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Ad99998 04 034a/itaPiante. LXXX. Tom. IV. No. 32.
PIANTE MEDICINALI.
Fig. 1. La Sena. (Cassia Senna.)
J_je fopdie della Sena, conosciute e ufate da per tutto come medicamento purganîe, sono d'un frutice, che giunge all' altezza di 3 fino a 4 piedi, e di rado dura piu d'un anno. Cresce copiofamente nella Siria e Arabia, e in Egitto, ove se ne sa il eommercio principale, e da Aleffandria se ne manda la miglior forte in Europa. Ora riesce questo frutice ancora in parecchie parti d'Italia, et della Francia méridionale per mezzo della coltivazione, le foglie perb non vi arriyàno alla bontà di quelle della Sena d'Egitto, ne lianno altra prerogativa che quella di ottenerle frelche. Le fogliette oblungbe Hanno l'una di rimpetto all'altra a lunghi e lottili gambi attaceate. I fiori di cinque foglie gialli (yi)
formano infieme col fufticello loro una specie di fpiga. Il guscio del frutto, che al baccello de' pifelli verdi fomiglia (J3)
in diftinti scompartimenti racchiude i femi, che hanno forma di cuore. Le foglie sono impregnate d'un oglio groffetto, volatile, e d'odor gagliardo, che pej infuiione se n' eftrae, e che a quelle dà la virtù purgativa. Quindi è che per conciliar maggior efficscia alle medeüme, non conviene farle bolüre, onde l'o«*Ho se ne va fvaporando, ma bensî insondervi si deve acqua bollente, e servirli di quel decotto.
Fig. 2. Il Legno di Quassia. (Quassia amara.)
La Ounfßa cimara, offia il Legno di Çuafjia e di uguale importanza e riputazione per la lua virtù médicinale. ElTa senza cultura cresce in forma di arboscelîo di mezzana grandezza, ne troppo fréquente, in più parti delP America méridionale, matlimamente nella Cajenna, e in Surinam fu le fponde de' fiumi. Le sue foglie oblungbe e appuntate a tre b quattro coppie escono del gambo, il qua le dall' uno e l'altro lato in aüformi escrescenze ß allarga. Il suoi fiori di cinque foglie del coîor di scarlatto (b~)
vi Hanno l'uno accanto all'altro in forma di mazzi. La radie« di questo frutice CO ^a quale fpeflb arriva alla groftezza d'un braccio, serve di medicamento. La virtai médicinale di eßa fu feoperta da un negro, chiamato Çuaffi, b Cuaffi, onde Parboscelîo poi ebbe nome. La radice è leggiera, e logora, ma non lenza fufhclente confiltenza. Effa contiene una foftanza amara, da eitrasfene colla femplice acqua fredda, di virtù affai efficace contro parecchie malattie, maffimamente contro la debbolezza de' nervi. Vendendofi il legno genuino di Quaffîa a caro prezzo, lpeffo si fallifica, foftituendogli un aitro, che è fpurio, e di quaiità rueno efficace.
Ad99998 04 035a/itaInsetti. XXV. Tom. IV. No. 33.
FARFALLE DIURNE.
JLe farfalle qui difegnate, che per la vaghezza de' colori si diftinguono, appartengono aî!a clalTe delle farfalle diurne, delle quali li è data contezza nel Quaderno 66. No. 27. della prelente opéra.
Fig. 1. Il Farfallone ciel Finocchio. (Papilio Machaon.)
Qoefta forta di farfalla detta ancora coda di rondine (VI.)
ron quePa di fis; ^-è la piû grande delle farfalle diurne d'Europa, arrivando colle ali diftefe a 4 b 5 pollici. Il color principale delle ali superiori e inferiori, intaccate negli orli loro, è zolfino, di firiscie e macchie nere abbellito. Le ali inferiori proluogate terminano in una punta, con due macchie rance, fomiglianti all'ocçscio, al di fopra. Effa si trova per tutta la Germania nelle campagne apriclie. Il suo bruco che è della lunghezza di pollici x § (J3)
, si nutre di aneto, finocchio, pTezzemoîo, e delî' erba del navone. E di color verde chiaro con interfegamenti neri, punteggiati di color di suoco. Queito bruco a vari oggetti s'artacca con un fiîo, di cui il corpo d'avanti è avvolto, e trasformafi in crifalide verde bianca (C)
, donde dopo lo fpazio di 4 fettimane esce la bella farfalla.
Fig. 2. La Farfalla del cardo. (Papilio Cardui.)
Queita bella farfalla detta anche la Bella dama (a)
trovaii nella maggior parte d'Europa, e si è veduta ancora nell' Africa. Le sue ali superiori son di color giaîlo infocato, con macchie blanche e nere, i quaii colori sono meno accefi nelle ali infeiiori. ïl suo Bruco. ipinofo di color giallo e cenerino Çh)
trovaii attaccato a! cardo, àll' ortica, e bavdana, ave la fem mina nel mêle di maggio depsehe le sue ova. La sua Crifalide grigia nera ‘di punti d'nro e d'argento adorna (e)
trovafi attaccata nella sua ethema punta aile piante, e nel. mêle d'Agolto se ne iviluppa la bella farfalla.
Fig. 3. La Farfalla a vela, o a fiamme. (Papilio Podalirius.)
Queita Farfalla detta in francefe, le Flamhè ÇA) nella forma e ne' colori molto fomiglia al farfalloue del finocchio, ovvero alla coda di rondine, dilti nguendoiene per le ali, che maggiormente prolungare più si accoftano alla forma di vêla, e che son di color paliido, o giallo come la paglia, strisciato ail'in giù in ambidue le ali di nero a foggia di fiamme. Le ali inferiori sono intaccate ali' intorno, e adorne di macchie cerulee in forma di mezze lune, e di due altre turchine e rance, che a due occhi fomigliano. Il suo Bruco giallognolo e Hscio QB) nutrefi delle foglie del cirieggio acido, del prugnolo faivatico, del melo, e pero. Allora che è per trasformarfi, elTo si attaca agli alberi con uno filo fatto da lui medefimo, etil trasforma in crifalide giaîla (C), della quale la farfalla fpeffo sen' esce àpperia terminât! quattordici giomi. Trovafi queita forta di farfalla nella maggior parte della Germania, ma vie meno fréquente della coda di rondine. ; lè#
Ad99998 04 036a/itaMiscell. XXXIV. Tom. IV. No. 34.
OBELISCHI DEGLI EGIZI.
yjYi Obdischi, dettî ancîie Jguglie o Guglie, tra* rnonumenti cleli' arlita maniera di fabbricare de»li Egizi non son meno niemorabili delle Piramïdî, e Catacombe, ovvero Sepolture cli efii. Obelisco e voce di greca origine, e vuol dire colonna quadra die fino alla sua eftrernità superiore va scemando di groffezza, e termina in una pvmta. Ne'tempi antichi, che l'Egitto ii governava da propri regi, vi fu gran numéro d'Obelischi, fatti fabbricar da eJli vicino ai teaipj, davanîi ai loro palazzi, o in pubbliche vafie piazze, per tramandare i, loro nomi ai pofieri. Erano per lo più affai alte, giungendo all' altezza di 50 fi. no a 1. 50 piedi, benche foffevo fatti quafi tutti d'un fol pezzo di granito roihgno, Pociii ve n'erano di marmo. Veggonfi fino al giorno d'oggi nell' Egitto superiore le cave, ove queffi prodigiofi inaili colle mani di molte migliaja d'uomini furanoscavati, e lavorati. Nella raaggior parte degli Obelischi (üoclii efTendone lisci) li trovano sco'piti, alla profondità di due poîlici, i geroglifici, oppure varie figure di arnefi, animali etc. che form a Va ne un linguaggio fimbolico, a quei tempi conoscîuto, e che ne' fecoli pofteriori inutilmente si è cercato di diciferare. Poco avanti la nascita diCrifto, fotropoitD che fu l'Egitto ai Romani, e in provineia ridotto, i maggiori e più belli di quegli Obelisclii dag!' imperatori furono recati a Roma perfervirvi di pubblico ornamento. Tre de' piu colpicui se ne vedono tuttora a Roma, che qui abbiamo diiegnati.
Fig. 1 Obelisco recato a Roma dall' imperatore Augusto.
Querto Obelisco, il quäle, non co;nprefa la bafe, ha 73 piedi d'akezza, ed è fatto d'un fol pezzo di marmo duro di molti geroglifici adorno da Eliopoli, antica capitale d'Egitto fu portato a Roma per ordine deil' ämperatore Augusto. Fu atterrato, e rotto in tre pezzi da' baibari fettentrionali, che faccheggiavanoRoma, Giactjue molti fecoli coperto di rovine, finche il PapaSiâoV. nel 1589 10 ^ece rialzare vicino alla Porta clel popdo per mezzo dell' architetto Fontana.
Fig. 2. Altro Obelisco già cansagrato al Sole, che dall' imperator Constantino fu recato a Roma.
Circa 3000 anni sa fu innalsato in Eliopoli d'Egitto per online delRe Raniaffe davantial paJazzo di effb. VogUono, che 20000 uouiini vi abbiano lavorato. E alto 100 piedi, e fatto d'un fol pezzo di granito. L'imperator Conftanîino il grande lo fece condurreful Nilo fi. no a Aleiïandria; ma essendo quegii dalla morte frafiornato di pro* feguirne il traiporto fino a Roma, il suo figlio Conftanzo fiai di farvelo traspoi tare, e lo fece ergere nel Circo rnaffiino. Ma pur questo Obelisco fu gettato a terra dai baibari nel quinto fecolo. Nel i5B8 fu diffotterrato per ordine di Sifto V, il quäle lo fece rialzare davanti alla bafilica di S. Giovanni laterano per mezzo deiT architetto Fontana.
Fig. 3. L'Obelisco del Circo di Nerone.
Fatto d'un fol peazo di granito rossigno, ed in ogni sua parte liscio, e fenz* bafe, arriva all' altezza di 7ß piedi. L'imperator JNerone lo fece trasportare dali'Êgitto a Roma perornarne il Circo Euovo da eilolui fabbricato. Avendo avuto la* loite degli altri d'eileie aitenato dai barbari, il Papa Sifio V nel i%6 ]o fece rialzare in mezzo alla piazza davanti alla chiefa di S. Pietro. o-e^et^. JLU^, L/ù) e€Uscoe?. J^, J^. ‘/Cf. On. ZIV sUceeM. LIV v Jfeâ rcgd lit.
Ad99998 04 037a/itaUccelli. LIV. Tom. IV. No. 35.
UCCELLI FORESTIERI.
Fig. 1. Il Calao dell' Isola di Panaja. (Buceros Panayensis.)
Il Calao, specie d'uccelli, che nella fola Africa, ed in alcune parti cleîi' Asia dimora, con un rilievo corni-forme, pöfiogli in fui becco, si distingue. Ma per quanto fucr di mifura fia grande il becco, pure è moïto leggiero. Il Calao, che qui s'appresenta figurato, o che ha la grandezza del corvo nostrala ordinario, îu scopevto da Sonnerat nell' ifoîa di Panaja. Il oolor principale delle sue penne è verdaftro nero, e quello del suo becco, ch' è vergato di folchi del color di orpimento, è bruno.
Fig. 2. L'Aracari. (Rhamphastos Aracari.)
TJAracari è del genere delle Tucane, che del pepe si cibano. Siccome il Calao suor'dell'Africa, e deir Asia non si truova, cofi l'Aracari-Tu« cana abita foltanto nelle parti meridionali d'Ame« rica, distinguendofi col suo smifurato becco, che alla pergamena fomiglia. Vive nel Surinam e nella Cajenna, ed arriva alla lunghazza di 16 pollici; il becco ne ha 4 *-. Il dosso e !e ali sono di color verde oscuro, e il petto è giallo, adorno d'una fascia roîTa. Hanno quattro dita i pièdi, due anterior!, e due ri volt© in dietro. Esto di varj frutti si autre.
Fig. 3. La Momota. (Rhamphastos Momota.)
La Momota ha appreffo poco la grandezza della gazzera. Vive folitaria nelle più fpesse felve dell' America méridionale, ove si nutre d'insetti. Ha il becco oïlatodi denîia foggia di fega. E rossigna come il cuoio la parte inferiore del corpo, « il dosso è di color bruno verdaftro.
Fig. 4. La Tucana verde della Cajenna. (Rhamphastos viridis.)
Trovafi ueîla Cajenna, ed ha la ïurghezza di 14 pollici. Ter la vaiietà de' suoi colori mérita îuogo tra gli uccelli riputati belli, 11 suo becco grofl'o e vuoto di dentro, che ha pollici 3J di lunghezza, è di coFig. 5. L'uccelo bargigliuto grigio. (Glaucopis cinerea.)
Di questo genere d'uccelli altra specie non 11 conosce suorchè quella, che qui si appresenta figurata, che nella Nuova Zclanda vive, e con i rossi bargigii accanto al becco attaccati, si distingue. E di color cenerino oscuro. Nutrefi di coccoîe, e d'insetti, che egli va cercando per terra.
Fig. 6. L'Ani minore. (Crotophagus Ani.)
L'Ani minore, detto ancor Divorator di bachi, è d'un genere d'uccelli, di cui si conoscono tre specie, e si distingue col suo becco forte, tagliente, e incurvato nella rima. Effo giunge alla lunghezza di 13 pollici, edèdi eolor nero. Cibafidi bachi, e delle crifalidi d'insetti e de' femi di vatie piante. Vive nelle'paitî interioii deli'Africa, ove irt compagnia di molti altri uccelü della sua specie ua nido smifurato coftruisce di erba fulla Mimosaavborea, il quale a un letto di paglia fomig'ia. In quelto nido commune ognvma delle feminine la sua cellina aggiufia, per poivi le ova. Pa varj viaggiatori si son contateßoo fino a 1000 si fatte celline in un sol nido.
Ad99998 04 038a/itaUccel. LV. Tom. IV. No. 36.
UCCELLI RIMARCHEVOLI.
Fig. 1. La Menura superba. (Maenura superba.)
La Nuova-Olanda, quella insigne e vasta isola dell'oceano méridionale, che in grandezza è poco inferiore all' Europa intiera, è veto paefe delle meravi«lie dell' ifioiia naturale, coine luificientemente lo dimofira quell' animal quadrupède col becco d'uccello (ornithoihynchus paradoxus) di cui si è partato Tomo lll. No. ßo. con parecchi aîtri animali, e uccelli ßngolari, che negü ultiaii tempi vi il sono ritrovati. Gl' Ingiefi in un viaggio poco sa imprefo all'interno di quella terra vi trovarono un' uccello di meiavigiiofa bellezza, che qui si vede figurato, cui si è dato nome Menura Juperba, e che fembra appartenere al genere degli uccelli de! paradifo. Eflo giunge alla grandezza della gallina domeftlca oidinaria. E nericcio il color principale del suo corpo, che nelle ali dà nel rofiigno bruno. Sono nericcie parimente le lunghe penne, che ne cuoprono le coscie, e ciocca di peluria gli fiede in cima alla te-fîa. Ma il meravigîiofo, che vi ha in questo uccello, n' è la coda. In mezzo d'efla forgono l'una in faccia all* altra duc larghe penne, che alla parte di dentro s'incarvano, e di tratti arcuati di color rancio sono abbellite. Fra le dette due penne maggiori due altre più firette s'ergono cenerognole, che ver la parte di suori s'incurvano. » Buon numéro di altre penne fottili fomigîianti a crini, e a scheîetri di foglie a queffa meravigliofa struttura di coda danno l'ultimo compimento. Del rimanente non si hà peranco avuta cognizione del nutrimento, e del modo di vivere di questo uccello.
Fig. 2. L'uccello Sarto. (Motacilla sartoria.)
Gli uccellini e i loro piccioli delle Xndie orien« tali vi sono espofti a molli periglj. Lt-scinunie arrampicandofi in fu gli albori e le ferpi avvolgendolî vi frugano ‘da per tutto, e vi forprendono le madri con i loro piccioli, di verun maie fofpettofî. Fercib la sa via madré natura a quefli uccelletti i Bernai diede l'iftinto di metterfene a coperto con varj artifizj; tra' quali il più ufato è quello di nidificare in cima a rami v. icillanti, che agli animali iapaci sono inarrivabili. Ma superiore neli' arte di cofiruire il suo nidiuccio dimollrafi Vuccello fartoi qui figurato C^O» anche lui abita» tore dell' Indie orientali. Scelta che ha una foglia caduta giù dali' aîbero, egli l'attacca ne' suoi contorni a una foglia veide, ch' èin fu l'albero, cucendovela col becco, e lervendofi di bletti fottili di piante (£)
, di modo che le due foglie hanno forma di borfa aperta. Avendola al di dentro rivefîita di bambagiä, e di piume fottili, la femmina vi pone le sue quattro ova picciole e bianche, e vi fia a covarle, da ogni'psrigüo difefa, e tranquilla.
Ad99998 04 039a/itaPiante. LXXXI. Tom. IV. No. 37.
PIANTE CHE ENTRANO NEL COMMERCIO.
Fig. 1. La Liquirizia, o Regolizia liscia. (Glycirrhiza glabra.)
La Liauirizia liscia o commune senza cultura nasce nella Spagna, Francia e Italia, e nelle contrade meridionali della Ruifia Asiatica. Per mezzo della coltivazione si è refa indigena ancora in parecchie parti della Germania, ove in più contrade della Franconia e Suevia copiofarnente vien colti-vata. EITa vuoi una terra arenofa, che perö non lia magra. La sua radice della groffezza d'un poîlice incîrca manda suori più gambi, che arrivano ail* altezza di 5 o 6 piedi, i quali nell' au« tunno muojono, e nella primavera rinascono. Nel mefe di Luglio fra le foglie pennute se n'escono i fiori paonazzi (a)
, onde si formano piccoli baccelli (70 con femenze, che alla lenticchia foiniglianq, La rädice (V)
> Cne va dïramandofi fotterra, è la fola parte di questa planta, di cui il faccia ufo. Effa è imbevuta d'una foltanza dolce, che in più malattie è giovevole. E brun a gialla al di suori, e al di dentro d'un bel coior di zolfo. Si mangia o cruda, o ridotta in fugo, che se n'eftrae per mezzo dell' acqua. Questo fugo a forza di farlo bollire in un denfo eftratto, e poi difleccandolo al foie, in un maffo nero bruno ii riduce. Querto è il famofo Sugo di Liquirizia, cite in maggior copia si apparecchia in lipagna, ove se ne sa tiaflico importante, mandandolo suori a mafïi involti in foglie d'alloro. Se ne sa ufp. principalmente nella toffe come di rimedio folutiyo,
Cne va dïramandofi fotterra, è la fola parte di questa planta, di cui il faccia ufo. Effa è imbevuta d'una foltanza dolce, che in più malattie è giovevole. E brun a gialla al di suori, e al di dentro d'un bel coior di zolfo. Si mangia o cruda, o ridotta in fugo, che se n'eftrae per mezzo dell' acqua. Questo fugo a forza di farlo bollire in un denfo eftratto, e poi difleccandolo al foie, in un maffo nero bruno ii riduce. Querto è il famofo Sugo di Liquirizia, cite in maggior copia si apparecchia in lipagna, ove se ne sa tiaflico importante, mandandolo suori a mafïi involti in foglie d'alloro. Se ne sa ufp. principalmente nella toffe come di rimedio folutiyo,
Fig. 2. Il Carrubo. (Ceratonia siliqua.)
Il Carrubo commune, che cresce all'altezza del fralhno, nasce copiofamente inlfpagna, nella Sicilia, in Egitto, nell'i fol a diCandia o Greta in terreno fafTofo. Lefuefogliuccie(£)
fempre rerdf, grolTe e liscie, sono a coppie al gambo attaccate. 1 suoi piccioli fiori rofiï (vi)
a foggia di grappoli escono immediamente de' rami. 11 frutto, offia la Carruba *)
CO che ha forma di guscio, giung^e alla lunghezza ‘di 5 b 6 pollici, ed alla groffezza del dito groflb, e ha color bruno oscuro. I granelli del ferne, di schiacciata forma, sono duri quanto un faiTo. La Carruba a cagione di suo dolce e saporito midollo serve di gradito cibo, molto ufato ne' paefi orientali e nell' Europa méridionale, e perb forma in quelle parti un importante articolo di commercio, mandandola indi diflecata per tutta l'Europa. Neil' Egitto coftumano fpremerne il dolce fugo, prima di diffeccarla, per servirfene a confettare le frutte, e per acconciarne vini dolci. 11 legno del Carrubo, ch' è fodo e bello, macchiato di rosso, lavorafi dai falegnami. Ne' paefi noitrali questo albero non attecchisce suorchè nelle stufe. *)
ïl nome di Pane di S. Giovanni Battjßa, che-in alcuni paefi le si dk, & rapporta al detto Santo, credendoü, clie egli nel delerto l'ene lia cibato. a cy ân^ât* xxfi. 3, u*4*ù*-xxrr. àfn*€*ésxxrr. kJ^^mixxti
Ad99998 04 040a/itaInsetti. XXVI. Tom. IV. No. 33.
SFINGI.
Fig. 1. Il Farfallone dell' Oleandro. (Sphinx Nerii.)
Il Farfallone deW Oleandro (C)
figurato qui nella sua grandezza naturale, deve porfi certainente nel numéro delle più belle Sfingi, che si conoscano. L'ornato de' suoi coîori consiste in striscie e macchie verdi scure come l'erba de'prati, rolBgne chiare, e pagonazze, le quali a foggia di marezzo con delicatezza vi sono ombreggiate. Il Bruco verde giallo (A~)
de! Farfallone è punteggiato e flrisciato di bianco. Ha il collo giallo d' occliiaje azzurre adorno. Quelto bruco nutrefi, per quanto si fappia, delle foie foglie d'Oleandro, arboscello dell' altezza di 6 b Q piedi, il quaîe senza cultura cresce nelle Tndie orientali, ne nella Germania alligna suorchè negli fianzoni, bve affai di rado accade, che nel colmo del calore eftivo vi si trovi questa forta di bruco. Quindi è, die leFarfalle dell'Oleandro, le quali da quefîi bruchï provvengono, da* dilettanti a caro prezzo son pagate, per confervarle come ornamenti vera» mente pregevoli neue loro raccolte. La Crifalide, (ij), che è grande, e di color brunotto chiaro, e giallo, giace fotterra senza alcun iilato.
Fig. 2. La Farfalla dell' Esula. (Sphinx Euphorbiae.)
Il Bruco della Farfalla delV Efula ne' niefi di Liuglio e d'Agofio trovafi frequentemente in fu l'Efula (Euphorbia Efula)
, onde foltando ritrae il suo nutrimento. Il suo color principale è il nero. Gli scorre poi per la schiena una striscia rolTa, ed i fianchi son punteggiati di bianco. Ve« défi qui in grandezza naturale figurato non folo il bruco, ma ancora la farfalla, e la ciifalide. Efib dopo qualche tempo s'involge in un filato entro terra logora, e trasmutafi nella crifalide grigia bruna (Z»)
Il bruco per tutto l'invertio refia nel suo invogüö, ne la screziata farfalla prima della fufleguente primavera fene fviluppa (c\ Le ali superiori son di colore giallognolo e verde oliva» stro, e orlate di bianco; ed hanno color di Rosa le ali inferiori fino alla giuntura, ove sono nere. Nel mefe di Giunio questo parpaglione in fui crepuscolo va aggirandofi frequentemente attorno al caprifoglio, e ad altri frutici fioriti, e in aria fo* fpefo colla proboscide ricava il dolce fugo dai fiori, dove si pub prendere facilmente.
Ad99998 04 041a/itaMiscell. XXXVIII. Tom. IV. No. 39.
GROTTE FAMOSE.
Fig. 1. La Grotta di Posilippo.
Ualla parte occidentale di Napoîi fu la Rrada, che da quella capitale dell Italia inferiore couduce âPozzuoli, incontrafi una rnaravigliofa Grotta, che traverfando il monte Pofilippo, ne vien denominata, EiTa è rimarchevole per aver pertiche 563 di lungliezza, 50 di altezza, e 18 di larghezza, e per eflere fçavata per mano d'uomini da parte a parte pel mezzo del monte Pofilippo, compofio di tufo vulcanico. Non si sa più il tempo, quando cib fia accaduto. Per questa Grotta passa la strada più frequentata, clie da Napoli conduce a Pozzuoli; onde di continuo è coperta da gente a vettura, a cavallo, e a piede. Le vetture, che vi vanno, e che ne ritornano, sono tenute a passarvi pe' lati oppofîi, per scanfare, quanto piû si poffa, i difordim. Dalle euardie, che all' una e all'altra vsçita dimorano, i paflagg'ieri comprano fiaccole e torcie accefe, per evitare ogni periglio nel bujo della Grotta. Il lume delle torcie, che per l'alta e scura volta scarfameiite si dirfonde, lo strepito delle vetture e de* cavalii, le grida de' muîattieii formano un mescuglio di fracaifo, che sa una strana impreffione. In mezzo alla Grotta trovafi una cappeîlina della Madonna, alluminata colle lemoiine de' palTagieri.
Fig. 2. La Grotta del cane presso Napoli.
PalTata nel venir da Napoli la Grotta di Pofilippo or ora descrîtta» si arriva all' ameno lag© d'Agnano, onde 20 paffi discofta in un ripido ammalTo di scogli è situata la famofa Grotta del cane, formata dalla natura, che ha piedi 10 di lunghezza, 21 di larghezza, e 9 incuea di altezza. Dal suolo terrigno deila Grotta di continuo-forge^un aereo invifibile alito, al quale i chimici danno il nome di Acido di carboni, o di Acido aereo, che ogni lume accefo fpegne, ed ogni animal vivente, che l'imbeve, in pochi minuti furfoga. Querto vapore efiendo molto più pesante dell* aria ordinaria, forma una falda aerea, che per lo più non s'innalza oitre 203 paffi dal suolo. Quindi è, che mentte falvi entro vi paffeggianc gli uomini, i cagnolini, che vi si conducono, sono prefi tantofio da veementi convulfioni, e ne refiano fuffogatî dopo alcuni minuti, qualora s'indugia a portargli suora all'aria scoperta-e a tufFargîi in acqua fresca. Un uomo, che abita aecanto alla Grotta, e che neîF introdunà i forefiieri serve di guida, tiene fempre alcuni cani, a far questo crudel lag. gio deltinati. - Indi la Grotta ebbe nome. Abbiatno pure nella Germania una Grotta naturale, che i medefimi fenomeni della Grotta del cane, ch' è prefio Napoli, dirnoitra. EiTa si truova vicina ai famofi bagni di Pirmonte, nornata DunfihöhU. (caverna vaporante.)
Evvi un piccol tempio fopraedîficato, ne vi si arriva che scendendo parecchi gradini.
Ad99998 04 042a/itaMiscel. XXXIX. Tom. IV. No. 40.
CORSE DI BARBERI IN INGHILTERRA.
JL ra* prediTettî Divertimenti degî' Tnglefi ïian luogo le icominefTe per cofe di vario génère, e per facilita>le trovanfi in Lundi a fiabiliti ioittoj, ove si Gontrattano. Ma delle occafioni, onde a contrattar scommesse sono stimolati, !epiù notabiti iono le famofe coi le diBarberi, divertimento che per tulta i'Inghilterra appalfionatamente si ama. Si fa, ehe gl* Tnglefi lianno grandemente peffezionata Tarte di tener razza de' cavalli, e che indt dal congiungimento di fiallone arabo con cavatîa inglefe una dtfiinta generazione di cavalli è nata, che ai Corridori di palio, o Barbe: i d'Italia corrifpondono, ed ogni altio cavailo in velocità del corfo forpassano. Un tal corridore inglefe trovafi figurato
le trovanfi in Lundi a fiabiliti ioittoj, ove si Gontrattano. Ma delle occafioni, onde a contrattar scommesse sono stimolati, !epiù notabiti iono le famofe coi le diBarberi, divertimento che per tulta i'Inghilterra appalfionatamente si ama. Si fa, ehe gl* Tnglefi lianno grandemente peffezionata Tarte di tener razza de' cavalli, e che indt dal congiungimento di fiallone arabo con cavatîa inglefe una dtfiinta generazione di cavalli è nata, che ai Corridori di palio, o Barbe: i d'Italia corrifpondono, ed ogni altio cavailo in velocità del corfo forpassano. Un tal corridore inglefe trovafi figurato
Fig. 1. L'origine Araba d'eifo manifeftafi dal brio degli occhi, e dalle larghe narici; et le alte e sveite gaaibe la velocità del coifo a prima vifta dimostrano. Se ne trovano d'ogni forta di mante'îo, fegnalandofi tutti pelco'aggio, e ai dire, e per la durata loro Le immagini de' più famofi. s'incidoao in rame, ed i fatti loro da per tutto si celebrano nelle gazzefte La loro genealogia al pari di quella de' cavaHi arabi in ferie continuata ii defenve. Sono di altiffimo prezzo. Se ne ha efemp.) di corridori comprati aï prezz^ di 1000 lire fierUne, cioè oltre 6000 talleri, La lo o velocità ipeffo si acrofta a quel!a del vento. 11 famofo corfiere di Childers, ch« circa 40 anni sa moii, corfe lo fpazio di piedi Qz § in un minuto fecondo, e in tempo di 6 minuti primi, e 40 fecoudi fece il giro del corfo di Niewmarcket. (ove ne' mefi d'Aprile « d'Oftobie si corre il palio.)
che sa circa tre quarti ai uaiglio tedesco, cioè 4 miglia d'Inghikerra.
Fig. 2. Descrizione delle Corse di scommessa.
In trenta diverfî luoghi d'Inghiîterra ß fanno Corfe di cavalli in tempo d'eitate fu piani foffici e alquanto arenofi, che a tal fine a bella pofia £1 mantengono (race grounds)
Vicino alle molfe vi ha un edifizîo (die Stewards box~)
y ove i direttori dalle corfe h trattengono (the Stewards)
Tvi si repifbano i nomi de' cavalli corridori, e le feommeffe, che sovente sono di alto pregio, 11 campo dove H tien rarriera, per lo più ha forma-dî cerchio, ovvero obblunga, di modo che i cavalli al luogo ritornano, ove si son date le molfe. Il corridor che è il primo a passar la meta, è riputato vincitore deila prima corfa (beat)
Terminata questa h difelîano, e si ripnliscono i cavalli, e dopo un* ora vi [i riconducono, per imprendere la féconda corfa. Se il vincitor della prima vin ce ancör la féconda, effo ne riporta il piemio, ed e finito il corfo. Oltre la féconda corfa suole anco imprenderfi la terza. Coloro, che cavalcano i corridori, detti ia italia fantini, in inglefe jockeys, convien che fieno leggieri di persona; onde quelü che sono per servire in una corfa, prima si pefano infieme con la felîa, e con la cigna da fermarla. A quei che sono più leggieri, si riempiono le tasche di pioinbo, quantobafta per ridurgli a pefo uguale a quell« degli aitri. Le corfe si fanno ordinariamente 2 o 5 giorni, e non di rado vi si trovano 40 0 50 mila spettatori. / (Jùtwitia^. LJrI. / M, -*
Ad99998 04 043a/itaUccelli. LVI. Tom. IV. No. 41.
PICCHI ARRAMPICATORI, E COLIBRI.
Fig. 1. Il Picchio beccamuro. (Certhia muraria.)
Jl Picchio Beccamuro è del genere del Picchio arrampicatore degli alberi, dalquale differisce per l'arrampicarfi che sa con egual preftezza all'in fù delle muraglie, per andare a ricercar ragni e altri piccoli insetti, onde si cibi. Qlieft, o bell" uccello vive affai folitario in Italia, nella Francia, e nella Germania di mezzo, nidificando entro le fesfure delle mura, nelle cavità degli alberi, e in preferenza ne' ripoftigli délié off a de' morti de' chniteri entro a cranj vuoti, onde dal volgo della Germania chiamaiï anco Uccello de' morti (Todtenvogel)
Non forpassala grandezza del pasfere.
Fig. 2. Il Picchio verdebruno. (Certhia obscura.)
Questo avvenente uccello vive nell' ifole di Sandvic del mare pacifico, ove gl' isolani s'adornano delle penne verdibrune d'effo. E rimarchevole questo uccello pel suo becco falcato, e per la lingua, che ha pilofa a foggia di fetola, di cui si serve parte per cavar gl'mfetti dalle feffure degli alberi, e parte per traire il Ingo melato da' calici de' fiori.
Fig. 3. Il Picchio azzuolo. (Certhia cyanca.)
Vive nell' America méridionale. Sue penne di risplendente color' azzuolo lo mettono nel rango de' più begli uccelli americani. Cibafi parimente d'insetti, e del fugo de' firok
Fig. 4. Il Cardinale. (Certhia cardinalis.)
Questo bel picchio, che trovafi nell' ifole deir oceanu méridionale, ha nome dal magnifico color roiio di sue penne, rilevato aiïai dal nero delle aie, e della coda. Non si nuire; come gli altri picchi, d'insetti, ma foltanto del fugo de' iiori.
Fig 5. Il Colibri ornato. (Trochitus ornatus)
Fig. 6. Il Colibri Rubino. (Trochilus moschilus.)
Già nel primo quinterno di quest' opéra iconografica s'è data notizia de'Colibri, di tutto il regno degli uccelli i più begli ed i più piccioli, de' quali vene sono più di 70 specie, che vivono tutte nelle più calde regioni dell' America, delle Indie orientali, e dell' Africa, nntrendofi del fugo melato, che da' calici de' fiori col tenero lor beccvxcio attraggono. Le due specie nuivi fïgurate, che in. lunghezza non oitrepassano tre poil ici, più degli altri Ion rimarchevoli per labeliezza delle penne. Ouella di Fig. 5. chiamafï Colibri ornato, a cagione de' vaghiiïimi pennacchi, che le di lui guancie, e la testa adornano, e quell' altra di Fig6. Rubino, per avère il collo e il capo adorm del risplendente color di rubino. L'una e 1 altra di queste due specie vivono nella lola America méridionale.
Ad99998 04 044a/itaPiante. LXXXII. Tom. IV. No. 42.
PIANTE MEDICINALI E DI TRAFFICO.
Fig. 1. La Cicoria. (Cichorium intybus.)
i-'a Cicoria è planta médicinale, che nella Germania nasce felvatica preffo le vie, accanto a' campi lavorati, e fu le montagne. Ha le foglie strette e meriate, e produce be3 fiori a stella del color turchino sbiadato. VE pianta di due anni, le di cui foglie e le radici fervono di civaia. Ma le radici d'effa da qualche tempo si Ion refe rimarchevoli ancora fra le piante di traffico, per l'ufo, che qua si generalxnente le ne sa in luogo del Caffè; onde è awenuto, che la Cicoria ne' giardini e campi studiofamente si coltiva, e che indi le sue radici riescono più groffe e più polpute. Queste nel ternpo d'autunno si scavano, e ripulite, e fmiiiuzzate, ed a guifa del caffè abbruftolite si macinano, e vendonfi in piffidi di piornbo racchiufe. In questo modo la Cicoria ormai nella Germania forma un articoîo conuderabile di traffico, maffimamente nella Saiîonia infe» riore per mezzo di groffe fabbriche, che cofd se ne sono Habilite.
Fig. 2. Menta-pepata. (Mentha piperita.)
La Menta pepata non na«ce al pari delF altre specie falvatica nella Germania, come in Inghilterra; ma vi si coltiva negli orti, ove pure aile più fredde invernate refifte. ‘Ebasco frutice, il cui gambo non forpassa l'altezza d'un piede, e in cimi produce fiori bianchi turchini. Le foglie verdi di essa hanno un odor grato e forte, ed un sapor aromatico bruciante, onde stimafi rimedio efficace per confortai-lo stomaco, il quäle tofto che s' è prefo, per tutto il corsDO un erato caiore diffonde
Ad99998 04 045a/itaVermi. V. Tom. IV. No. 43.
ZOOFITI, 0VVERO PIANTANIMALI.
JNellä formazione degli animaîi l'ultimo luogo fra ïvermini occupant) i Polipi, detti gia zoofiti o Pia'ntanimali, formando effi per cosi dire il punto di mezzo, onde dali' eifere di animale si sa passaggio a quello delle piante. Moite Ipecie di quèfti viventi acquatici in cafuccie a pietra fomiglianti abitano racchiufe, ferîza diftaccarfene mai. Eccone alcune nella presente Tavola.
Fig. 1. La Tubolaria magnifica. (Tubularia magnifica.)
La Tubolaria è una Ipecie di vermi gelatin ofi, che vivono parte nel mure, e parte nelîe acque dolci. Effaè fornita di braccia pinnofe, e con la parte inferiore Ità fiçcata in un tubo raffomigliante al corno. Una delle Ipecie più belle e grandiofe si è la Tubolaria màgnifèca, che nella Fig. 1. qui s'appresenta. Ella si truova eutro i cavernofi scogli dell' ifoie a'mericane. Il corpo tubolofo e incischiato d'effa termina in una ciocca di filamenti bianchi e rossi, disuiegata dal verrue a foggia di aftere, qualora ai di suori si truova in si euro; fospettando perô il menomo periglio, la ciocca de filamenti riftrigne, e va ritirarfi in fretta nel suo cavernofo ricovero.
Fig 2. L'Aicionio, ossia Dito marino. (Alcyonium digitatum)
Alciomo chiamafi quella loftanza fungola 0 fugherofa, fparfa nella luperficie di piccioli fori, onde eleono i Polipi abitatori d'effa. La Ipecie qui defegnata, che alle coite dell1 Inghilterra s'incontra, Dito raarino si denomina dalla fomiglianza che ha delle dita dell* uomo, 1 diti marini trovanfi fpeffo attaecati ad altri corpi marini, per efempio a'gusci d'oltrica, come nella presente figura. La loro luperficie rolîa bigia è coperta di stelline di otto punte, come megiio si vede nella Fig. b. Delle aperture di quelle stelline efeono i Polipi, forain di olto braccia, dail' una e dall1 altra parte pinnole, o le li voglia, di corti filetti dotate.
Fig. 3. La Corallina. (Sertularia scruposa)
Le Coralline aneh' elle fervono di ricettacoli a' Polipi, e lou comporte di loftanza Cornea, e pietrofa, organizzata a foggia di rami. Elfe formano una Ipecie numéro fa. Quella, che quivi Fig. 3. (A) viene appresentata in grandezza naturale, di prima viiïa si riputereb* be pianticella tenera; aggrahdila pero (3) che iï è, chiaramente vi si feorgono i cafamenti bianchicci e ramofi di pietRosa e fragile foltanza, i quali al di dentro son divifi in cellule, abitate da una fpeêie di Polipi, che'le n'escono per i fori de' lati appianati.
Ad99998 04 046a/itaMiscell. XL. Tom. IV. No. 44.
COSE MEMORABILI, PROVVENIENTI DA VOLCANI DELL'ITALIA INFERIORE.
Fig. 1. La Zolfatara.
