuestà città venne edificata dagli Olandesi, no gli spasseggiatori. Nella strada qui riisriegli anni 1618 in 1631, dopo la scacciata segnata trovasi la chiesa cattedrale riformata de' Portoghesi. Benché il terreno sìa palu- degli Olandesi, edifizio ottangolo di bellisdoso ed insalubre tuttavia il sup situamento sima apparenza con una cupola. Batavia favorisce la mercatura a motivo del porto è la sede del governatore generale olandese vicino. Essa è fabbricata alla europea; ha edel magistrato delle possessioni appartenenti 20 »trade regolari; il numero delle case mon- agli Olandesi nelle Indie, ta a 5270 e quello degli abitanti a 115,960,
Ad00341 05 072a/itaPiante. CXIII. Tom. VI. No. 70.
RARE PIANTE ESOTICHE.
La Fourcroya gigantesca. (Fourcroya gigantea.)
ni> le si \ dat0 ü nome del sgr- Fourcny, chimico celebre e consigliere di stalo. Questo vegetabile vedesi qui troncato al V^uesta pianta, rimarchevole a cagione del di sotto della sua corona. Il tronco arriva suo fusto adorno di fiori pomposi, è origina- all' altezza di 2 piedi; è grosso 2 piedi; le ria delle isole di Curassao e di S. Domingo; foglie rigide sono della lunghezza di 5 piedi. ma, da cento anni in qua, venne traspiantata Nel centro del tronco s'alza il fusto pomposo anche nelle stufe dell' Europa, dove finora di 20 a 30 piedi d'altezza, il quale è liscio e non ci ha offerto i suoi fiori se non due volte, d'un verde gajo. Da esso sortono i fiori forvale a dire, a Schoenbrunn presso a Vienna e mati a campana ependenti in giù, siccome qui di poi in Parigi nel 1793- Formando essa ne vediamo alcuni disegnati in grandezza naun genere particolare di piante, secondo le turale (A). Per bella vista che offra agli ocxicerche fattene in Francia ne' tempi moder- chi questo gambo gigantesca, l'odore n.on n?è in verun modo aggradevole.
Ad00341 05 073a/itaPiante. CXIV. Tom.VI. No. 71.
PIANTE MEDICINALI.
L'Aloè di Soccotora. (Aloe soccotrina.)
a Suiîa di grappolo', guarnita di fiori rossi che s'innalzano orizzontalmente o pendono i-j'Aloè qui «assegnalo, che si distingue pelle in giù. Il pericarpio, nascente da' fiori, sue virtù medicinali, al pari dell'aloè comune, contiene la semente, la quale non matura (galleria Tom. III. No. 24.) ritrovasi nell' fuorché nella patria di quest'aloè; laonde isola diSoccotora, situata sulla spiaggia esso viene propagato nelle stufe d'Europa orientale dell' Africa, alla volta dello stretto col mezzo di germoglj. di Babelmandeb. Dalla radice parte il tronco, Per via d'incisioni le foglie di questa d'un piede e mezzo d'altezza, all' apice del pianta somministrano un succo d'un rosso quale sono attaccate le foglie grosse e den- scuro assortito al giallo, il quale, condenteUate che terminano in una punta spinosa, sato in una specie di resina, altre volte Il gambo, aito due piedi incirca, pullula s'impiegava nella medicina; ma oggidì, non dal centro delle foglie, portando una corona sene, fa'grand' uso. h
Ad00341 05 074a/itaVermi. XII. Tom. VI. No. 72.
POLIPI FORMATI A GOTTO.
