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Ad00341 05 052a/itaMiscellanea CI. Tom. VI. No. 50.
ABITAZIONI DE' BESCIUANI.
1 Befciuani, che abitano l'interiore dell' Africa, fono della fchiatta di Hottentotti, la quale per più rifpetti differifce da effì. Gli Olandefi, da dieci anni incirca, cene recarono notizie più efatte dal Capo di Buona Speranza. Quefta gente mezzocolti?ata s'applica all' agricoltura, alla caccia ed all' econonna di beitiame. I loro villaggi fono comporti di abitazioni ficcome qui fene vedono dipinte. Le capanne fono coftrutte nella maniera feguente. La parte interiore è attorniata d'un muro tondo d'argilla vergato di rami. dentro al quale ritrovali una porta affai ftretta. Qui dimora la propria famiglia. Queft' appartamento interiore è accerchiato d'un corridojo foftenuto da tronchi della Mimofa, dove la notte dormono i fervi e gli fchiavi. Il tetto appuntato all' eftremità e coperto di giunco, ombreggiando parimente il corridojo efteriore, onde il tutto fa belliffima vifta. La biada ferbafi in de' granaj di Fig. ura conica, di cui uno fi vede dipinto allato. Le femmine efercitano l'agricoltura, e gli uomini s'occupano della caccia e dell' allevamento di beftiami. —
Ad00341 05 053a/itaMiscellanea CII. T. VI. Nr. 51.
CAVERNE RIMARCHEVOLI.
La caverna chiamata Schiilerloch in Baviera. IN elle grandi e spaziose caverne delle montagne calcari l'acqua impregnata di particelle di calcina spenta forma delle stalattiti fibrose, onde l'interiore di questa caverna è adorno in varie Fig. ure che la rendono degnissima d'ammirazione. Una così fatta grotta, nominata Sihulerloch, vediamo dissegnata nella tavola presente. Essa ritrovasi nella montagna da calcina appresso al fiume à'Altmiìhl in Baviera, appiè d'un villaggio, di nome Alt Es sing. Benché da prima non si possa senza difficoltà passarne l'entrata, ch'è alla sommità della rupe, pur chi vi s'incamina con assiduità ne gode ben presto della ricompensa nel rimirare la magnifica grotta qui dissegnata. I pilastri s'alzano l'uno sovra l'altro a guisa d'un duomo gotico, sostenuti da colonne di stalattite che pendone dal tetto insino al fondo, formando più aperture, dove all'imaginazione dello spettatore, ingannato dal lume della torcia, Si rappresentano degli altari ed altri ornamenti e sfregi d'una chiesa.
Ad00341 05 054a/itaMiscellanea CIII. T. VI. No. 52.
ARCO TRIONFALE DELL'IMPERADORE SETTIMIO SEVERO.
La tavola nresente ni rappresenta uno di que' monumenti rimarchevoli, che da' Romani antichi vennero inalzati a'ioro eroi vincitori, o per gratitudine o il più delle volte per adulazione. Quest'arco trionfale, consacrato all' Imperadore Settimio Severo, a cagione delle vittorie da lui riportate sovra i Parti, Arabi ed altre nazioni, vedesi ancora oggidì in Roma quasi intero e purificato di fasciume dietro al campidoglio essendo attorniato d'un muro di riparo. (1) Fig.. I. ci fa vedere il lato maggiore con insieme le sue quattro belle colonne e tre porte fatte a volta che nel mezzo sono congiunte insieme mediante due archi. Al dissopra dell' arco maestro si vedono due bellissime Fig. ure della Dea della fama. Sopra i piccoli archi laterali sono rappresentate in bassirilievi le geste dell' imperadore trionfante,, leggendosi sul lato d'innanzi e di dietro l'inscrizione dedicatoria che fa menzione del successore del suddetto imperadore. Le lettere scolpite furono già intarsiate in bronzo dorato che però poscia veniva involato. Il tutto termina in un terrazzo che si ascende nell' interiore per mezzo d'una scala e dove per l'addietro si vidde intagliato in pietra il carro trionfale del vincitore attorniato di soldati. Fig.. II. ci rappresenta una delle parti laterali di quest' arco trionfale che sono prive di ornamenti fuorché le colonne e la cornice. Tutto questo edifizio magnifico è intieramente costrutto di marmo bianco.