La Zolfatara è una stretta valle poco diftante da Napoli, che ha circa 500 paffi in larghezza, e 800 in lunghezza, pofta fra scoscefi dirupi, e nata probabilmente da un Volcano fubbiiïato. Elia pub chiaraarfi grande officina, ove la natura forma il zolfo e il fale armoniaco, poichè questi due prodotti vi si formano di continuo e in gran copia de' vapori volcanici. Il terreno vi è da per tutto caklo, e in parecchi luoghi cocente. In più luoghi ne sorgono groffi vapori di zolfo, maffimamente da un' apertura (No. 3.) che si truova. in una delle estremità della valletta, ove tali vapori se n' escono con strepito, e levandofî in aria, di notte risplendono. Attaccanfi lo zolfo, ed il sale armoniaco a' lati di questa buca, i quali, raccolti cpfti, si trasportano nella fabbrica (No. 1.) ove si riducono a perfezione. Tutto il terreno della Zolfatara è bianco, ed è compofto di vari minerali. EJÎo tréma e risuona, quando si calpefta, e chi vi si corica, vi ode uno strepito e nia fibilo fomigliante a quello dell' acqua bollente. Dalla parte settentrionale della valletta cotali acque fotterranee se xi escono, che per un' oscuro fondo scendono in forma di puzzolente ruscello. Dalla parte di levante vi lï vede wu. laghetto, nel quale l'acqua di continuo agitata sa bolle, come l'acqua bollente, bencliè il caloie di essa non fia da tanto. Tutti questi fenomeni provvengono da suochi fotterranei, gli effetti de' quaii ben si fentono in questi contorni, senza proromperc in fiarnme.
Fig. 2. Veduta di Stromboli.
Stromboli e una delle Ifole di Li pari trà Napoli e Sicilia, quafi tutta compofia d'un1 altä montagna, che in forma di cono forge dal mare, e dalla sua cima fin da tempi immemorabili a modo di Volcano (N. I.) tramanda fummo e fiamme. Fer quanto questa iloletta di lontano comparisca deferta, pure a mifura ch' uno s'avvicini aile sue cofte, a pie della montagna scorge café disperfe, crti fruttiferi, e vigne, di modo che gli abitanti, 1500 in circa di numéro, yivono per cofi dire in mezzo a suochi, che di fopra' e di fotto a me défini i ardono, ad onta delperiglio, alquale s'avvezzano; poiche talora anco dal pie del monte tra le cale e gli orti in più luoghi (N. 2.) provonipono fiamrne dal terreno. Il morcadello e la mälvagia, che queito terreno, d'inefaufta caluria dalla natura fornito, produce, è dire modo eccellente.
Ad99998 04 047a/itaRose. IV. Tom. IV. No. 45.
ROSE DI VARIA SORTI.
Fig. 1. et 2. La Rosa porporina semi-piena. (Rosa holoserica purpurea flore semipleno.)
JNel quinterno LXIV. Tavola 20, descrivendo la Rosa porporina ripiena, abbiamo già fatta menzione di questa bella specie di Rofa. Effendo della medefima specie di quella, non ne differisce ne di foglie, ne di legno;, mà il taglio, e il cespo di essa è più forte e più cqmpiuto, e il iïore più vivo, e'più risplendente. La detta Rosa fra tutte le altre specie ha questo di fingolare, ch'ella verfo fera mezzo si feria e le sue verdi foglie illanguidiscono, dopo che nelle oxe di mezzodi, e al pieno lume del foie si è mostrata col iïore aperto, e con le foglie verdi ritte. Onde si vede) che verfo fera foccombe al cosi detto Jbnno delle piante, il quale ffervafi in più vegetabili. Perô l'appreientiamo qui nell' uno e nell' altro stato, cioè col. fiore intieramente di fpiegato e in tutto il suo luftro nelle oredi mezzodi (Fig. 1. ,)e col fiore lucchiufo e con le foglie verdi languide e pendenti in giù'verfo fera, foccombente al fonno delle piante (Fig. 2.)
Ad99998 04 048a/itaUccelli. LVII. Tom. IV. No. 46.
ZIGOLI DI VARIE SORTI.
1 Zigoli formano un numerofo genere d'uccelh, che comprende circa 80 specie, tra le quali vene sono delle belle, maffimamente ne' paefi efteri. Effi si nutrono di granelli, e d' insetti. Nella Germania non ne abbiamo più di 9 specie, delle quali quelle, che feguono, sono le più notabili.
Fig. 1. Il Zigolo pagliato. (Emberiza citrinella.)
Il Zigolo pagliato è noto ad ognuno, poichè in iempo di state gli orti, e d'mverno i villaggi e cortili delle café fréquenta. E" della grandezza d'un paffere, donde si distingue pel color giallo delle sue penne, che lo rende hello. Nella primavera è il primo degli uccelli, a far fentire il suo canto.
Fig. 2. Lo Strillozzo. (Emberiza milliaria.)
Lo Strillozzo forpafîa tutte le altre specie del suo genere in grandezza. 11 color bruno scuro delle lue penne gli dà poca gradita vifta. Vive folitario nella campagna, e accanto aile vie, ed è talmente iniïngarlo, che sovente delle ore intiere palîa fedendo in un faifo, o in una zolla di terra. Nidifica fra l'erhe di fotto alle macchie. Neil* autunno egli palîa in paefi più caldi, e talvolta rimane anco nella Germania, ove con i Zigoli ha la forte di effer prefo. La sua came è tenera e saporita.
Fig. 3. L'Ortolano de canneti. (Emberiza Schoeniclus.)
L'Oitolano de canneti è molto più piccoîo delle due specie fuddette. Le sue penne brune e srigie !o rendono difavvenente. Vive a torme ne' canneti, e si pasce di ferai, di canna, e d'infeiti acquatici. Somigliando al paffere fra tedelchi volgarmente si chiama (Rohrfp. erling)
Paffere àë1 canneti. Ha la voce stridula, onue ne' canneti attruppato sa gran rumore. D'inverno palîa in italia, e se ne ritorna poi per nidificare nella Germania. E saporita lit, sua carne.
Fig. 4. L'Ortolano. (Emberiza hortulana.)
L'ortolano è molto men fréquente nella Germania, che neile parti meridionali d'Europa, ove in Italia, e nella Grecia, maffimamente nell' isola di Cipro vive in gran frequenza ne' campi feminati di miglio. E célèbre par la gran delicatezza della sua carne, che si reputa più saporita di quella di tutti gli altri uccelli. Quindi è, che in Italia e nell'isola di Cipro se ne prendono moite migliaja, per mandarli in altri paefi, impacchettati in caflette e botticelli, ove si pagano a caro pvezzo. L'ortolano è capace d'impinguarfi tanto in urt fol giorno, che pare ui-gruppo di graflume.
Fig. 5. Il Zigolo di Siepe. (Emberiza claeathorax.)
Que(ta bella specie di Zigolo è più fréquente ne' paefi più caldi d'Eiuopa, per eiempio in Italia e nella Francia, che in Germania, onde se ne parte nell'autunno. Nutrefi di bruchi e femi, e sua carne è saporita.
Fig. 6. L'Ortolano di neve. (Emberiza nivalis.)
Ouefîo uccello dimora foltanto nelle più fredde regioni d'Europa, e d'Asia lïno al cerchio polare ne con gli altri uccelli di paiiaggio viene in Europa, suorchè ne' più gran rigori d'inverno. Somigha al Zigolo pagliato m grandezza, ne da effo differisce molto nel colore, e nel modo di nutrirfi. E molto rieercato per la sua carne i'aporitiffima, e preio si vende per ortoiauo.
Ad99998 04 049a/itaPiante. LXXXIII. Tom. IV. No. 47.
FRUTICI CHE PRODUCONO BACCHE.
Fig. 1. La mortella. (Vaccinium myrtillns.)
-L^a Mortella frutice, che appena arriva all'altezza d'un piede, meglio attecchisce fra l'erica e tra gli alberi refinofi radamente piantati. Produce fïori roffigni bianchi, e bacche turchine scure, di sapore dolce piccante e grato, le quali si mangiano crade, o cotte, oppure feccate s'adoperano a dar colore, o a rinforzare i vini debboli rossi della Francia. Quindi è, che groiss carichi di questi mirtilli, come articoio importante di traffico, dalla Germania vengono anrmalmente trasportati in Francia per la via d'Amburgo e di Brema.
Fig. 2. Il mirtillo rosso. (Vaccinium vitis idaea.)
11 frutice del mirtillo rosso nacce, sovente frammischiato con la mortella, ne' boschi della Germania, e rai'fomiglia moltiffïmo al frutice di quella, dal quale si distingue, per eifere il suo frutice più tenero, e più piccolo, non oltrepassando un palmo d'altezza, e per il color rosso chiaro delle bacche. Il fugo d'esse è aromatico, e talmente acerbo e brusco y che non pofiono mangiarfi crude. Ma cotte e condite con un poco di zucchero divengono un cibo saporito, falubre, e rinfrescante, folito mangiarfi a tavola con l'arrofto. Nella Ruffia e Siberia se ne sa una bevanda forte, molto saporita, e rinfrescante.
Fig. 3. L'Ossicocco. (Vaccinium oxycoccos.)
L'Officocco è un prodotto de' più rimoti paefi fettentrionali, per efempio, della Lapponia, Ptuffia, e Siberia in luoghi paluftri, e compofti di turfa £ra il muschio, ferpeggiando per terra. Ha il fiore picciolo (Fig. a.) e le coccole (Fig. b.) di color rosso. Ma queste fano di si agro e acerbo sapore, che non si poffono mangiàre. Nella Svezia e Ruffia si mangiano condite, e fene apparecchia una bevanda affai forte.
Ad99998 04 050a/itaPesci. XXXIII. Tom. IV. No. 48.
PESCI LORICATI.
1er difendere i pesci dalle aggreffioni de' loro nemici, parecchie specie d'eilï dalla natura sono armate di loriche, fatte o d'offo, o di scaglie. Eccone aie uni degli abitatori dell' acqua loricati, nella presente tavoia. diformi, ed ogni feaglia particoîare è fornita d'un puxigolo di punta tagliente. Le pinne larghe d'ei'fo sono macchiate di color lionato chiaro e oscuro. Arriva alla lunghezza d'un pie e mezzo.
Fig. 1. Il Lucio Loricato. (Esox osseus).
Questo pesée, che vive ne' fiumi e laghi dell' Indie orientali e occideutali, arriva alla lunghezza di due o tre piedi, e si nutre di altri pesci, che va predando. Le saporite sue carni fervono di cibo ricercato. La forma efterua lo rende riraarchevole. Aliunganfï le di lui mascelle a foggia di becco, e sono di dentitrincianti fornite. Armato è pure tutto il corpo di foda lorica di feaglie, che contre gli altri pesci aggreffori lo difeude. Queste feaglie Iono di tre forte; avendo quelle della fehiena la forma compita di cuore, mentre quelle de' lati sono quadrangolari, e quelle della pancia cubiche. E' inoltre il primo raggio d'ogni pinna di forti pungoli armato.
Fig. 2. Il pesce Plecostomo loricato. (Loricaria plecostomus.)
Questa bella specie di pesce loricato di color d'arancio ritrovasi nelle acqvie dell' America méridionale. Ev offuto il capo di effo nelia parte di fopra, e nella parte più baffa, ove si allarga, è morbide e grinzofo. Ogni lato di efi'o è coperto di quattro ordini di feaglie feu(Cataphractus costatus)
Questo pesce vive ne' mari e fiumi dell' Indie Qrièôtali e dell' America méridionale. Due ordini di piaftre larghe gli cuoprono il dosso, ognuna delle quali è fornita d'un forte uucino. Sono annale le pinne anteriori di pungoli a foggia di fegà. La tefia appiattata ch' è coperta d'un' invoglio offuto, ha fei barboline. L'armadura di qüefto pesce è fat ta davvero, per incutere fpavento. Non v' è pesce, che gli si accofti, e fiao i pescatori con gi-an cautela lo disciolgono dalle reti (ove dagli uncini rimane intrecciato) falfamente credendo, effere invelenate le ferite, cagionate da pungoli di el'fo.
Fig. 3. Il Pesce ricoperto de piastre. (Cataphractus costatus).
Fig. Il Corazziere punteggiato. (Cataphractus punctatus.)
Il Corazziere -pnnteggiato vive ne' fiumi del Surinam. Tutto il corpo n'è coperto di quattro ordini di feaglie larghe e gialle, le quali nelP orlo loro più baffo sono addentellate. Ha le pinne punteggiate di ne o. E punteggiata pure la testa dura di effo. La lunghezza di questo pesce non oltrepaiïa un piede.
Ad99998 04 051a/itaAntichità. VIII. Tom. IV. No. 49.
LA LIZZA DEL CORSO DE' COCCHI DEGLI ANTICHI ROMANI.
vTli anticlii non uf. irono fare i loro giuochi del corfo in campo aperto, come fanno gl' Inglefi /"ma entro il recinto cli magnifici edifizi pubblici, che racchiudevano la vafta piazza pubblica, aggiuftata a tali giuochi, \ dette Circo, il quale quivi, Fig. 1. Pappresenta; e ve ne furono parecchi neu' antica Roma.
Fig. 1. Il Circo degli antichi Romani.
Il Circo era un edifizio di forma quadra oblunga, éccetto chè l'uno de' due lati stretti, ch' èra ritondo, attorniato al di dentro cli panche o fedili di pietra pel co. modo degli spettatori. Il vafto fpazio racchiufovi era deftinato al corfo de' cavaUi e cocchi, aile gare de' scherrnidori e lottatori, aile caccie délié fiere, e ad altri simili giuochi pabbiici. Al di suorj avea tutto all'inîorno portici, inFig. 2. La Quadriga.
Coloro, che gareggiavanonel corfo de'cocchi, eran divifi in più fazioni, o parti diftinte pel colore de' loro veftiti. Colui che quivi f'appresenta. è della fazione verde. A veau cinti di strisce di cuojo i fianchi e le braccia. Fràno per lo più cavalière, o altri giovani romani di rango. Stritti bafti cocchi i aperti per di dietro, e lirati da due, tre o quatiro cavalii, che v'erano attaccati l'uo allato de]1" altro, onde il cocchio avea ïiome di Biga. Triga, o Quadriga. Chi più prefto finivP i fette giri attorno alla Spina, e prima di tutti raggiungeva e con un falto faliva la Meta, poita di rimpetto alla loggia del)' imperatere, come vincitore otteneva ima palma, o ghirlanda, o corona, o altro diftintivo d'onore.
Fig. 3. Timone e Giuogo del cocchio.
Non folo la cacetta e le ruote del coccliio eranriccamente ornate, ma ancora il timöne, il quale folea effere adorno d' un capo di montone di bronzo. Vi si fermava ancora il doppio giuogo di ferro, al tergo d' ambidue i cavalii, e fofteneva il timone del cocchio, e forfe ferviva ancora a tirare il cocchio leggiero,
Fig. 4. Il Vincitor coronato.
Non folo il vincitore nella corfa del cocchio confeguiva l'onore della palma, del fer* to, o della corona, ma ancora le teste de cavalii d' effo ornavanfi di palme. Furono conlaîe ancor medaglie in onor de' vincitori, come cib dimostra 1'antica medaglia di bronzo, che quivi abbiamo aggiunta.
Ad99998 04 052a/itaPiante. LXXXIV. Tom. IV. No. 50.
PIANTE RIMARCHEVOLI DI TRAFICO.
Fig. 1. L'Albero della Gomma elastica (Caoutchouh.). (Hevea Guianensis.)
\>uefto albero degno di rimarco è quello, che ci dà la cofï detta gomma elafîica, la prima notizia della quale sa dada agit Europei nel 1736 dal célèbre viaggîatore de la Condamine. Effi crefee neli' America méridionale, e forma un genere particolare di piante. Il suo fufto oltrepalTa 60 piedi d' altezza, ed ha 3 piedi di grofi'ezza. Le lue foglie, trilobate sono in cima ai rami, fornite di lunghi pedicciuoli, tra' quali esconoiluoi piccoli iïori giallognoli a grappoli. Il frutto che produce, consistein unagrancapfoladura, intre fpartimenti divifa (Fig. b) ognun de' quali tre granelli grigi di lerne racchiude, (Fig. c). Da una incilione, che si faccia nella corteccia, se n' eice un fugo bianco ceme il latte, il quale, rasciugato, fene il liquido dall' aria, trasmutafi in ragia tenace, ch' è la famofa gomma elaftica, rafl'omigliante a cuoio bruno, di prodigiofa elafticità fornito. Effendb molle da bel principio, e capace di qualiïfia forma, gli Américain ne rivefiono fïaschetti di terra cotta, e rafeiugata che ne hanno la vefte al suoeo, rompono la forma di dentro, e ne gettano suori i minuzzoli pt-r la buca del collo. Quindi è, che la gomma elaftica non si manda ïn Europa, le non nella forma di fiai'chetti l'omiglianti alla pera.
uefto albero degno di rimarco è quello, che ci dà la cofï detta gomma elafîica, la prima notizia della quale sa dada agit Europei nel 1736 dal célèbre viaggîatore de la Condamine. Effi crefee neli' America méridionale, e forma un genere particolare di piante. Il suo fufto oltrepalTa 60 piedi d' altezza, ed ha 3 piedi di grofi'ezza. Le lue foglie, trilobate sono in cima ai rami, fornite di lunghi pedicciuoli, tra' quali esconoiluoi piccoli iïori giallognoli a grappoli. Il frutto che produce, consistein unagrancapfoladura, intre fpartimenti divifa (Fig. b) ognun de' quali tre granelli grigi di lerne racchiude, (Fig. c). Da una incilione, che si faccia nella corteccia, se n' eice un fugo bianco ceme il latte, il quale, rasciugato, fene il liquido dall' aria, trasmutafi in ragia tenace, ch' è la famofa gomma elaftica, rafl'omigliante a cuoio bruno, di prodigiofa elafticità fornito. Effendb molle da bel principio, e capace di qualiïfia forma, gli Américain ne rivefiono fïaschetti di terra cotta, e rafeiugata che ne hanno la vefte al suoeo, rompono la forma di dentro, e ne gettano suori i minuzzoli pt-r la buca del collo. Quindi è, che la gomma elaftica non si manda ïn Europa, le non nella forma di fiai'chetti l'omiglianti alla pera.
Fig. 2. L' Albero della gomma arabica ossia la Mimosa del Nilo. (Mimosa nilotica.)
La Mimosa del Nilo è quel!' albero, che ci provvede della famofa Gomma arabica, Questo albero crei'ce falvatico nelle aride regioni dell' Arabia, d'Egitto, e di tutta l'Afnca, e giunge a una grandezza considerabile. Ha le foglie tenere e doppiamente pennate come l'Acacia (Fig. A), fiori di forma ffeiica (Fig. B.), baccello lungo arcuato e bruno, che contiene i femi di forma ovale, ovvero fave. La Gomma arabica naturalmente cola suori dalla corteccia di quest' albero, e vi fi. forma in gruppi della grofi'ezza di noce, come la gomma del cirieggio. SE di color bianco, giallo, e bruno, si difeioglie tutta nell' acqua, e trafportafi ne' paefi nostri per mezzo del commercio di Levante. Sene sa ufo fréquente dall' arte medica, da' pittori, e nelle fabbriche di fêta, ond' è articolo importante del traiïco.
Ad99998 04 053a/itaUccelli. LVIII. Tom. IV. No. 51.
UCCELLI NOTABILI.
Fig. 1. Il Rè dé pigliamosche. (Todus regius.)
uefto bell' uccello vive nell' America méridionale. Ha il becco appiattato, oncle in tedeseo chiamafi Plattschnabel, e si nutre d'iufetti. J suoi coftumi son poco noli. La sua lunghezza arriva a j pollici incirca.
Fig. 2. Il Pigliamosche col becco grosso e largo. (Todus macrorhynchus.
Questa specie di pigliamosclie è più grande di quella della Fig. précédente, avendo 3 pollici di lunghezza. Vive anch' el'fa nell' America méridionale. Il coior delle sue penne e nero lucente, e rossigno. Dalle aie pendono alcune penne bianche, che gli danno \nx vago afpetto. JJJ-piaftra e un genere d'uccelli. , che per la vagnezza delle penne contanfi tra' più belli. Le varie specie di questo genere vivono per lo più ne' paefi più caldi del mondo, e nutronfi principalmente d'api e vespe, onde hanno nome.
Fig. 3. L'Apiastra commune. (Merops apiaster.)
L'Apiaftra commune vive in Europa, e fino in Germania. Ha 12 pollici di lunghezza, e per la vivezza de' suoi colori annoverafi tra' più vaghi uccelli d'Europa. Suole annidarfi nelle rive più alte de' fiumi groffi, e portafi fpeffo in piccole brigate di 10 b 12 capi fino a' confini della Germania settentrionale. E saporita la sua carne.
Fig. 4. L'Apiastra della Nubia. (Merops Nubicus.)
Questa specie è più bella della précédente europea, ma alquanto più piccola. La sua patria è l'Egitto, e la Nubia.
Fig. 5. L'Apiastra della Cajenna. (Merops Cayennensis.)
Vive questo uccello nella Cajenna dell' America méridionale. E di color griggio fudicio, eccettochè la coda, e le penne maeftre dell' aie, che sono di color giallo rossigno.
Fig. 6. LApiastra verde. (Merops viridis.)
Questo bell' uccello vive nell' Indie orientali,. ed è la più piccola dell' apiaftre. Ha il gozzo e il ventre verdi con macchie gialle, ma il dosso e la coda son di color bruno. Le due penne d'in mezzo alla coda fdno più lunghe delP altre, e molto strette.
Ad99998 04 054a/itaPesci XXXIV. Tom. IV. No. 52.
SGOMBERI DI VARIA SPECIE.
-I-Sgomberi contanfi tra' pesci più delicati e saporiti. Variano molto di grandezza, e vivono tutti nelle regioni più calde del mare.
Fig. 1. L'Imperadore del Giapone. (Scomber regalis.)
Questo belliffimo pesce arriva a più piedi di grandezza. Il suo dosso ha color di porpora oscura, ed i fianchi col ventre son di color lucenti argentino. Questi vaghi colori, e gli occhi neri, cinti d' annello giallo chiaro, concigliano a questo pesce un bell' aspetto. E molto ricercato da' pescatori,
Fig. 2. Lo Sgombero detto da Linn. (Scomber Sarda.)
Questa [pecie di Sgombero è più piccola della précédente, ma non è meno saporita. Diftinguefi per le moite macchie brune oscure di forma femilunare, che ha nel dosso, e che gli danno un bell' aspetto.
Fig. 3. Il Marinaro. (Scomber ductor.)
Il cosi detto Marinaro è alquanto più grande della précédente specie di fgombero, e ne differisce pel suo capo grosso rintuzzato, il quale infieme con tutto il dosso è di color turchino oscuro. Ha le pinne gialle e turchine, ed i fianchi adorni di due fila di scaglie gialle.
Fig. 4. Lo Sgombero Plumierio. (Scomber Plumierii.)
Questa specie di Sgombero fu scoperta ne' mari dell' Indie orientali dal naturalista Plumier, onde fu denominata. E di tutte l'altre la più piccola, e vagamente colorita. Ha il dosso di color cenerognolo turchino, ed il corpo attraverfato di tre fascie larghe dell' ifteffo colore.
Ad99998 04 055a/itaPiante. LXXXV. Tom. IV. No. 53.
PIANTE MEDICINALI.
Fig. 1. Il Frassino, che trasuda la Manna. (Fraxinus ornus.)
L'a Manna, nota assai fra' rimedj purgativi delle officine degli speziali, non è altro, che il sugo ingrossito e secco d'una ipecie di frassino, che ne porta la denommazione.
E ben vero, che quest' albero cresce felvaggio nelia Germania méridionale, ma la Vera patria d'efl'o sono Napoli, laCalabria, e la Sicilia. Riman baffo nel luo crescere. , non oltrepassando ordinariamente l'altezza di piedi l6 ö 13. Sono pennute le lue foglîe, ed i suoi fiori bianchi, Fatti a ciocca, hahnö un odor dolce. Per raccome la manna si fanno incisioni orizontali nella feorza dell' albero, donde per tutta l'eftate le n'esce il fugo, il quale si raccoglie entro a foglie accartocciate, che vi si attaccano, ove si fecca in forma di gruppi gialli e bruni. Nella Calabria e Sicilia la manna forma un articolo importante di coramercio; ma raccogliefi foltanto a conto del Rè, il quale ne sa monopolio. La manna è d'un odor e sapor dolce naufeante.
Fig. 2. La Salsapariglia. (Smilax Sassaparilla.)
La Salsapariglia è un frutice debbole, fornito di viticci, che in luoghi paluftri dell' America méridionale cresce, e va o feorrendo pel terreno, o avvolticchiandofi agli alberi per falire m alto. I suoi fpinofi tralci hanno foglie ovali, appuntate in cima, e ben folcate. I suoi fiori son biaiichi (Fig. c). Il frutto, che produce, consiste in coccole di color brunorossigno (Fig. b.) riunite in ciocche, le quali non son godibili. Ma altrettanto più pregevole è neile officine degli fpeziali la radiée di questa pianta, che consiste in un nodo della groffezza d'un pollice (Fig. a.) il quale poco fotterra va diramandofi in fottili ramicelli, forniti di molti filamenti (Fig. d.). Il nodo di cotefta radice è Lunica parte della pianta, di cui si poffa far ufo. Scavato che si è, si fecca, e fene sa traffico come di medicamento di non médiocre prezzo.
Ad99998 04 056a/itaAntichità. IX. Tom. IV. No. 54.
LE CORONE DEGLI ANTICHI.
Gli antichi Greci, e partieolarmente i Romani ufavano Corone di varia forte, per onorarne ï vincitori, o quai si fia altro cittadino, che con qualche azione importante e vantaggiofa si era refo benemerito dello stato. Quelle diverfe corone, owero fegni pubblici d'onore, differivano nella determinata forma, e materia, onde eran comporte.
Fig. 1. e 2. La Corona radiata.
La Corona radiata, comporta d'oro, era adorna di pungiglioni ritti, per indicarne i raggi del foie, oppure qualche apoteofi. Ne furono cinte le tempie degl' imperatori, quando vinta una battaglia, o conquiftata avendo tma provincia vittoriofi e trionfanti rientravano nella città di Roma. Ufarono ancora cignerne la circonferenza delF elmo d'acciajo, la di cui cima folea eifere adorna d'un grifone d'oro, affifovi.
Fig. 3 e 4. La Corona d'alloro.
Questa forte di Corona era una ghirlanda fatta di ramoscelli d'alloro, conceduta parimeuti al vittoriofo imperatore, per ornarne nel suo ingreffo trionfale o il suo capo ignudo, o F elmo, che lo copriva-Ne furono onorati ancora i vincitori dé pubblici giuochi, come quei della Lotta, e della Corfa, e i Poeti, e Artifti, i quali avean vinto il premio.
Fig. 5. La Corona civica.
Era una ghirlanda di quercia, fegno di primario onor militare, conceduto in premio a que' cittadini romani, che aveaa falvata la vita a qualcheduno de' loro concittadini, o che con fegnalate azioni avean contribuito a falvar la Repubblica da un evidente pericolo.
Fig. 6. La Corona ossidionale.
Premio onorifico di chi con la sua bravura personale liberava una città dall' affedio de' nemici. Questa ghirlanda era fatta dell' erba, e dé fioretti, che crescevano in lu le mura della città liberata.
Fig. 7. La Corona murata.
Era fatta d'oro, e adorna di merli. Fù conceduta in premio a colui de' foldati romani, che nel prender d'alïalto una città nemica era il primo a falirne le mura.
Fig. 8. Corona castrense.
Che parimenti era d'oro, fornita di palizzate caftrenfi, la quale si dava in premio a chi prima degli altri s'apriva la via nel campo dell' efercito nemico.
Fig. 9. La Corona navale.
La Corona navale era anch' essa d'oro, ornata d' immaa;ini di rofiri navalï con le punte di ferro, e ferviva di premio all'aminiraglio, che avea vinto il nemico in una bat~ taglia navale.
Ad99998 04 057a/itaMiscell. XLI. Tom. IV. No. 55.
IL TELEGRAFO.
Il Telegrafo e una macchina, ufata oggidï, per recare certi avvifi, particolarmente militari, con fomma celerità in luoghi lontani. Benchè quest' arte, che TelegrAsia si chiama, fia ass'ai antica, pure il ritrovamento della macchina, di cui presentemeute si fervono, è nuovo, e debbefi ai France fi, i quali con fommo vantaggio se ne l'on ferviti nella passata guerra della loro politica rivoluzione. Quello, clie lu pofto nel Louvre di Parigi, fu il primo, e quello deila città di Lilla, che con il primo corrifpondeva, fu il fecondo.
Fig. 1. Il Telegrafo del Louvre di Parigi.
Ecco la faccia efteriore del Telegrafo! Per la foffitta d'uno stanzino, le cui pareti son compofte di fineftre, passa un perticone, in tima del quale è poita la macchina, che per tratti si mette in muoto. Il Telegrafo proprio consiste in una tavola ovvero comice della lunghezza di 9 firH a 12 piedi, e larga 14 pollici, aile cui eftremità fouo attaccate due altre affi, egualnaente larghe, ma la meta meno lunghe, fôrnite di certe gumture adatte, a porfi in muoto per mezzo di tratti di corde che entro l'offervatorio si fanno, onde con quelle si formano vari cangiamenti di angoli, e di direzione, che nella TelegrAsia hanno valore di lettere, o parole. Ma il meccanismo intern© della macchina e il maneggio di quella dalla parte dello stanzino offervatoiïomeglio si schiarirà dalla deferizione
Fig. 2. Del Telegrafo di Lilla.
Cofti l'uffiziale, pofto in fui tetto, e pro?vifto d'un buon telescopio, stà offervando il Telegrafo -eorrifpondente mentre ch' è ih muoto, a fin di recargli qualche avvifo, ed al Segretario, che fiede di fotto a lui, detta parola per parola tutto cio, ch* egli va offervando. Meffo che si è l'awifo in iscritto, il Segretario infieme col macchinista, incaricato di porre il Telegrafo in muoto, alla macchina s'accofta, e detta a quello tutte le figure, e movimenti, da farfi per mezzo del Telegrafo, per communicar al Telegrafo corrifpondente l'avvifo ricevuto.
Ad99998 04 058a/itaUccelli. LIX. Tom. IV. No. 56.
UCCELLI PALUSTRI DI VARIA SORTE.
Fig. 1. Il Cavaliere castagnino. (Parra jacana.)
uefio uccello paluftre vive nell' America méridionale fréquenta i luogi paludofi, e le rive de' fiumi e laghi. Arriva alla lunghezza di 10, fino a 12 pollici, n'a color rossigno bruno, e nella féconda giuntura delle ali è afrnato d'un corto fperone, onde ha avuto la denominazione di Cavalière. Ha le dita de' piedi di straord'inaria lunghezza; che lo rendono capace di camminare in fu le paludi, per cercarvi il suo nutrimento, consistente in vermini e altri insetti acquatici, senza immergerfifi. La sua carne è allai saporita.
Fig. 2. Il Cavaliere di varj colori. (Parra variabilis.)
E parimente dell' America méridionale, ove per lo più vive nel Brafile, nella Gujana, e nell' isola di San Dominico. E di varj e bei colori dipinto, e si nutre come lo anzidescritto uccello.
Fig. 3. Il Cavalier' Africano. (Parra africana).
Questa specie di cavalière vive in Africa, ed è preffo a poco della grandezza di quello della iïg. 2. Ha il color bruno chiaro, e la prodigiofa lunghezza delle dita de' suoi piëdi, allai fproporzionata coli' elegante corpo d'effo, gli dà uno strano afpetto.
Fig. 4. Il Rè delle Quaglie. (Rallus crex.)
Il cosi detto Ptè delle quaglie non folamente si trova ne' nostri paefi, ma anco per tntta l'Europa, in Asia, e nell' America settentrionale. Benchè nella forma, e nel colore abbia fomiglianza con la quaglia, pure la f upera in grandezza. Già fu creduto guida delle quaglie ne' loro passaggi, e perô n'ebbe il nome di Rè; ma non è del genere di quelle, ma bensi di quello de Ralli di Linneo. Ezh fréquenta i prati paludofi, e i campi feminati di grano, per pascerfi di vermiui e locufte; volando a stento, e correndo velociiïima« mente. D'eltate se ne fente lo stridente canto nell' ore tarde del giorno iïno all'imbrumr della notte. E saporita la carne d'effo.
Fig. 5. La Gallinella delle Filippine con la testa bruna. (Rallus Philippensis.)
Quest' uccelle, che viere nelle isole filippine, forpassa il he delle Quaglie in grandezza, ed è di belliffimi. colori adorno. Na' suoi nutrimenti non si distingue punto dagli altri uccelli palaftri, e le sue earni danno un cibo delicato.
Fig. 6. L'Uccello vaginato. (Vaginalis alba.)
Questo uccello, della grandezza d'an piccione, e bianco, forma una specie diftinta tra gli uccelli paluftri. Il becco grosso d'eilo è riveftito d'una guaina mobile, fomigliante al corno, che arriva fin dietro agli occhi, fornita di porri, Vive fu le cofte della NuovaZelanda, e d'altre Ifole dell' oceano méridionale, e nutrefi di carogne, e pesci croftacei, onde la sue carne non è sodibile.
Ad99998 04 059a/itaPiante. LXXXVI. Tom. IV. No. 57.
PIANTE VELENOSE.
Fig. 1. Il Lauro regio. (Prunus laurocerasus.)
JLl Lauro regio è arboscello, che non oltrepassa l'altezza di 5 ö 6 piedi. Ha le foglie fempre verdi, rilucenti e fomiglianti a quelle dell' alloro, i fiori bianchi di grato odore, e le frutte fomiglianti a cirieggie turchine nere raccolte in grappoli. Cresce falvatico fu lidi del marnero, e nella piu temperate regioni della Germania méridionale attecchisce all'aria scoperta. Il frutto, che ha noceioulo, (Fig. 1) non è godibile; ma i fiori e le foglie verdi sono dî grato sapore fimila a quello di mandorle amare, ma velenofe, e perigliofe. Poche goccie dell' oglio volatile, e dell' acqua che se ne diftilla, baftano per tor la vita agli uomini e beftie in pochi minuti di tempo.
Fig. 2. L'Aralda. (Digitalis purpurea.)
L'Aralda, detta ancora Guantelli, h bella pianta, adatta a servire d'ornamento ai giardini nostrali, ma velenosa, de guardarfene tanto più, che ne' paefi nostri è indigena, e fréquente nelle contrade montuofe, ne' boschi, e nelle rupi sterili. K forte questa pianta, ed il suo fufto, alto 3 0 4 piedi, si carica d'un gran numéro di bei fiori rossï a campanelle, l'odorato de' quali fbalordisce il capo; ihferne perö, e 1' acqua impregnata del fugo dello sue foglie verdi sono un corrodente e mortifero veleno per gli uomini e per le beftie. In mano di medico esperto e cautelato fervono pure d' efficace medicamento. 4/ûrmi.
Ad99998 04 060a/itaMiscell. XLI. Tom. IV. No. 58.
I GHIACCI PERPETUI DELLE ALPI.
II Mar ghiacciato presso al Montanvert.
Le Alpi Svizzere sono le parti più rilevate del mondo vecchio. Tra esse si trova il Monthlanc, che tutte montagne dell' Europa, Asia ed Africa forpassa d' altezza, ed al folo Cimborasso dell' America è inferiore.
Queste Alpi Svizzere a cagion della lor fegnalata fitaazione ci presentano le più fublimi bellezze ed i più rimarchevoli oggetti della natura. Vi si trovano monti d'una perpétua neve coperti, laghi racchiufi fra monti, precipizi di fmifurata profondità, vallate di ghiaccio ripiene, innumerabili forgenti d' acqua, onde in feguito si formano fiumi groffi, ruscelli, che gettandofi giù d'altiffimo dirupi per aria disciolgonfi in fpruzzoli, e fvaniseono, pinguiffimi pascoli, e altri prodigi della natura. Tra gli oggetti più rimarchevoli dell'Alpi contaniï i ghiacci perpetui, che vi si trovano ammaffati.
Questi smifurati ammafß di ghiaccio, che riempiono le vallate dell' Alpi, parte innalzandofi ira le cime de' dirupi a maggiore altezza, sono stretti, e declivi, parte essendo pofti più a bolïo a piè de' monti altiffimi [on più larghi. Uno de' più vafti e più notabili è quello, che situato al piè del Montanvert Mar ghiacciato si chiama. Effo consista in una valle ricolma di ghiaccio, da poter passarfi con la vifta in fui Montanvert, ove si vede pofta una capanna. E' fomigliante a un mare, le cui voghe in un iftante si sono agghïacciate, non già durante la tempefta, ma tofto en' è paflata, e che s' è acchetato il vento, e 1' onde si sono rintuzzate, e ritondate. Tra queste onde ghiacciate si veggono groffi e profondi fpaccati traverfali, che al di dentro paiono di color turchino, ne' quali è facile che vi cado il viandante.
Dall' una e dall' altra parte si vedono feendere giù altri ammoffi più riftretti di ghiaccio, e nello ffondo della tavola comparisce il gran Jurasso di perpétua neve coperto, una delle Alpi più elevate.
Il Montanvert, ove qui nella parte anteriore della tavola si vede una compagnia di gente, fomministra opimi pascoli al beftiame alpino accanto agli fpaventofi ammafti di ghiaccio.
Ad99998 04 061a/itaMiscell. XLII. Tom. IV. No. 59.
I GHIACCI PERPETUI DELLE ALPI.
La valle di Chamouni.
Questa valle è la più bella e la più rimarchevole. non folamente delle Alpi Svizzere, ma forfe ancora di tutto il mondo. Ei'faracchiude tanti e si strani prodigi della natura, le più aspre e felvatiche scene cofi -ftranamente raescotate con le più belle e deliziofe, che al primo aspetto l'uomo non puo riavarfo dello stupore. La valle lia la fomiglianza d'una culla, che in forma d' arco si prolunga per lo fpazio di 7 ore di cammino. In ambidue luoi lati la rinferrano altiffirne cime di montagne aspre, scoscefe, e felvatiche, gl' intervalli delle quali son ripieni di ghiacci ammaffati, che con le loro punte e groppi formano le più vaghe vedute pittoresche. Al di fopra di quelle cime di rocche alpeftri in maggior lontananza, a mano deftra, forge il Monthlanc, il più alto monte del mondo vecchio, d' una perpétua neve coperto, e si perde eiitro le nubi. La fequente tavola lo far à meglio conoscere.
Que' belli e aspri ammassi di ghiaccio, che qui si vedono fra le cime e fra' lati delle rupi di granito per la maggior parte derivano dal cofi, detto Mar ghiacciato, di Cui abbiam dato ragguaglio nel foglio précédente. Sono innumerabili le forgenti e i ruscelli d' a'cqua chiara come il criftallo, che indi scatoriscono, e fino il fiume Arveiron. che scorre per tutta la valle, nasce grandiofa: mente d' una vaita caverna, ch' è entro un ammaffo di tali ghiacci.