Noi già abbiamo imparato a conoscere i quando è sul punto di notare. I Polipi qui Polipi in Tom. I. tav. 62. della nostra galleria, descritti s'appresentano all' occhio disarmate Essi sono delle, creature che occupano il più come piccolissimi punti d'intorno al corpo basso grado del regno animale, contandosi fra eterogeneo, sul quale si arrampicano in folla; gli Zoofiti a cagione della loro Fig. ura ras- (Fig.. r. 4. 6.)- ma. col mezzo del microscopio somigliante ad una pianta. Per via d'ag. si distinguono'! loro corpi che rassomigliano grandimento la tavola presente ci fa vedere al papavero, formando diversi groppi. In i Polipi formati a gotto. Al di sopra del Fig.. 2. essi attaccami ad una lenticchia d'accorpo principale, più volte aggrandito, eporta qua, (a. fe.) il lungo gambo d'un Polipo maglina, elevatezza, (n) eh'è il gorgozzule, nel giore servendo di punto congiuntivo. In Fig.. quale il Polipo, col mezzo delle antennette, 5. questi corpuscoli s'appiccano al cadavere» (0. o.) conduce il nutrimento composto di d'un giallo Polipo, (d. ci. d.) In Fig.. 7. essi, vermi e d'insetti. 11 corpo sta attaccato ad assai vagamente, accerchiano una chiocciola, un lungo gambo, (Fig.. g. p. 9.) Il Polipo scorgendosi parimente i gambi arroncigliati Io distende, per appigliarsi ad altri oggetti, (i. £.) siccome que' che stanno a dirittura, ovvero ristrigne, a guisa di serpente, (Fig.. 9.) (h. h.)
Ad00341 05 075a/itaAmfibj. XXVI. Tom. VI. No. 73.
STRANI AMFIBJ.
Il rospo cornuto. (Rana cornuta.)
I inora non abbiamo avuto se non ritratti imperfettissimi di questo strano animale, i quali erano stati delineati a norma di modelli «morti e conservati in ispixito di vino. Ma per via dell' ultimo viaggio da scoperta, intrapreso da' Russi, il Sgr. Tilesius, consigliere di corte e celebre naturalista tedesco, ci ha somministrato il primo esatto disegno di questo rospo cornuto, dipinto al naturale nella tavola presente. Esso s'incontra, in piccola copia, in più parti dell' America meridionale, nel Brasile e nel], isola di S. Catterina. Benché il corpo rozzo e la bocca larga, colla quale acchiappa gl'in. setti, facciano brutta vista, pur i colori scintillanti della pelle si spiegano assai leggiadramente. Il corpo lionato è guernito di porri pungenti e di disegni paonazzi orlati di bianco. Il capo d'innanzi e di dietro e parimente i piedi di dietro sono adorni di passi piani d'un bellissimo verde. Al di sonra degli occhi s'alzano le palpebre coniche d'un rosso -gitilo; le quali, riguardate alla sfuggita, gii si paragonavano a piccole corna; omie questo ro?po ha ritratto il suo nome. Inoltre esfo è rimarchevole a cagione della grandezza, in Fig.. A. essendo rappresentato più piccolo della metà, e Fig.. B. mostrniiilone la testa in grandezza naturale. Secondo la ricerca del Sgr. Tilesius il peso del rospo cornuto monta a 4 Ijhhre. I Brasiliani Io chiamano AranTango ossìa doglio aperto.
Ad00341 05 076a/itaMisc. CXVI. Tom. VI. No. 74.
SCENE DELLA GRECIA.
Fig. 1. Un pastore della Morea.
Nella tavola qui aggiunta vediamo uno de' pastori della peninsola greca di Marea, il quale sta sonando un semplice zufolo, presso la sua greggia. Egli è un pastore montanesco, nel semplice abito di pelle pecorina, che pòrta sul capo una berretta rossa ed i cui piedi sono coperti di sandali. Nello sfondo scorgiamo le pecore in agghiaccio ed i palchi alti che servono di dimora ai pastori nella bella stagione. In tempo d'inverno, ovvero generalmente in notti soffredde, questi pastori, con insieme le lor gregge, si ritirano nelle caverne delle montagne, dove abitualmente vivono le loro famiglie. Questi pecoraj menano una vita assai semplice e povera; ma non di meno sone independenti.
Fig. 2. Il Cantambanco moderno-greco.
La tavola presente ci fa vedere un cantambanco moderno greco, nel solito suo costume, presso una fontana dell'ordine turco, in un boschetto. Accompagnato dal suo strumento, in forma d'una mandolina a lungo manico, egli canta varie canzonette ad alcuni abitanti della Morea, che differiscono fra loro nel rango e conseguentemente nella vestitura; in mezzo a' quali vediamo parimente un pastore. Questi cantambanchi, traversando tutto il paese, fanno, nell' istesso. tempo, l'uffizio di poeti, musici e novellieri, per sollazzarne il pubblico,
Ad00341 05 077a/itaMisc. CXVII. Tom. VI. No. 75.