Ad00341 05 055a/itaInsetti LII. T. VI. No. 53.
FALENE DI GERMANIA.
Fig. 1. Il Picchio. (Phalaena Bombyx Dominula.)
vJuesta falena merita con ragione il nome di picchio pel suo colore principale foscoverde delle ali d'inanzi. pelle macchie bianche ed aramiosedi diverse Fig. ure 1 he leggiadramente vi contra timo e pelle ali di dietro d'un rosso huilante di cinabro adorne di strisele e punti rieri Fig. 2. La Falena porporina. (Phalaena Bombyx purpurea.)
Questa falena ricercatissima da' dilettanti di farfalle e che non si trova da per tutto viene così chiamata a motivo delle sue ali di dietro d'un rosso ardente adorne di macchie nere assai contrastanti che danno nell' azzurro. Le ali d'inanzi gialliccie sono sparse di varie piccole mattine brune delle quali Tuna ha la forma di S, orde si è dato all' insetio il nome di orso giallo II bruco (b.; appartiene a' l~ru chi orsiii a cagione cFig. 3. La Falena de'tigli. (Phalena Bombyx Bucephala.)
Benché il bruco perfetto (S) dipinto a più colori di questa falena, originaria della Germania, si nudrisca colle foglie di varj alberi tuttavia preferisce le foglie de' tigli. Esso è poco peloso, alla bella prima tutto nero, divenendo a poco a poco più giallo dopo avere cangiato più volte di pelle. L'insetto alato (A) porta il nome di teschio di bue a motivo della sua testa grossa mezzo nascosa sotto il collare peloso,- viene altresì chiamato mezza luna pelle macchie grandi e gialliccie sulle punte delle ali d'inanzi. Il bruco si cangia in crisalide sotto la terra dove costruisce un buco senza addobbarlo d'un bozzolo.
Fig. 4. Il Geometra degli ontani. (Phalaena Geometra alniaria.)
I bruchi (b) della famiglia a cui appartiene questa falena rassomigliano perfettamente a de'ramiceli! d'alberi secchi massimamente quando il bruco sta dritto sulla parte posteriore in istato di risposo. Non avendo alcune zampe se non alle due estremità ed essendone privo nel mezzo del corpo non va strisciandosi inanzi con tutte le parti del corpo ma soltanto per spanne formandone un' annello onde la denominazione di Geometra si deriva. Ama sopra tutto le foglie degli ontani non disprezzando per ciò quelle d'altri alberi. Questa falena piace più pelle ali leggiddramente intagliate di dietro chepella semplicità de' suoi colori. Il bruto subisce le sue nictamo-ddsi sugli alberi dove traile foglie forma un' inviluppo con lunghi fili -'entro al quale, deposta l'ultima sua pelle, comparisce in forma di crisalide verdebiunca.
Ad00341 05 056a/itaMiscellanea CIV. T. V. No. 54.
MONTI RIMARCHEVOLI.
I. Il monte campaniforme (chiamato in tedesco Gross-Glockner.)
11 monte campaniforme, che vediamo dissegnato nella tavola presente, dee il suo nome alla forma rassomigliante a quella di campane; s'innlza al di sopra della superficie del mare all' altezza di 12,000 piedi essendo il più alto de' monti di Salisburgo situato fra i confini di Tirolo e Carintia. Non si giunse alla di lui sommità se non ne' tempi moderni, il Vescovo di Gurc, Principe di Saint - Reiferscheid, essendo il primo a riuscire in questa impresa, utilissima aliai fisica con; insieme più letterati assai ragguardevoli. A fine di favorire la comodità de' viaggiatori il Vescovo suddetto, degno di somma stima, vi fece costruire più case delle quali la prima e la più grande qui dissegnata chiamasi in Tedesco Salmshöhe. Di qui si ha da caminare appiè passando sovra delle rocche scoscese ricoperte di neve, il che rende il viaggio assai pericoloso. Per arrivare alla cima, che viene divisa in sei punte, si contano sei leghe di strada. Sulla sommità del monte dove appena capono 6—8 uomini ritrovasi una croce di ferro di 12 piedi d'altezza. Qui il cielo sereno offre agli occhi la vista la più bella scorgendosi di lontano le Alpi di Carintia, Stiria e di Tirolo con insieme i fiumi d'Eno e Dravo. La descrizione publicata dal Sgr. il Professore Schuhes in Inspruc è la più bella che si possa leggere intorno a questo viaggio.