Spesso in questa valle si fente un fracaffo fimile a' colpi del tuono, ghe nasce dalla caduta di fmifurate maffe di ghiaccio, le quali ne' luoghi più elevati si diftaccano. Questi ammaffamenti di ghiaccio fpeffo arrivano alla groffezza di parecchie centinaja pièdi, bencliè al di fotto non ceffine mai di disciorfi, onde di continuo ne scorre l'acqua, e ne nascono i più gran fiumi.
Non è mai liscia ne fdrucciolente la superficie de ghiacci alpeftri, ma è fernpre granellofa e ruvida, perô vi si puo camminare con pie sicuro.
Ad99998 04 062a/itaMiscell. XLIII. Tom. IV. No. 60.
MONTI-NEVOSI.Prospetto del Mont-Blanc.
Ad99998 04 063a/itaAntichità X. Tom. IV. No. 61.
STRUMENTI DI MUSICA DELL' ANTICHITÀ. Zuffoli, Sistri, e Cembali.
Gli antichi Greci o Romani ebbero come noi, differenti strumenti di mufica che corififtevano in strumenti di corde, come Life, Liuti ovvero Chltarre, e Salterj, ed in strumenti di fïato, come Zuffoli, Flauti e Corni. Dei primi si servirono per accompagnai-il loro canto nel culto degli Dei e nei facrificj; gli altri, ai quali si giugneva sovente i fiftri c cembali, furono in ufo nelle proceffioni di Bacco e Cibele e qualche volta con altra mufica marziale nei loro trionfi. Nella Tavola presente faremo conoscere li Zuffoli, Siftri e Cembali.
Fig. 1. 2. 3. Sistri, Tamburelli e Sonagli.
Fig. 1. Un anello di piaftra di ferro nelle incisioni dei quale si trovarono delle piccole ronde piaftre di métallo, che continuamente furono scoffi.
Fig. 2. Un aneilo di métallo al quale fei ovvero piu grandi armonici fonagli furono fermati di maniera che facilmente tornavano. Le ballerine si servirono di questi anelli che scoffero alla, mifura dei loro baili.
Fig. 3. Un anello di ferro pieno di fonagli e da un lato coperto di pelle di tamburo. Nelle danze fu fonato e scoffo a tempo.
Fig. 4. I Cembali.
I Cembali furono di métallo, e parimente m uso coi ballerini che ballando li lonarono.
Fig. 11. Il Sistro
fu generalmen-. e della forma d'una staffa con verghe di métallo à traveri'o. che si moffeio nei loro buchi.
Fig. 12. Il Triangolo
Fig. 13. Il gran Cembalo
furono toccati con bacchette di métallo.
Fig. 10. La Sambucca.
fu un mezzo triangolo incordato in modo d'una arpa offia falterio.
Fig. 5. 6. 7. 8. 9. Zuffoli semplici e composti.
Fig. 5. Il Zuffolo Jemplice.
Fig. 6. Il Zuffolo compoftQ.
Fig. 7. Il Zuffolo Clir DO.
Fig. 8. Ilflauto ppio al quale sovente un Corno fu attacato per rinforcar ed abbaffar il tuono.
Fig. 9. Il flauto di Pan ovvero fyrinx fu composto di fette canne di différente lunghezza commesse in una ferie. il Ballerino passava colle labbra fopra le aperture superiori. Molti di questi strumenti f'ufano ancora da noi.
Ad99998 04 064a/itaAntichità. XI. Tom. IV. No. 62.
STRUMENTI DI MUSICA DELL' ANTICHITÀ. Lire e Chitarre o Liuti.
Nella presente tarola daremo ragguaglio delle differenti Lire e Chitarre offia Liuti dei Greci e Romani.
La Lyra è forfe il più antico strumento di mufica che conosciamo. La sua invenzione si perde nell' antichità.
Il vuoto guscio d'una testuggine, offîa il cranio d'un animale, nel quäle de' Corni di bue o capra, ovvero un pajo di piccoli rami erano pofti - un pezzo di legno mezzo à traverfo, ed incordato con corde di minugio furono forfe le parti integrali della prima Lira. L'arte poscia abbellava questo strumento con dorature ed altri ornamenti, e cosi nacquero quelle varie forme che vediamo dipinte nelle Fig. 1. 3. 4. 5. 7. 8-e 10.
Della Lyra provenne la Chitarra, della quäle varie forme si vedono ripresentate nelle Fig. 2. 6. e 9. questo strumento fu lavorato con più d' arte, guernito d' un bischero e fondo ed incordato con fette armoniofe corde. In tal modo il suo tuono fu piu melodiofo e piu forte di quello della Lira. I Greci e Romani ufarono la Lira nei canti ai loro facrificj, banchetti ed altre fefte, ovvero quando i poeti e bardi cantavano de' cantici e canzoni in publico; indi viene che quella parte della nostra poefia che contiene arie e canzoni, porti ancora il nome di poesia lirica.
Ad99998 04 065a/itaPiante. LXXXVII Tom. IV. No. 63.
PIANTE STRANIERI.
Il Cipero dulcichino. (Cyperus esculentus.)
Questa pianta Pè folamente refa rimarchevole in Germania dacche le lue radici tubeRose vengono ricommandate ed ufate in luogo del Caffè. Effa è del genere dell' erba, ed indi è qualche volte detta in tedesco: erba di Cipero. La Tua patria è 1' Oriente, è fpecialmente il Levante e 1' Egitto, dove nafee felvatica.
Fig. 1. dimofira questa pianta nella sua grandezza naturale, quando mezzo cresciuta, e raffe-migliante ad un commun cesto d' erba. Le sue copiofe radici capiilari sono piene di piccoli bianchi nochj, che, quando la pianta arriva al suo compimento, divengono quei tuberi chiamati Dulcichini.
In Fig. 2. vediamo la pianta nel suo compimento coi suoi tuberi che nel tempo d' Autunno si feavano come H tartufi bianebi. Questi tuberi, representati in Fig. a e b nella loro. grandezza naturale hanno ordinarmente 5 fquame owero corteccie che giacono V una fopra F altra in modo degli embrici.
Effi sono del sapor delle mendorîe e si mangiano o crudi owero abbruftoliti. In Italia ne fanno una bevanda saporita e diverfi molto graditi cibi. Abbruftoliti come le fave del caffè e bolliti nell' acqua formano un beveraggio fimile al caffà; indi non folamente sono ufate in luogo d' effo, ma essendo anche molto coltivati nei nostri giardini coininciano formar un articolo considerabile di traffico.
Ad99998 04 066a/itaInsetti. XXVII. Tom. IV. No. 64.
INSETTI DELLA CHINA.
Quasi tutte le produzioni naturali della China come hori, uccelli, pesci, insetti hanno colori acceiï e brillanîi, com gia vedernmo in diverfe tavole di questa opéra, e come le specie dipinte in guefxo numéro di più dimostrano.
Fig. 1. La Locusta macchiata. (Grillus morbillosus.)
Questa locufta è lunga di 2 1/2 pollici e superba di colore. Il suo petto è rolïo, 1' aftuccio, offia la cuftodia delP ali d' un verde l'euro turchino; le ali inferiori sono d' un rosso accefo, e fparfe di macchiè nere. Il color del corpo è nero ed attraverfato di rige rofl'e e giallé; quello de' piedi è giallo. E" presentato IVolazzando.
Fig. 2. Il Bubreste stricciato. (Buprestis vittata.)
Il Bupreste ha in tedesco varj nomi; fra gli insetti è certamente adorno de' piu bei colori come i'i vede in lïg. 2 et 3, che sono nativi della China, Il presente è verde e stricciato Si giallo, azurro, e di color d'arancia. I colori sono hrillanti e d' un a vivezza fingolare.
Fig. 3. Il Bupreste occhiato. (Buprestis ocellata.)
Questo Bupreste forpassa quello di F. 2 in bellezza, ii i'uoi aftuccj dell'àli essendo coperti da occhj e feudi azurri, gialli e rossi. I Cinefi usano gli aftuccj di ambidue pelle opère ricamate ed altri ornamenti de' veftiti e mobili.
Fig. 4. Il scarafaggio cinese. (Scarabaeus Chinensis.)
Questo scarafaggio rassomiglia intieramente à quello dell' Europa eccetto il suo colore, che è il verde di îrneraldo e molto brillante. I piedi'fono gialli.
Fig. 5. L'aragna macchiata. (Aranea maculata.)
L' aragna clella China certamente non è tanto fpiacevole e ripugnante che queïla d' Europa. Il suo petto fotto il quale lu oie nailondere la ma testa presentata in lïg. A. è di color argentine ed il suo corpo ovale è giallo e rofi'o chiaro. I piedi ciugnono sovente alla lunghezza di 3 o 4 pollici.
Fig. 6. Il farfallone Peranthus della China. (Papilio Eques Peranthus.)
Questa belliffima farvalla è del genere delle diurne e pelle sue code dell' ali inferiori apparliene alla claffe de' chiamati Equiti. E' superbo di color, ed anche in China molto rado don de è stirriato un vero ornamento de' gabinetti d' Insetti.
Ad99998 04 067a/itaUccelli. LXV. Tom. IV. No. 65.
UCCELLI RARI DI GERMANIA.
Fig. 1. L'Imantopo. (Charadrius himantopus.)
Questo raro uccello è del genere degli uceelli paluftri, e fpecialmente della forte del piviere. Egli è preffo à poco della grandezza del piviere verde; I f uoi lunghi e fottili piedi gli danno uno strano afpetto. Ha il dosso di color nero lucicante, e le penne maeitre delle ali brune, e cinte di bianco; la testa, il collo, e il petto sono bianchi. Ritrovafi fülle rive del Danubio ed altri fiumi groffi; ma anco talvolta passala Germania; corre e vola con gran velocità, e nutrefi di vermini ed altri insetti acquatici.
Fig. 2. L'Avosetto. (Recurvirostra avosetta.)
L'avofetto, chiamato anche Beccaroella ovvero Spinzago (Tacqua e del genere de' beccoftorti palluftri come il suo becco ricurvo ahbaftanza dimostra. Somiglia al précédente in grandezza ma ha il corpo piu grosso, e li piedi forniti di membrane da nuoto, come le anitre. Il color d'effo è bigio, bianco, é nero. Vive in Europa ed Asia, ma abita, principalmente nel tempo di state, l'isola Orland in Svezzia, le cofte del Mare Baltico, e la Dannimarca. Nel tempo d' inverno egli passa ia paeû piu caldà. La sua carne si mangia.
Fig. 3. Il piccolo Terrabuso. (Ardea stellaris.)
Il piccolo Terrabufo ovvero Trombone è un uccello belliffimo che vive folitario ne' canetti, e non comparisce di giorno, Egli è piu grande del merlo e di color giaile bruno e nero; nutrefi di piccoli pesci. rane e lumaahe.
Fig. 4. Il Storno marino. (Turdus marinus.)
Questo belliffimo Uccello vive in Europa ed Asia, nia è meno fréquente in Germania ch'è in Syezia, Lapponia,. e Svizzera. Ne' mefi di Luglio ed Agofto arriva attruppato in Turchia e Siria ove è chiamato fuccello fanto à casion della diftruzzione che sa delle locufte. E chiamato anco il storno campeftre, perche trovafi tal volta nei campi e fulli letamaji. Non forpalîa in grandezza il stanello commune. Il suo corpo è di color rofato; la testa, il collo, le ali, e la coda sono d' un nero lucicante di turchino. La sua testa è di più adorna d' un pennacchio fmagliante di vaghi colori. Egli f addomeftica diffïcilmente.
Ad99998 04 068a/itaFiori. Tom. IV. No. 66.
FIORI BELLA CHINA.
L'Hydrangea, o la Rosa di Giapone. (Hydrangea hortensis.)
La patria cli questo bellissimo fiore è la China ed il Giapane. Gli Inglefi furono i primi di trasportarlo in Inghilierra, donde, qualche anni fa, fu. introdutto in Germania, ov' è un ornamento e dell7 ultima usanza negli orti. Fu chiamato da prima Hortenfia, ma da poco porta il nome d' Hydrangea.
Il suo arboscello giugne all'altezza di raffomiglianti pella loro forma aile ciocche del fambucco acquatico danno à questo fiore un afpetto molto elegante.
Questo fiore fpunta suori nei mefi cli Maggio ovvero Giugno; comparisce nel principio d' un verde giallo ma tofto si rivefte d' un bello rosso cli Rosa e cangia in color di viola prima di ovvizzare. Ogni fiore dura preffo cli due mefi.
Benche la planta non fia molto tenera 12 fin a 16 pollici, le foglie sono d' un verde pero non si propaga che nelle stanze de' scuro e cuspidate do' due capi. Le sue giardini ovvero altri luoghi, dove il freddo ciocche de' fiori, sovente di 6 e S pollici, e non puo penetrare.
Ad99998 04 069a/itaAntichità. XII. Tom. IV. No. 67.
MASCHERE DEGLI ANTICHI.
Le maschere degli antichi furono principalmente deftinate per le loro efibizioni teatrali che si facevano di giorno in grandi anfiteatri, sovente affai larghi per contenere vinti mila spettatori. Queste maschere derivarono delle fefte di Bacco nelle Vendemmie, quando gli allegri viguaji si mascheravano ed imbrattandofi il volto colla foccia di vino rosso recitavano varii traftulli e farse.
Al regolamento, che si faceva poscia del Teatro, quelle maschere artificiali furono inventati che presentavano certi e déterminât! Caratteri. Effe furono divife in (i) maschere tragiche pelia Tragedia (2) maschere corniche pella Comedia, e (3) maschere Baccanali per la Satira e le paftorali.
Maschere tragiche si vedono par efempio nelle figure I. 2. 3. e 8.
Delle comiche si presentano nelle figure 7 e 10.
E di quelle di Bacco si trovano nelle figure 4. 5. 6. 9.
Le maschere degli antichi non furono folamente faccie, come da noi, ma intiere teste, delle quali la parte d'innanzi feparavasi da quella di dietro, come un casco; e 1' attore acquiftô con esse un volto corrifpondente col suo carattere; di piu ebbero ördinarmente larghe, e focchiufe, ovvero fpalancate bocche che in modo d' una tromba parlante rendevano la voce "naturale dell' attore piu forte, ed piu intelligibile ia ogni parte del vafto edifizio attorniato di fedili pel commodo degli spettatori.
A quelle maschere dell' antichita raffomigliano in qualche modo le maschere che f usano anche al presente per i caratteri del Teatro Italiano, e Truffaldinö, il Dottore, Tartaglia e Brighello hanno proprie maschere di faccia e propri veftiti, nelle quali rappresentano le loro parti.
Ad99998 04 070a/itaInsetti. XXVIII. Tom. IV. No. 68.
FARFALLA DELLA CHINA.
L'Atlante bruno.
Questa prodigiosa farfalla è del genere delle farfalle notturne o falene, e sorpassa in grandezza tutte le farfalle nostrali ovvero stranieri, s'accostando alla grandezza del nostro pipistrelle. China non è la sua sola patria, e si trova anche nei paesi caldi delle Indie, dove tutti gli insetti sono superiori ai nostrali tanto in grandezza che bellezza. Il color suo è un bruno canellato, adorno di giallo, nero, bianco ed azurro, donde questa farfalla ha un aspetto veramente grandioso, ma sono principalmente rimarchevoli le sue macchie triangolari nelle ali che sono orlate di nero, e consistono in una sottile pellicola della natura di vetro, pelle quali si disceme come i rami e le foglie d'aranci nella tavola presente, tutti gli oggetti come se fosse per una finestra.
Il di lei brucco è lungo di 4 pollici e della groffezza d'un dito. Ritrovasi comunemente in sulli arancj ed involge in un grosso bozzolo, il tessuto del quale l'usa in China per farne differenti stoffe di seta.
Ad99998 04 071a/itaRose. V. Tom. IV. No. 69.
DIFFERENTI SORTE DI ROSE.
Fig. 1. La Rosa Basilica Damaschina. (Rosa damascena basilica.
a r olore moito grato, e pu6 dira ver» D schitia. or'namento d'egli orti. VueRo bel fiore è del genere delle Rose Damaschine, come 1' ovale germoglio suo, e la sua struttura dimostrano. Il suo arboscello che arriva all'altezza di 3 o 4 piedi, e pieno di fpine corte, e di foglia tenere d' un verde Teuro. Il fiore è grande allai ma ha questo di fingolare che è mezzo roi'fo e mezzo bianco, di maniera perö, che i due colori sono feparati 1' uno dall' altro nel mezzo del fiore, e che sovente una meta si trova tutta bianca, benche le foglie bianche fiano maffiïnamente mescolate di rosso, Per altro quella
Fig. 2. La Rosa gialla scempia. (Rosa lutea simplex.)
La Rosa gialla feempia crefee all'altezza di 4 o 6 piedi. Il suo legno è di color bruno chiaro e coperto di fpine. La Rosa è del genere della Rosa balfamica gialla come le lue foglie ffagranti cio dimostrano, che sono strette impennate, ed intagliate d' intornoj i rami sono pieghevoli ed accompagnati da copiofi bei fiori feempii di color cîtrino. L'odor n' è debole e poco grato. Effendo belliffima e poco dilicata (ruefta planta è adattiffima a dar luftro ai giardini.
Ad99998 04 072a/itaUccelli. LXI. Tom. IV. No. 70.
UCCELLI DI PREDA DI GERMANIA.
Fig. 1. Il Falcone pellegrino. (Falco peregrinus.)
Il falcone pelegrino abita le montagne delle parti fettentrionali d'Europa, Alïa, e America, e trovafi anco in Germania particolarmente in Turingia e nelle fpelfe felve del Haarts. E forte, ardito e doqile, donde è sovente addeftrato alla caccia di lepri, conigli, e pernici. Levafi talvolta ad un' altezza che si perde di vifta, e fvolazzando di continuo in un oerchio fpia la sua preda fopra la quale si lancia colla rapidità d' una freccia. E un nemico perigliofo degli uccelli falvatichi fia ne' boschj owero nella campagna. Neil' Autunno paifa in paefi piu caldi e se ne ritorna colla primavera donde è chiamato pelegrino. E lungo di 22 pollici, mifurato dal becco alla coda. Il suo color è un bruno chiaro e scuro mescolato di nero.
Il Canibello.
Fig. 2. Il maschio. Fig. 3. La femina. (Falco tinnunculus.)
Il canibello che ha anche varj altri nomi come gambinello Gheppio, e Ceppo foggiorna mafiïmamente ne' campanili e torri rimoti. E alquanto men grande del précédente, giugnendo folamente alla lunghezza di 16 pollici. Il canibello, particolarmente il maschio, è certamente del genere de' piu bei falconi, il suo colore essendo un grigio che ha del turchino, e che di più è mescolato di bruno, giallo, nero e bianco; la femina è d' un bruno chiaro e scuro punteggiato di nero. E molto fréquente in Germania, e va in preda di piccioni, uccelli, forcj, guaglie, lepri e pernici. E il terrore de' piccoli uccelli, e la Lodola cade come morta in terra, se scorge il canibello nell' aria. Pel danno che sa alla caccia si va molto ad eftirparlo.
Fig. 4. Il Nibbio. (Falco milvus.)
E della grandezza dèl falcone pellegrino e di color giallo, bruno di rugine, e nero. Si distingue per la sua coda ch' è biforcata. Questo uccello predace vive in Germania ed ama di fréquentai* i villaggi e cortili andando di continuo in preda di polli, ocche, ed anitre. Si nutre anco di carogna. Per altro è timido e di poco animo; indi accade sovente che i fparvieri e corvi, che sono isuoinemici, lo fforzano di rilasciare la sua preda.
Fig. 5. L'astore. (Falco palumbarius.)
L'aftore o colombario trovafi in Europa ed Asia e va in preda d'ogni forte di pollame che fia domeftica owero falvatica. E féroce di natura e di rado f'addimeftica; nidifica fülle alte cime degli alberi, e P avventa principalmente adosso a' piccioni, donde il suo nome colombario si dériva. Nel terzo anno di sua vita cangia il color delle sue piume che diviene bigio, nocino, e nero. Indi
Fig. 6. Il Milvo. (Falco gallinarius.)
che si credeva finora una specie particolare, non è altro che un' aftore di duoi anni avendo intieramente la sua figura e non differendo da effo eccetto nel colore delle piume. YV &. aJe£. I. ¥L±* r^ e
Ad99998 04 073a/itaUccelli. LXII. Tom. IV. No. 71.
PICCIONI STRANIERI.
Fig. 1. II piccione cremesino. (Columba rosea.)
JTra le varie Sorti degli uccelli arrecati dalle Indie il piccione cremefino è senza dubbio uno de'piu belli. E un piccione domeftico che f'accofta alla grandezza dei nostrali. Il principal colore delle Tue penne è un cremefino molto riyplendente che in varj luoghi dà nel color di rofa. D'un bello bianco sono il gozzo, il vertice, gli anelli degli occhj e le parti iuperiori delle aie; e brune sono le penne maeftre delle aie colla coda. Glilndiani araano aver questo piccione nei loro pollaji e cortili.
Fig. 2. Il Colombo d'oro. (Columba chalcoptera.)
Qnefto bello uccello, della grandezza del colombo falvatico, foggiorna nella Nuova 01landa. II suo color principale e grigio, ma le aie sono abbellite di vaghiffimi colori; pajono coperte d'oro lucicante di color rosso, giallo, e verde, oncle il suo nome si derira.
Fig. 3. Il colombo azurro coronato. (Columba coronata.)
Questo colombo vive nelle ifole Molucche ed altri paefi delle Tndie. E quafi un gigante fra li piccioni giugnendo alla grandezza d'un gallo d'India. Il complelîo del suo colore è un bello griggio azzurro ombreggiato di color purpureo. La testa è adorna d'una Corona del Iteffo colore. Suole nidificaie in fu gli alberi e dilficilmënte faddimeftica. Ritrovafi qualche volta in Germania nelle ménagerie. Si nutre come gli altri piccioni di grani, fpezialmente di rifo. Ce yn/^ être/1. XXIX. ^_/nj
Ad99998 04 074a/itaInsetti. XXIX. Tom. IV. No. 72.
FARFALLE DEL SURINAM.
Fig. 1. et 2. Il Paggio bruno.
Le due Farfalle ciel Surinam che qui vi Pap» presentano, sono amb edue pin grandie piu "belle di quelle d'Europa. La presente cliiamata: Il Paggio bruno e adorna di beiffimi colori. Ha la parte superiore (Fig. 1.) delle ali di color bruno scuro traverfate di striscie brune chiare, e le ali inferiori orlate di giallo. Le ali superiori son albeilite d'an ochione giallo e le inferiori di due macchie nere, in forma d'occhio, orlate di bianco.
La parte inferiore della farfalla (Fig. 2.) oltrapassa la Superiore, essendo vagamente diffegnata di bianco, giallo, roffaftro e bruno e traverfata di striscie ovvero vene nere 5 le ali inferiori hanno quattro bei occhj punteggiati. ,
Fig. 3. et 4. L'adonis azzurro.
Questa farfalla vince in belezza la précédente, e puo porfi nella claffe delle piu belle farfalle diurne del Surinam. La sua parte superiore. (Fig. 3.) èd'un belliffimo azzurro con eftremità di color nero ed adorna di macchie bianche fülle ali superiori. L'ornato de'colori della parte inferiore consiste in perlate, roffigne, gialle, brune, e nere flamme e punte che vi sono cofiben ombreggiate che quafi non è polfibile di veder un'insetto piu bello.
Ambedue queste farfalle vivono nelSurinam e si nutriscono del fugo che colla loro tromba fpirale fucciano de'fïori
Ad99998 04 075a/itaPesci. XXXV. Tom. IV. No. 73.
PESCI DI FIUME DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Il Sermone argentino. (Salmo Schiffermülleri.)
Al fermone Argentino h uno de' piu important! pesci di Germania, Non abita folamente i grandi fiumi e laghi della Germania eSvizzera, ma si trova anche nel mareBaltico, onde è pesce di fiume e di mare. Giugne somente alla lunghezza di tre piedi ed al pefo di fei fin a dieci libbre; Efi'endo del genere de1 fermoni la sua carne e molto tenera e saporita; è pesce di rapina e nutrefi di rane ed aitri pesci minuti.
Fig. 2. La Trotta verdazurra. (Salmo Wartmanni.)
Questa specie di Trotta si ritrova ne' laghi della Germania méridionale e principalmente nellago diConftanzaove si moltiplica prodigiofamente. La copiofa pesca che le ne fa, è di gran vantaggio a' pescatori. Il suo nome si dériva del suo colore ch' è verdazzurino quando il pesce arriva all'età di fett1 anni. Cresce alla lunghezza di 2\ piedi e le sue carni sono di fquifito Capore. Dal mefe di Maggio fin al mefe d'Ottobre se ne pesca una gran quantità nel lago di Conftanza. E mangiato o fresco owero è marinato inbariletti come le lamprede e: mandato in altri paefi.
Fig. 3. La Umbla. (Salmo umbla.)
LaUmbla è anche del Genere della Trotta. Ella non passa la lunghezza d'un pie e mezza e ha la carne molto dilicata e saporita. Vive principalmente nel lago di Geneva ove feue prende gran quantità, che si manda in Francia. La Umbla si cuoce rossigna come la trotta, alla quale è del tutto fomigiiante.
Fig. 4. La Maraena. (Salmo maraena.)
La maraena anche contafi tra1 fermoni e trotte. Cresce alla lunghezza di tre 0 quattre piedi e ritrovasi nella maggior parte de'laghi della Germania settentrionale principalmente in Pomerania Svizzera ed Italia. Nutrefi di vermhii ed insetti, e ama il fondo deil' acqua, La sua came tenera è molto saporita.
Fig. 5. La Maraenina. (Salmo maraenula.)
La lunghezza di questo piccolo madilicato pesce non forpassa fei or otto pollici, ed il suo pefo ordinario è 2 or 2
Ad99998 04 076a/itaRose. VI. Tom. IV. No. 74.
ROSE.
La Rosa sempre fiorente. (Rosa semperflorens.)
La patria di questa Rosa dilettevole è la China onde fu recata in Inghilterra poclii anni fa. Effendo accoftumata à un clïma piu dolce di nostro, non attechisce da noi all' aria scoperta, e coltivafi lolamente negli Stanzoni caldi. II suo arboscello non oltrepassa l'altezza di 2 o 3 piedi; essendo teneriffimo di legno e di foglie. J rami hanno fpine roffe, e le foglie trilobate sovente non sono pennate. La forte porporina non è che femi-piena ma la pallida è ripiena. Le foglie della porporina sono increspate e d'un colore rubinofo porporino, quelle della pallida sono liscie e d'un amabil rosso pallido. L'odore di ambedue, benchè diverfo, è molto grato ed aromatico. Fioriscono tutto l'anno, onde si dériva ü nome Jemprefiorente. Talvotta anche frutificano.
Ad99998 04 077a/itaAntichità. XIII. Tom. IV. No. 75.
LE NAUMACHIE DEGLI ANTICHI.
Le Naumachie degli antichi Romani erano magnifici edifici in forma d'anfiteatro come i circhi déftinati à loro giuochi publiai. Il vafto l'pazio racchiuf ovi fu riempito d'acqua e formö un lago fui quäle i combattimenti navali si facevano. Le barche ufitate in questi combattimenti avevano un ordine di reiû. î (come in Fig. 2.) ovvero due (come in Fig. 3.), talvolta anche ne avevano trè, ed i delinquenti condennati à morte, offia i prigionieri di guerra dovevan batterfi alla disperata per divertir il popolo, che gli Imperatori qualche voila regalavano con questo fpettaculo terribile. LaNaumachia che quivi fappresenta, era situata preffo il fiume di Tibre, dell'acqua del quale era riempito. Si puo giudicar della grandezza di questi ediiïzi da quello, che fu fabricato per ordine del Imperator x\ugufto. Largo di 200 piedi giugneva alla lunghezza di igoopiedi, e trenta navi à tre ordini di remi con una quantité d'altre navicelle e barchette vi combattevano infieme. Gli armi da suoco non essendo in ufo in questi tempi, i combattenti f'ammazzarono con afte. piconi e fpade. I vincitorinon folamente conseguirono la loro libertà, ma dipiu furonoricompenfati.
Ad99998 04 078a/itaPesci. XXXVI. Tom. IV. No. 76.
NASELLI DI VARIE SORTI.
Nel decorso della presente opéra gin si è fatta la descrizione di varie specie de' Nafelli. one parecchie altre specie,
Fig. 1. Il Nasello Polaco. (Gadus polachius.)
Questo pesce vive nel mare Baîtico e nell' Oceano settentrionale principalmenîe vicino aile cofte d'Inghilterra ove trovafi in abbemdanza, Giunge alla lunghezza d'un piè e ttiezzo in circa, e nutrefi di pesci minuti. Pella tenerezza delle lue carni, è da per tutto allai gradito.
Fig. 2. Il Nasello lungo. (Gadus molva.)
Questo Nasello abita le cofte fettentrionali d' Europa, ove fpeffo si prende in prodigiofa quantità. Arriva al pefo di 15 fin à ig libbre, *d è il piu lungo de' nafelli onde tiene il suo »orne. Vive andaado in preda d'altri pesci e granchi, e mangiafi o fresco, owero marinato.
Fig. 3. La Lota. (Gadus lota.)
La Lota offia il Strùizo è un nafèsso remit* saporito che si trova nei laghi. e fiumi. Gresce alla lunghezza di 2 o 3 piedi ed ama tenerlî fui fondo per prender i pesci minuti che paûano, e della preda de' quali vive. Il suo ccrpo giallognolo è adorno di varie maschie brun. ©.
Fig. 4. Il Tau. (Gadus tau.)
Questo piccolo Nasello non oltrapafla la lunghezza di fei pollici. Il suo nome tedesco si dériva del suo capo che fomiglia al capo d'un rofpo. Non oltaiite la sua piccolezza vive della preda d'altri pesciolini che prende ca' suoi denti acuti. Il Tau si trova nelle aeque dell' America settentrionale.
Ad99998 04 079a/itaInsetti. XXX. Tom. IV. No. 77.
FARFALLE DEL SURINAM.
Fig. 1. et 2. L'Euriloco. (Papilio Eurilochus.)
Non c'e parte della Terra cofï ricca di grandi e belliffime farfalle che la coloniaEuropea del Surinam fülle coite Orientali dell' America méridionale. Il cielo caldo e umido pare contribuere alla multiplicazione di que' bei insetti, della grandezza e bellezza de' quali fiamo tante volta attoniti. Ecco L'Euriloco una delle piu grandi farfalle diurne del Surinam dipinta da due lati. Colle ali diftefe arriva à fette pollici il suo corpo è lungo tre pollici e mezzo. Le ali superiori sono di color bruno abbellite d'un orlo di color d' arancio, e di diverfi diffegni ed occhj giallognoli; il color delle ali inferiori è un rilucente nero orlato di color d' arancio che non poco augmenta la bellezza dell' infetto. Verfo il corpo le ali inferiori sono gialle, il color giallo essendo dispofto in forma d' arco. La parte efteriore dell1 ali (fig. 1.) è gialla, brun a, ebrunetta, dipinta à foggia di marmo, con un grand' occhio di color paonazzo ch' è orlato di giallo ed abbellito nel mezzo d' una striscia bianca in forma di mezza luna. Benche questa farfalla non abbia colori accefi, pure il dolce mescuglio d' effi gli da una vaghezza particolare.
Ad99998 04 080a/itaUccelli LXIII. Tom. IV. No. 78.
UCCELLI ASIATICI.
Fig. 1. Il Pavone Tibeto. (Pavo tibetanus.)
V'uefîo Pavone si trova in diverfe parti delF Asia, ma principaîrnente in Tibeto, e giunge alla grandezza della Gallina di Numidia. E cenerognolo il suo color principale con striscie e punte Manche. Le ali superiori e la coda sono piene di mascchie brune in forma d' occhj che verfo il lume sono d' un lucicante mescuglio di paonazzo e verde dorato. Il capo è bruno; li piedi sono d' un griggio giallo armati di due fproni.
Fig. 2. Il Fagiano occhiato. (Phasianus Argus.)
Questo Fagiano ha la grandezza d' un pavone nostrale colla differenza pero, che i bei occhi della superba coda del pavone pajono effer trasportati fülle ali di questo uccello, delle quali le larghe e lunghe penne sono adorne di macchie scure fomiglianti agli fpecchietti della coda del pavone. 11 colorito del capo e collo è un azzurro rilucente. In mezzo deila coda forgono due penne molto piu lunghe delle altre che sono taccate di punte ovvero di stelle bianche. Questo uccello occhiato vive principaîrnente in China, ma è cofi dilicato che meffo in chiufa non vive.
Fig. 3. Il Fagiano dell'Indostan. (Phasianus curvirostris.)
Questo Fagiano è un uccello molto raro, essendo pocchi anni che fu trarportato in Inghilterra. Lady Impey una Dama Inglese fu la prima di arrecarhe quaicheduni vivi, che pure in poco moriVano. Accofta alla grandezza d' un Fagiano nostrale. Il colore delle sue penne è un mescuglio d' azzurro di rossigno-, verde, e giallo. Le penne che P ergono dal vertice del di lui capo gii danao un afpetto particolare; quelle penne, che fin alla cima sono fpelate P affornigüano da luntano aile fpige di grano. Il nutrirnento come i coftumi di queste uccello non fan peranco conosciuti. /e rtfi. C/e&ß?*. éxzrr ^/HdtMiae^. jaLfir \jfùs*utâjsxv: t^^A^^oair -&'?. /. sty. 3.
Ad99998 04 081a/itaMiscellanes. XLIII. Tom. IV. No. 79.
AERONAUTICA.
Niente mai eccitava tanto 1 ammirazione generale, niente tanto Itiniolava il defiderio d' imitazione che il volo degli Uccelli. Ne' tempi antichiiiimi, come le tradizioni c' informano, varj tentativi erano fàtti per alzarfi da terra e per fvolazzare in un' aria meno grave cou alj artificiali. fermate a1 pied! ed aile braccia; ma le ali non avendo la proporzione propria tutti quei tentativi mancavano. Bifognava trovar un orcîigno, il pefo del quale infieme col pefo del corpo umano fuffe piu leggiero che il pefo dell' aria d' atniosfera ed il quale in consequenza della Tua leggierezza f alzarebbe nell' aria. I fratelli Montgoljïer furono i primi che nell anno 17^2 riuscirono in Franeia. Fecero un grand' ordigno vuoto di Taffetà in forma d'un globo, e attenuando l'aria per mezzo di carta e di pagiia accefa, pervennero a far falire il loro globo; cofi l'invenzione à tanto tempo defi-ierata rinsciva all'improvifo. Montgolfier agrandi poi il fao globo (ßg. I.) circondandolo con una galleria, nel mezzo della quale era il focolare (a) ed ai 21 Novembre Puatre de Rozier fece il primo viaggio nell' aria. Questa forte di Pallone, ripiena d' aria scaldata, fu nominata dopo 1' inventore Montgolfière. La féconda forte, ovvero 1' aeroftato [fis. 2.) fu' inventato nell' ifteffo anno dal Sigr. Charles PRoseffore di Fifica à Parigi. Questj riempi un globo di taffetà e di 26 piedi in diametro d' aria combuftibile, che era prepaxata in piccoli barilletti da limatura e d' olio di vitriuolo, e condotta nel pallone pel gran canale. Un navicello ci fu fermato con corde di fetà e 1' inventore steffo P alzava senza difficoltà nell' aria. Questo pallone è guernito d' un' animella che da ingreffo all' aria d' atmosfera in cafo che si vuôl scendere. Nella Montgolfière la discefa si sa diminuendo, il suoco. In cafo d' una disgrazia o accidente fatale, l'aeronauta puo falvarfi per mezzo d' una ombrella (fig-3-) trovata dal famofo aeronauta Blanchard. Questa ombrella conflue in tela ovvero panno grosso e forte diftefo fu qualche cerchia, 1' aeronauta fedendo in una fedia di cingîiie aitaccata con corde all'ombrella, L' aria concentrata fotto questa ombrella impedisce il cascar, e sa che si discenda poco à poco.
Ad99998 04 082a/itaMiscellanea. XLVI. Tom. IV. No. 80.
CURIOSITÀ DE PAESI SETTENTRIONALI.
Fig. 1. La Caccia d'uccelli ne' Orcadi ed altre isole settentrionali.
Ne' Orcadi come nelle altre ifole del Polo artico la natura era poco follecita della fuffiftenza degli abitanti. II loro nutrimento consiste principalraente in pesci, in uccelli marini e loro uovi. Niente passa la temerità degli uccellatori. Of'arrampicano per mezzo di lunghe pertiche da rupe in rupe, owero discendono con corde ne'piu profondi abiffi. Sanno colla piu gran defterità penetrare nelle caverne e feffure, e pigliare fpecialmente nel tempo del covare il Gabbiano marino, il Colimbo, ed il Colirnbo troile coi loro uovi à centinaja. Se gli scogli lono troppo diftanti come nella isola Noss, figurata (Fig. 1.) nella presente tavola, sono pronti di gettar una corda d'uno all ‘ altro ed attaccando una fedia di legno discendono per mezzo di varie corde e carrucole ove che loro piace. Molti periscono in questa perigliofa caccia, ma l'abito e piu ancora la neceifità dà animo a'rimanenti di hravar ogni pericolo.
Fig. 2. Il Geyser ed il Monte Heckla nell' Islanda.
Nella grand ‘ Ifola settentrionale d'Islanda il regno animale come il regno végétale non efibiscono gran curiofità, rna il regno minérale cipresentai piu rimarchevoli oggetti della natura. Tutta l'Ifola pare effer scavata da volcani fotreranei, che, prorompendo da pertutto, formano caldi e cocenti forgenti e laghi, e che penetrando pella perenne neve ed i ghiacci perpetui, presentano i pui strani prodigi della natura; ma principalmente si diftinguisce la calda forgente del Ge)rfer (Fig. 2.) nella parte méridionale dell'isola, nella vicinanza del volcano Heckla che nels fondo della presente tavola comparisce. In certi tempi si ode di fotto al bacino del Geyser un strepito ottufo feguito d'unfracaffo fomigliante a'colpi del canone, dopo di che una colonna d'acqua cocente, ed alta di cento piedi e piu, prorompe. Questa colonna porta feco var) pezzi di dirupi che getta in qua, e in là. Quando il foie dà fui Geyser, i vapori volcanici formano un arcohaîeno che di molto alza la grandezza di questo fpettacolo maeftofo.
Ad99998 04 083a/itaUccelli. LXIV. Tom. IV. No. 81.
UCCELLI RIMARCHEVOLI.
Fig. 1. L'Uccello pescatore Chinese. (Alcedo atricapilla.)
Ouefto bello uccelio, la lunghezza di cui non oltrapassa 6 pollici, è nativo della China. Ha il dolfo e le aie d'un violèto che fmagliaSono neri il petto è la parte anteriore del coilo; il ventre è di color giallo l'uddicio.