FESTA NAZIONALE DE RUSSIANI.
V'è tin costume nella Russia, secondo il acquisto deHe q'inli Tu messo un premio. Al quale la corte imperiale dà una festa alla segnale d'un cannone scaricato la plebe vi pb-be di Pietroburgo, ad occasioni solenni, corse rapidamente; la taffeta veniva acquisiccome conclusioni di pace, coronazioni e stata a pezzi ; le vivande si lanciarono verso matr;monj. La tavola qui aggiunta rappresen- tutti i lati ; una turba di rematori coraggiosi ta una tal festa, la quale ebbe luogo alla con- vinse le corna d'oro e per ciò un premio di clusione della pace fatta colla Svezia, nel 1790. 100.rubli. Le piramidi essendo vote, alcune Davanti al palazzo imperiale da verno erano fontane, non guari distanti, cominciarono a costrutti due alti palchi, a guisa di piramidi, spruzzolare fuori del vino bianco e rosso, di 20 braccia d'altezza, (Fig.. 1.) i cui sea- (Fig. - 2-) La plebe- vi corse in grandissima lini, giranti tutto d'intorno, erano imban- folla, raccogliendo in capelli la deliziosa bediti di vivande e di pastume d'ogni genere, vanda e presentandola in giro a' vicini. AiSopra ciascuno era posto un bue intiera- cuni Russiani di bassa estrazione anzi s'armente arrostito, donde l'uno aveva le corna rampicarono sulla fontana medesima per codorate e l'altro inargentate. Le piramidi gliere il getto di vino tutto intiero; ma una erano del tutto coperte di taffeta "rosata, di »ciringa ben applicata rinfrescò il bevitore modo che soltanto spiccavano le corna, sull' troppo ardito, rispignendolo ne' suoi limiti.
Ad00341 05 078a/itaMiscell. CXVIII. Tom. VI. No. 76.
IL MONTSERRAT IN ISPAGNA.
Nella distanza ài 9 leghe da Barcellona, gran monastero di Benedettini, nella cui alla volta sei tentrionale, nella provincia chiesa ritrovasi un' imagine miracolosa della spagnuola di Catalonia, è situato il rimar- santa Maria, è situato, siccome vediamo chevole Moniserrat, (vale a dire: monte nella tavola qui aggiunta, sul gran piano di merlato ossia segato) che si chiama così a mezzo del monte, in una affondatura, dietro cagione dell' essere composto di rupi e sco- alla quale s'alzano delle rocche scoscese. Fra gli a fianco a fianco ascendenti, in mezzo a' queste, per mezzo di sentieri, si giugne a' quali ritrovami piccoli piani. Questo monte tredici eremitaggi dispersi su più alte rupi, è parimente un luogo rinomato da peregri- Ciascuno di essi consiste di parecchie stanze, naggio, sul quale è posto un convento di d'una capelletta e d'un giardino. Gli eremiti Benedettini con insieme dodici eremitaggi qui dimoranti non sono ecclesiastici ma laici, dispersi qua e là e costrutti assai roman- i quali, dopo avere rinunziato alle cose monzescamenfe fra singole rupi. Il numero de- dane, qui menano una vita rigorosa e solitagli uomini, che dimorano sparutamente ria, rimoti dal tumulto del mondo. Essi sul Montserrat, monta à 250, coinprenden- non discendono nel convento di Benedettini do de' monachi, laici e fanti. Il ricco e se non all' occasione di certi giorni di festa.
Ad00341 05 079a/itaMiscell. CXIX. Tom. VI. No. 77.
RIMARCHEVOLI MURA DI CICLOPI DELL' ANTICHITÀ.