II. Il monte nevoso.
Questo monte, che deriva il juo nome dalla neve onde il fastigio e'1 lato settentrionale vedonsi coperti per tutto* l'anno, è situata 11 eli' Austria bassa (/leghe distante da Vienna presfo a' confini di Stiria. Esso, meno alto del precedente, s'alza sopra la superficie del mare all' altezza di 6600 piedi avanzando perciò d'un terzo quella della famosa cima nevosa in Silesia. Il camino conduce il viari, dante per molte leggiadrissime contrade né* si corre punto rischio nel montare lo di lui cima. Di quasi riguarda fin dove si stende la vista i bellissimi contorni di Vienna. L'aria serena ci rappresenta di lontano il porto di Trieste in una trasparenza brillante.
Ad00341 05 057a/itaPiante CX. Tom. VI. No. 55.
CARDI STELLATI DELL'AMERICA MERIDIONALE.
A cardi stellati, che si ritrovano nelle stufe d'Europa, non sono originari se non di paesi più caldi dell' America meridionale e delle isole vicine a' tropici d'America. Tutti sono vegetabili sugosi e carnosi che traggono il lor nutrimento e fertilità piuttosto dall' aria che dalla terra. Per questa cagione essi crescono e vengono inanzi anche ne'luoghi più aridi e sabbiosi de'clirni più caldi. La maggior parte di queste piante è nuda di foglie né composta che di fusti e rami d'una diversa sì ma intiera uniformità nonostante le diverse sorte, la forma de' lor organi, difesi più o meno da pungoli, essendo ora sferica ora cilindrica ed ora angolosa. Con una co*i fatta uniformità de' tronchi e de' rami tanto più contrastano i fiori leggiadramente coloriti e formati che non sbocciano che una sola volta dopo '1 tramontare del sole richiudendosi per sempre dopo alcune ore. Le frutta mangereccie di questa pianta si rassomigliano al fico essendo d'un sapore agrodolce.
Nella tavola presente vediamo dissegnato: '
Il cardo a mellone. (Cactus Melocactus)
Gli organi del tronco sono della grandezza d'una testa d'uomo, avendo la forma di mellone solcata dall'alto di modo che ne sortono molti merletti armati di pungoli per lo più di 14 dita d'altezza. Quando la pianta h nel punto di produrre de fiorì e delle frutta, al dissopra sporta un gambale cilindrico, alto, peloso e guernito di spine donde sortono tutto d'intorno fiori dapprima vermigli, che finalmente diventano d'un rosso di cocciniglia, ciascuno de'quali in capo sta attaccato ad un germoglio donde si sviluppa dipoi il frutto a guisa di mellone carnoso e d'un rosso scuro di cocciniglia in sul. quale il fiore vizzo si sostiene appiccandosi.
Ad00341 05 058a/itaMiscellanea CV. T. VI. No. 56.
I BOSCIUANI.