Fig. 2. Il Papagallo terrestre. (Psittacus terrestris.)
Questo papagallo appartiene aile nuove feoperte che gii Inglefi hanno fatto nella nuova Olanda. Egli f accofta alla grandezza della toitola. 11 color prédominante delle lue penne è verde, traverfato lui dosso e fülle aie di striseië nere; la coda che ha la forma di mazza accuminata è d'un rol'fo giallo, anche traverfata di strifeie nere; le gambe sono molto piu fvelte che quelle degli altri papagalli; ma il piu rimarchevolf» di queiïo uccelio è, che non vola mai all'in lu degli alberi e che contra l'abito de ‘papagalli corre lempre per terra cavando gli insetti e farvaile che fanno il suo nutrimento. 11 suo nome e derivato dal suo modo di vivere.
Fig. 3. L'anitra chinese galericolata. Varietà. (Anas galericulata. (Var.)
Questa bella anitra è nativa della China e del Giapone, e steffo nella sua patria molto rara. Ella vendefi a earo prezzo e fpeffo serve d'ornamento ne'giardini dei mandarini (nobili e primi Magiftrati della China). Ecco una belliffima varietà dell'anitra Chi*nefe che si trova ritratta in una delle piu nuove e fplendiffime edizioni d'Inghilterra. Delle [anitre chiuefi gia abbiamo dato ragguaglio in N. IÔ di questo temo. Il compleffo del colore della presente spezie' ovvero varietà è belliffimo; penne di color violetto verde e bianco formano un superbo pennacchio e le di lei guancie sono anche adorne di pennacchi d'un giallo d'oro mescolato di bianco. Il petto è violetto il ventre bianco, e fopra le ali due pennacchi lorgono le quali a questo uccelio danno un alpetto rnolto particolare; sono le penne roiïigne e gialle del dosso, che rilevandofi perpendicolarmente formano-questi penacchi fomiglianti a piccole vêle. Ouefîa anitra fu varie volte trasportata in Inghilterra, ma probabilmente peîla sua tenera coiiituzione non si per venue mai
Ad99998 04 084a/itaInsetti. XXXI. Tom. IV. No. 82.
RIMARCHEVOLI INSETTI.
Fig. 2. et 3. Il largo Pavone della notte. (Phalaena Bombyx Pavonia major.)
Il largo Pavone della notte (Fig. 3) del quale il pavoncino pare effer una varietà, è la piu gran Falena di Germania, e mifura colle ali diftese l'ei pollici; le ali luperiori come le inferiori sono di color brano scuro ed abbellite di macchie in forma d'occhio ch'è di color cannelato e nero traverfato d'una striscia azura. Di questi occhi che si comparava agli occhi della coda del pavone il suo nome iï dériva. Le ali sono ancora vagamente adornate di diverfi tratti in forma di zigzag e d'arco. Il maschio non si diftinguisce della Falena femina se no nel suo colore ch' è generalmente piu scuro. Il bruco di questa Falena (F/g. 1.) si trova ne' mefi di Giugno e di Luglio all' in lu de' ceriegi, prugni, fu' falci, prugnoli e carpini, fülle betulie e quercie. Il di lai color è un verde gajo e arriva alla lunghezza di quattro polici. Il corpo è diinfo in varj anelli, ovvero interfegamenti pieni di piccole elevazioni femicircolari di color azuro, colle quali il bruco pare vagamente adorno di fîelie. Sul fine del mefe di Lulio il bru(co arriva al suo compimento e si rivefte d'una doppia fpoglia, la parte efteriore della quale è Cornea, mentre che la parte interiore è délia' qualità di fetà; finita la sua opéra trasformafi in una bruna crifalide (Fig. 2.) la quale nel iverno rimane nascofta nella terra e che folamente nella primavera feguente prende la forma di farvalla.
Ad99998 04 085a/itaQuadrup. LXV. Tom. IV. No. 83.
TRE SPECIE OF SCIMMIE.
Fig. 1. Il Molucco. (Simia Moloch.)
Il Molucco è di molto particolare e strana apparenza. Il suo corpo è tutto coperto di peli lunghi d'un grigio bruno; ha le braccia lunghiffirne, e la di lui faccia, ch' è senza pelo, è di color bruno chiaro - Nasce nell' Ifole di Molucca e di Suxnatra e ha 3 piedi d' altezza. Vivendo nelle forefte in società a cento e piu, nutrefi di scorze d'alberi, di foglie, e frutîe; E d' un natural dolie e facile à dimefticarfi.
Fig. 2. L'Entellus di Bengala. (Simia Entellus.)
E una nuova specie di Scimmie che il. naturalisa francefe il Signr. Dufresne ricevendo uno di Bengala ha fatto conoscere pocchi anni fa. Giugne all'altezza di tre piedi e mezzo. E pelofo per tutto ‘1 corpo, il suo pelame, ch' è di color giallo bianco, formando una forta di beretta fui capo. Le parti efteriori delle mani e de' piedi sono nere; le interiori e la -faccia, che non ha peli, son di color rosso bruno. Il nutrimento, e il modo di vivere di questa scimmia non son peranco conosciuti.
Fig. 3. Lo Indri. (Lemur Indri.)
Lo Indri appartiene al genere de' Makis, che sono poco differenti delle icimmie senza coda. 11 suo nome fignifica nel linguaccio di Madagascar ch' è la sua patria : Uomo di bosco. Il suo nutrimento consiste in foglie e frutte, che ha gran defterità di pigliar-colle sue mani ben formate. Il color principale del suo pelo è nero, eccetto la faccia e li fianchi che son di color rosso bruno. La coda corta è bianca. Lo Indri ha questo di particolare che gli abitanti di Madagascar se ne fervano alla caccia in vece di cani, benche fia la scimmia la piu pacifica che in niun modo appartiene alla claffe degli animal! carnivori. E alto di 3 piedi e mezzo.
Ad99998 04 086a/itaPesci. XXXVII. Tom. IV. No. 84.
BALENE E DELFINI.
Fig. 1. Il Capidolio. (Balaena Musculus.)
i-eriza la commune Balena ci fôrio anche diverfe altre spezie di Balene. Ecco ripresentata una, ch' è di molto piu piccola della commune. Il capidolio non oltrapassa mai la lunghezza di 31 piedi. La sua pelle è di color nero fulla sciena; è bianca la pancia. Ha la hocca cofi grande che due o tre perlone vi poffon star in piedi. Abita principalmente il mar Atlantico, ov' è prefo in alto Mare. Effendo molto graffo si ricova qualche volta d'un capidolio 50 barili d'oglio di pes. ce. Ne lie tempefte vieil sovente cacciato verfo le cofte di Norevegia, ove facilmente si pesca nelle cale. Il iuo nutrimento consiste in aringhe, che perfeguita neue loro migrazioni.
Fig. 2. Il Nesarnak. (Delphinus Nesarnak.)
Il Nefamak è del genere de' Delfini. Vive nelle parti fettentrionali dell oceano Atlantico ma fermandüfi fempre in alto mare non le ne sa copiofa pesca. Giugne alla lunghezza di 10 piedi. Il suo color principale è un grigio scuro con striscie piu scure; Vive della preda d'altri pesci, come cio dimostrano le sue mascelle piene di denti cilindrici. Benchè le sue carni non fian tenere ne il suo graffo molto saporito, pero foraiscono un ciho deliziofo a' poveri abitanti delli paefi fettentrionali.
Fig. 3. Il Delfino bidente. (Delphinus Diodon.)
Questo Delfino è un abitante del Mare Atlantico, ovo vive d'altri pesci che va predando. Arriva alla lunghezza di 40 piedi incirca; Ha il dosso di color bruno nero che vien piu chiaro verfo la pancia. La mascella inferiore è armata di due larghi denti che escono suor della luiiga bocca. Neil' anno 1733 un molto grande fu prefo nella Tamigi preffo di Londra.
Ad99998 04 087a/itaPlante. LXXXIX. Tom. IV No. 85.
DIFFERENTI SORTE DI FUCHI.
il Fuco che si chiama anche qualche volta erha maritima, occupa l'ultimo luogo nel regno végétale. Effo appartiene alla famiglia delle piante alghe e contiene una gran varietà di Ipezie, differenti in grandezza e forma. Ci sono femplici, ramofe e cespugiiate ipezie; alcune sono lunghe di quattro pollici m entre che altre arrivano all'altezza di 20 piedi. Parecchie forte sono cartaginofi; dure come cuojo le altre; ed altre mucilaginofe o membranofe. I Fuchi si trovano generalmente fülle cofte di mare, ma ve ne sono che f'incontrano in acque dolci nell' irnboccature de' fiumi. Gli abitanti delle cette se ne fervono per letame, e di qualchi forte si sa ufo per nudrir il beftiame.
Fig. 1. Il Fuco alato. (Fucus alatus.)
II Fuco alato è una pianta molto elegante di color rosso che si trova iri abundanza nel mare Mediterraneo come nel mave Baltico e quello di Settentrione. Non oltrapassa l'altezza d'un
Ad99998 04 088a/itaUccelli. LXV. Tom. IV. No. 86.
UCCELLI FORESTIERI.
Fig. 1. L'Avoltojo Griffo; o il Condor. (Vultur Gryphus.)
ïS e' tempi andati la favola diceva il Condor un moitro capace di portar via un Elefante. Non si fapeva niente di pofitivo di quefîo rimarchevole uccello di raphia fin che qualchi viaggiatori de1 tempi nostri hanno affermato la sua storia naturale. Il Condor vive in Peru, Chili, ed altre provinzie dell' America Méridionale. Soggiorna e nidifica principalmente nelle montagne, ma passa anche talvolta ne' valli. Mifura colle ali diftefe rg et 16 piedi. La di lui testa è come la testa degli alteri avoltoji senza piume; Ha le piume del corpo nere rifplendenti di turchino; è armato d' artigli fortiffimi colli quali attacca e getta in terra li cervi, capriuoli, ed altri quadrupedi. In mancanza d'altro nutrimento cibafi anche di pesci che va predando preffo aile cofîe del mare. I Peruviani molto temono il condor perche avviene fpeffo che porti via fan-ci ulli di 5 e 6 anni. Nel cabinetto Raale di Londra si trova uno del quale il nofiro è la copia.
Fig. 2. L'Avoltojo di Guinea. (Vultur Angolensis.)
Questo Avoltojo puo porfi nel numéro de' bei e rari Avoltoji pella sua testa piena di piume ed il colorito bianco che l'adorna. La sua lunghezza dal becco fin all'eftremità della coda e 3 piedi; sono rimarchevoli li di lui occhi orlati d'un anello rosso, e le piume bianche delle ali e del dosso vagamente ombraggiate. E molto piu prefto e vivace che gli altri avoltoji.
Fig. 3. L'Ottarda Hubara. (Otis Hubara.)
Questa Oltarda molto piccola vive nfe' deferti d'Arabia nutrendofi di varie erbe ed insetti. Il di lui colorito è bianco e bruno chiaro traverfato di fettuccie e striscie di color bruno scuro. H collo è adorno di lunghe piume bianche e nere à foggia d'un collase che daano a queuta Ottarda un afpetto molto particolare. uet
Ad99998 04 089a/itaQuadrup. LXVI. Tom. IV. No. 87.
CINQUE SPEZIE DI SCIMMIE.
Fig. 1. L'Ascagno. (Simia Ascanius.)
Ascagno h d'un natural doîce ed innnuante, e di gran vivacità. La sua lunghezza è 13 pollici. Nasce in Guinea. Diftinguefi questa monnaprincipalmente pel color turçhino che si trova qua e là nella sua faccia c che gli da una ciera molto pariicolare. Ha gli ovecchi adorhi di grandi ciuffï di capegli a loggia di rôle.
Fig. 2. L'Atys. (Simia Atys.)
Questa amabile monna foggiorna nelle Indie Orientali; arriva alla lunghezza di 18 pollici ed è bianchiccio di colore. Ha le dita delle mani e de' piedi come la faccia e gli orecchi senza pelo, il quale le da una forma tenera e delicata.
Fig. 3. Il Yarquè. (Simia leucocephala.)
Saguino di testa hi aura non p'affa niai iq pollici di lunghezza. Il color principale del suo corpo pelofo è nero; eccelto la testa che ha un pelo corto di color aialliccio. La coda Iimga è ampiamente fornita di pelo, e molto affomigliante a quella del volpe. Il Yarquè vive maffimamente folitario, ovvero a piccole trappe nell' immenfe forefte dell' America méridionale. E d'un natural timido e pigrc; onde è fempre perfequito delle altre scinimie che sovente gli togliono il suo cibo. Nu'trefi ordinarmente di frutli, rna ama di far la caccia aile pecchie e di diftruggere gli alveari dove ne trova.
Fig. 4. Il bruno Tamarino. (Simia Midas.)
Il bruno Taniarino nasce nella Guiana, ove nelle alte e folte forefte vive in focietà a grandi truppe. Questa gentile monna giunge alla grandezza d'un scojattolo nostrale; essa è faciliffïrna a dimefticarfi, ma pella sua tenerezza non puo ben accomodarfi al clima dell' Europa. Questa spezie ha diverfe varietà come par efempio
Fig. 5. Il nero Tamarino
che folamente nelle strisciuole brane e nere, delle quali li di îiu franchi fort* adorai, e nel pelo suo nero differisce del Taniarino bruno.
Ad99998 04 090a/itaAnfibi. XVI. Tom. IV. No. 88.
FOCHE DI DIFFERENTI SPEZIE.
Fig. 1. La Gran Foca barbata. (Phoca barbata.)
Le Foche, come si fa, fanno un genere da fe, del cmale le ibezie sono varie. Della Foca commune ovvero del can marino si ë gia data contezza. La foca qui difegnata è la grande barbata, che si chiama anche la foca à correggia, poichè li Groenlandefi fanno della lua peile correggie per la pesca. Ha 12 piedi di lunehezza incirca; il suo pelo corto e liscio è fui dosso di color grigio; il ventre e le parti inferiori danno nel bianco. La bocca appiattuta è fornita d'una barba di capelli ifpidi, e trasparenti, di color bianco.
Fig. 2. La Foca gialla. (Phoca flovescens.)
Questa spezie è la piu piccola delle foclie eonosciute e vive fülle stesse cofte colla grande. E molto lomigliante al can marino eccetto la barba, che le marica quai'i totalmente.
Fig. 3. La Foca ispida. (Phoca hispida.)
Questa Focca che si chiama in Groenlandia Neit-Soak, prendefi fülle cofte di questa iföla e quelle di Labrador con ramponi e freccie. Questi popoli maritimi fanno della sua pelle i loro veftiti; le carni, gli inteftini come ii graffo loro fervono di vivanda, ed usano l'ogiio per nutrire il lume delle lampadi. Ha tra -6 e g piedi di lunghezza, ed è riveftito di pelo iungo mesculato di lana fina.
Fig. 4. Il Vitello Marino. (Phoca pusilla.)
Il Vitcllo marino abita nel mare mediterraneo e foecialmente fülle cofte occidentali delP America in vicinanza dell Ifola di Juan Fernandez. Non oltrapassa la lunghezza di due piedi. Il di lui pelame è molto lungo, liscio; e di color nero.
Ad99998 04 091a/itaVermi. Vl. Tom. IV. No. 89.
VERMI DEGL' INTESTINI.
Fig. 1. II Tenia articolato. (Taenia solium.)
-T-cco un abkante del corpo umano, che fpeffo h caufa di lunghe e doloRose inalattie. E ii Tenia articolato Ç Fig. 1.) ehe foggioma negT inteftini dell' uom'o. E con grau difficoltà scacciato della sua residenza, perche le medicine disgiugnono maffimamente li inern bri senza irritar la testa che lia fana nel corpo. Quest'o vernie ha come i suoi èongeneri la forma d'un naftro. La piccola testa fomigliante ad un bottoncino trovafi in una delle due eftremità, dalla quäle le giunture bis lunghe del corpo cominciano a divenir piu larghe. Queste giunture sono tutte incaftrate l'una neli1 altra. Dalla testa fin' alla rotunda coda passa un canal principale con diverfi altri piu piccoli che fervono alla cireulazione degli umori. Fig. a. appresenta la testa aggrandita, in faccia. Nel suo mezzo è la tromba fpirale, che, mirât a dai lato (b) forma un' elevazione conica circondata da'dué anelli dentati. AU' intorno della tromba si trovano Quattro piu uiccolc elevazioni fornite nel mezzo d'infundiboliformi concavità per le qüali il fug© nutritivo è condotto nelli canali laterali. Queïto vernie è pella-forma del suo corpo sovente chiamato: Vernie cucurbitiuo.
Fig. 2. Il Polycefalo. (Polycephalus hominis.)
Il Polyc-efalo b del genere de' Hydaîicli o vermi di vescica e trovafi, benche di rado, nel cerVelip dell' uomo. Le Vesciche sono di color gialliccio, e d' una foftanza liscia ma dura come cuojo; ci foiio della grandezza d' una noce fin' a quella d' un pugno. In queste vesciche (Fig. 2.) si trovano 5, 10, 20 e talvolta fin' a 50 di questi vermi, che col lor corpo liscio e piriforme si ficcano a tal gui sa nella cute della Vescica che non se ne vede che la torona dentata. In Fig. d. vediâmo due tali vermi che non tengono alla vescica che pella punta anteriore. Fig. e. mostra un Polycefalo cavato dalla vescica, col suo piriforme corpo e la sua Corona dentata.
Ad99998 04 092a/itaPiante. XC. Tom. IV. No. 90.
DIFFERENTI SORTE DI FUCHI.
Fig. 1. Il Fuco Filo. (Fucus Filum.)
1 nome di questo Fuco si dériva della foçraa de' suoi rami, che cresce-ndo a foggia di fila intrecciate pajono uscir tutti delP ifteffo stelo. Questi rami filofi formano le fogHe di questa pianta. La loro foftanza ha la q-ualità di corno, onde, benche non txasparenti, sono mollo fragili. Questo Fuco giugn. e alla iunghezza di 7 piedi, e ritruvafi ne' fiumi, e mari della laghi China.
Fig. 2. Il Fuco a dita. (Fucus digitatus.)
Ecco il rovescio del fuco filo che pareva formato d'un, intrecciatura tenerissïma di fila. La spezie che quivi vien apprefeutata ha le foglie larghe e groffe, il gamho forte, e in tutte le sue parti dà nel cartiginofo. Il Fuco a dita appartiene aile piu grandi spezie. Il suo gambo, fulla punta del quale le foglie *escono, giugne all'altezza tra 6 ed 8 piedi; Ha comunemente un pollice in diainetro; è cavo e di color verde fudicio, ed esce d' una radice cartiginofa che non va diramandofi foterra, ma che sta ficcata colle sue fibre fopra d'altri foggetti. Primieramente una foglia a foggia di dito esce del gambe che moltiplicandofi ben prefto, trafmuïafi fra poco in una ciocca di foglie lunghe dii'piegâte à foggia di scopa. S' incontra questo Fuco nella Ollanda, ïnghilterra, Norvegia ed Islanda ove cresce fülle cofte, ovvero delle onde vien gettato alla riva. Le foglie feccate fervono di vivanda aile pécore e câpre.
Ad99998 04 093a/itaQuadrup. LXVII. Tom. IV. No. 91.
DIFFERENT SPECIE DI MAQUI.
Fig. 1. Il Macqui Nano. (Lemur pusillus.)
Questo bello piccolo Maqui è nativo dell' isola di Madagascar, dove vive in fu le palme nutrendofi di frutti. Giugne alla lunghezza di 5 pollici, mifurato d"ella punta del nafo fin alla coda. 11 pelo suo è nelle parti luperiori di côlor grigio bruno; le parti inferiori sono bianche. Mangia colle dita de' piedi d' avanti alzando la sua coda. Ha la voce chiara ed acuta. E d' un natural molto féroce e difficile a dimefticarfi.
Fig. 2. Il Macqui macrotarso. (Lemur macrotarsus.)
Il Macrotarfo f avvicina nelle Lie manière piu al didelfo ch' al Maqui. La specie qui descxita è anche chiamata Maqui Daubenton in onor del famofo naturalisa di questo nome. Trovafi fpecialmente nell' isola Amboina. E senza la coda lungo di 6 pollici. Ha il pelo molto fino e lanofo di color roiïo bxuno. Le dita de' piedi d' avanti come de' quelli di dietro sono ben formate e puo servirfene a modo di quattro mani,
Fig. 3. Il Galago. (Galago Senegalensis.)
Il Galago tiene il suo nome degli aWtanti di Senega la sua patria. E un animale molto pacifico e quieto, che si nutre di frutti e d' insetti, e che partorisce negli alberi vuoti. Ha gli occhi circondati d' un cerchio nero. Gli orecchi sono senza pelo. Le sue dita son fôrnite d' unghle, eccetto il dito piu vicino al pollice de' piedi di dietro, ch' e armato d'un lungo artiglio.
Fig. 4. Il Macqui Tarso di Fischer. (Lemur s. Tarsius Fischeri.)
Queste Tarfo dériva il suo nome del Sigr. Fischer famofo naturalisa di Moscowa. -E della grandezza'del Galago; ma gli orrecchi grandiffirni, le dita armât e d' artigli danno a questo animale un' afpetto. molto bruto. Madagascar h la sua patria.
Ad99998 04 094a/itaPesci. XXXVIII. Tom. IV. No. 92.
DUE SPECIE DI BALENE RIMARCHEVOLI.
Fig. 1. La Fisitere cilindrica. (Physalus cylindricus.)
iH^cco un Cetaceo di grandezza enorme che abita nel mar glaciale e che dalle altere balene si diftiague pella forma cilindrica della sua testa. ' La bocca larga è situata nel baffo del ciliudro. La mascella inferiore è piccola, appiattata, e fouravanzata dalla superiore. La bocca aperta presenta una gola larga in modo, che un bove fîarci potrebbe in piedi. La lingua corta non è mobile che d'un lato all'altro. Vive della preda d'altri pesci come le off a che si trovano nel suo stomaco, lo dimostrano. La sua coda è troppo piccola à ragguaglio del corpo, onde provviene il suo moto lento nel notare. Ha Ja pelle e le carni tante dure ch'è molto difficile di ferirla co' ramponi.
Fig. 2. Il Ceto Trumpo. (Catodon Trumpo.)
La forhia di quefb. balena è anche molto particolare. Vive vicino aile cofte dell' I11ghilterra nuova, delle ifole B ermüde, e della Groenlandia. La testa occupa la meta della lunghezza dell' animale, essendo lunga tra 30 e 35 piedi. La mascella superiore fopravanza di molto 1"inferiore. La narine trovafi füll' efiremità -della testa. La mascella inferiore è fornita di denti, li quali, quando la bocca si chiude, entrano nelle cavità, che nella mascella superiore trovanfi addattate per riceverli. Il trumpo è molto graffo, e l'oglio di pesce che se ne ricava, è piu chiaro e meno afpre di quello della balena commune. Il trumpo nota con piu gran celerità che la spezie précédente.
Ad99998 04 095a/itaAmfibi. XVII. Tom. IV. No. 93.
MANATI E FOCHE.
Fig. 1. Il Manato australe. (Trichecus australis.)
V^Juefto animale abita ne' fïumi d'Africa e fpecialmente nell' imboccatufa. del Senega. Giugne alla lunghezza di 14 o 15 piedi. La testa è ottufa e ritondata; in fu gli piccoli occhi porcini si trovano due orifici in vece d'orecchi. I piedi sono disformi e fornite di liscie unghie ritondate. In parecchie lingue derivafi il suo nome della coda rotunda. La sua carne è detta d'aver il sapore della carne di vitello, ma gli Africani vanno in caccia d'effo pel suo graiïo.
Fig. 2. La Foca screziata. (Phoca variegata.)
Questa Foca ha il mufo allungato; îi piedi d'avanti son forniti d'artigli lunghi, e questi di dietro hanno cinque diftinte dita. La parte superiore del corpo è nericcio, l'inferiore tutta bianca. Soggiorna pvincipalmente nel mar Adriatico. E molto féroce nel principio della sua eattivita, ma in po«o tempo f'addomeftica.
Fig. 3. La Foca a Collore. (Var.)
è una varietà della foca screziata e si distingue d'effa per aver il collo cinto d'una striscia bianca a foggia di collare. Il suo color principale è nero.
Fig. 4. La Foca groenlandica. (Phoca Groenlandica.)
Nasce questa foca ne' mari vicini alla Groenlandia ed Islanda, e ritrovasi pure ne' mari dell' America occidentale e lulle cofte di Kamtsciatka. Arriva alla lunghezza di $ o 9 piedi; E" molto stimata dai cacciatori di questi animali che l'amazzano per acquiftarne il graffp suo, e la pelle ch' è groffiffima. La piccola testa è nera e bianca, terminandofi in un mufo appuntato. Il corpo è grigi« e vagamente punteggiato di nero. tUnhkiuiin. xniL, tunn/iiliej. xmi. t Ym/i/dôvous tMiim^lif. xr/II-t_ "th^iAi, Xnir J%, *. ^/^ s Jng-+%
Ad99998 04 096a/itaAnfibi. XVIII. Tom. IV. No. 89. [sic]
BELLE VIPERE.
Fig. 1. La Vipera Argus. (Coluber Argus.)
Questa elegante specie ritrovasi in Africa. E di lunghezza mediocre, ma forte affai per affalir animali piu grandi, ed ammazzarli attorcigliando all'intorno del corpo loro. La parte superiore è di color castagno e vagamente adorno di macchie occhiate di color bianco e rosso. Si dice di questa vipera che construisce un nido di loto, ove in compagnia d' altri della sua spezie vive.
Fig. 2. La Vipera cremisina. (Coluber coccineus.)
La vipera cremifina vive nel Meissco e nella Florida e forpassa la vipera Argus in bellezza ed elegnnza. Ha 2 piedi di lunghezza e 1 1/2 pollice in diametro. Il color principale è cremifino ombreggiato d' una striscia flessuofa e ferpeggiante di nero. E del tutto innocua questa vivera, e nutrefi di formiche. Serve d' ornamento aile ragazze del Messico, che usano portarla all'intorno del collo o delle hraccia, ovvero talvolta intrecciaia ne' capegli.
Fig. 3. La Vipera porsida. (Coluber porphyriacus.)
Questa specie si distingue pei rossi, gialli e neri gusci, de' quali le parti inferiori sono adorne. E velenosa ed indi molto temuta dagli abitanti della Nuova Ollanda; ov' è molto frequente.
Fig. 4. La Natrice occiuta. (Coluber ocellatus.)
Questa rara natrice ritrovasi in Guinea, Ceilan, e nella China. Il dosso è di color bruno chiaro, abbellito di macchie occhiate di color scarlato. La parte inferiore e gialliccia.
Ad99998 04 097a/itaRose. VII. Tom. IV. No. 95.
DIFFERENTI SORTI DI ROSE.
Fig. 1. La Rosa-Cimice. (Rosa punicea.)
La Rosa Cimice puo dirfi vero ornaraento de' giardini nostri; il suo brillante rosso dà vita à tutta la sua vicinanza. L' arbiscello eresce all'Altezza di 6 o 8 piedi. Le foglie lono piccole, di color verde scuro e maffimamente di 5 lobi. Il fogliame è odorifero; il legno bruno, coperto di fpine punteggiate di giallo. La Rosa è femplice ma grande, e consiste in cinque foglie a foggia di cuore, delle quali il lato interiore è d'un rosso vivo, menti e che il lato efteriore è zolfino. L' odore n'è cattivo, essendo quello della cimice; indi il luo nome si derivao
Fig. 2. La Rosa verginale. (Rosa truncata virginalis.)
Questa belliffirna Rosa è del genere delle Rosa biancha, della quale sa una diftinta varietà. Il Rofajo è dévoie e giugne all'allezza di 4 piedi, il legno e verde, le foglie di cinque lobi, poche fpine. Ha questo di particolare questa Rosa que la boccia avendo la forma sferica pare effer togîiata fin' alla meta. La Rofa, quando enticramente fpiegata, è Asiai grande, molto piena, e d'un bianco rifplendente. La sua struttura inclina un poco in dietro, e nel inezzo ovvero verfo l'uno de' lati si trova una macchia di vivo color rosso, che tofto perdendofi nel bianco dà a questo fiore un afpetto veramente grato.
Ad99998 04 098a/itaQuadrupedi. LXVIII. Tom. IV. No. 96.
RIMARCHEVOLI QUADRUPEDI.
Fig. 1. L'Elefantessa allatante.
Nel Tomo primo della presente opéra gia si è fatto la descrizione dell'Elefante, che fra gli animali terrestri è senza dubbio il maggiore. Ecco la liofantessa nella presente tavola allatante un suo picciolo. Si aveva generalmente l'idea, che l'Elefante in suggezione non multiplichi la sua spezie, ma delle osservazioni recenti hanno provato il contrario. Giovanni Corse un Inglese che per parecchi anni era Direttore della caccia d'Elefanti a Tiperah nell'India Orientale, fu testimonio oculare di frequenti copriture d'Elefanti. Si careggiarono l'uno l'altro in presenza di molti spettatori e talvolta gridarono con voce penetrante. Il tempo della pregnezza è incerto. La liofantessa non produce ch'un picciolo alla volta, che allata per mezzo di due poppe situate un poco dietro li piedi d'avanti. Il picciolo non poppa colla tromba come si credeva, ma colla bocca, ponendo la sua tromba in dietro. Durante il tempo di frega gli Elefanti li piu addomesticati vengono feroci non risparmiando sovente il loro corneck oguida; e poco tempo sa che due di questi corneck furono gravemente feriti d'un Elefante nel parco di Parigi.
Fig. 2. Il Sukotyro.
Questo animale particolare non è peranco ben conosciuto. Niewhof un viaggiatore ollandese fu il primo che l'ha introdotto e delineato. Secondo la sua descrizione il Sukotyro è abitante dell'isola di Java, e giugne alla grandezza d'un bove. Ha il muso largo, somigliante al grugno di porco; fra gli occhi incisi all'infù e gli orrecchi pendenti sono situati due corni curvati in dentro, simili a' denti d'Elefante. Il suo nutrimento consiste in erbe, e vien preso molto rado. Sukotyro è il nome chinese.
Ad99998 04 099a/itaPesci. XXXIX. Tom. IV. No. 97.
DELFINI.
Fig. 1. II Delfino ventricoso. (Delphinus ventricosus.)
E la pancia, che a questo Delfino ha dato il nome. Ha 12 fiuo a 15 piedi di lunghezza, e trovafi come gli altri Delfmi, in quafi tutti li mari dell' Europa. II color del dosso è nericcio; quelio della pancia dà nel bianco. Nota con celerità e nutrefi d'altri pefei.
Fig. 2. II Delfino bianco. (Delphinus Leucas.)
Questo abitante de' mari iettentrionali vien bianco come latte, quando ceffa di crefeere, ma nella gioventù è di color grigio chiaro. Arriva alla lunghezza tra 15 à 13 piedi; e nutrefi d' aringhe ed altri piecoli pefei, che va predando in fola. Questa moltitudine di peschi bianchi forma un fpettacolo fingolare. Talvolta anche feguitano gli navicelli de' pelcatori fin alle imboccature de' fiumi. La testa è in proportione del corpo piecola c-un poco acuminata. La bocca è fornita da qualchi piecoli denti.
Fig. 3. II Delfino sdendato. (Delphinus edentulus.)
II fdendato Delfino oltrapassa in grandezza le due spezie fopradette. La testa allungata a foggia di beeco dà a questo pefee un afpetto molto particolare. La pelle lifeia è nera, punteggiata di bianco. Ritrovafi in diverfi mari; il suo modo di vivere è quelio degli altri Delfini.
Ad99998 04 100a/itaAmfibi. XIX. Tom. IV. No. 98.
LUCERTAE.
Fig. 1. La Lucerta Cordyla. (Lacerta Cordylus.)
Questa specie ritrovasi in varie parti dell' Asia ed Africa. Arriva alla lunghezza Hi 9 or TO pollici. Il corpo è coperto di fquame di color grigio lurchino. La coda è verticillata di fquame carinate, formte con fpine all' eftremità. Le dit a son munite di taglienti onghie.
Fig. 2. La Lucerta azurra. (Lacerta azurea.)
La Luzerta azurra P affomiglia alla cordyla, eccetto le fquame del corpo che sono piu piccole, e la coda, ch' è piu lunga, e coperta di fquame molto piu larghe. Fra le fpalle ha due fascie o striscie arcuate di nero. Brafile è la sua patria.
Fig. 3. La Lucerta orbiculare. (Lacerta orbicularis.)
Questa spezie pare far Y unione della claffe delle Lucerte con quella delle botte, avendo quel corpo gi*offo ed inetto deîla botta. Effa abita nelle montagne del Messico e della Nuova Spagna. E del tutto innocua.
Fig. 4. La Lucerta pertirossa. (Lacerta bullaris.)
Questo bello piccolo animale è nativo di Jamaica. E comunemente lungo di 6 pollici e di color verde. Soggiorna nei cespugli enelle boscaglie. Sotto la gola porta un borfellino di color rosso che rigonfia a foggia d'un globo, quando è irritata.
Fig. 5. La Luzerta Gozzo. (Lacerta strumosa.)
La Lucerta Gozzo P incontra in varie parti dell'America méridionale. E molto addomesticata e fréquente nelle café e capannecombattonoibvente infieme con gran animofità rigonfiando ligozzio borfelini rossi che hanno fotto la Golla. I, a coda e verde è varieggiata di striscie trasverfe grigie e nere.
Ad99998 04 101a/itaAmfibi. XX. Tom. IV. No. 99
CICIGNE.
-L'a Cicigna h pei suoî piccoli occhi che in qualchi spezie sono quafi impercettibili, anclie chiamata Cicolina or Ciecolina; forma un genere particolare de' serpenti, che si dice il Jevpente di Jquame perche è fornita di piccoîe fquame senza mai poffeder feudi. Le cicigne vanno in dielro come in avanti onde la favola delle loro due teste si dériva.
Fig. 1. La Cicigna di Vetro. (Anguis fragilis.)
La Cicigna di vetro giugne alla lunghezza di 2 o 3 piedi e trovafi in tutte le parti del mondo antico vivente foterra. La sua pelle coperta di fquame di color rolTo-bruno è varieggiata d' un color d'acciaip. La bocca, che f'apre dietro gli occhi, è fornita di piccoli demi che non poffono ferir un dito; e come è deftituta di denti velenofi, è del tutto jnnocue. Vive d' insetti, di cambrici, e di fearafaggi. Se questa Gicigna vien irritata o perfeguita, suol tenderfi iu modo ch' un colpo di baghetta è fufficente di feparar il corpo in 203 pezzi, indi anche è chiamata la Cicigna fragile. Neil'invernata rrtiraii foterra, dove rimane in un stato di torpidezza, f'ino alla primavera proissma. La cicigna è ovo-vivipara, e produce da 6 a 12 piccioli, che prima son covati nel utero. Ne' caldi giorni dell eftate getta la sua pelle.
Fig. 2. La Cicigna Pancia. (Anguis ventralis.)
Questa Cicigna dériva il suo nome del suo ventre di poca lunghezza, e della coda di lunghezza disproportionata. Vive in Carolina è Virginia. E di color verde e giallo, e del tutto innocua.
Fig. 3. La Cicigna di coda appiattata. (Anguis platura.)
Questa spezie è lunga di 2 piedi e 4 pollici ed abitante dell' India Orientale. La parte superiore è nera, 1' inferiore d' un verde fuddicio; la coda appiattata^termina in un'eftremità ottafa,
Fig. 4. Cicigna screziata. (Anguis variegata.)
La Cicigna fereziata è gialla e nera; giugne alla lunghezza di 3 o 4 piedi e trovafï nella Nuova Oiianda. OA 91/. J2K. ^uofed. ZOT.
Ad99998 04 102a/itaRose. VIII. Tom. IV. No. 100.
DUE SORTE DI ROSE.
Fig. 1. La Centifolia Incarnata. (Rosa regina rubicans.)
v^uefta Centifolia è una belliffima specie delleRose bianclie. Della Tua forma compatta e globulare si chiama anche la Rosa perla. E di médiocre grandezza e del piu ameno color di carne. L'odor n' è molto grato. II suo debole frutice non oltrapassa l'altezza di 2 o 3 piedi. Ha il legno verde, poche fpine, ed il fogliame di cinque lobi. La parte superiore delle lue foglie quafi ritonde è verde scuro, 1'inferiore di color verde gajo. Non è foggetta è l'offrir dal freddo, e ii propaga per mezzo di narbatelle,
Fig. 2. La Rosa Muscosa. (Rosa muscosa major.)
La patria di questa vaghiffima forte di Rose è probabilmente la Periïa. Le boccie e ramicelli pieni di lunghiffimi. filamenti pajono effer coperti d'un muscliio rosso-verde; di raclo forma un rofajo, magli steli giugnono all'altezza di 6 piedi. Il fiore è affai grande, molto ripiena, di color paliido e di grato odore. Effendo molto delicata suol appaffirfi in poco, e si propaga il mèglio nelle café de' giardini per mezzo di tralci.
Ad99998 05 003a/itaQuadrupedi LXIX. Tom. V. No. 1.
QUADRUPEDI ALLANTANTI.
Fig. 1. Il Rinoceronte Africano. (Rhinoceros Africanus.)
Fig. 2. Il Rinoceronte di Sumatra. (Rhinoceros bicornis Sumatricus.)
Ad99998 05 004a/itaUccelli LXVI. Tom. V. No. 2.
UCCELLI CANTAIUOLI DI GERMANIA.
Fig. 1. Il becco-frisone. (Ampelis garrulus.)
Fig. 2. Il Storno. (Sturnus vulgaris.)
Il Monachino. (Loxia pyrrhula.)
Fig. 3. Il Maschio.
Fig. 4. La Femina.
Fig. 5. Il Frisone. (Loxia coccothraustes.)
Fig. 6. Il Codirosso. (Motacilla phoenicurus.)
Ad99998 05 005a/itaPesci XL. Tom. V. No. 3.
PESCI DI FORMA SINGOLARE.
Fig. 1. Il Dragoncello Lira. (Callionymus Lyra.)
Fig. 2. Il Pesce ragno. (Callionymus Dracunculus.)
Fig. 3. Il Pentophtalme. (Ophidium aculeatum.)
Fig. 4. L’Odontognato mucronato. (Odontognathus mucronatus.)
Ad99998 05 006a/itaMiscell. XLVII. Tom. V. No. 4.
ANTICHITA DELL EGITTO.
Fig. 1. Le Statue di Memnone.
Fig. 2. Le Sfinge.
Ad99998 05 007a/itaRose IX. Tom. V. NO. 5.
SPECIE DI ROSE.
La Rosa Gemella. (Rosa gemella.)
Ad99998 05 008a/itaQuadrupedi LXX. Tom. V. No. 6.
ANIMALI CON LORICHR E SPINE.