In diverse parti d'Italia e di Grecia litro- conoscevano le arti meccaniche, ed avenvansi ancora oggidì più avanzugli d'antiche do richiesto necessariamente un dispendio muraglie, la cui struttura singolare prova enorme di forze, si è entrato in pensiero che derivano dall' antichità la più remota, di attribuirle a giganti possenti del tempo imperciocché, da immemorabili tempi in primitivo; laonde gli Antichi già le chiaquà, non si fabbrica più in tal modo. Essi marono mura de' ciclopi. I ciclopi sono i sono muri consistenti di rocche prodigiose, giganti romanzeschi del mondo primitivo. — che non sono sgrossate in quadro, secondo, La tavola qui aggiunta rappresenta una cola foggia presente, ma congiunte insieme si fatta muraglia, comprendendo gli avanzi ed ammucchiate artifizialmente l'una sull' superbi d'una città antichissima, probabilaltra, senza saldatura e smalto, con quan- mente quegli di Epidauro-Limera, ch'esiste ti poligoni uscirono fuori dalla petriera ancora oggidì nello sfondo della piaggia di Queste opere essendo state costrutte ne' Malvasia, nella penisola di Morea. Beitempi più antichi, dove gli uomini poco lissimo monumento dell' arte umanaf
Ad00341 05 080a/itaMisc. CXX. Tom. VI. No. 78.
SCENE DELLA TAURIA, PER L'ADDIETRO CHIAMATA CRIMEA.
Fig. 1. Danza de' Dervis.
Jervis so io frati mendicanti, che in parte vivono in conventi, in parte vanno girando neir Oriente, massimamente nella Turchia ed in Persia, predicando la lor fede e facendo varie buffonerie superstiziose, per abbagliarne la plebe. Secondo un rito singolare, ch'esiste fra loro, essisi ragusano in una moschea, (chiesa turca) ogni martedì e venerdì, di sera, dove celebrano l'uffizio divino, in presenza d'altri devoti, e di poi menano un ballo che soltanto consiste in un rapido giramento. L'uno dopo l'altro vi cade in un'accesso di svenimento, donde viene incontanente risvegliato per mezzo di pocche parole favellategli all'orecchio dall'arciprete, ossia Iman. Questa tavola ci fa yedere'una così fatta scena nell'istesso modo che viene rappresentata nella moschea principale di Baktschi - Saraj in Tauria.
Fig. 2. Buffone della Crimea.
Vediamo qui rappresentato un giudeo di Costantinopoli, il quale, accompagnato da una musica rumoreggiante di zingani, sta facendo i suoi atteggiamenti buffoneschi, per divertimento di alcuni signori di rango, che vi sono spettatori. Finito il ballo, egli ha dato all'abito suo la forma d'una bambola, fermata ad un bastone, al braccio manco, colla quale entra in ragionamenti pazzeschi. La bambola muta non vi risponde che con colpi, in sommo diletto degli spettatori.
Ad00341 05 081a/itaMiscell. CXXI. Tom. VI. No 79.
IL GIGANTE PERUVIANO.
Uomini di grandezza straordinaria si chia- sappiamo. La medesima usanza ritrovasi mano Giganti, siccome si dà il nome di parimente nell'America, vedendosi rappreNano a quegli che sono piccoli fuor di sentato nella tavola presente un gigante perùmodo. Entrambi si scostano dalla solita viano, di nome Basilio Huaylas, il quale, grandezza umana, non potendosi supporre nel 1792 venne portato dalla città d'Ica che sul globo terrestre vi s'incontrino na- a Lima, capitale del Perù, per farvi mozioni intere di giganti o di nani, benché stra. Nella età di 24 anni egli oltrepassaalla volta del Nord *i ritrovino delle schi- va l'altezza di 7 piedi. Le membra del »tte di viappiù piccoli uomini, e nelT corpo erano d'una grossezza sproporzionata, America meridionale la gran progenie de' massimamente quelle della parte superiore. Patagoni. Per l'ordinario Huaylas comparse nel costume bizzarro qui dissegnato. A paragone Uomini d'insolita grandezza, ossia gi- gli sta accanto un'uomo di statura ordinaganti, assai sovente si fanno vedere per ria, il che tanto più contrasta la di lui fidanari, a cogione della rarità, come noi gura gigantesca.