I Bosciuani, rbitanti dell' Africa meridionale, le cui abitazioni e maniere di vivere già imparammo a conoscere in quaderno CX. di questo tomo, si vedono dissegmti più caratieriuicamente nella tavola presente dietro la loro carnagione e forma. Vediamo qui un giovane n arito con insieme sua giovane moglie. Il marito ha la testa adorna di piume, p'rta orecchini, triangolari ; la sua nudità è coperta d'un mantellino di pelli d'animali e d'un grembiale; al braccio gli pende mi cestello o piuttosto sacchetto tenendo in mani hassagaj ovvero jacoli, armi usatissime di questa gente guerreggiosa e mezzo selvaggia, la quale spesse volte s'impaccia di dissensioni sanguinose co' suoi vicini. — La giovane donna che qui sta assisa e colla quale il marito si trattiene, ha il bassoventre decentemente coperto di grembiali di cuojo che formano una specie di gonnella Molte donne hanno indosso anche mantellini. La femmina qui dissegnata fu;na del tabacco sorbendone il fumo a beli' agio col mezzo d'un corno cavo riempito d'acqua in capo al quale sta incastrata una canna da pipa di legno insieme colla testa. Accanto ad essa vedesi l'asce sua, il taglio de' boschi essendo l'occupazione principale delle donne. In sul suolo si vedono poste alcune stoviglie.
Ad00341 05 059a/itaMiscell. CVI. Tom. VI. No. 57.
COLOSSEO OSSIA ANFITEATRO DELL'IMPERATORE FLAVIO VESPASIANO.
1 ralle rovine le più rimarchevoli e le più magnifiche dell' architettura romana si comprendono anche gli anfiteatri che si ritrovano in Roma più o meno scaduti, donde il più bello e'1 più grande è quello dell' imperadore Flavio Vespasiano che vediamo nella tavola presente. Venne costrutto due anni dopo la distruzione di Gerusalemme e sino a' nostri tempi sen' è conservata una parte grandissima, non il tempo ma gli uomini essendo cagione della di lui mutilazione e rovina. Esso è un' edifizio d'immensa ampiezza donde Fig.. IL ci rappresenta, il lato ottimamente conservato, elto quattro piani, de' quali ciascuno è adorno d'un' ordine di colonne. Quest' anfiteatro, secondo il disegno, (Fig.. I.) ha la forma ovale nel cui centro ritrovasi l'aringo ossia Marena (a) dove uomini avevano da combattere con uomini o con delle fiere, a fine di sollazzarne migliaja di spettatori che si adunavano in quest' edifizio massiccio di pietra. Quest' aringo è attorniato d'una galleria a scalini (Z>) sotto i quali ritrovansi le volte in cui si rinchiudevano le bestie feroci. Quattro entrate maggiori (e) ci guidano all' edifizio ed all' aringo, per quattro altre (e) si giugne ne' piani superiori e per altrettanti nsgl' inferiori.
Ad00341 05 060a/itaPiante CXI. T. VI. No. 58.
IL CARDO A FIORI STELLATI, OSSIA FICO INDICO. (Cactus grandiflorus.)
vJli organi serpeggianti del tronco e deT ed all' entrar di Luglio la sera dopo'I trarami di questa pianta, rimarchevole a cagio- montar del sole richiudendosi tutto vizzo ne del suo fiore pomposo, arrivano all' al- primo dello spuntare del sole. Il dissegno tezza di 3 a 6 piedi avendo al" più due dita ci fa vedere la forma e'1 colore di questo di grossezza. La lor forma è cilindrica od magnifico fiore che sparge da per tutto una un poco attenuata all' estremità, i merletti soavissima fragranza. Esso naturalmente alti, per l'ordinario al numera di sei, es giugne talvolta ad un'altezza maggiore se «endo armati di pungoli giallicci. La so- viene coltivato presso a piante vigorose, itanza interiore è carnosa e sugosa. Molte L'embrione arriva alla maturità frallo spazio di queste pannocchiette spinose ar lati de' dvun' anno producendo un frutto sugoso, a rami producono in primavera de* germogli guisa di pera, d'un sapore agrodolce, armaguarniti di squame e di bianchi mazzetti pe- to tutto d'intorno di squame piccole rosse e losi. Questi germogli formane»' al dissopra scabrose che danno nelP aranciato. Questa un calice parimente squamoso e peloso di pianta ritrovasi nelle stufe essendo per orifuori di 6 dita d'altezza, onde sorte un fiore ginaria dell' America meridionale, di Giapomposo che non sboccia pienamente se maica, e di San Domingo, son una sola volta verso il une di Giugno
Ad00341 05 061a/itaMisceli. CVII. Tom. VI. No. 59.