Fig. 1. Manis con Coda corta. (Manis pentadactyla.)
Fig. 2. La Tatufa ottocinta. (Dasypus octocinctus L.)
Fig. 3. La Tatufa a dieciotto enigoli. (Dasypus octodecium cinctus.)
Fig. 4. Il Riccio Malacca. (Erinaceus Malaccensis.)
Fig. 5. Il porco spinoso fasciculato. (Hystrix fasciculata.)
Ad99998 05 009a/itaUccelli LXVII. Tom. V. No. 7.
UCCELLI FORESTIERI.
Fig. 1. Il Cuculo Regio. (Curculus regius.)
Fig. 2. Il Cotinga Purpureo. (Ampelis Pompadora.)
Fig. 3. Il Cotinga di Petto Rosso. (Ampelis Cotinga.)
Fig. 4. Il Becco Papagallo. (Loxia Carlsonii rubra.)
Fig. 5. Il Frison d’Islanda. (Loxia Islandica.)
Fig. 6. Il Frisone Dominicano. (Loxia Dominicana.)
Ad99998 05 010a/itaPiante XCL. Tom. V. No. 8.
PIANTE AROMATICHE.
Fig. 1. La Cassia. (Laurus Cassia.)
Fig. 2. La Galanga. (Alpinia Galanga.)
Ad99998 05 011a/itaAmfibi XXI. B. V. No. 9.
VARIE SPECIE DI CICIGNE.
Fig. 1. La Cicigna nera. (Anguis ater.)
Fig. 2. La Cicigna erulea. (Anguis caerulea.)
Fig. 3. L’Amphisboena Fuliginosa. (Amphisbaena fuliginosa.)
Fig. 4. L’Amphisboena bianoa. (Amphisbaena alba.)
Ad99998 05 012a/itaMiscell. XLVIII. TOM. V. No. 10.
IL COMBATTIMENTO DI TORI IN SPAGNA.
Ad99998 05 013a/itaQuadrupedi LXXI. Tom. V. No. 11.
L’OPOSSUM.
Fig. 1. L’Opossum della Virginia. (Didelphis virginiana.)
Fig. 2. L’Opossum grigio. (Didelphis Lemurina.)
Fig. 3. L’Opossum Viverriono. (Didelphis viverrina.)
Fig. 4. L’Opossum di coda lunga. (Didelphis macroura.)
Fig. 5. Il Kanguroo minore. (Kangurus minor.)
Ad99998 05 014a/itaMiscellanes XLIX. Tom. V. No. 12.
ABITI DEGLI ABITANTI DELL EGITTO.
Fig. 1. Un Bey col fuo schiavo.
Fig. 2. Una Donna di Cairo colla sua schiava.
Fig. 3. I Mammalucchi.
Fig. 4. I Fellah.
Fig. 5. Una Famiglia di Beduini.
Ad99998 05 015a/itaMiscellanea L. Tom. V. No. 13.
CURIOSITA D’EGITTO.
Fig. 1. La Cima della gran Piramide di Ghizza, colle sue viste.
Fig. 2. Passagio dal secondo al terzo piano nell‘ interno della Piramide.
Ad99998 05 016a/itaPiante. XCII. Tom. V. No. 14.
FUNGHI RIMARCHEVOLI.
Fig. 1. Il Boletto Esca. (Boletus igniarius.)
Fig. 2. L’Agarico. (Boletus Laricis.)
Ad99998 05 017a/itaRose. X. Tom. V. No. 15.
DUE SPECIE DI ROSE.
Fig. 1. La Rosa millefolia rossa. (Rosa millefolia rubra.)
Fig. 2. La Rosa pendente. (Rosa pendulina inermis.)
Ad99998 05 018a/itaQuadrupedi LXXII. Tom. V. No. 16.
ANIMALI FEROCI.
Fig. 1. La Tigra nera. (Felis discolor.)
Fig. 2. La Jena macchiata. (Canis crocuta.)
Fig. 3. Il Jackal del Capo. (Canis mesomelas.)
Fig. 4. Il Gatto del Capo. (Felis capeusis.)
Fig. 5. Il Maragua. (Felis tigrina.)
Ad99998 05 019a/itaAnfibi XXIII. T. V. No. 17.
DIVERSE SPECIE DI LUCERTE.
Fig. 1. Il Gekko comune. (Lacerta Gekko.)
Fig. 2. Il Gekko di coda appiattata. (Lacerta platurus.)
Fig. 3. Il Seps. (Lacerta Seps.)
Fig. 4. Il Chalcide. (Lacerta Chalcides.)
Fig. 5-8. La Salamandra aquatica. Il maschia e la femmina. (Lacerta Salamandra.)
Ad99998 05 020a/itaPiante. XCIII. Tom. V. No. 18.
PIANTS VELENOSE DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Il Gichero taceato. (Arum maculatnm.)
Fig. 2. Il Colchico d’Autunno. (Colchium autumnale.)
Ad99998 05 021a/itaMiscellanea LI. Tom. V. No. 19.
FOSSILI E PETRIFICAZIONI RIMARCHEVOLL.
Ad99998 05 022a/itaInsetti XXXII. Tom. V. No. 20.
FARFALLE NOCEVOLI.
Fig. 1. Farfalla bianca d’Albero. (Papilio Heliconius crataegi.)
Fig. 2. La Farfalla tarma di cavolo. (Papilio Danaus brassicae.)
Fig. 3. La Farfalla tarma di navoni. (Papilio Danaus rapae.)
Ad99998 05 023a/itaQuadrupedi LXXII. Tom. V. No. 21.
QUADRUPEDI NOTABILI.
Fig. 1. Il Mangia – Formiche del Capo. (Myrmecophaga capensis.)
Fig. 2. Il Mangia – Formiche spinoso. (Myrmecophaga aculeata.)
Fig. 3. L’animale pigro Ursino. (Bradypus ursinus.)
Fig. 4. Il Scheletro del Megatherium d’America. (Megatherium Americanum.)
Ad99998 05 024a/itaRettili VII. Tom. V. No. 22.
LUMACHE TEDESCHE.
Fig. 1. La Lumaca nera. (Limax ater.)
Fig. 2. La Lumcaca vigna. (Helix pomatia.)
Fig. 3. La Lumaca d’Albero. (Helix arbustorum.)
Fig. 4. La Lumaca grigia del campo. (Limax agrestis.)
Fig. 5. Il Mitilo di Fiume. (Mytilus anatinus.)
Fig. 6. La Buccina chiocciola spirale. (Buccinum stagnale.)
Fig. 7. La Chiocciola marezzata. (Buccinum auriculatum.)
Ad99998 05 025a/itaPiante XCIV. Tom. V. No. 23
PIANTE SINGOLARI.
Fig. 1. La Ninfea azzurrina. (Nymphaea caerulea.)
Fig. 2. L’Aya-Pana. (Eupatorium Aya-Pana.)
Ad99998 05 026a/itaMiscellanea LII. Tom V. No. 24.
GIBILTERRA E LE BATTERIE NOTANTI.
Ad99998 05 027a/itaRose XI. Tom. V. No.25.
DUE SORTE DI ROSE.
Fig. 1. La Rosa di Maggio (Rosa Majalis.)
Fig. 2. La Rosa moltiflora incarnata. (Rosa umbellata flore carneo.)
Ad99998 05 028a/itaAntichita XIV. Tom. V. No. 26.
DIVERSI NUMI DELL‘ EGITTO.
Fig. 1. Iside.
Fig. 2. Oro.
Fig. 4. e 5. Osiride.
Fig. 6. Serapi.
Fig. 7. e 8. Arpocrate.
Ad99998 05 029a/itaAntichità XV. Tom. V. No. 27.
DIVERSI NUMI DELL EGITTO.
Fig. 1. Apis.
Fig. 2. et 3. Bubasti.
Fig. 4. Anubi.
Fig. 5. Canopo.
Fig. 6. L’Ibi
Ad99998 05 030a/itaMiscellanea LIII. Tom V. No. 28.
LUDI DELLA NATURA.
Fig. 1. e 2. Dendrite.
Fig. 3. Il Marmo di Firenza.
Ad99998 05 031a/itaMiscellanea LIV. Tom V. No. 29.
REMARCHEVOLI CAVERNE.
Fig. 1. La Caverna di Rosenmüller vicino di Mussendorf.
Ad99998 05 032a/itaRose XII. Tom V. NO. 30.
DUE SORTE DI ROSE.
Fig. 1. La Rosa commune Damaschina. (Rosa Damascena communis.)
Fig. 2. La Rosa rigata. (Rosa versicolor.)
Ad99998 05 033a/itaAntichità XVI. Tom. V. No. 31.
DEITA DE‘ GRECI E ROMANI.
Fig. 1. Crono e Rea.
Fig. 2. Rea.
Fig. 3. 4. e 5. Giove.
Fig. 6. e 7. Junone.
Ad99998 05 034a/itaAntichità XVII. Tom. V. No. 32.
DEITA DE‘ GRECI É ROMANI.
Fig. 1. Nettuno.
Fig. 2. Cere.
Fig. 3. 4. 5. Apollo.
Ad99998 05 035a/itaAntichità XVIII. Tom. V. No. 33.
DEITA DE‘ GRECI E ROMANI.
Fig. 1. 2. e 3. Diana.
Fig. 4. Volcano.
Fig. 5. Minerva.
Ad99998 05 036a/itaAntichità XIX. Tom. V. No. 34.
DEITA DE GRECI E ROMANI.
Fig. 1. Marte.
Fig. 2. e 3. Venere.
Fig. 4. Cupido.
Fig. 5. Mercurio.
Ad99998 05 037a/itaAntichità XX. Tom. V. No. 35.
DEITA DE‘ GRECI E ROMANI.
Fig. 1. e 2. Plutone.
Fig. 3. Vesta.
Fig. 4. e 5. Bacco.
Ad99998 05 038a/itaAntichità XXI. Tom. V. No. 36.
DEITA DE‘ GRECI E ROMANI.
Fig. 1. Ercole.
Fig. 2. Esculapio.
Fig. 3. Hygieja.
Fig. 4. Vertunno.
Fig. 5. Flora.
Ad99998 05 039a/itaAntichità XXII. Tom. V. No. 37.
DEITA DE‘ GRECI E ROMANI.
Le nove Muse.
Fig. 1. Clio.
Fig. 2. Euterpe.
Fig. 3. Thalia.
Fig. 4. Melpomène.
Fig. 5. Terpsichore.
Fig. 6. Erato.
Fig. 7. Polyhymnia.
Fig. 8. Urania.
Fig. 9. Calliope.
Ad99998 05 040a/itaPiante XCV. Tom V. No. 38.
PIANTE VELENOSE DELLA GERMANIA.
Fig. 1. L’Anemone violetto. (Anemone pulsatilla.)
Fig. 2. IL latuga velenoso. (Lactuca virosa.)
Ad99998 05 041a/itaInsetti XXXIII. Tom. V. No. 39.
INSETTI RIMARCHEVOLI.
Fig. 1. L’Acaro di color rosso. (Trombidium phalangioides.)
Fig. 2. La Zecca aquatica. (Hydrachne histrionica.)
Fig. 3. L’Acaro degli uccelli. (Acarus chelopus.)
Fig. 4. La Zecca vicina. (Rhynchoprion columbae.)
Fig. 5. Il Falangio. (Phalangium rufum.)
Fig. 6. Il Falangio Scorpione. (Chelifer parasita.)
Fig. 7. L’Acaro die pipistrelli. (Phthiridium biarticulatum.)
Fig. 8. La Zecca di Sturione. (Dichelesthium Sturionis.)
Fig. 9. Il Monoculo. (Argulus Delphinus.)
Ad99998 05 042a/itaInsett XXXIV. Tom. V. No. 42.
FARFALLE BELLISSIME.
Fig. 1. La Farfalla Iride. (Papilio Nymphalis gemmata, Iris.)
Fig. 2. La Farfalla Apollo. (Papilio eques Heliconius, Apollo.)
Ad99998 05 043a/itaUccelli LXVIII. Tom. V. No. 41.
UCCELLI D’AFRICA.
Fig. 1. L’Aquila Griffone.
Fig. 2. L’Aquila-Cresta.
Fig. 3. Il Falconce biano.
Fig. 4. L’Aquila Musico.
Fig. 5. L’Aquila aquatica.
Fig. 6. L’Aquila Avoltojo.
Ad99998 05 044a/itaFrutti I. Tom. V. No. 42. FRUTTO REMARCHEVOLE. La Mela-Gigante.
Ad99998 05 045a/itaMISCELL. LIV. Tom. V. No. 43. IL TRAFFICO DI SCHIAVI.
Ad99998 05 046a/itaMiscell. LV. Tom. V. No. 44. PONTI RUMARCHEVOLI. Fig. 1. Il ponte di rupe in Virginia. Fig. 2. Ponti pendenti ed altrinell America Meridionale.
Ad99998 05 047a/itaRose XIII. Tom. V. No. 45. Rose. La Rosa grande Damaschina. (Rosa Damascena grandiflora.)
Ad99998 05 048a/itaFrutti II. Tom. V. No. 46. FRUTTO REMARCHEVOLE. Il Grappolo Veneto. (Vitis vinifera bicolor.)
Ad99998 05 049a/itaUccelli LXIX. Tom. V. No. 47. AVOLTOJI d’AFRICA E D’ASIA. Fig. 1. L’Oricou. Fig. 2. Il Cassiastronzo. Fig. 3. Il Shegun. Fig. 4. Il Giocolare. Fig. 5. L’Urigurap.
Ad99998 05 050a/itaVestimenti VI. Tom. V. No. 48. VESTIMENTI DIE PERUVIANI. Fig. 1. Abitanti di Lima. Fig. 2. Una Dama di Lima. Fig. 3. Indiani di Peru. Fig. 4. Contadini. Fig. 5. Abitanti di Quito.
Ad99998 05 051a/itaMiscell. LVI. Tom V. NO. 49. PONTI RIMARCHEVOLI. Fig. 1. Il Ponte di Diavolo ful Gotthard. Fig. 2. Il Ponte sopra il Rodano a St. Maurizio.
Ad99998 05 052a/itaRose XIV. Tom. V. No. 50.
DUE SORTE DI ROSE.
Fig. 1. La piccola Rosa di Provenza. (Rosa provincialis minima.)
Fig. 2. Rosa Damaschina di Digion. (Rosa Damascena Dijonensis.)
Ad99998 05 053a/itaUccelli. LXX. Tom V. No. 51.
GUFI DI VARIA SPEZIE.
Fig. 1. Il Chocouhou.
Fig. 2. L’Ululo.
Fig. 3. La Civetta con Collare.
Fig. 4. La Civetta con cresta.
Fig. 5. La Maschera nera.
Fig. 6. Il Gufo bianco.
Ad99998 05 054a/itaInsetti XXXV. Tom. V. No. 52.
FARFALLE STRANIERE.
Fig. 1. Il Papilione verde marmo.
Fig. 2. La Falena Arlecchino.
Fig. 3. La Farfalle d’oro.
Fig. 4. La Farfalla a macchia di Scarlatto.
Ad99998 05 055a/itaInsetti XXXVI. Tom. V. No. 53.
IL GAMBERO COMMUNE.
Ad99998 05 056a/itaMiscell. LVIII. Tom V. NO. 54.
CATARATTE.
Fig. 1. La Cataratta di Niagara.
Fig. 2. La Cataratta del Reno apresso di Lauffen.
Ad99998 05 057a/itaMiscell. LIX. Tom. V. No. 55.
GIUOCHI PUBBLICI SULLE LPE APPRESSO UNTERSEE NEL CANTONE DI BERN.
Fig. 1 La Lotta.
Fig. 2. I Corni Alpini.
Fig. 3. Il Gettar pietre.
Fig. 4. Distribuzione die premj.
Ad99998 05 058a/itaPiante XCVI. Tom. V. No. 56.
FIORI DI POMPA.
Il Nelumbo superbo. (Nelumbium speciosum.)
Ad99998 05 059a/itaVermi. VIII. Tom V. No. 57.
I MOLLUSCHI.
Fig. 1. et 2. La Sepia commune. (Sepia officinalis.)
Fig. 3. La Sepia tuberosa. (Sepia tuberculata.)
Fig. 4. La Sepia macchiata. (Sepia maculata.)
Fig. 5. La Sepia piccola. (Sepia sepiola.)
Ad99998 05 060a/itaInsetti. XXXVII. Tom. V. No. 58.
FARFALLE DI GERMANIA.
Fig. 1. La Farfalla alberella. (Papilio Nymph. Populi.)
Fig. 2. La Farfalla crescione. (Papilio Dan. Cardamines.)
Fig. 3. La Farfalla Cedro. (Papilio D. Rhamni.)
Fig. 4. La Farvalla C. (Papilio N. C. album.)
Fig. 5. La Farfalla ortica. (Papilio N. urticae.)
Ad99998 05 061a/itaMiscellanca. LX. Tom. V. No. 59.
GHIACCI PIANI E SCOGLI DI GHIACCIO.
Fig. 1. Scogli e Montagne di Ghiaccio.
Fig. 2. Un Ghiaccio piano.
Ad99998 05 062a/itaRose XV. Tom. V. No. 60.
SPECIE DI ROSE.
La Rosa bianca di Damas. (Rosa Damascena flor. alba.)
Ad99998 05 063a/itaVestimenti VII. Tom. V. No. 61.
ORDINI MILITARI.
Fig. 1. e 2. Tempieri.
Fig. 3. e 4. Cavalieri dell’ordine di S. Giovanni.
Ad99998 05 064a/itaVestimenti VIII. Tom V. No. 62.
DIVERSI ORDINI MILITARI.
Fig. 1. Cavalieri dell’ordine teutonico.
Fig. 2. Cavalieri dell’ordine del tosone.
Fig. 3. Cavalieri dell’ordine di S. Staffano.
Fig. 4. Cavalieri dell’ordine di S. Uberto.
Ad99998 05 065a/itaPiante XCVIII. Tom. V. No. 68.
ALBERI BOSCARECCI DI GERMANIA.
Fig. 1. Il Tiglio. (Talia Europaea.)
Fig. 2. La Quercia. (Quercus pedunculata.)
Ad99998 05 066a/itaInsetti XXXVIII. Tom. V. No. 64.
BELLE FARFALLE DI GERMANIA.
Fig. 1. La Sfinge di velucchi. (Sphinx convolvuli.)
Fig. 2. La Sfinge de Ligustro. (Sphinx Ligustri.)
Ad99998 05 067a/itaPiante XCVII. Tom. V. No. 65.
IL LOTO SCHIETTO.
Il Loto Schietto. (Nymphaea Lotus.)
Ad99998 05 068a/itaVestimenti IX. Tom. V. No. 66.
DIVERSI ORDINI MILITARI.
Fig. 1. Cavalieri dell’ordine dell’Aquila nera.
Fig. 2. Cavalieri dell’ordine di Sant Andrea.
Fig. 3. Cavalieri dell’ordine Serafico.
Fig. 4. Cavalieri dell’ordine dell’Elefante bianco.
Ad99998 05 069a/itaInsetti XXXIX. Tom. V. No. 67.
FALENE RARE DELLA GERMANIA.
Fig. 1. La Falena de’frassini, ossia la tracolla azzurra. (Phalaena noctua fraxini.)
Fig. 2. La Falena delle Acetose. (Phalaena noctua paranympha.)
Fig. 3. La Falena russa (Phalaena noctua Hera.)
Fig. 4. La Falena della quercia salvatica. (Phalaena noctua Sponsa.)
Ad99998 05 070a/itaUccelli LXXI. Tom. V. No. 63.
UCCELLI AFRICANI.
Fig. 1. Il Bassà.
Fig. 2. Il Falcone cantatore.
Fig. 3. Il Corbivone.
Fig. 4. Il Caprimulgo.
Fig. 5. Il Falcon cappelluto.
Fig. 6. Il Chicquera.
Ad99998 05 071a/itaVermi IX. Tom. V. No. 69.
I MOLLUSCHI.
Fig. 1. La Sepia, detta il Calmar. (Sepia Loligo.)
Fig. 2. La Sepia in Forma di Saetta. (Sepia sagittata.)
Fig. 3. e 4. La Sepia di otto piedi. (Sepia octopodia.)
Fig. 5. La Sepia granosa. (Sepia granulata.)
Ad99998 05 072a/itaMiscellanea LXI. Tom. V. No. 70.
FENOMENI SETTENTRIONALI.
Fig. 1. L’Aurora boreale.
Fig. 2. Il Sole di mezza notte.
Ad99998 05 073a/itaQuadrupedi LXXIV. Tom V. No. 71.
ANIMALI LATTANTI.
Fig. 1. Il Topo della Canada. (Mus bursarius.)
Fig. 2. Il Sorcio bianco. (Mus musculus. Var. alba.)
Ad99998 05 074a/itaInsetti XL. Tom. V. No. 72.
INSETTI RIMARCHEVOLI.
Il Grillo cristato. (Gryllus cristatus.)
Ad99998 05 075a/itaInsetti XLI. Tom. V. No. 73.
BELLE SFINGI DELLA GERMANIA.
Fig. 1. La Sfinge del pioppo. (Sphinc populi.)
Fig. 2. La Sfinge del tiglio. (Sphinx tiliae.)
Fig. 3. La Sfinge della vite. (Sphinx Elpenor.)
Ad99998 05 076a/itaPiante XCIX. Tom. V. No. 74.
FRUTTA DELLA GERMANIA.
Fig. 1. La Prugna. (Prunus domestica.)
Fig. 2. Il Visciolo. (Prunus avium.)
Ad99998 05 077a/itaRose. XVI. Tom. V. No. 75.
SPECIE DI ROSE.
Fig. 1. La Rosa zuccherina. (Rosa gallica. L.)
Fig. 2. La Rosa scarnatina. (Rosa truncata carnea major.)
Ad99998 05 078a/itaUccelli LXXII. Tom V. No. 76.
UCCELLI CANTATORI DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Il Russignolo e’l suo nido.
Fig. 2. Il Beccafico cinerizio. (Motacilla Hppolais.)
Ad99998 05 079a/itaPiante. C. Tom. V. No. 77.
ALBERI BOSCHERCICE DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Il Faggio. (Fagus sylvatica.)
Fig. 2. L’olmo. (Ulmus campestris.)
Ad99998 05 080a/itaPiante CI. Tom. V. No. 78.
FRUTTA DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Il Ribes rosso. (Ribes rubrum.)
Fig. 2. L’uva spina. (Ribes grossularia.)
Ad99998 05 081a/itaInsetti XLII. Tom. V. No. 79.
BELLE FARFALLE FORESTIERI.
Fig. 1. La Falena del’giuggiolo. (Phalaena Bombyx Paphia.)
Fig. 2. La Sfinge del claretto. (Sphinx Labruscae.)
Ad99998 05 082a/itaMiscellanea LXII. Tom V. No. 80.
GROTTE RIMARCHEVOLI.
La Grotta d l’demonio vicina a Hasel (Erdmannshöhle.)
Ad99998 05 083a/itaUccelli LXXIII. Tom. V. No. 81.
BELLI UCCELLI STRANIERI.
Fig. 1. Il Merlo d’Oro. (Tanagra violacea.)
Fig. 2. Il Merlo di Vescovo. (Tanagra Episcopus.)
Fig. 3. Il Merlo die Paradiso. (Tanagra Tatao.)
Fig. 4. Il Frisone ranciato. (Loxia aurantia.)
Fig. 5. Il Frisone di riso. (Loxia oryzivora.)
Ad99998 05 084a/itaPiante CII. Tom. V. No. 82.
SPECIE DI FRUTTE SALVATICHE.
Fig. 1. La pera salvatica. (Pyrus communis.)
Fig. 2. Il pomo salvatico. (Pyrus malus.)
Ad99998 05 085a/itaInsetti XLIII. Tom V. No. 83.
IL FORMICAJO NELLA SUA TRAPPOLA.
Ad99998 05 086a/itaMiscellan. LXIII. Tom V. No. 84.
LA MOSCA DOMESTICA CONSIDERATA NEL MODO MICROSCOPICO.
Ad99998 05 087a/itaRose XVII. Tom. V. No. 85.
SPECIE DI ROSE.
La Rosa Scozzese gialla dilavata. (Rosa spinosissima flore flavo.)
Ad99998 05 088a/itaUccelli LXXIV. Tom V. No. 86.
BELLI UCCELLI STRANIERI.
Fig. 1. Il Pigliamosche azzurro. (Muscicapa caerulea.)
Fig. 2. Il Merlo colla testa nera. (Tanagra atricapilla.)
Fig. 3. IL bello Merlo. (Tanagra capitalis.)
Fig. 4. IL Pigliamosche di Paradiso. (Muscicapa paradisi.)
Fig. 5. Il Pigliamosche colla coda di ventaglio. (Muscicapa flabellisera.)
Ad99998 05 089a/itaPiante CIII. Tom V. No. 87.
SPECIE DI FRUTTE TEDESCHE.
Fig. 1. Il Corniolo. (Cornus mascula.)
Fig. 2. Il Nespolo (Mespilus germanica.)
Ad99998 05 090a/itaInsetti XLIV. Vol. V. No. 88.
FARFALLE NOTTURNE TEDESCHE.
Fig. 1. Il Capone filatore. (Phalaena Bombyx dispar.)
Fig. 2. La Farfalla die rame. (Phalaena Bombyx quercifolia.)
Fig. 3. Coda di pesce. (Phalaena Bombyx Pruni.)
Ad99998 05 091a/itaMiscellan. XLIV. Tom. V. No. 89.
RIMARCABILI PASSI FRAU LE ALPI SUIZZERE.
Fig. 1. La Strada ful gran monte di S. Bernardo.
Fig. 2. La Strada ful monte di S. Godardo.
Ad99998 05 092a/itaRose XVIII. Tom. V. No. 90.
SPECIE DI ROSE.
Fig. 1. La Rosa lucida. (Rosa lucida.)
Fig. 2. La Rosa nana maggiore. (Rosa truncata major.)
Ad99998 05 093a/itaUccelli LXXV. Tom. V. No. 91.
UCCELLI STRANIERI RIMARCHEVOLI.
Fig. 1. Il Calao Rinoceronte. (Buceros Rhinoceros.)
Fig. 2. Il Calao dell’Abissinia. (Buceros abyssinicus.)
Fig. 3. L’uccello aureo del Paradiso. (Paradisea aurea.)
Fig. 5. L’uccello verde del Paradiso. (Paradisea viridis.)
Ad99998 05 094a/itaInsetti XLV. Tom. V. No. 92.
STORIA NATURALE DELLA CROCERAGNA.
Ad99998 05 095a/itaInsetti XLVI. Tom. V. No. 93.
STORIA NATURALE DELLA CROCERAGNA. (Continuazione.)
Ad99998 05 096a/itaMiscellanea LXV. Tom. V. No. 94.
OSSERVAZIONI MICROSCOPICHE SULLA CRISTALLISAZIONE DE’METALLI.
Fig. 1. L’Albero di Rame.
Fig. 2. L’Albero di Saturno.
Fig. 3. L’Albero di Stagno.
Fig. 4. L’Albero di Zinco.
Ad99998 05 097a/itaMiscellanea LXVI. Tom. V. No. 95.
IL VECCHIO PALAZZO DEGLI ZARI IN MOSCOVIA.
Ad99998 05 098a/itaUccelli LXXVI. Tom. V. No. 96.
IL CONDORE.
Ad99998 05 099a/itaPiante CIV. Tom. V. No. 97.
PIANTE MEDICINALI.
Fig. 1. Il Galbano. (Bubon galbanum.)
Fig. 2. La Genziana Pannonica. (Gentiana pannonica.)
Ad99998 05 100a/itaInsetti XLVII. Tom. V. NO. 98.
ALCUNE BELLE FARFALLE DI GERMANIA.
Fig. 1. La madreperla grande. (Papilio Paphia.)
Fig. 2. L’rgo turchino. (Papilio Arion.)
Fig. 3. La porta-coda fosca. (Papilio betulae.)
Fig. 4. La picciola Tartaruga. (Papilio Phlaeas.)
Ad99998 05 101a/itaVermi X. Tom. V. No. 99.
LA MEDUSA AURICOLATA.
Ad99998 05 102a/itaMiscellanea LXVII. Tom. V. No. 100.
LA CATTEDRALE DI STRASBURGO.
Ad99998 06 003a/itaCostumi. X. Tom. VI. No. 1.
COSTUMI DELLA SVIZZERA.
Fig. 1. Un paesano d'Unterwalden.
OH abitanti del Cantone d' Unterwaiden fono gente di buon' indole, ma poco colta; inclinano alla malinconia; per la maggior parte fon poveri, e fi procurano il lor mantenimento con allevar beftiame e vi fi applicano con molta cura. Vediamo qui rapprefentato un vaccaro nel lue abito da fefta.
Fig. 2. Una giovane paesana di Berna.
Vediamo qui una bella villanella del Cantone di Berna, che torna dalla campagna con una caneftra piena di patate ivi da effa raccolte. È veftita leggiermente per lavorare con più facilità.
Fig. 3. Un vaccaro d'Emmentale.
JJ Emmental, ofia la valle d'Emma, J5tuata nel" Cantone di Berna è un paefe molto fertile e famofo per il cacio eccellente che quivi fi fa. L'occupazione principale degli abitanti di effa confifte in allevar beftiame. La
Fig. ura preferite ci moftra un vaccaro di quefta valle nel folito fuo veftiario, come uscito dalla Italia- fé ne' porta via il bigonzo pieno di latte.
Fig. 4 e 5. Una villanella ed un villanello della valle d'Entlibuch.
Gli abitanti della valle fit'Èntlibuch, fituata nel Cantone di Lucerna, fono farnofi pel loro Carattere mafchio, altiero, prode e franco, e nello stesso tempo fi diftinguono pel talento particolare che hanno per la mufica, la poéfia, la fatira e per gli efercizj ginn aitici,- ed in quefti ultimi fpecialmente fi fon refi ragguardevoliffimi. Le due
Fig. ure anneife ce li rapprefentano nel loro abigliamento ordinario.
Fig. 6. Un cacciatore di camosci.
Vediam qui un cacciatore di camosci delle Alpi Elvetiche, nel folito fuo veftiario. Per mezzo del fuo baftone colla punta di ferro, e delie fcarpe egualmente ferrate e puntate egli fi arrampica l'opra le più efte montagne di ghiaccio, e fi el'pone ai più evidenti pericoli per aver il piacere di ammazzare un camoscio.
Ad99998 06 004a/itaMiscellanea LXVIII. Tom. VI. No. 2.
FABBRICHE DELLA SVIZERA
Fig. 1. La Casa di un contadino Svizzero.
In una gran parte della Svizzera le cafe de' contadini fon più grandi, più fpaziufe e petciò più comode, che in molti altri paefi. • Quello fi vede anche nella presente
Fig. ura, che ci moftra la cafa d'un contadino del Cantone d' Unierivalden il quale in paragone cogli altri Cantoni è piùttofto povero, ed i fuoi abitanti fon più rozzi, meno colti e meno induftriofi di quei degli altri. Uffa è d'una grandezza confiderabile; il pian terreno è murato di faffi e contiene la cantina; tutto il relto è fabbricato di legno. 11 tetto è coperto d'afficelle, che fi tengono fermi con faffi fovrapofti.
Fig. 2. La capanna d'un pastore alpigiano.
Quefte capanne fi fabbricano fülle montagne in vicinanza delle pafture dove gli armenti durante tutta la ftate fi pascolano. In queue capanne, erette interamente di travi pofte l'una full' altra, a guifa delle cafe de' contadini nella lluffia, fi cuftodisce il latte e faffi il formaggio; effa ferve anche di ricovero ai paftori che guardano gli armenti, e la notte vi dormono; il lor letto, fituato folto il letto non confine d'altro che di fiero lungo. La presente ig.. xapprefetita l'interno d'una tal capanna con tutti gli utenfili per la formazione del cacio, di cui qui l'alpigiano fi vede realmente occupato. Sua moglie col
Fig. lio è venuta dal villaggio per vifitarlo, e '1 ragazzo del paftore arroftisce un cacio per i cari ospiti. Per quefta gente il cacio arrofiito è un boccone fquifito. ÀI principio dell' inverno il paftore alpigiano ritorna dalle montagne alla valle dove abita colla fua famiglia.
Ad99998 06 005a/itaMiscellanea LXIX. Tom. VI. No. 3.
GHIACCIERI RIMARCHEVOLI PER ESSER LE SORGENTI DI GRAN FIUMI.
X ghiaccieri delle Alpi Svizzere fon maffe anteriore,t medio, e pofteriore)
a guifa d'un enormi di ghiaccio, ed i magazzini d"acqua ruscello di ghiacciero, e con elfo unisconli i perpetui ed inefauribili per i fiumi che da tredici ruscelletti che cadono: dal Mufcheleffi fcaturiscono. Due di quefti ghiaccieri qui horn, giogo efto d'una eftenfione di due leghe, ef
Fig. iati fono fpecialmente rimarchevoli per effer le forbenti di due fiumi principali d'Eu-, _,F. i g. 2. tIil g h i i a• c c i e •r e « d 1e1l tP» i o d-\ano. ropa. D. . D'una magnificenza ancor maggiore è la
Fig. 1. Il ghiacciero del Reinwald o sia la prima sorgente del Reno.
ciero della Furca o fia del Erodano, il quale perlo è uno dei più bei ghiaccieri in tutta l'eftenfione delle Alpi. Effo fcende dalle falde della Nel fondo della valle di Reinwald, fituata Furca
(montagna alta fui confini del Valle fé nel Cantone Elvetico de' Grigioni, e circon- e de' cantoni di Berna e à'Uri, e può riguardata di tutte le parti da montagne altiffime, darfi come l'ultima cima della gran Montail gran ghiacciero ftende l'immenfa fua mafia gna di »San Gottardo verfo la direzione tra di ghiaccio per una valle orrida e folitaria. Da mezzodì e ponente)
Fig. 2. Il ghiacciero del Rodano.
e dalla montagna ancor una volta grande, che talvolta cresce ad una più alta di Galenftok, giù nella valle di Gelarghezza forprendente, e rende un' aspetto ren, ed è lo fbocco di una valle d* ghiaccio magnifico, fi precipita la forgente pofteriore lunga fei leghe. Tre ruscelletti fcaturiscono del R.eno
(giacche quefto fiume maeftofo nasce da quefto ghiacciero e formano le forgcnti del da tre forgenti principali che fi chiamano Reno Rodano.
Ad99998 06 006a/itaMiscellanea LXX. Tom. VI. No. 4.
LA CASCATA DELLO STAUBBACH.
VJna delle cascate più rimarchevoli, più fa- aria a guifa d'1111 fottile velo di color argenmofe, e più vifitate nella Svizzera è quella teo bianchiffimo e con forme Tempre variate, del cou detto Staubbach nella valle non meno Verfo mezzogiorno quando i raggi del Sole rimarchevole di Lauterbrun del Cantone di battono fopra la colonna mobile dell' acqua Berna. Vicino al villaggio di Lauterbrun tutta ridotta in fchiuma e nebbia; la beleffa fi precipita nell' altezza ftraordinaria di lezza di quefto meravigliofo giuoco della nacirca novecento piedi fopra la rupe quafi per- tura arriva al fuo più alto grado; ed avvicipendicolare del Pletfchberg ofia montagna di nandofi ad effa fi fcorgono due arcliibaleni Pletfch. Quefto ruscello realmente forma in forma circolare. Si può panare lenza pedue cascatelle una fopra l'alira. Quella di ricolo tra la rupe eia cascata, ma non fenza fopra (Fig. - I.J cade in un bacino, da cui di effer bagnato dagli fpnizzi continui dell'acnuovo con impeto fi precipita per formare qua. Nel tempo dell' inverno ftrane Fig. ure la cascatella di Totto (Fig.. 2.)- In quella fmi- di ghiaccio fi formano nel Staubbach. Più furata altezza per la refiftenza dell' aria l'ac- di fopra fi vedono ancor molte altre cascate, qua cadente fi diffolve interamente e fi ri- ma nell'una coli bella e forprendente coinè duce per coli dire in una polvere fottiliffima quella di fotto. (da cui la prefo il fuo nome), e fvolazza peli'
Ad99998 06 007a/itaMiscellanea LXXI. Tom. VI. No. 5.
OSSERVAZIONE MICROSCOPICA DELLA SPUGNA MARINA E DEL TAFFETÀ CANGIANTE.
Fig. 1. La spugna marina.
Vuefì° corpo porofo di color bruno-gialliccio, di cui ci ferviamo per pulire e lavare, nasce fpecialmente nel Mediterraneo fui fondo dirupato delle ifole e degli fcogli, dal quale i maragnoni lo fyellono e raccogliono. È cofa nota, che la fpugna afforbisce l'acqua con grande avidità. Ma come ciò fucceda f'intenderà, allorché fi offervi il piccolo pezzetto di fpugna (A) ingrandito fotto '1 microfcopio (B). Si fcoprirà che la fpngna non confifte di altro che d'un' intreccio di molti piccioli tubi fottilifGmi e pieghevoli, che avidamente afforbiscono l'acqua, e fanno gonfiar la fpugna. La mollezza e pieghevolezza dei tubi poi fan fi che l'acqua fi può fpremere dalla fpugna con facilità, poiché per la preffione della mano i tubi a guifa di trombe la danno fuori.
Fig. 2. Il taffetà cangiante.
Il giuoco di colori cangianti, che in quefta forta di taffetà fi offerva (come nel Tomo V. Nro. 40. fi è veduto a occafione dell' farfalla cangiante) nasce dal diverfo colore de' fili, come fotto il microfcopio (b) chiaramente fi vede. Nel presente cafo l'orditura o fia il liccio confifte di fili gialli, e la trama di fili purpurei. E coli fecondo che il taffetà fi volge, domina ora il color giallo, ora il color purpureo, o vi nasce un bel mifto di ambedue.
Ad99998 06 008a/itaPiante CV. Tom. VI. No. 6.
L'ACANTO OSIA LA BRANCORSINA.
ih rimarchevole quefta pianta per aver fomminiitrato agli antichi Greci e Piomani un belUrfimo ornamento architettonico. La bellezza ringoiare della fua forma gl' induUe ad imitarle nel capitello dell' ordine corintio, e col dare ad effe una forma più regolare e fimmetrica le refero ancor più belle e più adattate all' arte. Anche l'architettura gottica e moderna hanno adottato quello graziofiffimo ornamento. Finora fi conofcono 14 fpecie di Acanto, e le due rapprefentate in quefto folio fono appunto quelle de' quali l'architettura fi ferve.
Fig. 1. L'Acanto molle. (Acanthus mollis.)
E una pianta perenne che nafce da Te in Sicilia e nell' Italia inferiore. Le'foglie (A) fon difpofte a guifa di rofa, e nel centro dio effe fi erge nell' altezza di due o tre piedi lo itelo che porta i fiori di color bianco e violaceo (B).
Fig. 2. L'Acanto spinoso. (Acanthus spinosus.)
Quefta fpecie egualmente nafce in Italia in luoghi umidi. Le foglie fon grandi e di bella forma, e fulla punta delle picciole foglie fi trovano fpine fimili a quelle delle foglie del cardo.
Ad99998 06 009a/itaVermi XI. Tom. VI. No. 7.
FRUTTI DI MARE.
Fig. 1. Il Cardio spinoso; il bucardo. (Cardium echinatum.)
Oiccome ne' gabinetti di ftoria naturale chiocciole e le conchiglie Tempre fi vedon vuote, creder potrebbefi che quefti gufcj follerò affatto disabitati. Ma del contrario ci perfuadono qui le Fig. g. A, B e G di quefto Cardio fpinofo, che trovafi nel mare del Nord. In P'ig. A l'animale che in elfo abita fi vede dal canto vivo della parte efteriore; in B elfo fi moftra da un lato, e fé ne vede il pie in forma d'uncino e di color arancio, che ferve all' animale per moverti ed alzarti. In C i due gusci fon divifi fi che tutto l'animale comparisce diftintamente,
Fig. 2. La Penna marina. (Pennatula mirabilis.)
Quefto teftaceo formato a guifa di corallo è abitato da un' animale polipofo, e da' lati ha ramicelli pennati che forni guano le ali d'una penna. La penna marina arriva alla lunghezza di fei o otto once e fi trova ne' mari d'Europa e d'America galleggiante fulla fuperficie dell' acqua
Ad99998 06 010a/itaPesci XLI. Tom. VI. No. 8.
PESCI DI FORMA SINGOLARE.
Fig. 1. Il Stileforo cordato. (Stylephorus chordatus.)
Wuefto pesce d'una forma ftrana non prima che circa da 20 anni in qua fu conosciuto, allorché fu portato in Inghilterra dalle Indie occidentali. Elfo porta gli occhj fopra le due escrescenze cilìndriche e la tefta col grifo in fu confitte di una pelle bruna e graffa. Il corpo finisce in una fpecie di corda lunga un piede e dieci once, mentre che la lunghezza del corpo non ha che dieci once.
Fig. 2. Il pesce rospo dipinto. (Lophius pictus.)
Abita quello pesce l'Oceano pacifico nelle vicinanze della Nuova Ollanda e di Otaite. ' Sopra Ja bocca fpalancata elfo porta un lungo filetto in forma di tridente, col quale adesca piccioli pescetti, che gli fervono di nutrimento. Due altre escrescenze fi vedono fui fuo dorfo. Il color principale di quefto pesce è bruno, variato di macchie gialle e roffe.
Fig. 3. Il pesce rospo marezzato. (Lophius marmoratus.)
Egualmente fi trova nell' Oceano pacifico. Il corpo fuo è di color nero, marezzato di bianco e roffo. Sul nafo porta un filetto biforcato, e le pinne del petto fon formate a un di preffo come piedi, ma in realtà non lo fono.
Ad99998 06 011a/itaMiscellanea LXXII. Tom. VI. No. 9.
METEORE, O SIA FENOMENI AEREI.
I ra le meteore rare annoverar fi poffono ciare. La meteora qui efFig. iata fu vifta a i globi infocati, che talvolta fi vedono ap- Londra il dì 13. Novembre del 1803, verfo le parire improvvifamente nell' atmosfera. Ben- nove e mezzo di fera. Ad uno di quei che che non ancor arrivato fiafi a poter fpiegare l'offervarono la maffa di fuoco in principi* il nascere di quefti fenomeni, tanto almen apparve di un contorno ben diftinto, ed acfi fa, che non fon forieri di pubbliche ca- compagnata da altri globetti infocati; e nel lanuta, come crede ancora la plebe igno- continuar fuo volo ad effa nacque una coda rante e fuperftiziofa; anzi debbefi fupporre, infocata. Un' altro offervatore vide dal corche effi, come l'aurora boreale ed altri fé- pò ellittico del globo uscire de' raggi, che nomeni aerei, fono effetti di caufe natura- terminavano in picciole ftelle. li, che finora non abbiam potuto rintrac.
Ad99998 06 012a/itaMiscellanea LXXlll. Tom. VI. No. 10.
OGGETTI MICROSCOPICI.
Cria altra volta in queft' opera, Tom. IL dall' altro egualmente difianti. Affai diverfi Nro. 98. abbiamo offervato e paragonato le al contrario fi inoltrano i pizzi di Brabante.' opere della natura con quelle dell' arte Quefti o fi cuciono coli' aco, o fi lavorano* lotto il microscopio, il che ci ha convinto a piombini. Di una fola libbra di lino che le prime fono infinitamente più per- nelle Fiandre fi lavorano l'ino per 7000 fio-. fette delle feconde. Lo vediamo ancora qui rini di pizzi, e non fi può vedere in quefto: paragonando due teffiture, le più artificiofe genere cofa più perfetta e più regolare; ma che poffano trovarfi, cioè la tela di ragno, offervati fotto il microscopio tutto apparisce, ed un pezzetto di pizzi di Brabante. Là diverfamente. Il pizzo il più fino fembra più gran regolarità fi trova ne' detagli della una teffitura irregolare dir groffe corde • inprima Fig.. 1. dove tanto i fili dritti quanto viluppate confufamente e feinza verun' ori traverfi fono di una Xteffa groffezza e uno dine.
Ad99998 06 013a/itaInsetti XLVIII. Tom. VI. No. 11.
FARFALLE ESOTICHE.
Fig. 1. L'Argo indiano.
Ylie^° nel papiglione che fi trova nelle Indie Orientali, è qui ef
Fig. iato nella Tua grandezza naturale. Il fondo delle lue ali è di un bruno quafi nero, e disegnato con macchie gialle. Le ale pofteriori fono ornate di due begli occhj neri e cerulei.
Fig. 2. Il Podalirio verde dell' Indie Occidentali.
Quefto papiglione efotico, della fpecie di quei che fi chiaman porta coda, fi trova in Suriname nell' America: quanto alla
Fig. ura fomiglia al Podalirio noftro, ma nel colore, cornpofto di ftriscie verdi e nere, è diverfo da esso.
Fig. 3. La farfalla a fiamma Americana. (Pap. Eq. H. Ricini.)
Le sue ale posteriori, tinte di un color roffo chiaro, le danno un' afpetto lieto. Le ale anteriori portano cìafcheduna due macchie gialle.
Fig. 4. L'ala rancia di Suriname.
Quefta farfalla come l'antecedente fi diftingue per le fue ale lunghe e ftiette e pel f uo corpo lungo e lottile. Il colore delle fue ale è graziofamente variato di rancio, giallo, e bruno.
Ad99998 06 014a/itaMiscellanea LXXIV. Tom. VI. No. 12.
MANIERA COME I NEGRI AMERICANI SCORTICANO IL SERPENTE INDOVINO.
JL^al No. 85. del Tomo III. di queft' opera poi attaccò il laccio d'una fune intorno al già conofciamo il Serpente Indovino come collo dell' animale, e cofì lo fece tirar fu uno degli animali i più fpaventevoli, che ad un' albero da due altri negri. Poi egli arriva alla lunghezza di 30 o 40 piedi. Quefto fui ferpente stesso fi arrampicò, ascefe, gli ferpente fi truova anche in America in Su- fpaccò il ventre e poi lo fcorticò. Una riname, e gli abitanti lo chiamano Aboma. quantità di graffo, che ferve per rimedio a L'Inglefe Stedman che per più anni ftava contufioni, ne fu raccolta; i negri si acin fervigio degli Olandefi in Suriname, in- conciarono la carne e la mangiarono con fieme col fuo fchiavo nero David uccife un grande appetito, tal ferpente con più colpi di fucile. David enn.
Ad99998 06 015a/itaMiscellanea LXXV. Tom. VI. No. 13.
RACCOLTA DELLA COCCINIGLIA.
wuefto infetto, che fi trova nell' America Meridionale fui Fico d'india (Cactus opuntia.) già abbiamo incontrato nel Tom. IL no. 31. di que ft' opera. Per il fuo bel color purpureo effo è divenuto un' oggetto importante del commercio; e nel Meffico la Cocciniglia vien coltivata in piantagioni di fichi d'India unicamente a quefto fcopo deftinate. Qui fi vede una tal piantagione, in cui le piante (a) fono diftribuite a fila, ed i coltivatori (e) occupati a rimescolar la terra intorno ad effe. I piccioli animaletti sen particular cura fi mettono fopra quefte piante. Dopo alcuni mefi, quando fono arrivati alla lor grandezza naturale, ne vengon levati per mezzo di pennelli di pelo di capviaolo, (b) e raccolti. Poi, tolta ad effi la vita fopra lamine infocate (f) fi ripongono in vafi; (g,h) o m effi in eaneftri fi uccidono con acqua feottente, e poi fi distendono fopra ftoje (i) per asciugarli. L'ultima maniera di ucciderli è la migliore. La cocciniglia fi raccoglie nelle piantagioni tre volte l'anno, dal mefe di Décembre fino al Maggio.
Ad99998 06 016a/itaMiscellanea LXXVl. Tom. VI. No. 14.
LA NEVE COLLE SUE CRISTALLISAZIONI.
Offerviamo qui la neve. — La noftra atmo- Talvolta quando, all'aere tranquillo, la sfera è Tempre piena di vapori umidi. Quando neve cade in piccioli fiocchi, abbiamo occaquefti al freddo dell' inverno fi addenfano e fione di offervare le fue forme varie e tuttafi criftallizzano, effi formano una massa bian- via regolari, le quali quafi tutte fi riducono ca e folla, la quale più greve dell' aria, cade all' efagono. La presente tavola moftra digiù in terra, e la copre di una vefte bianca, verfe variazioni di tal criftallifazione di neve Queft' è la neve, che rifchiara i giorni trifti confiderabilmente aggrandite fono il microdeli' inverno, e difende la femenza dal ri- fcopio. Le Fig. g. 1. 2. 3. furono oll'ervate gore del freddo. Sperfe volte ne' paefi mon- nella Stiria; nelle Fig. g. 4. 5. 6. 8- 9. vediatagnofi fuccede, che un globetto di neve fi mo altre, che furono offervate da un naturadiftacca dalla cima degli ahi monti, e roto- lìfta nella Svizzera; e la Fig.. 7. fi offervò in landò in giù rapidamente cresce e forma una Breslavia. La grandezza naturale dei cril'talli mafia enorme, che chiama!! lavina di neve, di neve fi trova indicata folto fei de' fudetti e diftrugge non folamente cafe, ma villaggi numeri, interi che reftano fepolti lotto di effa.
Ad99998 06 017a/itaMiscellanea LXXVIl. Tom. VI. No. 15.
FINESTRE GELATE.
Quando nell' inverno ad un certo grado del freddo (chiamato grado del ghiaccio) l'acqua vien privata di una parte del suo calorico, essa si gela, e vien ridotta in un corpo solido ed elastico, che ghiaccio si dice. Nascon prima nell’acqua alcuni strali di ghiaccio, che sotto diversi angoli congiungendosi, a poco a poco ne fanno un corpo solido, come succede nella cristallisazione de' sali. Questa massa d'acqua condensata è d'una tal sodezza, che una volta per ischerzo ne su sabbricato un palazzo di ghiaccio, come in appresso vedremo.
Coli anche nell' inverno i vapori delle camere calde si condenfano su i cristalli delle finestre, e quivi gelando forman vario e diverse figure. La loro varietà probabilmente nasce dalla qualità de' vapori. Qui vediamo rappresentate alcune finestre gelate.
Fig. 1 e 2. surono osservate dal Sig. Hacquet nell' inverno freddissimo del 1788 e 1789; le finestre gelate inoltravano figure che persettamente rassomigliavano i Zoofiti.
Fig. 3 e 4. somiglianti al sogliame delle piante, surono osservate e copiate nel palazzo ducale di Belvedere presso Weimar nell' famoso inverno del 1740.
Ad99998 06 018a/itaMiscellanea LXXVIII. Tom. VI. No. 16.
COSTUMI DEGL' INDIANI.
CJuefta Tavola e le tre feguenti ci moftreranno alcuni coftumi ed ulanze degli Indiani abitanti la parte di mezzo dell' Afia meridionale.
Fig. 1. Un Panelarume o sia religioso mendicante.
GÌ' Indiani fono un popolo innocente, femplice, bonario, ma fuperltiziofiffiino. Di quefta fua dispofizione abuTa una quantità innumerevole d'impoftori religiofi, i quali come frati mendicanti della religione Bramanica, o della Muhamedana, girano per tutto il paefe qual magi od indovini, e cercano d'ingannare il volgo credulo, che li tiene per Santi. A quefta genia furbesca appartengono anche i Pandarumi, che ftranamente veftiti girano il paefe facendo da indovini.
Fig. 2. Un Fachiro.
I Faci iri fon frati mendicanti muhamedani, che nelle Mofchee fanno le funzioni religiofe, vanno a Mecca qual pellegrini, e girano il paefe per ingannare i creduli lor fra felli.
Fig. 3. Uno scriba Indiano.
GÌ' Indiani, come popolo mezzo colto, efercitano anche l'arte dello fcrivere. Scrivono fopra foglie di Palma, da effi chiamate Oli as, per mezzo d'uno ftelo puntuto, come qui fi vede ef
Fig. 4. Un carro per portare gl' Idoli.
GÌ' Indiani della religione Bramanica adorano nelle loro Pagode, o l'iaTempj, certi Idoli. Quefti Idoli fpei'fo fi portano in proceflione a piedi o fopra un carro (tra natu e ri te decorato, qual nella Fig.. presente rappreientato fi vede.
Fig. 5. Carro da viaggio.
L'unica forta di carri di cui gl' Indiani fi fervono per viaggiate, e che da effi fi chiamano Echeri, è un legno aperto, tirato da due bovi fopra un carro a due ruote. Non vi può ftare dentro che un' uomo folo, ed i buoi fi guidano per mezzo di una corda che loro paffa per le narici.
Ad99998 06 019a/itaMiscellanea LXXIX. Tom. VI. No. 17.
PENITENTI DELL' INDIA ORIENTALE.
V li Abitanti AtAV HîpdHS, o fia gl' Indiani. nelle loro idee [iipre r f li z i o f e f o n m o l t o m e l i- T1 U na c a m b, a n. f o n. o u n a f e trt a,, p a r t i c. o..lare nati all' eccello. Tra l'altre ftvavaganze e(Ti d,.i p" e n i•te" i m, 1 q u a. l.i p e r u n, o r g o g, l.io fratiacredono di renderli grati agli Dei col tor- t.ic o a l l e t t a n o u n a t o t a l e. i n f e n ii b. ilita conilo montar fé stesso, e che con1 q u e f t o m e z z o q u a l u, n q u e d o l o r e. U n o d i e T f i q. ui fi vtde pr o l l a n o C a n c e l l a r e l a c o l p a d e ' l o r o rp e c c a t i. p o r t a r e m. i u l l a m a n o u n b a c. ino pieno di E q1u e ft i p re n i te n t i d a l v o l g so f o n o f u m a t i f f u o c o, . c h e g,. li a, b, b r u c ia. la m a n o, "l e n z a c, he Santi. Alcuni di effi fi vedono raprpr r e f e n - d, i.a u n m e n o m o l e g n o d, i. 'd o, l o ' r e. U tnt a (tuoja taxi in q^u e f t a T a v o l a. . i n t r e c c i a t a,. d i. f.p i n e, c, h e p o r t a. t o l t o. i,l b,rac
Fig. 1. II penitente sull' altalena.
Fig. 2. Un Dacambari.
Fig. 3. Un penitente che gira voltolone.
in fu per mezzo di uncini di ferro attacca- Quefto fanatico pellegrino fi voltolò per tigli nella carne delle fue fpalle; in quefta un tratto di trenta leghe di Germania, fenza fituazione egli recita diverfe orazioni, ed alzarli mai, e coli rotolando cantava inni alla fine ftrappa una ghirlanda di fiori, di in lode degli Dei. Ed eliendo uomo ricco cui il popolo radunato a quefto fpettacolo- due fchiavi gli andarono avanti per
("pianar raccoglie con avidità ogni foglia, e la guarda le ftrade rimovendovi ogni impedimento, e come cofa facra. Per porgergli » neceffarj cibi.
Ad99998 06 020a/itaMiscellanea LXXX. Tom. VI. No. 18.
GIOCOLATORI INDIANI.
vJT Indiani in tutti i movimenti del corpo hanno una grandiffima agilità e deftrezza; e perciò fi diftinguouo particolarmente come equilibrifti e ballerini di corda, facendo delle cose maravigliale in quefto genere. La tavola preferite' ce ne moftra diverte prove.
Fig. 1. Giocolatori Indiani nella Fortezza di Giorgio.
Qui Tulla piazza della l'addetta Fortezza a Madras di veni giocolatori Indiani fi Vedono inoltrare agli Inglefi la Icro arte. Dalla mano manca una giocoiatrice fi è rampicata in fulla cima di una canna di Bambus, d'una alte?za di 30 piedi, e non folamente oi fi mantiene in equilibrio, ma anthe fi muove infieme colla canna al Tuono d'una mufica. Gli altri cinque giocolatori fanno altri giuochi di maniera diveda. Dalla man dritta due donne Indinne ballano fulla corda, ed incontrandoli fi paffano divelle volte; una di effe fuor.a uno Jtromento: e l'altra tiene nelle mani due vali pieni d'acqua.
Fig. 2. Un Ammmansatore di serpi.
Un Ciarlatano Indiano fa ballare al iuono del Tuo i'troinento una ferpente a cannocchiali ammanzata. Lo fuomento fuo è fatto di una zucca vuota e d'una cannuccia di Bambus. Ed ecco che anche quefti animali non fono infenfibili per la mufica!
Fig. 3. Giuoco di forza con un toro.
Un giocolatola giace fupino fulla terra. Primo fi pone fui corpo un legno formato a guifa d'un bicchiere e fu quefto legno monta poco a poco il fuo toro a ciò addentato con tutti e 'quattro è piedi. Il giocolatore poi gli presenta un fecondo legno, ed il toro fi monta, mentre quello lo fpinge fui legno primo; e nello ftefl'o modo lo fa anche con un terzo legno, fui quale alla fine il toro refta e fi mantiene in eauilibrio. fj'/)
Ad99998 06 021a/itaMiscellanea LXXXI. Tom. VI. No. 19.
MOSCHEE E PAGODI IN INDOSTAN.
J tempi di quegl' Indiani che confeffano la lati della fabbrica f rsono le torri alte e Religione di Brama, chiamanfi Pngodi, e lottili, chiamate Mina' cti, dalla cima delle quei de' Mufulmani quivi ftabilitifi, fi nomi- quali i facendoti convocono il popolo alla nano Mojchee ovvero Mefchite. Di ambedue preghiera. A man manca vedefi il fepolcro qui fi vede una rapprefentazione. d'un Nabob.
Fig. 1. La gran Moschea vicino a Arcot.
Fig. 2. La Pagode di Vira Malli.
Trovali elTa nel reame di Tanfcur ed è Ella è fituata nella vicinanza della cittX fituata fopra un'efta rupe. In quefti tempj, d'Arcot, ed è fabbricata di pietre mafficce. compatti di torri piramidali, di logge e di Dalla parte del Ponente è aperta ed ornata portici, fi cuftodiscono gl'Idoli del lor culto di un portico foftenuto da pilaftri. L'interno etnico. Ai Bramini, o fia facerdoti di Brama dove il facerdote dice le fue orazioni e legge foli, che abitano ne' veltiboli, egli è perii Koran, libro facro de'Mufulmani, è co- meffo di entrar nel Santuario, dove, fecondo perto di tappeti; e prima d'entrarvi ognuno la loro credenza i mifterj della Divinità fi devefi levar le fcarpe o le pianelle. Da' due rivelano
Ad99998 06 022a/itaMiscellanea LXXXII. Tom. VI. No. 20.
LE COMETE.
L. e Comete fono fenomeni che di rado fi fio fplendore precede il capo della cometa inoltrano al cielo Itellato; e perciò dagli uo- effofuole chiamarfi la barba, e quando lo mini fuperftiziofi furono riguardati come fé- fegne fi chiama Za coda della Co irle t'a. Di gni di cattivo augurio, e [ciuccamente da «tifi quefi' ultima fpecie ne vediamo rappréfentate fi credette, che ne nasceffero guerra, malat- due nelle Fig.. 2 e 3. La Cometa di V\%. 3 tie ed altre fciagure. Le Comete ricevono il fu diligentemente oiTervata nel Febbraio e lor lume dal Sole, ma non girano intorno ad Marzo del 1661 a Danzig dall' aftronomo Ileelio con moto regolare come fanno i pianeti, vello. 11 d'i 3 di Fehbrajo (A) il capo di el'fa ma con moto ellittico, il quale talvolta le av- fi moftrò di una luce gialla, e roffeagiante vicina molto al Sole, e poi le allontana da nel centro. La coda lunga vicino il capo era effo per grandiffime diftanze, come fi vede fitta e fonile, e poco a poco allargandoli via nella Fig.. 1, la quale ci moftra una parte dell' più fi diradò. Il dì 6 di Fehbrajo (B) VHejeorbita d'una Cometa. Quefti corpi celefti con- Ho offervò nel capo di effa diverte macchie fiftono di un capo lucente di Fig. ura ronda, da e la coda comparve più debole, più piccola ' eui e« ce uno fplendore trasparente. Se que- ed alla fine più pizzuta.
Ad99998 06 023a/itaMiscellanea LXXXIII. Tom. VI. No. 21.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
VAiefto animale domeftico ed all' uomo fi utile inerita di effer meglio conosciuto. Del cavallo in generale, e del cavallo falvatico già abbiam riportato la
Fig. ura nel Tomo II. di queft' opera. Nella tavola presente, e nelle cinque feguenti fi vedano rapprefentate le razze del cavallo le più fumate, e fono effe: il cavallo Frifone, il cavallo d'OIfiein, il cavallo Daneje, V Inglefe, il France fé, Napolitano, Sp
Fig. liuolo, Unglierefe, Polacco, Moscovita, Turco, Arabo e Barbero.
Fig. 1. Il cavallo Frisone.
Il cavallo Frifone e di corporatura grande e rob ulta, ha la tefta un poco groffa, il collo forte, dorfo e groppa larghi, e la coda bafra. Le coscie fon forti, tonde, e coperte di pelo lungo. Pel folito i cavalli dOlftein hanno, la lefta di montone; nella parte d'avanti per lo più fon ben fatti; ma in quella di dietro fon piutofto deboli. Le loro unghie fon troppo grandi e troppo pefanti. Ambedue quefte razze fervono meglio alla vettura, che alla cavalcatura. Il clima umido, e l'erbe tjoppo acquofe, che loro fervono di nudrimento, fon cagione delle frequenti malattie a cui fono efpofte. Fi£. 2. Il cavallo Danefe. Ha la tefta groffa, il collo forte, il petto largo, le cosrie lunghe e baffe; la groppa in paragone del petto e troppo ft ret ta, ma ciò nonoftante quefta razza è forte e durevole, e negli ultimi tempi mediante la cura di alcuni uomini intendenti è ftata di mollo perfezionata. I cavalli bianchi tanto ftimati fono di origine Danefe, e forfè le razze del re fono l'unico luogo dove, fi ancora propagano. Si diftinguono col loro pelo bianco e lucente. Intorno agli ochj, come rulla bocca, fulla froge, nelle foci e fülle parti genitali fono di color di carne fparfo con punti neri. Hanno la barba folta, le unghie gialle, la tefta un poco groffa, la fronte larga un poco incurvata; gli occhj fon grandi e di color turchino. La parte d'avanti è molto alta, le gambe fono ben formate e ben piantate. Pel refto fon di una coftruzione forse e quadrata, ed hanno la groppa bella e'tonda. Un tiro di cavalli bianchi è con amen te la cola la più pompofa che in quefto genere fi polla vedere.
Ad99998 06 024a/itaMiscellanea LXXXIV. Tom. VI. No. 22.
IL CAVALLO COLLE DIVERSE RAZZE DI ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Inglese.
Il cavallo Tnglefe chiamato di razza, e d'origine Araba o Barbaresca, e perciò famiglia molto a' cavalli di quefta fpecie, tranne la fuagrandezza maggiore. Halateftabella, ed asciutta; il collo ben formato; il dorfo del collo è magro ed alto; le fpalle fonili, la fchiena dritta e la coda ben attaccata alla bella groppa. Quefta razza ferve unicamente per i corfi, e poi nell' età avanzata, dopo efferfi refi famofi come corfieri, fi adoprano al propagar la razza. Sono elfi di una Telocità ftraordinaria; corrono pel folilo due miglia inglefi in 4 minuti, e quattro miglia in 8 ° 9 minuti. Ma già fin dall' età di due anni fi addeflrano al corfo, nell' inverno una volta il giorno, e due volte ne' giorni della fiate; ed anche il loro nudrimento, e tutta la maniera di governarli e diretta a quefto feopo, cioè di renderli corfieri eccellenti. 11 cavallo comune d'Inghilterra è totalmente diverfo di quello fopra deferitto: Ila effo la tefta groffa, carnuta, il collo tozzo, la groppa appiattata, ed i piedi goffi Ton coperti con un pelo lungo. La maggior parte di queßi cavalli nafee in Yorkfliire, e ferve pe' lavori delie campagne, e pel ferviziw della cavalleria.
Fig. 2. Il cavallo Francese.
Oltre le razze nobili di cavalli, tra i quali quei del Limolino e della Normandia fi dininguono come più atti alla cavalcatura, in alcune parti della Francia fi trovano cavalli da lavoro ordinarj di una razza particolare, e rimarcabili per la loro deformità. La tefta loro fomiglia a quella d'un porco, le orecchia, molto tra lor discorri, pendono in giù; hanno il collo tozzo e gToffo, coperto con crin fetolofo, la groppa piatta, e le piedi goffi fin fopra '1 ginocchio, coperti con pelo lungo. Lfli fono però forti e durevoli per la fatica e fi contentati.)
di giunchi, foglie di canna, ed altre forte di erbe groffolaue.
Ad99998 06 025a/itaMiscellanea. LXXXV. Tom. VI. No. 23.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE Dl ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Napolitano.
A cavalli di quefta razza hanno il collo e r dorfo di elio carnuti, ed una tefta di montone; le loro gambe fono alte e le unghie ftrette. La groppa loro è limile a quella de' muli. Effi fon di un temperamento cattivo ed oftinato, e meglio fi ulano per la vettura che per la cavalcatura. I migliori nafcono in Calabria e nella Puglia, nelle Terre di Lavoro, di Otranto e di Bari.
Fig. 2. Il cavallo Spagnuolo.
È d'un 'aspetto nobile e fuperbo, ha occhj briilanti e fpira coraggio e fuoco, « nello stesso tempo è facile di domare e di addeftrare. La fua tefta fuole effere un poco graffa ma non di rado anche fi trovano con tefta di montone;' le orecchia fono un poco lunghette, ma ben rneffe, la 1> fina e le ganaTce ftrette. Il collo ò fòrte', ben formato, e riccamente crinito. Hanno elfi il petto largo, il corpo robufto, i reni baffi, e la groppa longa e tonda. Le cofcie fono ben formate, nerborute e di pel cofto. Il colore è pel (olito di caftagno nero, e di rado fi trovano co' piedi bianchi. Il cavallo fpagnuolo è il migliori maneggio e per la guerra. I più ricercati (of quei dell' Andalufia fuperiore, ma anche dalie montagne di Cordova provengono cavalli piccoli bensì, ma forti, durevoli ed inftancabili alla fatica. fina e le ganaTce ftrette. Il collo ò fòrte', ben formato, e riccamente crinito. Hanno elfi il petto largo, il corpo robufto, i reni baffi, e la groppa longa e tonda. Le cofcie fono ben formate, nerborute e di pel cofto. Il colore è pel (olito di caftagno nero, e di rado fi trovano co' piedi bianchi. Il cavallo fpagnuolo è il migliori maneggio e per la guerra. I più ricercati (of quei dell' Andalufia fuperiore, ma anche dalie montagne di Cordova provengono cavalli piccoli bensì, ma forti, durevoli ed inftancabili alla fatica.
Ad99998 06 026a/itaPiante CVI. Tom. VI. No. 24.
IL MANGUSTANO.
i-i'albero di Manguftano (Garcinia Man- Levandone la fcorza efterna, che non fi può goftana) R trova nell' Indie orientali e mangiare, vi fi trova una polpa bianca fucneir ilole vicine; fpecialmente a Java cola, divifa in fei fpartimenti, che contene porta un frutto falutifero e di grato fa- gono i femi. Quefta polpa è di un fapor grapore. Effo arriva all' altezza de' noftri mori to, e gl' Indiani la mangiano volentieri come gelfi, ha le foglie lunghe, e i fiori roffi nas- un cibo rinfrefcante e falutifero. Anche cono fulla punta de' rami fuoi. Il frutto nella difTenteria ed in altro malattie epidetondo è della grandezza d'una picciola mela, miche gli medici fogliono ordinare il Manfi di fuori di un colore roffo che dà nel bruno, guftano come fpecifico.
Ad99998 06 027a/itaInsetti XLIX. Tom. VI. No. 25.
DIVERSE SPECIE DI GRILLI NOSTRALI.
Fig. 1. 2. 3. Il Grillo domestico. (Gryllus domesticus.)
Ouol vivere quefi' infetto in vicinanza degli uomini, nelle lor cafe, e fpecialmente nei forni e nelle fabbriche della birra, dove ha i fuoi nafcondigli nelle feffure delle mura, e vi fi rende noto collo Crepito the fa nafcere fregando infieme le fne ali inferiori. Si nudrisce di farina, di grano e di lardo. La femmina depone le fue uova di color bianchiccio nella terra, e da effe dopo dicci o dodici giorni nafcono i grilletti piccinini, che da principio fono ferii.' ali; ma dopo aver mutata direrfe volte la pelle, le alette appariscono. (Fig.. 2.) In grandezza naturale fi vede rapprefentato nelle fi^g. 1. e 3. Le ale inferiori fono più grandi delle fuperiorr, fpiceano motto in fuori, e terminano in una punta cornea.
Fig. 4. 5. Il Grillo campestre. (Gryllus campestris.)
Sta fotto terra ne' campi e nelle felve. Si diftingue da) primo pel fuo colore ofeuro, e pei la fua Fig. ura goffa. Vive di piccoli infetti e di radici. Fa colle fue ale quel fufurro /tridente che le fere della fiate fi fente frequentemente rifuonare pe' campi.
Fig. 6. 7. Il Grillotalpa. (Gryllus gryIlotalpa.)
Il grillotalpa rapprefentato qui nella Fig.. 6. come ninfa, e nella Fig.. 7. nel fuo fiato perfetto, èia fpecie,. la più grande de' "rilli della Germania, e fa molto danno. Con i fuoi piedi anteriori, che fomigliano i piedi dell« talpa effo fi fa ftrada fotto la fuperficie della terra e mangiano le teneri radici delle piante. Le ale fuperiori fon piccole e"di qualità cornea, le inferiori, delle quali però di rado fi ferva Jono grandi, larghi,. e dj ttffitura lottile.
Ad99998 06 028a/itaMiscellanea LXXXVI. Tom. VI. No. 26.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Ungherese.
X cavalli di quefta razza fono d'una mediocre grandezza; hanno la tefta un poco gì e le narici ftrette. Sono di corporatura lunga, ma hanno le coscie hen formate. Son buoni e durevoli pel maneggio, e con poco nutrimento capaci di fopportare gran fatiche.
Fig. 2. Il cavallo Polacco.
T.a maggior parte di quefti cavalli nascono in quelle provincie della Polonia che presentemente appartengono alla Ruffia ed all' An firn. In generale fon piutlofto piccoli cìie grandi. Eccetto le ganasce un poco grotte la loro tefta è ben formata. Per la maggior narte hanno il collo cervino, la Pc? l ' fchiena forte e diritta, le coscie corti e robufte, la gròppa ben fatta ma pi/zittella; la coda ben' attaccata portano inarcata; le lor coscie fon fattili, poco pelofe ma tobufte. Le unghie fogliono effere un poco ftrette, il che loro vi fa nafcere fpeffo una malattia, fpecialmente quando fono: mal governati. Sono cavalli eccellenti, fé mediante un maneggio buono e convenevole il lor carattere falvatico e paurofo fi è refo docile e manfueto. I / I
Ad99998 06 029a/itaMiscellanea LXXXVII. Tom. VI. No. 27.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
Fig. 1. Il cavallo Turco.
Fig. 2. Il cavallo Russo.
-L» un imito di razza Araba, Perfiana e Tartara, e perciò ir, nache qualità e famigliarne H cavallo nativ0 deIla ^ proviene aquefte. E forte, leggiero, n,ce e di buo- fpecialmente dalla Iluffia grande. La fa, nalena, fopporta grandi fatiche fenza danno ftatura non è bella, e di mediocre grandezzadelia falute, e può arriva« ad una età confi- la tefta è un poco gvoffa e carnuta, la fronte derab.le; d. affi ß fuol dire, che muojono p,ana, Ischio flemmatico; il collo corto. lenza invecchi, perchè l'età fteffa non li groffo; il petto largo, la groppa forte; le toghe mente delle lor buone qualità. I ferri gambe coperte di pelo lungo e folto, l'urighie, oi quali i Turchi ferrano iloro cavalli, fon piuttofto piatte che elevate; la coda e il crine di una forma particolare e confifrono in una lunghi. È di carattere dolce, pieghevole e lama di quefto metallo, che davanti ed a' docile; e fpecialmente per la vettura è ecceldue lati ha la flgura dell' unghia, e dietro lente e durevole, ì, che in pochiffimo tempo poco a poco fcema e finisce in una punta ot- è capace di fare viaggi di cemo e p]ù ".^ tufa. In mezzo quefta lama è forata, e i bu- ed è affano inienhbile per le mutazioni del chi per li chiodi fon piutofto tondi che qua- tempo. drati.
Ad99998 06 030a/itaMiscellanea LXXXVIII. Tom. VI. No. 28.
IL CAVALLO E LE RAZZE DIVERSE DI ESSO.
Fig. 1. Il Cavallo Arabo.
e co^ ^avvezzano ad una maniera di vivere, la quale inficine colle altre loro prerogative V^ueßo cavallo, fumato il più nobile e '} più \\ rende si preferibili a tutte le fatiche della perfetto tra tutti, è di mediocre grandezza; caccja e della guerra; e quefta riputazione la fua altezza comunemente fuole eflere un conservano fino da' tempi più rimoti, poco minore della fua lunghezza. La parte la più car.«eriAica di elfo è la tefta. Il pro-
Fig. 2. Il cavallo Bararesco,
b filo della fronte è diruto e piano; le orecchie " 7 fono un poco grandi sì, ma ben meffe; ha gli che anche chiamnfi Barbero, è di mediocre occhj belli e grandi, di cui risplende un dolce grandezza; ha una tefta di montone, e it fuoco, ed il nafo diritto colle narici larghe, collo lottile coperto di un crine corto; le 11 collo ben formato ha vicino al fuo dorfo fpalle di elfo fono magre e diritte} ha una un piccolo incavo, e alla groppa diritta eie- bella fchiena, i lombi corti e robufti, la gantemente tondeggiata la coda è ben attac- groppa un poco lunghetta e la coda vi è attacata. Le coscie fono fonili, mai muscoli e cata un poco alto; le coscie fono forti, ma di tendini forti danno loro una energia panico- forma lunga, e le unghie fimili a quelle del lare; le unghie lunghette di color nericcio cavallo Arabo. Quefti cavalli fono di una fono di una confluenza foìidiLlnia. È leg- grande leggierezza e velocità; in principio giero, ma di buona durata, e capace di fop- fogliono camminare lentamente, ma attiaportare lenza danno i ftrapazzi di una lunga zandoli un poco effi moftrano prefto quanto e faticofa marcia. 1 Fig. li degli Arabi gii le fon forti e vigorofi. Dopo i cavalli di Tunifi fogliono cavalcare, quando fono ancoTa polle- quelli di Marocco e di Feian fono i più ftidri; iorno e notte folto la fella, mati.
Ad99998 06 031a/itaMiscellanea LXXXIX. Tom. VI. No. 29.
IL PALAZZO DI GHIACCIO SULLA NEVA A PIETROBURGO.
N'el No. 15 dei quinterno CHI. della pre- fopra, die nel momento gelò; e coli fu fabfente opera già fu data a conofcere la natura bricato il palazzo di ghiaccio, rapprefentato del ghiaccio, e vi fu detto, che ur.a volta ne nella Fig.. 1., lungo piedi 52S, largo incirca era ftato fabbricato un piccolo palazzo, del 16, ed alto 20 piedi. Tutti gli ornamenti di quale eccovi qui rapprefentata la Fig. ura. Effo elfo, e le ftatue ftelTe vi erano egualmente di fi fece neu' inverno rigido del 1740 in Piatro- ghiaccio. All' ingreffo pofavano due Delburgo, fotto il regno dell' Imperadrice Anna, fini (Fig.. 2.) che nella notte verfavano dalla Già nel mele di Novembre 1739 fu fatto il gola rivi di nafta ardente. Vicino ad effi ftaprimo tentativo fulla Neva gelata, ma il ghi- vano cannoni e mortai (Fig.. 3 e 4.) formati di accio del fiume non effehdo capace di foppor- ghiaccio, che fpararouo piccoli porzioni di tare un pefo fi grande, comincia a piegarfi. polvere. Neil' interno del palazzo fi videro Ma poco dopo ne fu fatta un altra prova tra la diverfe camere fornite di tavole, fedie, orofortezza dell' Ammiragliato e il palazzo dell' logi ed altri mobili tutti lavorati di ghiaccio. inverno, che riusciva perfettamente. I pezzi — Coli quefto ftrano edificio fi conferve- per di ghiaccio tagliati in forma quadrata furono più meli fino alla fine del Marzo 1740, dov* uni;: e coftTurti per mezzo d'acqua verfatavi poco a poco il tempo più dolce lo di.Ir-die.
Ad99998 06 032a/itaMiscellanea XC. Tom. VI. No. 36.
USANZE ED ABIGLIAMENTI DELLA COCHIN-CINA.
La Cochin-Cina è uno de'paefi più rimar- all' immagine. Ün Sacerdote in velie lun^a chevoli dell' Afia orientale; effa fu feoperta gialla vi dice delle preghiere, da' Portughefi nel fecolo XVI. e riguardo ai cofiumi ed al veftire ha molta Wglianza
Fig. 2. Gruppo di Cochin-Cinesi.
colla confinante Cina. Gli abitanti della Cochin-Cina fono di un carattere dolce e bonario, iorniglianti a' Cinefi, ma più l'empiici nel loro vivere e veLi Cochin-Cinefi confettano la religione ftire. Le donne portano un foprabito di del Dio Buddha o Fo, e Tono idolatri. Elfi bombace, e Tutto di elio de' calzoni larghi, J'ogliono facriheare a' loro idoli le primizie e ne'giorni di fefia ne.mettono più paji uno delle mandre e de' frutti. Un tale fagriiizio fopra l'altro. Gli uomini portan camisciuole portato al Dio Fo fi vede rapprefentato qui e calzoni larghi e vanno co' piedi nudi. lancila Fig.. I. L'Idolo di forma goffa e gonfia, torno alla tetta portano ravvolti panni bianchi fculto di legno, fiede in una caiTa con fpor- a guifa di turbante, od anche cappelli contra telli ingraticolati fopra un' albero di fico d'In- il fole di forma di\erfa. I loldati che fi vedia. Agricoltori del paeie vi hanno pofto una dono a man rieüra fono armati di feudi e fei« fcala di canna di Banibo, ed oJurono del rifu mitarre.