COSE RIMARCHEVOLI DEGLI HINDUI.
Gli Hindui, abitanti dell' Asia interiore, sono assai famosi pe' loro costumi e per l'antichità della di loro religione, secondo la quale tutti gli altri pareri e sentenze de' differenti paesi, in materia di religione, a poco a poco si conformarono. Il simbolo dell' Essere supremo , che rappresentano senza figura, consiste in un globo. Da esso trassero l'originei tre Dei superiori: Brama, Vischnu e Schiven. — Vischnu é il conservatore, Schiven il distruttore del conservato, a'quali gli Hindui erigono de' tempj o d' pagodi, donde il ritratto vedesi in No. 19 del tomo sesto e nella tavola qui aggiunta. Al dissopra della porta maestra s'innalza una torre in forma di piramide di più compartimenti, de' quali ciascuno è adorno d'una gran finestra illuminata di notte con delle lampade in giorni di festa. Avanti al pagode vedesi un gran vivajo da bagno, gli Hindui bagnandosi tutti i giorni e credendolo un' azione religiosa. Al di là della riva ci si rappresenta un' abitazione aperta sostenuta da colonne, che chiamasi Schultri, la quale serve di ricovero a' peregrini, dove si può pernottare libero d'ogni spesa. Cosi fatti Schultri si ritrovano spesse volte all' Indie orientali. — Il modo il più commodo di viaggiare in questo paese si fa col mezzo del palanchino o della sesto seggetta, la quale, ricoperta d'un panno, viene portata da quattro Hindui mercenarj.
Ad00341 05 062a/itaMiscellanea CVIII. T. VI. No. 60.
DIVERTIMENTI POPOLESCHI DE' RUSSIANI.
La tavola qui aggiunta ci rappresenta due torte de' più favoriti divertimenti popoleschi de' Russiani, vale a dire :
Fig. 1. I monti ghiacciosi
che sono ponti di legno di 18 braccia d'altezza (i) onde l'una parte è difesa da una copertura di legno, che vien adacquata e riempita di ghiacciuoli, in sulla quale i dilettanti, spesse volte numerosissimi, o assisi su piccole slitte o stanti su' ghiaccini, discendono con tanta violenza che vanno sdrucciolando anche in sulla strada di ghiaccio fatta abbasso. Così fitti monti artifìziali di ghiaccio vengono inalzati ogni anno in «S1. Pietroburgo nella settimana del carnavale sulla Neva o presso ad essa, (dirimpetto ci vien veduta l'accademia delle scienze (3) con insieme un' altro palazzo (4)) il popolo concorrendovi sempre in grandissima, folla. Oltre di ciò vi si trovano degli uomini che vendono de' rinfreschi, principalmente una sorta d'idromele, bevanda calda composta di zucchero e di pepe che si prende con latte o senza esso (2) e confortini del paese.
Fig. 2. Dondoli di Russia
di due sorte differenti. L'uno rassomiglia ad. un carosello fuorché la sua forma ò perpendicolare invece d'essere orizzontale. I dilettanti de' dondoli sono assisi in seggiole attaccate ad una asse che si gira col mezzo d'una ruota o soltanto mediante le mani. L'altro è un dondolo da vibrare, (2) per g persone assise, il quale viene vibrato da due uomini stariti. I dondoli di questa fatta vendono costrutti nelle piazze publiche nella settimana di pasqua. Questi, che vediamo qui, sono nella piazza pressa al teatro di pietra in 61 Pietroburgo, dove altre.ù si sono piantato tende dell' acquavite; (3) gli ufficiali di polizia, che vi stanno presenti, avendo l'incarico di prevenire i disordini o di acchetarli e spegnerli col mezzo d'una tromba per gl'incendj che qui si vede.
Ad00341 05 063a/itaAmfibj. XXV. Tom. VI. No. 61.
IL COCCODRILLO DI SAN DOMINGO.