Ad99998 06 033a/itaQuadrupedi. LXXV. Tom. VI. No 31.
ANIMALI RARI DELLA NUOVA OLANDA.
Fig. Il Canguru frisciato. (Kangurus fasciatus. PERON.)
Canguru fono, come fi fa, una forta d'animali rimarchevole, la di cui fpecie più grande (ved. Tom. I. tav. 93. di quell'opera) fu fcoperta dal celebre Cook nel 1770 fulla Nuova Olanda. L'ultimo viaggio di fcoperte fatto da' Francefi, e defcritto dal Sig. Per on, ci ha fatto conoscere una nuova fpecie del Canguru più piccola, il graziofo Canguru ftrisciato. Quello fi trova in gran copia full' ifola di Berniere preffo la cofta occidentale della Nuova Olanda. Effo ha la pelle piena di iirisce roffe e brune, è molto timido, fi nasconde con gran preftezza fono ai dumi fpinofi, ed ha la carne molto faporita. Se quefto Canguru fi domalTe, potrebbe facilmente tenerli in cala come animale domeftico.
Fig. 2. Il Wombat. (Didelphis Wombat. SHAW.)
11 tJ'ombat ha la grandezza di un cane- trillo, ed appartiene egualmente a quella forta d'animali, che nascono in una fpecie di boiTa 0 di lacco, che la madre porta. Quefto animale nel fuo alpetto fomigliante ad uà' orfacchio, vive di erba; coi piedi d'avanti fi fa nella terra una cava, nella quale fta durame il giorno, e la notte n'efce per cercare il fuo pascolo. Anche quefto animale fu fcoperto, poco fa, fulla terra di van Diemen, ifola grande the forma la punta meridionale della Nuova Olanda.
Ad99998 06 034a/itaMiscellanea XCI. Tom. VI. No. 32.
LE TERRE DI VAN DIEMEN.
Tra rale ifole delle terre Auftrali che formano pò fottili. Il loro cibo confitte fpecialmente la quinta parte del noftro globo, la Nuova in radici e conchilie di mare. Vel folito Olanda è la più confiderabile, perchè la venno nudi, ma alcuni di elfi portano intor» fua grandezza è quafi ugnale a quella dell' no alle fpalle la pelle del Canguru, unico Europa. La punta più merid ionale di effa, quadrupede di quefti paefi. L'ultimo viagla quale fecondo le ultime offervazioni forma giatore Europeo che vifitò quelle terre, ilSig. una ifula particolare, fu copèrta nel 1642 Perori, trovò alcune veftigia che effi onoradair Olandefe Abele Tasm an, il quale la no i loro morti. Sulla piccola iTola S. Machiamò la terra di van Diemen in onore del ria (Fig.. x.) tra alberi di Cafuar egli vide pieGovernatore di Batavia di quel tempo. Gli cole capanne fatte di corteccie d'alberi. Ed abitanti di queft' ifola; Fig.. 2.) fono felvagj, e efaminando l'interno di effe, vi trovò fotto fi trovano ancora full' infimo grado della col- un tumulo di zolle verdi, delle cenere ed ottura. Qui alcuni di effi fi vedono radunati fa d'uomini; d'onde fi vede, che quefti uointorno ad un fuoco. Hanno una fifonomia mini abbrucciano i loro morti e ne onorano baffa, un colore tra nero e bruno, fono di fta- la memoria per mezzo di tali capanni di feortura lunga ben fi* male parte inferiori in za d'alberi. proporzione della tefta e del bufto fono trop
Ad99998 06 035a/itaPiante. CVII. Tom VI. No. 33.
IL PINO-CEDRO DEL MONTE LIBANON.
il Pino Cedro muri« p., falegnami ad ebenifti. Il Pina. Cedro nasca üeolarmeme di effe piaulal" ". gMrfini, lui monte Libano nella Siria, nelle più alte nei parchi.
Ad99998 06 036a/itaMiscellanea XCII. Tom. VI. No. 34.
CURIOSITÀ SOTTERRANEE IN EGITTO.
Fig. 1. Le Catacombe di Alessandria.
il- cina- * cadaveri ftàtfàtta riporti in nicchie •j • bislunghe, tagliate in lila una accanto all' altra. vJli antichi Egizi, la di cui arc'iitetmra è tanto fingerne e e urlo fa . per confervarei
Fig. 2. Camere sotteranee presso le piramidi di Ghize.
SOUerailOO pi'CSSO loro morti, fabbricarono certi appartamenti 1 , fotterranei, che fi chismarono Catacombe. Quefte Catacombe confiftóno in parecchie Speffe volte le camere fepolcrali Mgl iattanze tagliate nella pietra viva, e per effe fi te nella pietra viva furono ornate di varj entra nelle cave fepolcrali. Qui fi vedono caratteri jeroglifici, come qui fi vedono raprapprefeiitate quelle di Aleffandiia. L'entra- prefentate. Nelle Catacombe però non relata di efTe forma un buco fuetto, per cui ap- mente fi confervarono i cadaveri imbalfamapena fi può pal'fare, e per effo fi arriva in ti, o fiano le Mumie degli uomini, n\\ andiveife camere molt.o rovinate. Una di effe Cora quelli de'facri animali, e fpecialmendi forma rotonda, e colia fofitta a volta, te dell' Ibis, fpecie d'ucello, che fu loinè ornata con pilaftri, e full' entrata d'un al- inamente da»li lìgizj venerato. I corpi im* tra fi vede un frontone. Il tutto è taglia- halfamati di quelli uccelli furono confervati to nella pietra viva, ma intonacato con cai- in vali d'una fot ina lunga.
Ad99998 06 037a/itaMiscellanea XCIII. Tom. VI. No 35.
IL NILOMETRO NELL' ISOLA DI RAUDA PRESSO CAIRO.
Lgli è cofa nota, che le piogge tropiche Dell' autunno fanno gonfiare il Nilo, fiume grande dell'Egizia, fi ftraordinariamente, che traboccando eccede le fue fponde, ed inonda per qualche tempo tutta la valle del Nilo. Ma per quelle terre arenofe quefta inondazione è un vero beneficio, poiché ritornando a poco a poco il fiume tra le fue fponde, per tutta la pianura inondata effo lascia una terra graffa limacciofa, per la quale fola la valle del Nilo fi rende fi fertile. Ma acciocché nell] inondazione annua l'acqua del Nilo arrivi dappertutto, gli Egizj hanno attraverfato di canali tutto quel paefe. E per offeivare efattamente l'altezza di ciascheduna inondazione, in diverfi luoghi fi fono eretti de' pilaftri'per mifurare l'acqua, o finno Nilometri. Il principale di elfi ò il qui rapprefentato full' ifola di Ilauda preffo Cairo. In una torre ritonda fi è fatta una cisterna, il fondo della quale è di uguale altezza al fondo o fia letto del Nilo. Da un lato vi è un apertura per la quale l'acqua può entrare. Nel mezzo di el'fa forge unpilaftro ottangolare di marmo, fui quale fi vede indicata la inifura dell'altezza a cui l'acqua durante l'inondazione arriva. Sino dal primo del Luglio un guardiano offerva ogni giorno l'inalzamento dell' acqua ed un bandilore l'annuncia con viva voce per la città.
Ad99998 06 038a/itaQuadrupedi LXXVI. Tom. VI. No. 36.
LA SCIMIA-LEONINA.
Tra le tante produzioni della natura a noi Quefta fcimia fi trova Mie pianure deifin ora incognite, che il celebre viaggiato- le falde orientale delle Cordilleras nell'Arciere Aleffandro d'Humbold riportò dall' Ame- rica meridionale, e fpecialmente sulle rive rica meridionale, fi t-ova anche una fcimia fertili dei fiumi Putumago e Coqueta; ma piccola ma belliffima, lunga folamente fette anche quivi fi conta tra gli animali rari, e od otto oncie, e per la fua fomiglianza col Sign. d'Humbold durante il fuo foggiorno re degli Quadrupedi chiamata scimia leoni- in quelle parti non ne vide che due folazia. La fua giubba e la lunga corporatura mente. Erano tenute in una gabbia , ed • fomigliano in piccolo quelle del leone; ma erano molto vivaci ed allegre; ma irritate il vifo e i piedi ci moftrano fubito il fci- fi videro per collera drizzare la giubba. Di miotto pacifico ; il fuo vifo e mezzo nero quelli animali graziofi finora non ïi è mai mezzo bianco; il refto della Fig. ura e di co- veduto alcuno in Europa, lore giallo e olivaftro.
Ad99998 06 039a/itaPiante. CVIII. Tom. VI. No. 37.
GEASTRI DELLA GERMANIA.
Vuefti funghi, abitatori delle felve di Germani, graziofamente formati, nella loro maturità fono fimili alla vescia di lupo ofia bovifta, fungo più comune e più noto, per cagione del loro pericarpio membranaceo e globolofo, e del feme polverofo in effo contenuto ed attacato a peli fottiliffimj. Nello stesso tempo però da ella fi diftinguono per la bocca più regolare e ben formata del lor pericarpio, da cui il feme maturo esce in forma di polvere, e per la groffezza dell' invoglio fuo efterno, che a guifa di raggi fi apre e forma ad effo una bafe ftellata. Nascono quefti funghi fotterra, e quando fi aprono ne vengono fuori. crepature fono di color bruno.
Fig. 1 e 2. Il Geastro coronato.(Geastrum coronatum.)
Quefta fpecie di Geaftro fi truova egualmente in un fuolo argillaceo, che in un fuolo arenofo.
Fig. 3 e 4. Il Geastro fosco. (Geastrum rufescens.)
In quefta fpecie l'invoglio ilellato è di color fosco, liscio, e non folo largamente fi itende , ma anche in varie guife fi ripiega e porta in alto il pericarpio fuo globolofo. La fuperficie l'uà egualmente crepa. (Tig. 4.) Nasce volentieri ne' pineti.
Fig. 5. Il Geastro igrometrico. (Geastrum hygrometricum.)
L'invoglio ftellato di quefto geaftro ha Tempre più di cinque raggi, le quali largamente fi ftendono, ma fenza ripiegarli verfo l'infù. La parte efteriore, ofia di fotto di queft' invoglio e di color bruno-feuro e granellata come il fagrino ; le parti conveffe de' granelli fon bianchi. (Fig. 2) La parte interna dell' invoglio è bianca, ma prefto fi fa piena di crepature, e quefte Il colore di elfo è tra il giallo ed il bruno. L'invoglio ftellato di molti ; fi Rende fenza ripiegarfi; ma ha elfo la qualità rimarchevole di chiuderli con gran forza ogni qualvoho fi difecca, e di riaprirfi e ftenderfi di nuovo, quando ritorna umido. Da quefto variare fecondo il fuo fiato ora umido, ora fecco ha ricevuto il fuo lopianBome. Ama Ipecialmente un fuolo arenofo.
Ad99998 06 040a/itaInsetti. L. Tom. VI. No. 38.
FALENE DELLA GERMANIA.
Fig. 1. Falena bombice del falcio. (Phalaena bombyx salicis.)
1] bruco di quefta falena (a) vive fopra i falci ed i pioppi, e in certi anni efTa fi trova in ■una copia lì prodigiofa, che intere piantagioni ne fono divallate. Sciami interi di falene candide (d) allora fi vedono fvolazzare intorno. Il bruco fila il fuo bozzolo tra le foglia del falcio (e) e fi trasforma in una crilalide di color bruno (b.j
Fig. 2. Falena bombice vinula. (Phalaena bombyx vinula.)
cofi vien chiamata a cagione della pellicia moibida della quale il fuo corpo goffo è coperto. Le lue ale anteriori fono dipinte con linee ondeggianti di color bigio e rofficcio. 11 bruco (A) n'è verde, ed è di una Fig. ura particolare, fembra feoperto di una armatura di fcaglie, e la parte deretana finisce in una coda biforcuta. Ella fila il fuo bozzolo tra fcheggie di legno (C), e forma una crifalide bruna (B.)
Fig. 3. La sfinge stellata. (Sphinx stellatarum.)
E un infetto molto noto, che nel crepuscolo della fera con grande volubilità fvolazza ne' giardini da un fiore all' altro. È qui rapprefentato come le due falene in grandezza naturale. Il bruco verde-giallo (a) fi trova fopra divelle piante.
Ad99998 06 041a/itaMiscellanea. XCIV. Tom. VI. No. 39.
LA COLONNA DI POMPEO.
Una mezz' ora dittante dalle Mura della il piedeft.illo, i quali fecondo le ulteriori ofcittà iYAleffandria in Egitto fi vede la co- Tervazioni de' Francefi, che la milurarono, lonna rimarchevole di granito roffo , qui rap- formano infieme una altezza di 38 piedi paripresentata, la più alta che finora fi conosce; gini e 6 once. La colonna ò alto un poco più e perciò gli Arabi la chiamarono la Colonna di 63 piedi, ed ha g piedi 4 once di dhimeAelle Colonna. Nei tempi antichi probabil- tea. 11 capitello d'ordine corintio e ornati mente effa era accompagnata d'altre colonne, di fogliame liscio. Molti forefticri vi fono e con effe apparteneva ad un edificio ma- faliti l'opra per minu-are la colonna, e nel g*i!ßco. ]~33 otto Inglffi in fulla cima di effa bebbcro una terrina di punscio. Non fi fa perQuefta Colonna di granito confitte di tre thè quetta colonna porti il nome di Pompeo. pezzi: il capitello, il futto della colonna, ed non eifendo fiata eretta in memoria di effo.
Ad99998 06 042a/itaMiscellanea XCV. Tom. VI. No. 40.
I CALMUCCHI.
J Calmucchi fono un popolo di paftori no- e fui primo piano fi vede il principio della madico di razza mongolica. Effi abitano le caravana. A mano manca fi vede eretto un parti medie dell' Aia, e ftanno in parte fepolcro di un Lama o fia facerdote loro, fotto il dominio della Ruffia, in parte fotto Le ricchezze de' Calmucchi confistono ne' quello della Cina. Le fattezze larghe ed loro armenti di cavalli ,- bovi, vacche, e appiattate non rendon grato il loro aspetto ; pecore. La Fig. 2. ci moftra le faccende ma effi fono bunarj, docili e molto ospitali, domeniche de' Calmucchi. Dai due lati Como popolo paftorale effi girano co' loro della gran tenda di feltro le ragazze munarmenti ne' deferti dell' Afia da una paftura gono le cavalle e le vacche. In mezzo una all' altra, e perciò gli uomini e le donne donna concia una pelle, preffo lei fta un fino dalla prima gioventù vanno fempre a radazzo con una lunga pertica a cui è attaccavano, e tutto il lor veftiario è a ciò adat- cato un laccio per mezzo del quale si piiato. Le abitazioni de' Calmucchi fono tende gliano i cavalli falvatici. Sul primo piano di feltro, di forma conica, le quali portano alcuni Calmucchi giuocano agli fcacchi, feco fopra cavalli da fonia. La Fig. r. ci giuoco prediletto di quefto popolo, moftra un campo di una orda di Calmucchi,
Ad99998 06 043a/itaUccelli LXXVII. Tom. VI. No. 41.
IL CASOARO DELL'OLANDA NUOVA.
Il Cafcaro dell' Olanda nuova venne fco- gnernito d'una barbetta bianchiccia. Ajutato peito ne' tempi moderni all' isole dell' Ocea- da ali cortiffime non può volare, ma ha un no meridionale. I Francefi nelle relazioni corfo rapid.ffimo. Esso fi addomeftica maladelie [coperte fatte durante l'ultimo lor viag- gevolmente a motivo della fua fierezza. Si fa gio cene rapprefentano quefto belliïïïmo ri- la fua caccia polla fua carne faporita. Si tratto. Quefto Casoaro differisce molto da mangiano anche le uova. I pargoletti fono Ciuelo che ritrovali nell' Alia, c'abbiamo im- ftrifeiati di bianco e di bruno nel primo mefe parato a conofeere in T. I. No. 3. di quefto li- dell' et à loro; ficcome fi veggono rappreieubro. — 11 Cafoaro dell' Olanda nuova (Ca- tati in Fig. II. davanti alla lor madie. Nel fuarius novae Hollandiae) ha 7 piedi di lung- mefe fequente diventano del tutto bruni. Il hezza, effendo del tutto coperto di lunghe Cafoaro dell' Olanda nuova fi nutnfee di vepiume, fparfe di grigio e di bruno, a forma getabili al pari di quello dell' Afia. di fetola. 11 collo del maschio (Fig. 1)
Ad99998 06 044a/itaPiante CIX. Vol. VI. No. 42.
L'ALBERO CHIAMATO RAMBUSTAN.
Il frutto pelofo che E chiama Kambuftan noccioli l'uno allato all'altro verticalmente (Nephelium echinatum) crefce in Java, Su- convergenti in un centro, circondati da una oeatra e nelle ifole Molucche, fu un albero foftanza alquanto dolce, limile al intrifo, a d'alto fufto, molto ralTomigliante al noftro rinchiufi in una buccia bianchiccia. Il frutcaftagno. Da i fiorì che non apparifcono che to chiamato Ramhufian matura all'istesso some verdi bocciuole, fi fviluppa il frutto del- tempo colla Manguftana, ch'abbiamo veduta la grollezza d'nna noce, e interamente co- efFig. iata (Tav. 24.) e a cagione della fua perto di peli. Quefto coprimento efteriore e proprietà riufrescativa è con gufto mangiato al principio verde, poi diventa aranciato ca- nelle Indie. xiço, Quando fi apre, fi trovano (a) cinque
Ad99998 06 045a/itaAmfibj XXIV. Tom. VI. No. 43.
LA FOCA A TROMBA.
L'a Foca, che appartiene al genere stesso de' ta Foca a tromba (Phoca proboscidea) lulle mammiferi, abita per lo più l'Oceano, e di- fpiaggie dell' Olanda nuova, fpezialmente Ainguefi alTai fvantajjgiofamente al fuo corpo alV i/ola de' Rè. Quella fpecie, onde qui fi brutto e difforme. Effa nuota con grandiffima vede il ritratto, giugne all' altezza di 25 a 30 deftrezza e viene talvolta preffo alla riva. , Si piedi. La parte fuperiore della bocca di queft' ciba di pefci, d'animali acquatici e di piante animale difforme fi prolunga in una fpecie di marine. — Non é ancora guari di tempo paf- tromba, da cui ha ritratto il fuo nome. I>i fato che i viaggiatori francefi ne scoperfero lontano fene veggono alcune in pofitura di>nna fpezie d'una finifurata grandezza chiama- ritta, delle quali fi là la caccia.
Ad99998 06 046a/itaInsetti LI. Vol. VI. No. 44.
BELLE FARFALLE NOTTURNE DI GERMANIA.
Fig. 1. La Dama. (Phalaena bombyx matronula.)
J. u e f t a b e l la F a ' e n a n a f c e d a im i f*pi.lo bruco, che trovafi Tulle parecchie piante. La ft e ff a farfalla tiene lo ale faperiori brune di terra d'o:".;:ra colle punzecchiature gialle. L'ale inferiori gialle fono piene di macchie nere. 11 groffo corpo è roffo di fcarlatto con nerefafcie traverfàli.
Fig. 2. La Falena di var; colori. (Phalaena bombyx versicolor.)
Quèfta Falena in Germania è una delle più rare, fegnalandofi per l'ale faperiori bgeiadramente ombreggiate di bianco, giallo e bruno.
Fig. 3. Il fuco vagabondo. (Sphinx fuciformis.)
Quefn S2nge ra.Tomiglia a prima al noftro fuco comune, donde eziandio viene il fuo nome. Nafce da un gran bruco verde, e fvolazza ronzando al chiaro giorno intorno ai fiori.
Fig. 4. La Diana.
Una bella Falena, parimente non 'poco rara, le di cui ale faperiori fono marezzate di verde, bianco e nero.
Fig. 5. La Vedova. (Phalaena bombyx Hebe.)
Le bianche ali fupertori fono adori per le fafcie nere tr.ivcrl'ali, con un fregio aranciofo.. L'ale inferiori rofffl iì fcarlatto : 1 i n ; ft 1 a no a quefta farfalla di not'.e una ye
Ad99998 06 047a/itaMiscellanea. XCVI. Vol VI. No. 45.
MACHINA DA VOLARE DEL SIGN. DEGEN.
L'uomo, autore di tante invenzioni, già lante fià dritto fralle ali, accoppiato alla fpefle volte entrava in penfiero d'imitare machina con più giunchi, (au) Le mani (bb) il volo degli uccelli psr mezzo d'ali aiti- muovono la pertica ftorta, onde viene profìciofe, per alzarli, in tal maniera, negli dotto l'equilibrio del battimento delle ali fpazi fmifurati dell' aria. Non è ancora all'in giù ed in fu. li primo tentativo ne molto tempo pafTato, che'l Sign. Degen, Fenne fatto dal Sign. Degen nella primaveoriuolaro di Vienna, riuscì nel tentativo ra cìel igr>3 nella cavallerizza di Vienna, d'alzarli nell' aria per via d'ali artificiali, dove giunte all' altezza di 54 piedi per Ecco rapprefentato l'artifta con inficme la mezzo d'un contrapeso attaccato ad una corfua machina nella Fig. ura I. Egli apprettava della. (>.') Per replicare i Tuoi tentativi allo due ali a forma di cuore (onde Fig.. II. ci feoperto, il Sign. Degen congiunfe colld maid vedere il diffopra) comporte di carta ver- china una palletta a vento, volando in tal tacciata, la cui fuperficie contiene 116 guisa a più volte nell' aria, i 12 e 15 di Nopiedi quadrati, aveudo IO piedi di lung- vembre del 1303 nel l'ratere di Vienna con hezza. Pei motiro celi' elatticiù l'artifta grandi fama ammirazione degli spettatoti e vergò il tutto di ftrifeie ti gì '-ino tornandoli fano e falvo. Coìi Fatti tent •ate ade' fili di téta. I laro no all' artifia 10,000 fioriui. —
Ad99998 06 048a/itaMiscell. Obbj. XCVII. Vol VI. No. 46.
RIMARCHEVOLI MONTAGNE.
Il Picco di Teneriffa.
Fra le Isole Canarie, situate nell' Oceano Atlantico verso ponente da l'Africa settentrionale, distinguesi l'isola di Teneriffa per il monte suo alto ed acuto ó Pico de Teyde. Egli è 12,420 piedi elevato sopra la superficie del mare; eccolo qui effigiato dalla parte di mare o dal golfo di Santa Cruz. La Città di Santa Cruz si presenta agli occhi nostri sulla ripa di mare.
Il Picco è situato verso la parte meridionale dell' Isola. La Cima di lui è nuda, dove si mostra un gran cratere vulcanico circondato da più di 70 piccoli sulli differenti strati di lava. La lava copre la punta del Picco, le parti più basse effendo coperte di pietre pomici. Questo Volcano sopra Teneriffa non è ancora spento, ma quasi continuamente s’alzano da lui dei vapori sulfurci. L'ultima grande eruzione d'una violenza straordinaria avenne nell'anno 1707.
Siccome presso che tutte le navi, che vanno alle Indie Orientale, approdano alla Isola di Teneriffa; il Picco or ora descritto da noi è affai conosciuto ed è stato montato da molti viaggiatori di Europa.
Ad99998 06 049a/itaMisc. XCVIII. Tom. VI. No. 47.
OPERA COCHINCHINESA.
Cochinchintfi falle fpiaggie orientali dell' Alia fi dilettano di fpettacoli, di mufica e di ballo. I loro comici, che per divertimento talvolta fi fanno venire nelle cafe, rapprefentano delle dramme ifioriche, delle opere e de' balli accompagnati da una mufica ftrepitante, da trombette, timpani e caftagnette. L'ambafciadore infletè, Lord Macartney, dimorandoli nella Cochinchina nel 1792, duiante la fua ambafciada, vidde la rapprefentazione feguente. Neil' interiore d' un'edificio venne elpofta alla viltà un'opera feria con de' cori da una truppa di comici. Gli ftromenti fuddetti eccitarono uno ftrepito grandifGmo durante la prima rapprefentazione teatrale. Di poi feguì un' intermezzo il quale leggiadramente fu condotto a fine da tre giovani ragazze. Ciò fi fece in onore della prima attrice, la quale vi flette affifa a man manca veftita da regina vecchia. Le tre ragazze fecero un dialogo facile e chiaro, interrotto da ariette allegre. La loro voce era tagliente, ma cantarono affai bene fecondo la milura. Il tutto, ch'era compofro di mufica e di brillo, formava in un medefirno tempo e l'opera e'1 balletto. Un vecchio, veftito da buffone, avvicinava!! di tempo in tempo alle ragazze, facendo per buona pezs.a mille buffar nerie. Durante queft' intermezzo P udiva una mufica più dolce, e finalmente ridonarono gli ftiomenti ftrepitofi. In fegno d'applaufo gli fpettatori numerofiflimi gettavano di tempo in tempo delle monete di rame agli attori.
Ad99998 06 050a/itaMisc. XCIX. Tom. VI. No. 48.
ARCO TRIONFALE DELL'IMPERADORE CONSTANTINO IN ROMA.
A Romani antichi, per eternare i eefti rie' tico che foftengono delle ftatue rapprefenloro eroi, in onor de' vittori edificarono tanti de' Dati. La maggior parie de^li orcon fomma pompa degli archi trionfali namen'.i e delle Fig. ure di queft' arco è tratadorni delle più belle opere di fcoltura. H ta da monumenti più antichi dell' imperapiù intero degli archi trionfali che «'incon- dore Trajano, avendo relazione alla vittotrano in Roma moderna fi è l'arco qui di. ria da lui riportata lovra i Dati. Al difpinto, il qual è fituato tra'l Monte Celio fopra dell' arcata di mezzo ritrovali un' ife' 1 Monte Palatino nella prima rione di emione latina, onde queft' arco viene confàRoma. Elio venne cofiruito in onore dell, grato all' imperadore Con/tantino. — La imperadore Con/tantino il Grande, il qual parte inferiore, effendo a poco a poco caduvinfe Maffenzio nel 312 dopo la nafeità di ta, il Papa d'adeffo, Pio VII., ne fece cavaCrifto. Queft' arco di marmo ha una porta re tutta la bafe nel 1^05 e fortificarla d'un' grande e dae piccole, effendo adorno di 20 attorniamento (1) contro i guafti del temgran baffìrilievi di lavoro d'intaglio. Su pò. — ciafeuno de' lunghi lati fono pofte quattro Nel fondo vedtG una parte del Colofcolonne dell' ordine corintio di giallo an- feo (2)
Ad99998 06 051a/itaMiscellanea. C. T. VI. No. 49.
IL COLOSSO NEL GIARDINO DEL CASTELLO PRATOLINO PRESSO A FIRENZE.
Il famofo caftello Pratolino con tnOetna tua coloffale del Dio /ipennitto, la quale, il fuo maravigliofo giardino è Innato Ini pen- arrizzut.i, avrebbe 100 pie:!i di altezza. L'una dio del monte Sanarlo, lei leghe italiane di- mano del Dio ripola falla rupe, l'altra limitante dalla città di Firenze. Il Pratolino, già bra premere la tefta d'un moftro marino, dilla appartenente a' Granduclii di Toscana, ma cui bocca rampolla uno zampillano. Tuttala adcffo quali tutto caduto, venne coftruito nel ftatua è compofta di pietre da forno e rico1569 dall' abiliffimo architetto Buontalerui perta di bronzo. Al di dentro effa è cava e lotto' 1 regno di Francesco, Fig. lio di Cosmo ritrovali un leggiadro ftnnzino nella tefia, le de' Medici. L'arte accoppiata alla natura l'in- cui pupille formano le fineftre. Qui-fio Cogegnava a formarne un deliziofiffimo foggior- luffo venne recato a fine affai nobilmente no. Fralle altre cofe l'incontra un luogo at- dall' architetto Giovani da Bologna e da' torniato di folti alberi. Quivi l'inalza la Ita- fuoi allievi.
Ad99998 06 052a/itaMiscellanea CI. Tom. VI. No. 50.
ABITAZIONI DE' BESCIUANI.
1 Befciuani, che abitano l'interiore dell' Africa, fono della fchiatta di Hottentotti, la quale per più rifpetti differifce da effì. Gli Olandefi, da dieci anni incirca, cene recarono notizie più efatte dal Capo di Buona Speranza. Quefta gente mezzocolti?ata s'applica all' agricoltura, alla caccia ed all' econonna di beitiame. I loro villaggi fono comporti di abitazioni ficcome qui fene vedono dipinte. Le capanne fono coftrutte nella maniera feguente. La parte interiore è attorniata d'un muro tondo d'argilla vergato di rami. dentro al quale ritrovali una porta affai ftretta. Qui dimora la propria famiglia. Queft' appartamento interiore è accerchiato d'un corridojo foftenuto da tronchi della Mimofa, dove la notte dormono i fervi e gli fchiavi. Il tetto appuntato all' eftremità e coperto di giunco, ombreggiando parimente il corridojo efteriore, onde il tutto fa belliffima vifta. La biada ferbafi in de' granaj di Fig. ura conica, di cui uno fi vede dipinto allato. Le femmine efercitano l'agricoltura, e gli uomini s'occupano della caccia e dell' allevamento di beftiami. —
Ad99998 06 053a/itaMiscellanea CII. T. VI. Nr. 51.
CAVERNE RIMARCHEVOLI.
La caverna chiamata Schiilerloch in Baviera. IN elle grandi e spaziose caverne delle montagne calcari l'acqua impregnata di particelle di calcina spenta forma delle stalattiti fibrose, onde l'interiore di questa caverna è adorno in varie Fig. ure che la rendono degnissima d'ammirazione. Una così fatta grotta, nominata Sihulerloch, vediamo dissegnata nella tavola presente. Essa ritrovasi nella montagna da calcina appresso al fiume à'Altmiìhl in Baviera, appiè d'un villaggio, di nome Alt Es sing. Benché da prima non si possa senza difficoltà passarne l'entrata, ch'è alla sommità della rupe, pur chi vi s'incamina con assiduità ne gode ben presto della ricompensa nel rimirare la magnifica grotta qui dissegnata. I pilastri s'alzano l'uno sovra l'altro a guisa d'un duomo gotico, sostenuti da colonne di stalattite che pendone dal tetto insino al fondo, formando più aperture, dove all'imaginazione dello spettatore, ingannato dal lume della torcia, Si rappresentano degli altari ed altri ornamenti e sfregi d'una chiesa.
Ad99998 06 054a/itaMiscellanea CIII. T. VI. No. 52.
ARCO TRIONFALE DELL'IMPERADORE SETTIMIO SEVERO.
La tavola nresente ni rappresenta uno di que' monumenti rimarchevoli, che da' Romani antichi vennero inalzati a'ioro eroi vincitori, o per gratitudine o il più delle volte per adulazione. Quest'arco trionfale, consacrato all' Imperadore Settimio Severo, a cagione delle vittorie da lui riportate sovra i Parti, Arabi ed altre nazioni, vedesi ancora oggidì in Roma quasi intero e purificato di fasciume dietro al campidoglio essendo attorniato d'un muro di riparo. (1) Fig.. I. ci fa vedere il lato maggiore con insieme le sue quattro belle colonne e tre porte fatte a volta che nel mezzo sono congiunte insieme mediante due archi. Al dissopra dell' arco maestro si vedono due bellissime Fig. ure della Dea della fama. Sopra i piccoli archi laterali sono rappresentate in bassirilievi le geste dell' imperadore trionfante,, leggendosi sul lato d'innanzi e di dietro l'inscrizione dedicatoria che fa menzione del successore del suddetto imperadore. Le lettere scolpite furono già intarsiate in bronzo dorato che però poscia veniva involato. Il tutto termina in un terrazzo che si ascende nell' interiore per mezzo d'una scala e dove per l'addietro si vidde intagliato in pietra il carro trionfale del vincitore attorniato di soldati. Fig.. II. ci rappresenta una delle parti laterali di quest' arco trionfale che sono prive di ornamenti fuorché le colonne e la cornice. Tutto questo edifizio magnifico è intieramente costrutto di marmo bianco.
Ad99998 06 055a/itaInsetti LII. T. VI. No. 53.
FALENE DI GERMANIA.
Fig. 1. Il Picchio. (Phalaena Bombyx Dominula.)
vJuesta falena merita con ragione il nome di picchio pel suo colore principale foscoverde delle ali d'inanzi. pelle macchie bianche ed aramiosedi diverse Fig. ure 1 he leggiadramente vi contra timo e pelle ali di dietro d'un rosso huilante di cinabro adorne di strisele e punti rieri Fig. 2. La Falena porporina. (Phalaena Bombyx purpurea.)
Questa falena ricercatissima da' dilettanti di farfalle e che non si trova da per tutto viene così chiamata a motivo delle sue ali di dietro d'un rosso ardente adorne di macchie nere assai contrastanti che danno nell' azzurro. Le ali d'inanzi gialliccie sono sparse di varie piccole mattine brune delle quali Tuna ha la forma di S, orde si è dato all' insetio il nome di orso giallo II bruco (b.; appartiene a' l~ru chi orsiii a cagione cFig. 3. La Falena de'tigli. (Phalena Bombyx Bucephala.)
Benché il bruco perfetto (S) dipinto a più colori di questa falena, originaria della Germania, si nudrisca colle foglie di varj alberi tuttavia preferisce le foglie de' tigli. Esso è poco peloso, alla bella prima tutto nero, divenendo a poco a poco più giallo dopo avere cangiato più volte di pelle. L'insetto alato (A) porta il nome di teschio di bue a motivo della sua testa grossa mezzo nascosa sotto il collare peloso,- viene altresì chiamato mezza luna pelle macchie grandi e gialliccie sulle punte delle ali d'inanzi. Il bruco si cangia in crisalide sotto la terra dove costruisce un buco senza addobbarlo d'un bozzolo.
Fig. 4. Il Geometra degli ontani. (Phalaena Geometra alniaria.)
I bruchi (b) della famiglia a cui appartiene questa falena rassomigliano perfettamente a de'ramiceli! d'alberi secchi massimamente quando il bruco sta dritto sulla parte posteriore in istato di risposo. Non avendo alcune zampe se non alle due estremità ed essendone privo nel mezzo del corpo non va strisciandosi inanzi con tutte le parti del corpo ma soltanto per spanne formandone un' annello onde la denominazione di Geometra si deriva. Ama sopra tutto le foglie degli ontani non disprezzando per ciò quelle d'altri alberi. Questa falena piace più pelle ali leggiddramente intagliate di dietro chepella semplicità de' suoi colori. Il bruto subisce le sue nictamo-ddsi sugli alberi dove traile foglie forma un' inviluppo con lunghi fili -'entro al quale, deposta l'ultima sua pelle, comparisce in forma di crisalide verdebiunca.
Ad99998 06 056a/itaMiscellanea CIV. T. V. No. 54.
MONTI RIMARCHEVOLI.
I. Il monte campaniforme (chiamato in tedesco Gross-Glockner.)
11 monte campaniforme, che vediamo dissegnato nella tavola presente, dee il suo nome alla forma rassomigliante a quella di campane; s'innlza al di sopra della superficie del mare all' altezza di 12,000 piedi essendo il più alto de' monti di Salisburgo situato fra i confini di Tirolo e Carintia. Non si giunse alla di lui sommità se non ne' tempi moderni, il Vescovo di Gurc, Principe di Saint - Reiferscheid, essendo il primo a riuscire in questa impresa, utilissima aliai fisica con; insieme più letterati assai ragguardevoli. A fine di favorire la comodità de' viaggiatori il Vescovo suddetto, degno di somma stima, vi fece costruire più case delle quali la prima e la più grande qui dissegnata chiamasi in Tedesco Salmshöhe. Di qui si ha da caminare appiè passando sovra delle rocche scoscese ricoperte di neve, il che rende il viaggio assai pericoloso. Per arrivare alla cima, che viene divisa in sei punte, si contano sei leghe di strada. Sulla sommità del monte dove appena capono 6—8 uomini ritrovasi una croce di ferro di 12 piedi d'altezza. Qui il cielo sereno offre agli occhi la vista la più bella scorgendosi di lontano le Alpi di Carintia, Stiria e di Tirolo con insieme i fiumi d'Eno e Dravo. La descrizione publicata dal Sgr. il Professore Schuhes in Inspruc è la più bella che si possa leggere intorno a questo viaggio.
II. Il monte nevoso.
Questo monte, che deriva il juo nome dalla neve onde il fastigio e'1 lato settentrionale vedonsi coperti per tutto* l'anno, è situata 11 eli' Austria bassa (/leghe distante da Vienna presfo a' confini di Stiria. Esso, meno alto del precedente, s'alza sopra la superficie del mare all' altezza di 6600 piedi avanzando perciò d'un terzo quella della famosa cima nevosa in Silesia. Il camino conduce il viari, dante per molte leggiadrissime contrade né* si corre punto rischio nel montare lo di lui cima. Di quasi riguarda fin dove si stende la vista i bellissimi contorni di Vienna. L'aria serena ci rappresenta di lontano il porto di Trieste in una trasparenza brillante.
Ad99998 06 057a/itaPiante CX. Tom. VI. No. 55.
CARDI STELLATI DELL'AMERICA MERIDIONALE.
A cardi stellati, che si ritrovano nelle stufe d'Europa, non sono originari se non di paesi più caldi dell' America meridionale e delle isole vicine a' tropici d'America. Tutti sono vegetabili sugosi e carnosi che traggono il lor nutrimento e fertilità piuttosto dall' aria che dalla terra. Per questa cagione essi crescono e vengono inanzi anche ne'luoghi più aridi e sabbiosi de'clirni più caldi. La maggior parte di queste piante è nuda di foglie né composta che di fusti e rami d'una diversa sì ma intiera uniformità nonostante le diverse sorte, la forma de' lor organi, difesi più o meno da pungoli, essendo ora sferica ora cilindrica ed ora angolosa. Con una co*i fatta uniformità de' tronchi e de' rami tanto più contrastano i fiori leggiadramente coloriti e formati che non sbocciano che una sola volta dopo '1 tramontare del sole richiudendosi per sempre dopo alcune ore. Le frutta mangereccie di questa pianta si rassomigliano al fico essendo d'un sapore agrodolce.