A gli animali scoperti ne' tempi moderni ap- Coccodrilli dell' America, cioè il Caimano partiene il Coccodrillo di San Domingo, di e'1 Coccodrillo di San Domingo. Questo difcui Ledere, Generale francese, ci diede no- ferisce dal Caimano nella grandezza ed in tizie più esatte, mandandone due esemplari altre qualità rassomigliandosi più al gran Coca' fisici della Francia. Per lo passato si ere- codrillo del Nilo, laonde da prima si credeva deva che nell' America non s'incontrasse se che ambedue fossero d'una medesima spezie; non una sola spezie del Coccodrillo, cioè il ma ricerche più esatte assai sufficientemente Caimano, il cui ritratto abbiamo veduto in cen' hanno dimostrato la differenza. Tom. IV. No. 14 di questo libro ; ma questo, "che vediamo dissegnato nella tavola presente Fig.. II. ci fa vedere il teschio d'un Coce che venne scoperto in San Domingo, ci codrillo del Nilo, a gola spalancata, a fine di rappresenta una nuova spezie del tutto diffe- scorgere più distintamente i denti micidiali rente, di modo che finora conosciamo due di que to animale spaventevole.
Ad00341 05 064a/itaPiante. CXII. Tom. VI. No. 62.
IL CARDO STELLATO A MAMMELLA.
Abbiamo già imparato a conoscere molte II cardo stellato sboccia in tempo di bellissime spezie del cardo stellato che sono state, portando grani seminali che giugriono originarie dell' America meri3ionale. Nella alla maturità la primavera susseguente. Esso tavola presente ne vediamo dissegnato il car- è nativo dell' isole dell' America meridionale do stellato a mammella (Cactus mammillaris) dove cresce nelle fessure delle rupi; ma, in grandez7a naturale. Sulla superficie si là da gran tempo in qua, ritrovasi anche ne' vedere un' infinità d'emisferi oblonghi e di giardini botanici dell' Europa, dove bisogna fiori giallicci. Il frutto rosso, in forma di conservarlo nelle stufe. Viene propagato per pera, ha di dentro una carne gialligna che mezzo di grani seminali ovvero mediante la serve di nutrimento agi'Indiani pel suo sa- parte superiore tagliala della pianta, pore dolcigno.
Ad00341 05 065a/itaMiscell. CIX. Tom. VI. No. 63.
PEZZO D'UN DENTE CANINO SCAVATO D'UN' ELEFANTE.
JNon è ancora guari di tempo passato che'1 di profondità, non solamente nella Germania Sgr. Lavalette, uomo assai scienziato e pa- ma quasi in tutte le parti dell'Europa e dell' drone d'una tenuta nella Francia, facen lo Asia, e che abitarono questo globo terrestre rassettare una fonte del suo giardino, scoper- prima dell' esistenza degli uomini. La cognise, a 5 piedi di profondità, il canto superiore zione dell' anatomia paragonante ci ha dimod'un dente canino d'un' elefante, di 2 piedi strato evidentemente che questi scheletri scad'altezzà, attorniato di tufo, di cui l'una vati non appartengono ne agli elefanti dell' parte vediamo dissegnata nella tavola presente. Africa né a quegli dell' Asia, che sono le sole L'avorio n'era buonissimo e del tutto intiero spezie, finora esistenti, di questo animale, fuorché l'estremità della crosta. Al contrario tutte queste ossa derivano dagli elefanti delV antichità, di cui finora non si Alle cose le più memorabili della storia sono scorto più indizi, antica del nostro globo terrestre appartiene La spiegazione ulteriore di questa matebensì la scoperta di scheletri e di denti d'eie- ria interessante ritrovasi nel contentano del fanti che vengono disotterrati, a pochi piedi numero presente.
Ad00341 05 066a/itaMiscell. CX. Tom. VI. No. 64.
CAVERNA D'ANTI-PAROS.
Onesta caverna rimarchevole ritrovasi in Anti-Paros, piccola isola di poco conto nell' Arcipelago della Grecia. Questa grotta, sconosciuta ne' tempi antichi, non venne «coperta che nel 1673 dal Sgr. di Nointel, ambasciadore francese in Costantinopoli, il quale, con grandissimo seguito, vi passò ì giorni del Natale.