Nella tavola presente vediamo dissegnato: '
Il cardo a mellone. (Cactus Melocactus)
Gli organi del tronco sono della grandezza d'una testa d'uomo, avendo la forma di mellone solcata dall'alto di modo che ne sortono molti merletti armati di pungoli per lo più di 14 dita d'altezza. Quando la pianta h nel punto di produrre de fiorì e delle frutta, al dissopra sporta un gambale cilindrico, alto, peloso e guernito di spine donde sortono tutto d'intorno fiori dapprima vermigli, che finalmente diventano d'un rosso di cocciniglia, ciascuno de'quali in capo sta attaccato ad un germoglio donde si sviluppa dipoi il frutto a guisa di mellone carnoso e d'un rosso scuro di cocciniglia in sul. quale il fiore vizzo si sostiene appiccandosi.
Ad99998 06 058a/itaMiscellanea CV. T. VI. No. 56.
I BOSCIUANI.
I Bosciuani, rbitanti dell' Africa meridionale, le cui abitazioni e maniere di vivere già imparammo a conoscere in quaderno CX. di questo tomo, si vedono dissegmti più caratieriuicamente nella tavola presente dietro la loro carnagione e forma. Vediamo qui un giovane n arito con insieme sua giovane moglie. Il marito ha la testa adorna di piume, p'rta orecchini, triangolari ; la sua nudità è coperta d'un mantellino di pelli d'animali e d'un grembiale; al braccio gli pende mi cestello o piuttosto sacchetto tenendo in mani hassagaj ovvero jacoli, armi usatissime di questa gente guerreggiosa e mezzo selvaggia, la quale spesse volte s'impaccia di dissensioni sanguinose co' suoi vicini. — La giovane donna che qui sta assisa e colla quale il marito si trattiene, ha il bassoventre decentemente coperto di grembiali di cuojo che formano una specie di gonnella Molte donne hanno indosso anche mantellini. La femmina qui dissegnata fu;na del tabacco sorbendone il fumo a beli' agio col mezzo d'un corno cavo riempito d'acqua in capo al quale sta incastrata una canna da pipa di legno insieme colla testa. Accanto ad essa vedesi l'asce sua, il taglio de' boschi essendo l'occupazione principale delle donne. In sul suolo si vedono poste alcune stoviglie.
Ad99998 06 059a/itaMiscell. CVI. Tom. VI. No. 57.
COLOSSEO OSSIA ANFITEATRO DELL'IMPERATORE FLAVIO VESPASIANO.
1 ralle rovine le più rimarchevoli e le più magnifiche dell' architettura romana si comprendono anche gli anfiteatri che si ritrovano in Roma più o meno scaduti, donde il più bello e'1 più grande è quello dell' imperadore Flavio Vespasiano che vediamo nella tavola presente. Venne costrutto due anni dopo la distruzione di Gerusalemme e sino a' nostri tempi sen' è conservata una parte grandissima, non il tempo ma gli uomini essendo cagione della di lui mutilazione e rovina. Esso è un' edifizio d'immensa ampiezza donde Fig.. IL ci rappresenta, il lato ottimamente conservato, elto quattro piani, de' quali ciascuno è adorno d'un' ordine di colonne. Quest' anfiteatro, secondo il disegno, (Fig.. I.) ha la forma ovale nel cui centro ritrovasi l'aringo ossia Marena (a) dove uomini avevano da combattere con uomini o con delle fiere, a fine di sollazzarne migliaja di spettatori che si adunavano in quest' edifizio massiccio di pietra. Quest' aringo è attorniato d'una galleria a scalini (Z>) sotto i quali ritrovansi le volte in cui si rinchiudevano le bestie feroci. Quattro entrate maggiori (e) ci guidano all' edifizio ed all' aringo, per quattro altre (e) si giugne ne' piani superiori e per altrettanti nsgl' inferiori.
Ad99998 06 060a/itaPiante CXI. T. VI. No. 58.
IL CARDO A FIORI STELLATI, OSSIA FICO INDICO. (Cactus grandiflorus.)
vJli organi serpeggianti del tronco e deT ed all' entrar di Luglio la sera dopo'I trarami di questa pianta, rimarchevole a cagio- montar del sole richiudendosi tutto vizzo ne del suo fiore pomposo, arrivano all' al- primo dello spuntare del sole. Il dissegno tezza di 3 a 6 piedi avendo al" più due dita ci fa vedere la forma e'1 colore di questo di grossezza. La lor forma è cilindrica od magnifico fiore che sparge da per tutto una un poco attenuata all' estremità, i merletti soavissima fragranza. Esso naturalmente alti, per l'ordinario al numera di sei, es giugne talvolta ad un'altezza maggiore se «endo armati di pungoli giallicci. La so- viene coltivato presso a piante vigorose, itanza interiore è carnosa e sugosa. Molte L'embrione arriva alla maturità frallo spazio di queste pannocchiette spinose ar lati de' dvun' anno producendo un frutto sugoso, a rami producono in primavera de* germogli guisa di pera, d'un sapore agrodolce, armaguarniti di squame e di bianchi mazzetti pe- to tutto d'intorno di squame piccole rosse e losi. Questi germogli formane»' al dissopra scabrose che danno nelP aranciato. Questa un calice parimente squamoso e peloso di pianta ritrovasi nelle stufe essendo per orifuori di 6 dita d'altezza, onde sorte un fiore ginaria dell' America meridionale, di Giapomposo che non sboccia pienamente se maica, e di San Domingo, son una sola volta verso il une di Giugno
Ad99998 06 061a/itaCOSE RIMARCHEVOLI DEGLI HINDUI.
Gli Hindui, abitanti dell' Asia interiore, sono assai famosi pe' loro costumi e per l'antichità della di loro religione, secondo la quale tutti gli altri pareri e sentenze de' differenti paesi, in materia di religione, a poco a poco si conformarono. Il simbolo dell' Essere supremo , che rappresentano senza figura, consiste in un globo. Da esso trassero l'originei tre Dei superiori: Brama, Vischnu e Schiven. — Vischnu é il conservatore, Schiven il distruttore del conservato, a'quali gli Hindui erigono de' tempj o d' pagodi, donde il ritratto vedesi in No. 19 del tomo sesto e nella tavola qui aggiunta. Al dissopra della porta maestra s'innalza una torre in forma di piramide di più compartimenti, de' quali ciascuno è adorno d'una gran finestra illuminata di notte con delle lampade in giorni di festa. Avanti al pagode vedesi un gran vivajo da bagno, gli Hindui bagnandosi tutti i giorni e credendolo un' azione religiosa. Al di là della riva ci si rappresenta un' abitazione aperta sostenuta da colonne, che chiamasi Schultri, la quale serve di ricovero a' peregrini, dove si può pernottare libero d'ogni spesa. Cosi fatti Schultri si ritrovano spesse volte all' Indie orientali. — Il modo il più commodo di viaggiare in questo paese si fa col mezzo del palanchino o della sesto seggetta, la quale, ricoperta d'un panno, viene portata da quattro Hindui mercenarj.
Ad99998 06 062a/itaMiscellanea CVIII. T. VI. No. 60.
DIVERTIMENTI POPOLESCHI DE' RUSSIANI.
La tavola qui aggiunta ci rappresenta due torte de' più favoriti divertimenti popoleschi de' Russiani, vale a dire :
Fig. 1. I monti ghiacciosi
che sono ponti di legno di 18 braccia d'altezza (i) onde l'una parte è difesa da una copertura di legno, che vien adacquata e riempita di ghiacciuoli, in sulla quale i dilettanti, spesse volte numerosissimi, o assisi su piccole slitte o stanti su' ghiaccini, discendono con tanta violenza che vanno sdrucciolando anche in sulla strada di ghiaccio fatta abbasso. Così fitti monti artifìziali di ghiaccio vengono inalzati ogni anno in «S1. Pietroburgo nella settimana del carnavale sulla Neva o presso ad essa, (dirimpetto ci vien veduta l'accademia delle scienze (3) con insieme un' altro palazzo (4)) il popolo concorrendovi sempre in grandissima, folla. Oltre di ciò vi si trovano degli uomini che vendono de' rinfreschi, principalmente una sorta d'idromele, bevanda calda composta di zucchero e di pepe che si prende con latte o senza esso (2) e confortini del paese.
Fig. 2. Dondoli di Russia
di due sorte differenti. L'uno rassomiglia ad. un carosello fuorché la sua forma ò perpendicolare invece d'essere orizzontale. I dilettanti de' dondoli sono assisi in seggiole attaccate ad una asse che si gira col mezzo d'una ruota o soltanto mediante le mani. L'altro è un dondolo da vibrare, (2) per g persone assise, il quale viene vibrato da due uomini stariti. I dondoli di questa fatta vendono costrutti nelle piazze publiche nella settimana di pasqua. Questi, che vediamo qui, sono nella piazza pressa al teatro di pietra in 61 Pietroburgo, dove altre.ù si sono piantato tende dell' acquavite; (3) gli ufficiali di polizia, che vi stanno presenti, avendo l'incarico di prevenire i disordini o di acchetarli e spegnerli col mezzo d'una tromba per gl'incendj che qui si vede.
Ad99998 06 063a/itaAmfibj. XXV. Tom. VI. No. 61.
IL COCCODRILLO DI SAN DOMINGO.
A gli animali scoperti ne' tempi moderni ap- Coccodrilli dell' America, cioè il Caimano partiene il Coccodrillo di San Domingo, di e'1 Coccodrillo di San Domingo. Questo difcui Ledere, Generale francese, ci diede no- ferisce dal Caimano nella grandezza ed in tizie più esatte, mandandone due esemplari altre qualità rassomigliandosi più al gran Coca' fisici della Francia. Per lo passato si ere- codrillo del Nilo, laonde da prima si credeva deva che nell' America non s'incontrasse se che ambedue fossero d'una medesima spezie; non una sola spezie del Coccodrillo, cioè il ma ricerche più esatte assai sufficientemente Caimano, il cui ritratto abbiamo veduto in cen' hanno dimostrato la differenza. Tom. IV. No. 14 di questo libro ; ma questo, "che vediamo dissegnato nella tavola presente Fig.. II. ci fa vedere il teschio d'un Coce che venne scoperto in San Domingo, ci codrillo del Nilo, a gola spalancata, a fine di rappresenta una nuova spezie del tutto diffe- scorgere più distintamente i denti micidiali rente, di modo che finora conosciamo due di que to animale spaventevole.
Ad99998 06 064a/itaPiante. CXII. Tom. VI. No. 62.
IL CARDO STELLATO A MAMMELLA.
Abbiamo già imparato a conoscere molte II cardo stellato sboccia in tempo di bellissime spezie del cardo stellato che sono state, portando grani seminali che giugriono originarie dell' America meri3ionale. Nella alla maturità la primavera susseguente. Esso tavola presente ne vediamo dissegnato il car- è nativo dell' isole dell' America meridionale do stellato a mammella (Cactus mammillaris) dove cresce nelle fessure delle rupi; ma, in grandez7a naturale. Sulla superficie si là da gran tempo in qua, ritrovasi anche ne' vedere un' infinità d'emisferi oblonghi e di giardini botanici dell' Europa, dove bisogna fiori giallicci. Il frutto rosso, in forma di conservarlo nelle stufe. Viene propagato per pera, ha di dentro una carne gialligna che mezzo di grani seminali ovvero mediante la serve di nutrimento agi'Indiani pel suo sa- parte superiore tagliala della pianta, pore dolcigno.
Ad99998 06 065a/itaMiscell. CIX. Tom. VI. No. 63.
PEZZO D'UN DENTE CANINO SCAVATO D'UN' ELEFANTE.
JNon è ancora guari di tempo passato che'1 di profondità, non solamente nella Germania Sgr. Lavalette, uomo assai scienziato e pa- ma quasi in tutte le parti dell'Europa e dell' drone d'una tenuta nella Francia, facen lo Asia, e che abitarono questo globo terrestre rassettare una fonte del suo giardino, scoper- prima dell' esistenza degli uomini. La cognise, a 5 piedi di profondità, il canto superiore zione dell' anatomia paragonante ci ha dimod'un dente canino d'un' elefante, di 2 piedi strato evidentemente che questi scheletri scad'altezzà, attorniato di tufo, di cui l'una vati non appartengono ne agli elefanti dell' parte vediamo dissegnata nella tavola presente. Africa né a quegli dell' Asia, che sono le sole L'avorio n'era buonissimo e del tutto intiero spezie, finora esistenti, di questo animale, fuorché l'estremità della crosta. Al contrario tutte queste ossa derivano dagli elefanti delV antichità, di cui finora non si Alle cose le più memorabili della storia sono scorto più indizi, antica del nostro globo terrestre appartiene La spiegazione ulteriore di questa matebensì la scoperta di scheletri e di denti d'eie- ria interessante ritrovasi nel contentano del fanti che vengono disotterrati, a pochi piedi numero presente.
Ad99998 06 066a/itaMiscell. CX. Tom. VI. No. 64.
CAVERNA D'ANTI-PAROS.
Onesta caverna rimarchevole ritrovasi in Anti-Paros, piccola isola di poco conto nell' Arcipelago della Grecia. Questa grotta, sconosciuta ne' tempi antichi, non venne «coperta che nel 1673 dal Sgr. di Nointel, ambasciadore francese in Costantinopoli, il quale, con grandissimo seguito, vi passò ì giorni del Natale.
Fig. 1. Entrata della caverna.
L'entrata superiore della caverna forma una rupe a volta, dove a man manca pende in giù un' apertura, alla quale il viaggiatore giugne col calarsi per mezzo d'una fune avvolta d'intorno al pilastro naturale. Bisogna servirsi di torchj accesi a cagione dell' oscurità.
Fig. 2. Vista interiore della caverna.
I viandanti, dopo essere discesi dall' alto nel primo baratro, giugnono su più pendici le quali in parte sono assai perigliose a motivo de' profondi precipizj situati a man destra. Fa mestiere che i viaggiatori, col mezzo di funi, più volte discendano rasente a rupi altissime per potere godere della ricompensa del loro coraggio e de' perigli da loro provati, rappresentandosi agli occhi la vista la più magnifica. Alla fine si ghigne alla grotta dissegnata in
Fig.. II., dove si scorge assai manifestamente, tutta la caverna essere formata di stallattiti. I pilastri di stallattite penzolano dall' alto in giù e »'alzano dal fondo all' in su. Un' ammasso grandissimo di stallattiti forma nel mezzo un poggio. Quivi il Sgr. di Nointel fece di.e la messa, la festa del Natale del 1673, onde questo luogo, da quel tempo in qua viene chiamato Altare.
Ad99998 06 067a/itaMiscell. CXI. Tom. VI. No. 65.
RAPPRESENTAZIONE A MICROSCOPIO DELLA STRUTTURA DELLA MIDOLLA DE' CARDI.
In qual grandezza, degnissima d'ammira- grande apertura per tutto '1 fusto, la quale zione, non ci si fa vedere ìa sapienza del s'accresce coli' andare del tempo, risirignencreatore anche nella più picciola pianta, se dosila midollaa poco apocoper via del diseccala riguardierno col mezzo del microscopio! mento. I.a midolla cellulare, a guisa d'anLa semplice intersezione traversale (A.) d'un nello, abbraccia il fusto, il quale, intersecardo nostrale, (carduus acanthoides) aggran- cato, ci rappresenta molte aperture più o dito, offre la composizione artificiale della meno glandi che servono alla circolazione sua struttura (B). La midolla interiore è de' succhi. Al di fnoti vediamo i (teli agcornposta d'un tessuto sottile di cellule esa- granditi del picciuolo che pendono in giù, çone, pelle quali i succhi nv.tiitivi s'alzono a guisa di fiocchi, servendo al nutrimento e si distribuiscono. Dal centro sorte tina della pianta coli' assorbire gli umori esteriori,
Ad99998 06 068a/itaMiscell. CXII. Tom. VI. No. 66.
COLONNA DJ TRAJANO IN ROMA.
A monumenti i più belli dell' antica archi- della colonna è adorno delle più eccellenti tettura romana appartiene questa colonna opere di scoltura in bassorilievo che accerpomposa che ritrovasi ancora oggidì in Roma, chiano il tutto a chiocciola. Esse si riferi. L'Imperadore Adriano la fece innalzare in scono alle geste dell' Imperadore Trajano, onore del suo gran predecessore, dell' Impe- massimamente alla vittoria riportata sovra i radore Trajano, sulla magnifica piazza del Dacj; tutto ciò è spiegato in più di 2500 Fig. amercato ossia Foro da esso edificata. Questa re intiere e mezze. Altre volte su questa cocolonna, costrutta dal celebre architetto lonna fu posta la statua di bronzo di TraApollodoro, ha 118 piedi d'altezza senza il jano, la quale poscia venne distrutta. Pella piedestallo (alto 17 piedi) essendo composta qual cosa il Papa Sisto V. nel 1589 ivi sopra di 34 gran pèzzi di marmo. È cava al di fece innalzare la statua colossale dell' Apodentro; jß5 scalini di marmo conducono stolo Pietro che visi trova finora, siccome alla lastra superiore del capitello della co- vediamo dissennato il tutto nella tavola prelonna, dove si gode d'una bellissima prospet- sente. *. tiva sovra una parte di Roma. L'esteriore
Ad99998 06 069a/itaPiante. CXIII. Tom. VI. No. 67.
FOGLIE PIETRIFICATE DEL TEMPO PRIMITIVO.
IN ella vicinanza del castello Rauche-sau- non che a quelle che sono originarie di quelle ve, presso al borgo Chaumerac, nel dipar- regioni. Pella qual cosa queste foglie pietritimento de l'Ardeche nella Francia, fra ficate e racchiuse negli strati di pietre sono pietre sfaldate, nello scavare e spezzare prodotte da piante, le quali, da molti secoli degli strati di pietre, s'incontra un'infinità in qua, crebbero in quella contrada, durante di foglie abbronzate e mezzo pietrificate, le la formazione di queglj strati di pietre, ma quali, esaminate più attentamente, rare voi- che non si trovano oggidì né in quella rete e per lo più non si trovano punto confor- gione né altrove, in paesi più lontani d'altri mi alle foglie delle piante verdeggianti che climi, fra piante lussoreggianti. nascono oggidì generalmente in sulla terra,
Ad99998 06 070a/itaMiscellanea CXIV. Tom VI. No. 68.
SCÈNE DELL'AFRICA.
1. giovani nostri lettori già spesse volte har.no certe regole, riportandone la vìncita chi pri■'--., \ ser.tito parlare degl' infelici negri dell' Afri- ma accompagna tutte le pallottole. Si dice che ca, i quali vengono digradati sino all' mfe- questo giuoco sia più difficile di quello di dariore grado della coltura dal pregiudizio de- ma usitato fra di noi; le giovani négresse gli Europei che li trattano da schiavi anzi meditando esercitandosi in questo giuoco sida bestie. Con tutto ciò quegli uomini neri no dalla più tenera infanzia, disprezzati sono forniti di maggiori talenti e Nel fondo vediamo una prnova della decapacità, siccome vediamo nella tavola qui strezza di corpo de' negri, cioè la maniera di aggiunta. Nel proscenio, sotto un'ananasso, cui essi si servono per portare-giù infiaschi è assisa una giovane negressa, che sta medi- ■ il succo delle palme ottenuto per via d'incicando sovra un giuoco, chiamato Uri, di sioni. Il negro, attorcigliando la palma e se the esse assai si dilettana. Questo giuoco, medesimo con corteccie d'alberi e strascinanconsiste in una cassetta spartita in più ri- do innanzi que' cerchj sopra i rampolli dell' postiglj che vengono rimpiazzati a vicenda albero, s'arrampica all' in su ed in giù coli' con 21 pallottole da due giuocatrici secondo appoggiare i piedi.
Ad99998 06 071a/itaMiscellanea CXV. Tom. VI. No. 69.
VISTA D'UNA PARTE DELLA CITTÀ DI BATAVIA.
Alle possessioni le più rimarchevoli degli quali comprendono Europei, Gjaponesi naOlandesi nelle Indie appartiene l'isola di Java tivi, Chinesi e Schiavi. In favore della mercon insieme la città di Batavia, capitale di catura le belle e larghe strade sono attraverquelle vastissime e ricchissime possessioni, sate di Canali, i cui viali d'alberi ombreggiaQuestà città venne edificata dagli Olandesi, no gli spasseggiatori. Nella strada qui riisriegli anni 1618 in 1631, dopo la scacciata segnata trovasi la chiesa cattedrale riformata de' Portoghesi. Benché il terreno sìa palu- degli Olandesi, edifizio ottangolo di bellisdoso ed insalubre tuttavia il sup situamento sima apparenza con una cupola. Batavia favorisce la mercatura a motivo del porto è la sede del governatore generale olandese vicino. Essa è fabbricata alla europea; ha edel magistrato delle possessioni appartenenti 20 »trade regolari; il numero delle case mon- agli Olandesi nelle Indie, ta a 5270 e quello degli abitanti a 115,960,
Ad99998 06 072a/itaPiante. CXIII. Tom. VI. No. 70.
RARE PIANTE ESOTICHE.
La Fourcroya gigantesca. (Fourcroya gigantea.)
ni> le si \ dat0 ü nome del sgr- Fourcny, chimico celebre e consigliere di stalo. Questo vegetabile vedesi qui troncato al V^uesta pianta, rimarchevole a cagione del di sotto della sua corona. Il tronco arriva suo fusto adorno di fiori pomposi, è origina- all' altezza di 2 piedi; è grosso 2 piedi; le ria delle isole di Curassao e di S. Domingo; foglie rigide sono della lunghezza di 5 piedi. ma, da cento anni in qua, venne traspiantata Nel centro del tronco s'alza il fusto pomposo anche nelle stufe dell' Europa, dove finora di 20 a 30 piedi d'altezza, il quale è liscio e non ci ha offerto i suoi fiori se non due volte, d'un verde gajo. Da esso sortono i fiori forvale a dire, a Schoenbrunn presso a Vienna e mati a campana ependenti in giù, siccome qui di poi in Parigi nel 1793- Formando essa ne vediamo alcuni disegnati in grandezza naun genere particolare di piante, secondo le turale (A). Per bella vista che offra agli ocxicerche fattene in Francia ne' tempi moder- chi questo gambo gigantesca, l'odore n.on n?è in verun modo aggradevole.
Ad99998 06 073a/itaPiante. CXIV. Tom.VI. No. 71.
PIANTE MEDICINALI.
L'Aloè di Soccotora. (Aloe soccotrina.)
a Suiîa di grappolo', guarnita di fiori rossi che s'innalzano orizzontalmente o pendono i-j'Aloè qui «assegnalo, che si distingue pelle in giù. Il pericarpio, nascente da' fiori, sue virtù medicinali, al pari dell'aloè comune, contiene la semente, la quale non matura (galleria Tom. III. No. 24.) ritrovasi nell' fuorché nella patria di quest'aloè; laonde isola diSoccotora, situata sulla spiaggia esso viene propagato nelle stufe d'Europa orientale dell' Africa, alla volta dello stretto col mezzo di germoglj. di Babelmandeb. Dalla radice parte il tronco, Per via d'incisioni le foglie di questa d'un piede e mezzo d'altezza, all' apice del pianta somministrano un succo d'un rosso quale sono attaccate le foglie grosse e den- scuro assortito al giallo, il quale, condenteUate che terminano in una punta spinosa, sato in una specie di resina, altre volte Il gambo, aito due piedi incirca, pullula s'impiegava nella medicina; ma oggidì, non dal centro delle foglie, portando una corona sene, fa'grand' uso. h
Ad99998 06 074a/itaVermi. XII. Tom. VI. No. 72.
POLIPI FORMATI A GOTTO.
Noi già abbiamo imparato a conoscere i quando è sul punto di notare. I Polipi qui Polipi in Tom. I. tav. 62. della nostra galleria, descritti s'appresentano all' occhio disarmate Essi sono delle, creature che occupano il più come piccolissimi punti d'intorno al corpo basso grado del regno animale, contandosi fra eterogeneo, sul quale si arrampicano in folla; gli Zoofiti a cagione della loro Fig. ura ras- (Fig.. r. 4. 6.)- ma. col mezzo del microscopio somigliante ad una pianta. Per via d'ag. si distinguono'! loro corpi che rassomigliano grandimento la tavola presente ci fa vedere al papavero, formando diversi groppi. In i Polipi formati a gotto. Al di sopra del Fig.. 2. essi attaccami ad una lenticchia d'accorpo principale, più volte aggrandito, eporta qua, (a. fe.) il lungo gambo d'un Polipo maglina, elevatezza, (n) eh'è il gorgozzule, nel giore servendo di punto congiuntivo. In Fig.. quale il Polipo, col mezzo delle antennette, 5. questi corpuscoli s'appiccano al cadavere» (0. o.) conduce il nutrimento composto di d'un giallo Polipo, (d. ci. d.) In Fig.. 7. essi, vermi e d'insetti. 11 corpo sta attaccato ad assai vagamente, accerchiano una chiocciola, un lungo gambo, (Fig.. g. p. 9.) Il Polipo scorgendosi parimente i gambi arroncigliati Io distende, per appigliarsi ad altri oggetti, (i. £.) siccome que' che stanno a dirittura, ovvero ristrigne, a guisa di serpente, (Fig.. 9.) (h. h.)
Ad99998 06 075a/itaAmfibj. XXVI. Tom. VI. No. 73.
STRANI AMFIBJ.
Il rospo cornuto. (Rana cornuta.)
I inora non abbiamo avuto se non ritratti imperfettissimi di questo strano animale, i quali erano stati delineati a norma di modelli «morti e conservati in ispixito di vino. Ma per via dell' ultimo viaggio da scoperta, intrapreso da' Russi, il Sgr. Tilesius, consigliere di corte e celebre naturalista tedesco, ci ha somministrato il primo esatto disegno di questo rospo cornuto, dipinto al naturale nella tavola presente. Esso s'incontra, in piccola copia, in più parti dell' America meridionale, nel Brasile e nel], isola di S. Catterina. Benché il corpo rozzo e la bocca larga, colla quale acchiappa gl'in. setti, facciano brutta vista, pur i colori scintillanti della pelle si spiegano assai leggiadramente. Il corpo lionato è guernito di porri pungenti e di disegni paonazzi orlati di bianco. Il capo d'innanzi e di dietro e parimente i piedi di dietro sono adorni di passi piani d'un bellissimo verde. Al di sonra degli occhi s'alzano le palpebre coniche d'un rosso -gitilo; le quali, riguardate alla sfuggita, gii si paragonavano a piccole corna; omie questo ro?po ha ritratto il suo nome. Inoltre esfo è rimarchevole a cagione della grandezza, in Fig.. A. essendo rappresentato più piccolo della metà, e Fig.. B. mostrniiilone la testa in grandezza naturale. Secondo la ricerca del Sgr. Tilesius il peso del rospo cornuto monta a 4 Ijhhre. I Brasiliani Io chiamano AranTango ossìa doglio aperto.
Ad99998 06 076a/itaMisc. CXVI. Tom. VI. No. 74.
SCENE DELLA GRECIA.
Fig. 1. Un pastore della Morea.
Nella tavola qui aggiunta vediamo uno de' pastori della peninsola greca di Marea, il quale sta sonando un semplice zufolo, presso la sua greggia. Egli è un pastore montanesco, nel semplice abito di pelle pecorina, che pòrta sul capo una berretta rossa ed i cui piedi sono coperti di sandali. Nello sfondo scorgiamo le pecore in agghiaccio ed i palchi alti che servono di dimora ai pastori nella bella stagione. In tempo d'inverno, ovvero generalmente in notti soffredde, questi pastori, con insieme le lor gregge, si ritirano nelle caverne delle montagne, dove abitualmente vivono le loro famiglie. Questi pecoraj menano una vita assai semplice e povera; ma non di meno sone independenti.
Fig. 2. Il Cantambanco moderno-greco.
La tavola presente ci fa vedere un cantambanco moderno greco, nel solito suo costume, presso una fontana dell'ordine turco, in un boschetto. Accompagnato dal suo strumento, in forma d'una mandolina a lungo manico, egli canta varie canzonette ad alcuni abitanti della Morea, che differiscono fra loro nel rango e conseguentemente nella vestitura; in mezzo a' quali vediamo parimente un pastore. Questi cantambanchi, traversando tutto il paese, fanno, nell' istesso. tempo, l'uffizio di poeti, musici e novellieri, per sollazzarne il pubblico,
Ad99998 06 077a/itaMisc. CXVII. Tom. VI. No. 75.
FESTA NAZIONALE DE RUSSIANI.
V'è tin costume nella Russia, secondo il acquisto deHe q'inli Tu messo un premio. Al quale la corte imperiale dà una festa alla segnale d'un cannone scaricato la plebe vi pb-be di Pietroburgo, ad occasioni solenni, corse rapidamente; la taffeta veniva acquisiccome conclusioni di pace, coronazioni e stata a pezzi ; le vivande si lanciarono verso matr;monj. La tavola qui aggiunta rappresen- tutti i lati ; una turba di rematori coraggiosi ta una tal festa, la quale ebbe luogo alla con- vinse le corna d'oro e per ciò un premio di clusione della pace fatta colla Svezia, nel 1790. 100.rubli. Le piramidi essendo vote, alcune Davanti al palazzo imperiale da verno erano fontane, non guari distanti, cominciarono a costrutti due alti palchi, a guisa di piramidi, spruzzolare fuori del vino bianco e rosso, di 20 braccia d'altezza, (Fig.. 1.) i cui sea- (Fig. - 2-) La plebe- vi corse in grandissima lini, giranti tutto d'intorno, erano imban- folla, raccogliendo in capelli la deliziosa bediti di vivande e di pastume d'ogni genere, vanda e presentandola in giro a' vicini. AiSopra ciascuno era posto un bue intiera- cuni Russiani di bassa estrazione anzi s'armente arrostito, donde l'uno aveva le corna rampicarono sulla fontana medesima per codorate e l'altro inargentate. Le piramidi gliere il getto di vino tutto intiero; ma una erano del tutto coperte di taffeta "rosata, di »ciringa ben applicata rinfrescò il bevitore modo che soltanto spiccavano le corna, sull' troppo ardito, rispignendolo ne' suoi limiti.
Ad99998 06 078a/itaMiscell. CXVIII. Tom. VI. No. 76.
IL MONTSERRAT IN ISPAGNA.
Nella distanza ài 9 leghe da Barcellona, gran monastero di Benedettini, nella cui alla volta sei tentrionale, nella provincia chiesa ritrovasi un' imagine miracolosa della spagnuola di Catalonia, è situato il rimar- santa Maria, è situato, siccome vediamo chevole Moniserrat, (vale a dire: monte nella tavola qui aggiunta, sul gran piano di merlato ossia segato) che si chiama così a mezzo del monte, in una affondatura, dietro cagione dell' essere composto di rupi e sco- alla quale s'alzano delle rocche scoscese. Fra gli a fianco a fianco ascendenti, in mezzo a' queste, per mezzo di sentieri, si giugne a' quali ritrovami piccoli piani. Questo monte tredici eremitaggi dispersi su più alte rupi, è parimente un luogo rinomato da peregri- Ciascuno di essi consiste di parecchie stanze, naggio, sul quale è posto un convento di d'una capelletta e d'un giardino. Gli eremiti Benedettini con insieme dodici eremitaggi qui dimoranti non sono ecclesiastici ma laici, dispersi qua e là e costrutti assai roman- i quali, dopo avere rinunziato alle cose monzescamenfe fra singole rupi. Il numero de- dane, qui menano una vita rigorosa e solitagli uomini, che dimorano sparutamente ria, rimoti dal tumulto del mondo. Essi sul Montserrat, monta à 250, coinprenden- non discendono nel convento di Benedettini do de' monachi, laici e fanti. Il ricco e se non all' occasione di certi giorni di festa.
Ad99998 06 079a/itaMiscell. CXIX. Tom. VI. No. 77.
RIMARCHEVOLI MURA DI CICLOPI DELL' ANTICHITÀ.
In diverse parti d'Italia e di Grecia litro- conoscevano le arti meccaniche, ed avenvansi ancora oggidì più avanzugli d'antiche do richiesto necessariamente un dispendio muraglie, la cui struttura singolare prova enorme di forze, si è entrato in pensiero che derivano dall' antichità la più remota, di attribuirle a giganti possenti del tempo imperciocché, da immemorabili tempi in primitivo; laonde gli Antichi già le chiaquà, non si fabbrica più in tal modo. Essi marono mura de' ciclopi. I ciclopi sono i sono muri consistenti di rocche prodigiose, giganti romanzeschi del mondo primitivo. — che non sono sgrossate in quadro, secondo, La tavola qui aggiunta rappresenta una cola foggia presente, ma congiunte insieme si fatta muraglia, comprendendo gli avanzi ed ammucchiate artifizialmente l'una sull' superbi d'una città antichissima, probabilaltra, senza saldatura e smalto, con quan- mente quegli di Epidauro-Limera, ch'esiste ti poligoni uscirono fuori dalla petriera ancora oggidì nello sfondo della piaggia di Queste opere essendo state costrutte ne' Malvasia, nella penisola di Morea. Beitempi più antichi, dove gli uomini poco lissimo monumento dell' arte umanaf
Ad99998 06 080a/itaMisc. CXX. Tom. VI. No. 78.
SCENE DELLA TAURIA, PER L'ADDIETRO CHIAMATA CRIMEA.
Fig. 1. Danza de' Dervis.
Jervis so io frati mendicanti, che in parte vivono in conventi, in parte vanno girando neir Oriente, massimamente nella Turchia ed in Persia, predicando la lor fede e facendo varie buffonerie superstiziose, per abbagliarne la plebe. Secondo un rito singolare, ch'esiste fra loro, essisi ragusano in una moschea, (chiesa turca) ogni martedì e venerdì, di sera, dove celebrano l'uffizio divino, in presenza d'altri devoti, e di poi menano un ballo che soltanto consiste in un rapido giramento. L'uno dopo l'altro vi cade in un'accesso di svenimento, donde viene incontanente risvegliato per mezzo di pocche parole favellategli all'orecchio dall'arciprete, ossia Iman. Questa tavola ci fa yedere'una così fatta scena nell'istesso modo che viene rappresentata nella moschea principale di Baktschi - Saraj in Tauria.
Fig. 2. Buffone della Crimea.
Vediamo qui rappresentato un giudeo di Costantinopoli, il quale, accompagnato da una musica rumoreggiante di zingani, sta facendo i suoi atteggiamenti buffoneschi, per divertimento di alcuni signori di rango, che vi sono spettatori. Finito il ballo, egli ha dato all'abito suo la forma d'una bambola, fermata ad un bastone, al braccio manco, colla quale entra in ragionamenti pazzeschi. La bambola muta non vi risponde che con colpi, in sommo diletto degli spettatori.
Ad99998 06 081a/itaMiscell. CXXI. Tom. VI. No 79.
IL GIGANTE PERUVIANO.
Uomini di grandezza straordinaria si chia- sappiamo. La medesima usanza ritrovasi mano Giganti, siccome si dà il nome di parimente nell'America, vedendosi rappreNano a quegli che sono piccoli fuor di sentato nella tavola presente un gigante perùmodo. Entrambi si scostano dalla solita viano, di nome Basilio Huaylas, il quale, grandezza umana, non potendosi supporre nel 1792 venne portato dalla città d'Ica che sul globo terrestre vi s'incontrino na- a Lima, capitale del Perù, per farvi mozioni intere di giganti o di nani, benché stra. Nella età di 24 anni egli oltrepassaalla volta del Nord *i ritrovino delle schi- va l'altezza di 7 piedi. Le membra del »tte di viappiù piccoli uomini, e nelT corpo erano d'una grossezza sproporzionata, America meridionale la gran progenie de' massimamente quelle della parte superiore. Patagoni. Per l'ordinario Huaylas comparse nel costume bizzarro qui dissegnato. A paragone Uomini d'insolita grandezza, ossia gi- gli sta accanto un'uomo di statura ordinaganti, assai sovente si fanno vedere per ria, il che tanto più contrasta la di lui fidanari, a cogione della rarità, come noi gura gigantesca.
Ad99998 06 082a/itaMisc. CXXII. Tom. VI. No. 80.
STATUA EQUESTRE DI GIUSEPPE II, DAVANTI AL PALAZZO IMPERIALE IN VIENNA.
J-J Imperatore presente d'Austria, sua d'ella famiglia imperiale. L'Impera dore Maestà Francesco I, deliberò di far er- Giuseppe è assiso a cavallo, nel costume rogere un magnifico monumento, in me- mano, annunziando sua la protezione a'suoi moria del suo gran zio, Giuseppe II, sudditi colla destra distesa. Fuorché le tail quale, introducendo arti utili e seien- vole d'inscrizione sul piedestallo vi sono ze, sommamente meritossi della sua nazio- due gran bassi - rilievi di bronzo, relativi ne. L'Imperadcre desiderò che questo mo- a' meriti di Giuseppe. Il lato opposto aumento consistesse d'una statua equestre si referisce alla liberazione di Giuseppe di Giuseppe di bronzo, sostenuta da un ed all' aggrandimento del commerzio dell' piedestallo di granito, per abbellirne la Austria. piazza di Giuseppe davanti al palazzo im- L'altezza del monumento intiero monta penale in Vienna. L'incombenza ne ven- à 33 piedi g dita; quella del cavallo à 13 ne data al Sgr. Zauner, celebre statuario piedi; la Fig. ura dell' Imperadore è alta ri di Vienna. Dopo 11 anni di lavoro piedi. Il gruppo del cavallo insieme colla il tutto fu terminato colla maggiore per- Fig. ura di bronzo ha 400 cantari di peso, fezione, secondo la rappresentazione di Questa statua è un bellissimo monumento questa tavola, e co nsecrato nella piazza di dell' arte tedesca, degno d'essere, trasmesGiuseppe, i 24 di Nov. 1807» in presenza so alla posterità la più remota.
Ad99998 06 083a/itaPiante CXV. Tom. VI. No. 81.
RARI ALBERI.
La Palma ceruminosa dell' America meridionale. (Ceroxylon andicola.)
grossa tre linee, liscia come la canna, consistendo d'una mistura di resiriCa meriCHOnaie. na e ^ cera. A sinistra vediamo un pezzo C Cero xy lo n an die o la.) d e l t r o. nco in grandezza naturale. I nativi v. del paese, erte prendono questa scorza per (Questa rimarchevole specie di palma, che cera pura, ne formano ceri e candele arriva ali, altezza straordinaria ;di 160 a dopo averla mescolata con un terzo di seigo metri di -Parigi, è stata scoperta dal vo. Le frutta sferiche e paonazze hanno Sign. Alessandro di Humboldt, celebre na- un sapore dolcigno ; sono congiunte inturalista, durante i suoi viaggi nelP Ame- sieme a grappoli;,al di dentro ritrovasi una rica meridionale, sul monte Quindiu, Il mandorla sodissima. Questa specie di paitronco, attaccato alla terra con molte ra- ma non porta, mai più, di dieci foglie piudici cappellute, si alza perpendicolar- mate, che giugnono all' altezza, di ig a mente; fra gli annelli, formati dalle 2i piedi, di modo che il tutto offre una foglie scadute, sta appiccata una scorza vista sorprendente e sublime.