Fig. 1. Entrata della caverna.
L'entrata superiore della caverna forma una rupe a volta, dove a man manca pende in giù un' apertura, alla quale il viaggiatore giugne col calarsi per mezzo d'una fune avvolta d'intorno al pilastro naturale. Bisogna servirsi di torchj accesi a cagione dell' oscurità.
Fig. 2. Vista interiore della caverna.
I viandanti, dopo essere discesi dall' alto nel primo baratro, giugnono su più pendici le quali in parte sono assai perigliose a motivo de' profondi precipizj situati a man destra. Fa mestiere che i viaggiatori, col mezzo di funi, più volte discendano rasente a rupi altissime per potere godere della ricompensa del loro coraggio e de' perigli da loro provati, rappresentandosi agli occhi la vista la più magnifica. Alla fine si ghigne alla grotta dissegnata in
Fig.. II., dove si scorge assai manifestamente, tutta la caverna essere formata di stallattiti. I pilastri di stallattite penzolano dall' alto in giù e »'alzano dal fondo all' in su. Un' ammasso grandissimo di stallattiti forma nel mezzo un poggio. Quivi il Sgr. di Nointel fece di.e la messa, la festa del Natale del 1673, onde questo luogo, da quel tempo in qua viene chiamato Altare.
Ad00341 05 067a/itaMiscell. CXI. Tom. VI. No. 65.
RAPPRESENTAZIONE A MICROSCOPIO DELLA STRUTTURA DELLA MIDOLLA DE' CARDI.
In qual grandezza, degnissima d'ammira- grande apertura per tutto '1 fusto, la quale zione, non ci si fa vedere ìa sapienza del s'accresce coli' andare del tempo, risirignencreatore anche nella più picciola pianta, se dosila midollaa poco apocoper via del diseccala riguardierno col mezzo del microscopio! mento. I.a midolla cellulare, a guisa d'anLa semplice intersezione traversale (A.) d'un nello, abbraccia il fusto, il quale, intersecardo nostrale, (carduus acanthoides) aggran- cato, ci rappresenta molte aperture più o dito, offre la composizione artificiale della meno glandi che servono alla circolazione sua struttura (B). La midolla interiore è de' succhi. Al di fnoti vediamo i (teli agcornposta d'un tessuto sottile di cellule esa- granditi del picciuolo che pendono in giù, çone, pelle quali i succhi nv.tiitivi s'alzono a guisa di fiocchi, servendo al nutrimento e si distribuiscono. Dal centro sorte tina della pianta coli' assorbire gli umori esteriori,
Ad00341 05 068a/itaMiscell. CXII. Tom. VI. No. 66.
COLONNA DJ TRAJANO IN ROMA.
A monumenti i più belli dell' antica archi- della colonna è adorno delle più eccellenti tettura romana appartiene questa colonna opere di scoltura in bassorilievo che accerpomposa che ritrovasi ancora oggidì in Roma, chiano il tutto a chiocciola. Esse si riferi. L'Imperadore Adriano la fece innalzare in scono alle geste dell' Imperadore Trajano, onore del suo gran predecessore, dell' Impe- massimamente alla vittoria riportata sovra i radore Trajano, sulla magnifica piazza del Dacj; tutto ciò è spiegato in più di 2500 Fig. amercato ossia Foro da esso edificata. Questa re intiere e mezze. Altre volte su questa cocolonna, costrutta dal celebre architetto lonna fu posta la statua di bronzo di TraApollodoro, ha 118 piedi d'altezza senza il jano, la quale poscia venne distrutta. Pella piedestallo (alto 17 piedi) essendo composta qual cosa il Papa Sisto V. nel 1589 ivi sopra di 34 gran pèzzi di marmo. È cava al di fece innalzare la statua colossale dell' Apodentro; jß5 scalini di marmo conducono stolo Pietro che visi trova finora, siccome alla lastra superiore del capitello della co- vediamo dissennato il tutto nella tavola prelonna, dove si gode d'una bellissima prospet- sente. *. tiva sovra una parte di Roma. L'esteriore
Ad00341 05 069a/itaPiante. CXIII. Tom. VI. No. 67.
FOGLIE PIETRIFICATE DEL TEMPO PRIMITIVO.
IN ella vicinanza del castello Rauche-sau- non che a quelle che sono originarie di quelle ve, presso al borgo Chaumerac, nel dipar- regioni. Pella qual cosa queste foglie pietritimento de l'Ardeche nella Francia, fra ficate e racchiuse negli strati di pietre sono pietre sfaldate, nello scavare e spezzare prodotte da piante, le quali, da molti secoli degli strati di pietre, s'incontra un'infinità in qua, crebbero in quella contrada, durante di foglie abbronzate e mezzo pietrificate, le la formazione di queglj strati di pietre, ma quali, esaminate più attentamente, rare voi- che non si trovano oggidì né in quella rete e per lo più non si trovano punto confor- gione né altrove, in paesi più lontani d'altri mi alle foglie delle piante verdeggianti che climi, fra piante lussoreggianti. nascono oggidì generalmente in sulla terra,
Ad00341 05 070a/itaMiscellanea CXIV. Tom VI. No. 68.
SCÈNE DELL'AFRICA.
1. giovani nostri lettori già spesse volte har.no certe regole, riportandone la vìncita chi pri■'--., \ ser.tito parlare degl' infelici negri dell' Afri- ma accompagna tutte le pallottole. Si dice che ca, i quali vengono digradati sino all' mfe- questo giuoco sia più difficile di quello di dariore grado della coltura dal pregiudizio de- ma usitato fra di noi; le giovani négresse gli Europei che li trattano da schiavi anzi meditando esercitandosi in questo giuoco sida bestie. Con tutto ciò quegli uomini neri no dalla più tenera infanzia, disprezzati sono forniti di maggiori talenti e Nel fondo vediamo una prnova della decapacità, siccome vediamo nella tavola qui strezza di corpo de' negri, cioè la maniera di aggiunta. Nel proscenio, sotto un'ananasso, cui essi si servono per portare-giù infiaschi è assisa una giovane negressa, che sta medi- ■ il succo delle palme ottenuto per via d'incicando sovra un giuoco, chiamato Uri, di sioni. Il negro, attorcigliando la palma e se the esse assai si dilettana. Questo giuoco, medesimo con corteccie d'alberi e strascinanconsiste in una cassetta spartita in più ri- do innanzi que' cerchj sopra i rampolli dell' postiglj che vengono rimpiazzati a vicenda albero, s'arrampica all' in su ed in giù coli' con 21 pallottole da due giuocatrici secondo appoggiare i piedi.
Ad00341 05 071a/itaMiscellanea CXV. Tom. VI. No. 69.
VISTA D'UNA PARTE DELLA CITTÀ DI BATAVIA.
Alle possessioni le più rimarchevoli degli quali comprendono Europei, Gjaponesi naOlandesi nelle Indie appartiene l'isola di Java tivi, Chinesi e Schiavi. In favore della mercon insieme la città di Batavia, capitale di catura le belle e larghe strade sono attraverquelle vastissime e ricchissime possessioni, sate di Canali, i cui viali d'alberi ombreggiaQuestà città venne edificata dagli Olandesi, no gli spasseggiatori. Nella strada qui riisriegli anni 1618 in 1631, dopo la scacciata segnata trovasi la chiesa cattedrale riformata de' Portoghesi. Benché il terreno sìa palu- degli Olandesi, edifizio ottangolo di bellisdoso ed insalubre tuttavia il sup situamento sima apparenza con una cupola. Batavia favorisce la mercatura a motivo del porto è la sede del governatore generale olandese vicino. Essa è fabbricata alla europea; ha edel magistrato delle possessioni appartenenti 20 »trade regolari; il numero delle case mon- agli Olandesi nelle Indie, ta a 5270 e quello degli abitanti a 115,960,